675 resultados para Business continuity plan. Supply chain resilience
Resumo:
L'elaborato di tesi sviluppato ha come obiettivo l'ottimizzazione della Supply Chian di contesti manufatturieri con particolare attenzione alle procedure di approvvigionamento dei materiali e al problema dei materiali "mancanti" in produzione.Viene esposto il risultato di un’attività di analisi di due casi reali per l’ottimizzazione dell'impatto logistico del problema dell'alimentazione di sistemi di fabbricazione e montaggio. Lo studio è stato affrontato definendo un approccio basato su una duplice analisi del processo, top-down e bottom-up. Le due analisi condotte hanno permesso di procedere alla mappatura dell’intero processo end to end (che inizia con le richieste del cliente e termina con la consegna dei prodotti allo stesso) e di individuare le criticità in esso presenti, sulla base delle quali sono state fornite una serie di linee guida per la risoluzione del problema dei mancanti. I risultati ottenuti hanno evidenziato che l’ottimizzazione dell’area di pianificazione permette di migliorare la qualità dei dati in ingresso all’intero processo con conseguente diminuzione del numero di materiali mancanti. Tuttavia, la trasversalità dell’argomento ai processi aziendali impedisce la definizione di un approccio al problema focalizzato su un’area specifica. Infine, è stata eseguita una bozza di valutazione economica per la stima dei tempi di recupero degli investimenti necessari.
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Scopo. Lo scopo di questo studio è esaminare il problema degli sprechi nelle moderne food supply chain, così da consentire una piena comprensione delle principali cause di inefficienza sistemica nell’industria alimentare e individuare potenziali opportunità di miglioramento. Approccio e Metodologia. Per raggiungere gli obiettivi prefissati la presente trattazione si propone di implementare una ricerca empirica basata sull’analisi di due realtà industriali operanti nel settore alimentare. Nello specifico verranno studiate due aziende integrate rispettivamente nel contesto economico italiano e in quello inglese e operanti a due stadi diversi e complementari della filiera alimentare, quello della produzione e quello della distribuzione. Questo studio incrociato consentirà, auspicabilmente, di portare alla luce quegli elementi chiave necessari per una lettura chiara ed esaustiva delle maggiori sfide che le moderne supply chain si trovano a dover affrontare, in una prospettiva di minimizzazione degli sprechi e di accrescimento del valore per il consumatore. Risultati. I risultati che si prevede di ottenere dall’implementazione di questo studio sono fondamentalmente quattro: 1.Piena comprensione del concetto di spreco nell’industria alimentare. 2.Identificazione dei principali fattori chiave che dovrebbero essere attentamente monitorati con lo scopo di conseguire un’efficace riduzione degli sprechi lungo la filiera alimentare. 3.Analisi critica di quelle che sono le più utilizzate pratiche manageriali e operative nelle moderne aziende alimentari. 4.Individuazione dei potenziali sviluppi che potrebbero essere implementati attraverso l’utilizzo delle più recenti ICT in termini di efficienza della supply chain. Valore della Ricerca. Seppure mediante un’analisi prevalentemente di tipo qualitativo, questa trattazione si prefigge di fornire un contributo nell’ambito del food supply chain management che, data la rilevanza del problema relativo agli sprechi, risulta oggi più attuale che mai. L’originalità di questo studio risiede principalmente nelle fonti dei dati che ne hanno costituito le fondamenta: da un lato la ricerca teorica sviluppata nel Regno Unito, dove lo studio della supply chain è ormai da decenni approfondito nelle più importanti Università; dall’altro la ricerca empirica sviluppata sia presso una delle più importanti e moderne aziende alimentari italiane, che presso uno dei più famosi logistics service provider a livello mondiale.
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Agri-food supply chains extend beyond national boundaries, partially facilitated by a policy environment that encourages more liberal international trade. Rising concentration within the downstream sector has driven a shift towards “buyer-driven” global value chains (GVCs) extending internationally with global sourcing and the emergence of multinational key economic players that compete with increase emphasis on product quality attributes. Agri-food systems are thus increasingly governed by a range of inter-related public and private standards, both of which are becoming a priori mandatory, especially in supply chains for high-value and quality-differentiated agri-food products and tend to strongly affect upstream agricultural practices, firms’ internal organization and strategic behaviour and to shape the food chain organization. Notably, increasing attention has been given to the impact of SPS measures on agri-food trade and notably on developing countries’ export performance. Food and agricultural trade is the vital link in the mutual dependency of the global trade system and developing countries. Hence, developing countries derive a substantial portion of their income from food and agricultural trade. In Morocco, fruit and vegetable (especially fresh) are the primary agricultural export. Because of the labor intensity, this sector (especially citrus and tomato) is particularly important in terms of income and employment generation, especially for the female laborers hired in the farms and packing houses. Hence, the emergence of agricultural and agrifood product safety issues and the subsequent tightening of market requirements have challenged mutual gains due to the lack of technical and financial capacities of most developing countries.
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Il settore suinicolo ricopre un ruolo rilevante nel contesto nazionale, con ricadute economiche e sociali di primaria importanza in varie regioni. Tuttavia da alcuni anni il settore si trova in crisi a causa dell’instabilità dei mercati internazionali, dello scarso coordinamento tra gli attori della filiera, della progressiva riduzione della redditività dei prodotti trasformati a Denominazione di Origine, della mancata valorizzazione dei tagli di carne fresca, nonché della difficoltà di aggredire i mercati esteri. Altre criticità riguardano la distribuzione del valore lungo la filiera e la scarsa efficacia delle politiche di coordinamento finora adottate. L'obiettivo della ricerca è quello di identificare gli elementi che possono garantire maggiore equilibrio di potere negoziale tra allevatori suinicoli e macellatori rispetto alla situazione attuale: verificati gli elementi critici che caratterizzano la relazione commerciale tra allevatori e macellatori, si avanzano alcune proposte operative utili al superamento delle fratture tra la componente agricola e quella dei macelli in Emilia Romagna. La struttura della tesi è la seguente: (capitolo 1) si descrive il quadro economico del settore suinicolo a livello internazionale e nazionale. Successivamente (capitolo 2) si passano in rassegna le teorie economiche utili a comprendere le ragioni alla base del malfunzionamento dei rapporti tra gli attori della filiera agroalimentare, mentre nel terzo capitolo è richiamato il quadro normativo comunitario, nazionale e regionale all’interno del quale tali relazioni si configurano. Nel quarto capitolo si elabora un modello interpretativo al fine di spiegare le fratture che oggi contraddistinguono le relazioni in essere tra gli attori della filiera: il “modello delle fratture”. Alla luce di questa concettualizzazione è stata svolta un’indagine diretta svolta presso gli operatori aderenti all’Organizzazione Interprofessionale del Gran Suino Italiano, i cui risultati hanno consentito di valutare l’efficacia del modello interpretativo e di fornire indicazioni migliorative della strategia di governance delle relazioni tra allevatori e macellatori.
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“La resilienza è intesa come la capacità di un'impresa di ripristinare le normali attività a seguito di un evento imprevisto in grado di generare un'interruzione delle stesse, la cui durata e ampiezza dipende dalla gravità dell'evento. E' dunque la capacità di reagire con rapidità a fronte di instabilità della rete.” Negli ultimi decenni, cambiamenti economici e sociali, hanno contribuito alla formazione di reti produttive più estese, articolate e complesse. Tuttavia,a causa della maggiore complessità, le reti sono oggi più vulnerabili e maggiormente esposte a rischi (interni ed esterni) e situazioni impreviste. Le moderne supply chain hanno cercato di sperimentare e sviluppare nuove soluzioni organizzativeper ottenere una maggiore flessibilità, agilità e resilienza
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Tesi incentrata sull'impatto che la riduzione del lead time di consegna, come strategia commerciale, ha sulla supply chain della Neri SpA. A tale scopo è stato sviluppato un modello basato sulla matrice di Kraljic per la classificazione dei fornitori. La matrice è stata adattata alle esigenze aziendali ed è stato sfruttato il metodo di analisi multicriterio AHP per determinare i pesi dei parametri che compongono la dimensione più complessa della matrice. Sono stati sviluppati i diagrammi di Gantt partendo dai lead time presenti in distinta base. Da questi si sono individuati i percorsi temporalmente critici e dalla loro analisi le filiere critiche per lo sviluppo delle nuove potenzialità commerciali. Le filiere critiche sono state poi analizzate nel loro complesso, andando a verificare il ruolo dei singoli fornitori sfruttando come base di analisi la classificazione effettuata con la matrice di Kraljic. Dall'analisi delle filiere e dal confronto con la funzione commerciale sono state ipotizzate strategie per la riduzione dei lead time e il raggiungimento delle nuove potenzialità commerciali.
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To mitigate greenhouse gas (GHG) emissions and reduce U.S. dependence on imported oil, the United States (U.S.) is pursuing several options to create biofuels from renewable woody biomass (hereafter referred to as “biomass”). Because of the distributed nature of biomass feedstock, the cost and complexity of biomass recovery operations has significant challenges that hinder increased biomass utilization for energy production. To facilitate the exploration of a wide variety of conditions that promise profitable biomass utilization and tapping unused forest residues, it is proposed to develop biofuel supply chain models based on optimization and simulation approaches. The biofuel supply chain is structured around four components: biofuel facility locations and sizes, biomass harvesting/forwarding, transportation, and storage. A Geographic Information System (GIS) based approach is proposed as a first step for selecting potential facility locations for biofuel production from forest biomass based on a set of evaluation criteria, such as accessibility to biomass, railway/road transportation network, water body and workforce. The development of optimization and simulation models is also proposed. The results of the models will be used to determine (1) the number, location, and size of the biofuel facilities, and (2) the amounts of biomass to be transported between the harvesting areas and the biofuel facilities over a 20-year timeframe. The multi-criteria objective is to minimize the weighted sum of the delivered feedstock cost, energy consumption, and GHG emissions simultaneously. Finally, a series of sensitivity analyses will be conducted to identify the sensitivity of the decisions, such as the optimal site selected for the biofuel facility, to changes in influential parameters, such as biomass availability and transportation fuel price. Intellectual Merit The proposed research will facilitate the exploration of a wide variety of conditions that promise profitable biomass utilization in the renewable biofuel industry. The GIS-based facility location analysis considers a series of factors which have not been considered simultaneously in previous research. Location analysis is critical to the financial success of producing biofuel. The modeling of woody biomass supply chains using both optimization and simulation, combing with the GIS-based approach as a precursor, have not been done to date. The optimization and simulation models can help to ensure the economic and environmental viability and sustainability of the entire biofuel supply chain at both the strategic design level and the operational planning level. Broader Impacts The proposed models for biorefineries can be applied to other types of manufacturing or processing operations using biomass. This is because the biomass feedstock supply chain is similar, if not the same, for biorefineries, biomass fired or co-fired power plants, or torrefaction/pelletization operations. Additionally, the research results of this research will continue to be disseminated internationally through publications in journals, such as Biomass and Bioenergy, and Renewable Energy, and presentations at conferences, such as the 2011 Industrial Engineering Research Conference. For example, part of the research work related to biofuel facility identification has been published: Zhang, Johnson and Sutherland [2011] (see Appendix A). There will also be opportunities for the Michigan Tech campus community to learn about the research through the Sustainable Future Institute.
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A range of societal issues have been caused by fossil fuel consumption in the transportation sector in the United States (U.S.), including health related air pollution, climate change, the dependence on imported oil, and other oil related national security concerns. Biofuels production from various lignocellulosic biomass types such as wood, forest residues, and agriculture residues have the potential to replace a substantial portion of the total fossil fuel consumption. This research focuses on locating biofuel facilities and designing the biofuel supply chain to minimize the overall cost. For this purpose an integrated methodology was proposed by combining the GIS technology with simulation and optimization modeling methods. The GIS based methodology was used as a precursor for selecting biofuel facility locations by employing a series of decision factors. The resulted candidate sites for biofuel production served as inputs for simulation and optimization modeling. As a precursor to simulation or optimization modeling, the GIS-based methodology was used to preselect potential biofuel facility locations for biofuel production from forest biomass. Candidate locations were selected based on a set of evaluation criteria, including: county boundaries, a railroad transportation network, a state/federal road transportation network, water body (rivers, lakes, etc.) dispersion, city and village dispersion, a population census, biomass production, and no co-location with co-fired power plants. The simulation and optimization models were built around key supply activities including biomass harvesting/forwarding, transportation and storage. The built onsite storage served for spring breakup period where road restrictions were in place and truck transportation on certain roads was limited. Both models were evaluated using multiple performance indicators, including cost (consisting of the delivered feedstock cost, and inventory holding cost), energy consumption, and GHG emissions. The impact of energy consumption and GHG emissions were expressed in monetary terms to keep consistent with cost. Compared with the optimization model, the simulation model represents a more dynamic look at a 20-year operation by considering the impacts associated with building inventory at the biorefinery to address the limited availability of biomass feedstock during the spring breakup period. The number of trucks required per day was estimated and the inventory level all year around was tracked. Through the exchange of information across different procedures (harvesting, transportation, and biomass feedstock processing procedures), a smooth flow of biomass from harvesting areas to a biofuel facility was implemented. The optimization model was developed to address issues related to locating multiple biofuel facilities simultaneously. The size of the potential biofuel facility is set up with an upper bound of 50 MGY and a lower bound of 30 MGY. The optimization model is a static, Mathematical Programming Language (MPL)-based application which allows for sensitivity analysis by changing inputs to evaluate different scenarios. It was found that annual biofuel demand and biomass availability impacts the optimal results of biofuel facility locations and sizes.