870 resultados para Statutes.


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A corporation is an artificial person that is created and operated according to state corporation statutes. It is a separate taxpayer subject to specific and detailed federal, state, and local tax laws. The advice and service of your lawyer are indispensable in organizing and operating a farm corporation. There are three basic forms of farm business organization, the sole proprietorship, the partnership, and the corporation. Variations of these forms have resulted in the limited partnership and the "tax option" corporation. These three basic forms are discussed in this research publication.

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La ricerca riguarda l’inclusione di dichiarazioni di diritti e principi introdotte negli Statuti di autonomia delle Regioni italiane e delle Comunità Autonome spagnole riformati negli ultimi anni. La tesi consta, oltre che nell’introduzione dei concetti preliminari, di due parti per ognuno dei Paesi nelle quali si esaminano i sistemi regionali e concretamente queste carte di diritti e principi. La terza parte raccoglie un’analisi comparativa di ambedue gli Stati. Il problema dell’efficacia di questi diritti e principi rappresenta la chiave fondamentale. In questo senso, la Giurisprudenza costituzionale risulta essere basilare per lo studio delle differenti risposte alle novità dei diversi elenchi di diritti e principi a livello regionale. Mentre la Corte Costituzionale italiana ha negato la loro efficacia giuridica, anche come norme programmatiche assimilabili a quelle costituzionali, il Tribunale Costituzionale spagnolo ha qualificato un nuovo tipo di diritto, i c. d. diritti statutari, che non sono diritti pubblici soggettivi ma mandati ai poteri pubblici autonomici, specialmente al legislatore autonomico. Lo studio si completa con la problematica dell’uguaglianza e la garanzia dei diritti e i principi in questi Stati composti.

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La tesi di Marco Perez intitolata “Luis Arana e i veterani di Euzkeldun Batzokija: la corrente ortodossa del nazionalismo basco”, può essere considerata come la biografia politica di uno dei personaggi più importanti del nazionalismo basco. Il lavoro di ricerca si centra fondamentalmente sull'ispiratore del nazionalismo euskaldun (e cofondatore del Partido Nacionalista Vasco) e della corrente che ne accompagnò e sostenne l'azione politica. Euzkeldun Batzokija fu il nome dato al primo circolo del PNV, fondato da Luis e Sabino Arana nel 1894. Successivamente, gli statuti del circolo e i suoi membri veterani furono presi come modello del nazionalismo primordiale (che si pretendeva definire sull'esempio dell'Ordine gesuita). Sul piano organizzativo la tesi si divide in sette capitoli che ricostruiscono il percorso politico di Luis Arana, dai primi documenti del 1879 fino alle ultime lettere inviate negli anni quaranta. Si tratta di un lungo periodo, che comprende momenti diversi della storia spagnola (dalle guerre carliste alla Guerra Civile spagnola) e del movimento aranista. In questo senso, sulla base di una generale e comparata riflessione sul nazionalismo, si analizza il movimento basco nei suoi rapporti con la modernità. Una realazione costruita attraverso concetti “diacronicamente” legati a un passato mitico e leggendario e comunque subalterna ai rapporti di forza tra le correnti del PNV. La corrente ortodossa fece sempre riferimento al nazionalismo “originario” (definito dai fratelli Arana nei primi anni del movimento) che fu un'espressione regionale del nazionalcattolicesimo spagnolo. Fu proprio Luis Arana a ricordare la finalità religiosa ed etnica del nazionalismo basco, respingendo qualsiasi aggiornamento teorico e organizzativo del PNV, intesi come una grave violazione dell'ortodossia aranista.

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Il lavoro di Elisa Tosi Brandi riguarda il mestiere del sarto nel basso Medioevo e si sviluppa utilizzando due prospettive differenti. Da un lato, infatti, si è deciso di seguire una tradizione di studi oramai consolidata, che privilegia l’indagine degli aspetti economici e politici, dall’altro si è scelto di non trascurare la storia dei prodotti degli artigiani. L’approccio utilizzato in questa tesi tiene insieme entrambe le prospettive di ricerca, tentando dunque di indagare i produttori e i prodotti così come le fasi e i metodi di lavoro. Ciò senza ignorare, da un lato, indagini di tipo politico, economico e sociale, poiché tali oggetti sono lo specchio della società che li ha ideati e creati e da cui non si può prescindere e, dall’altro, indagini di tipo tecnico, poiché gli oggetti sono rivelatori del complesso patrimonio di conoscenze artigianali. Partendo dal caso di studio della Società dei sarti della città di Bologna, la tesi di Elisa Tosi Brandi ricostruisce questo mestiere confrontando tra loro fonti inedite (statuti corporativi, matricole, estimi) e studi effettuati su altre aree italiane. La ricca documentazione conservata ha consentito di mettere in luce l’organizzazione di questo lavoro, di collocare abitazioni e botteghe nell’area del mercato e nel più ampio tessuto cittadino, di individuare i percorsi commerciali e di approvvigionamento. L’ultima parte della tesi offre l’analisi di alcune fonti materiali al fine di ricostruire le tecniche sartoriali medievali intrecciando tutte le fonti consultate: dai documenti scritti si passa pertanto agli abiti che offrono informazioni dirette sulle tecniche di taglio ed assemblaggio.

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La presente tesi intende compiere un’indagine, dal punto di vista storico-educativo, sulla storia delle case di correzione. Nello specifico si è tentato di analizzare il “caso” del Discolato bolognese, operando un confronto con altre analoghe istituzioni, sorte in due città campione, come Roma e Milano, per quanto riguarda il contesto italiano, e con la situazione inglese, per quanto riguarda il contesto internazionale. Il focus della ricerca si è incentrato sul rapporto tra devianza e internamento, considerato secondo una declinazione pedagogica. A tal proposito si è cercato di far emergere le modalità educative, nonché i principi e le finalità che sottostavano agli interventi istituzionali, non solo soffermandosi su quanto i regolamenti e gli statuti prescrivevano all’interno delle strutture correzionali, ma analizzando la reclusione nella sua effettiva organizzazione quotidiana. Per quanto riguarda la situazione bolognese è stata analizzata un’ampissima documentazione, conservata presso l’Archivio storico Provinciale di Bologna, che ha permesso di svolgere un’analisi di tipo quantitativo su un totale di 1105 individui al fine di delineare le principali caratteristiche demografiche e sociali delle persone internate nel Discolato bolognese. L’interpretazione delle fonti ha permesso anche un’indagine qualitativa, nel tentativo di ricostruire le storie di vita dei singoli reclusi. Da questa ricerca emerge un’immagine complessa delle case di correzione. Nel corso dei secoli, in modo particolare nelle diverse realtà prese in esame, esse hanno assunto caratteristiche e peculiarità differenti. La loro inefficacia fu la motivazione principale che condusse alla definitiva chiusura, quando si fece via via sempre più evidente la difficoltà a tradurre in pratica ciò che regolamenti e statuti - a livello teorico - prescrivevano.

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L’elaborato costituisce la fase di approfondimento conclusivo del lavoro scientifico svolto negli anni precedenti. In quest’ottica, a circa tre anni dalla sua entrata in vigore, esso risulta prevalentemente incentrato sull’analisi delle principali innovazioni imposte dalla legge 30 dicembre 2010, n . 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", nel tentativo di individuare quali soluzioni ,più o meno differenziate in base alle specificità delle diverse realtà, gli atenei italiani abbiano prefigurato mediante la revisione dei propri statuti, organi e strutture, al fine di rispettare ed attuare il dettato legislativo e non comprimere i propri spazi di autonomia. Contemporaneamente, esso approfondisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in materia, la quale proprio nel corso di quest’anno ha avuto più di un’occasione di pronunciarsi in merito, per effetto dell’impugnazione ministeriale di molti dei nuovi statuti di autonomia. Infine, non viene tralasciata l’analisi dei profili e aspetti del sistema universitario italiano non intaccati dal cambiamento, ai fini del loro coordinamento con quelli riformati, cercando di percorrere parallelamente più strade: dalla ricognizione e lo studio dei più autorevoli contributi che la dottrina ha recentemente elaborato in materia, all’inquadramento delle scelte effettuate in sede di attuazione dai singoli atenei, anche alla luce dei decreti applicativi emanati. Il tutto al fine di individuare, anche grazie a studi di tipo comparato, con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo, nuove soluzioni per il sistema universitario che, senza la pretesa di giungere a percorsi di cambiamento validamente applicabili per tutti gli atenei, possano risultare utili alla definizione di principi e modelli base, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e dei parametri individuati a livello europeo con il processo di Bologna e la strategia di Lisbona.

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In der vorliegenden Arbeit wird analysiert, ob die neue italienische Partei MoVimento 5 Stelle (M5S) eine rechtspopulistische Partei ist. Darüber hinaus wird mithilfe eines Vergleichs mit Berlusconis Partei Popolo della libertà (PDL) erörtert, ob das M5S den italienischen Rechtspopulismus fortführt. Das M5S wurde im Jahre 2009 von dem italienischen Komiker Beppe Grillo gegründet und zog nach seiner ersten Teilnahme an nationalen Wahlen im Jahre 2013 als zweitstärkste Partei in das italienische Parlament ein. Mit seiner Anti-Establishment-Programmatik und der Ablehnung der etablierten Parteien ähnelt das M5S nicht nur Berlusconis Partei PDL, sondern auch den rechtspopulistischen Parteien, die seit den 1980er Jahren in Westeuropa beständig an Relevanz gewonnen haben. Diese Parteien polemisieren gegen Politiker und Parteien, stellen die Legitimität von Minderheitenrechten und die Prinzipien der repräsentativen Demokratie in Frage. Organisatorisch gruppieren sie sich um einen charismatischen Anführer, dessen Anspruch es ist, die ‚Stimme des Volkes‘ zu repräsentieren. Diese und andere zentrale Charakteristika sind Gegenstand des theoretischen Teils dieser Arbeit. Die Analysedimension sind ‚Programmatik‘ und ‚Organisation‘. Die letztgenannte Kategorie wird in ‚interne Organisationsstruktur‘ und ‚Kommunikation‘ unterteilt. Die Basis der Analyse bilden Parteidokumente (Wahl- und Parteiprogramme, Parteistatuten, Blogeinträge), Experteneinschätzungen und die Forschungsliteratur. Die Untersuchung kommt zu dem Ergebnis, dass es sich beim M5S nicht um eine rechtspopulistische, sondern um eine populistische Partei mit linken Elementen handelt. Den italienischen Rechtspopulismus, wie ihn Berlusconis Partei pflegt, führt sie folglich nicht fort. Sie zeigt in der Organisation starke Parallelen, da beide Parteien von ihren Anführern dominiert werden. Aber das M5S hat eine stark web-basierte Organisationsform und vertritt Umweltthemen, was keine typischen Merkmale rechtspopulistischer Parteien sind. Darüber hinaus vertritt es keine nationalistischen Position, was hingegen konstitutiv für Rechtspopulismus ist.

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In an effort to understand some of the ways that accountability-based reform efforts have influenced teacher education, this article details the politics of accountability in Pennsylvania that motivated sweeping changes in the policies governing teacher preparation in 2006. This case study provides a poignant example of the kind of complex accountability systems now being constructed across the United States in an effort to change teacher preparation. By analyzing primary documents including the legal statutes governing teacher preparation in Pennsylvania, correspondence from the Pennsylvania Department of Education, related newsletters, memos, reports, transcripts of meetings, and testimony before the Pennsylvania House of Representatives, the complex nature of the conflicts underlying the development and implementation of teacher education reform is brought into focus. The study's findings suggest that a deep and uncritical acceptance of accountability-based teacher education reform on the part of educational policy makers is likely to do more harm than good. The article concludes by outlining a framework for developing more intelligent measures of accountability that might preserve professional autonomy and judgment.

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In an effort to understand some of the ways that accountability-based reform efforts have influenced teacher education, this article details the politics of accountability in Pennsylvania that motivated sweeping changes in the policies governing teacher preparation in 2006. This case study provides a poignant example of the kind of complex accountability systems now being constructed across the United States in an effort to change teacher preparation. By analyzing primary documents including the legal statutes governing teacher preparation in Pennsylvania, correspondence from the Pennsylvania Department of Education, related newsletters, memos, reports, transcripts of meetings, and testimony before the Pennsylvania House of Representatives, the complex nature of the conflicts underlying the development and implementation of teacher education reform is brought into focus. The study's findings suggest that a deep and uncritical acceptance of accountability-based teacher education reform on the part of educational policy makers is likely to do more harm than good. The article concludes by outlining a framework for developing more intelligent measures of accountability that might preserve professional autonomy and judgment.

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This paper examines the impact of disastrous and ‘ordinary’ floods on human societies in what is now Austria. The focus is on urban areas and their neighbourhoods. Examining institutional sources such as accounts of the bridge masters, charters, statutes and official petitions, it can be shown that city communities were well acquainted with this permanent risk: in fact, an office was established for the restoration of bridges and the maintenance of water defences and large depots for timber and water pipes ensured that the reconstruction of bridges and the system of water supply could start immediately after the floods had subsided. Carpenters and similar groups gained 10 to 20 per cent of their income from the repair of bridges and other flood damage. The construction of houses in endangered zones was adapted in order to survive the worst case experiences. Thus, we may describe those communities living along the central European rivers as ‘cultures of flood management’. This special knowledge vanished, however, from the mid-nineteenth century onwards, when river regulations gave the people a false feeling of security.

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An agency is accountable to a legislative body in the implementation of public policy. It has a responsibility to ensure that the implementation of that policy is consistent with its statutory objectives.^ The analysis of the effectiveness of implementation of the Vendor Drug Program proceeded in the following manner. The federal and state roles and statutes pursuant to the formulation of the Vendor Drug Program were reviewed to determine statutory intent and formal provisions. The translation of these into programmatic details was examined focusing on the factors impacting the implementation process. Lastly, the six conditions outlined by Mazmanian and Sabatier as criteria for effective implementation, were applied to the implementation of the Vendor Drug Program to determine if the implementation was effective in relation to consistency with statutory objectives.^ The implementation of the statutes clearly met four of the six conditions for effective implementation: (1) clear and consistent objectives; (2) a valid causal theory; (3) structured the process to maximize agency and target compliance with the objectives; and (4) had continued support of constituency groups and sovereigns.^ The implementation was basically consistent with the statutory objectives, although the determination of vendor reimbursement has had and continues to have problems. ^

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Welsch (Projektbearbeiter): Ablehnung des preußischen Gesetzentwurfes vom 7. Juli 1848 über die Einrichtung einer Bürgerwehr; Gesetzentwurf über die Einrichtung von Bürgerwehrgerichten

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The issue of bias-motivated crimes has attracted consderable attention in recent years. In this paper, we develop an economic framework to analyze penalty enhancements for bias-motivated crimes. We extend the standard model by introducing two different groups of potential victims of crime, and assume that a potential offender's benefits from a crime depend on the group to which the victim belongs. We begin with the assumption that the harm to an individual victim from a bias-motivated crime is identical to that from an equivalent non-hate crime. Nonetheless, we derive the result that a pattern of crimes disproportionately targeting an identifiable group leads to greater social harm. This conclusion follows both from a model where disparities in groups' victimization probabilities lead to social losses due to fairness concerns, as well as a model where potential victims have the opportunity to undertake socially costly victimization avoidance activities. In particular, penalty enhancements can reduce the incentives for avoidance activity, and thereby protect the networks of profitable interactions that link members of different groups. We also argue that those groups that are covered by hate crime statutes tend to be those whose characteristics make it especially likely that penalty enhancement is socially optimal. Finally, we consider a number of other issues related to hate crimes, including teh choice of sanctions from behind a Rawlsian 'veil of ignorance' concerning group identity.

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