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La conoscenza del tasso di crescita di due popolazioni di Pinna nobilis, in due località del Mar Mediterraneo Occidentale, insieme ad una stima d’età, sono un requisito fondamentale per poter comprendere meglio la biologia e l’ecologia di questa specie, al fine di poter istituire specifiche misure di tutela e conservazione. L’obiettivo di questa tesi è quello di utilizzare lo studio della sclerocronologia per comprendere l’origine dei registri interni di crescita e giungere così ad informazioni più accurate sulle modalità di accrescimento. Le valve di individui morti di Pinna nobilis sono state prelevate in due zone della costa Valenciana (Spagna), Calpe e Isola di Tabarca, al fine di valutare la variabilità del processo di crescita. Dalle valve sono state create delle sezioni di 300µm, grazie all’utilizzo di una sega con lama a diamante. Tali sezioni sono state osservate allo stereo-microscopio a luce trasmessa in direzione antero-posteriore. Una stima d’età iniziale è stata effettuata tramite una conta delle lingue di madreperla individuate. Per una stima più precisa è stato analizzato anche lo spessore dello strato di calcite in prossimità dei tre registri interni di crescita più vecchi. Gli individui più longevi appartengono alla popolazione dell’Isola di Tabarca (età max= 25anni), mentre l’età massima raggiunta dagli individui della popolazione di Calpe è 17 anni. Per analizzare l’accrescimento degli individui è stata utilizzata l’equazione di crescita di Von Bertalanffy. Gli individui della popolazione di Calpe hanno un tasso di accrescimento più elevato rispetto a quelli della popolazione di Tabarca, con una lunghezza massima asintotica (Lmax) di 65.2cm per Calpe e 54.9cm per l’Isola di Tabarca. Tali risultati confermano l’esistenza di una forte variabilità di accrescimento fra popolazioni di siti diversi. Le cause son da ricercare nelle caratteristiche dell’area, come il livello trofico, l’esposizione alla forza di onde e correnti o all’impatto antropico.

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Il tasso di crescita di tre popolazioni di Pinna nobilis all’interno del Parco Nazionale di Cabrera (Isole Baleari) è stato analizzato per stimare l’età degli individui al fine di una migliore comprensione della biologia e dell’ecologia di questa specie sempre più minacciata. In questa tesi il tasso di crescita di una popolazione profonda, quella delle Baleari (20-30m), è stato confrontato con quello di due popolazioni superficiali: Freus e Gandulf (5-10m). L’obiettivo è valutare l’effetto della profondità e del sito sulle modalità di accrescimento degli individui. Sono state prelevate alcune valve di individui morti di P. nobilis a varie profondità. Lo studio della sclerocronologia ci ha permesso di studiare l’origine dei registri interni di crescita e le modalità di accrescimento. I risultati hanno mostrato una chiara differenziazione della taglia fra le tre popolazioni. Gli individui della popolazione profonda raggiungono dimensioni maggiori elevate e vivono più a lungo. Ma la popolazione di Gandulf ha un tasso di crescita simile a quello della popolazione delle Baleari essendo entrambe caratterizzate da individui di grandi dimensioni (Lmax Baleari= 65,1cm; Lmax Gandulf=62,4cm) e più longevi (età max=27anni). La popolazione di Freus è caratterizzata invece da individui di dimensioni minori e giovani di età (età max=14anni). Anche la velocità di crescita che porta a raggiungere la dimensione asintotica massima risulta simile nella popolazione di Gandulf (K=0,19) e nella popolazione delle Baleari (K=0,14), ed in entrambe è inferiore ai valori rilevati a Freus (K=0,21). Tali risultati evidenziano l’esistenza di una forte variabilità del tasso di accrescimento fra popolazioni collocate sia a profondità che in siti diversi. La differenza riscontrata tra la popolazione di Freus e quella di Gandulf è che la prima si trova in un sito esposto, mentre l’altra è collocata in una cala protetta subendo, quindi, un minor stress idrodinamico.

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Fondato nel 1423 per decisione del Maggior Consiglio di Venezia, il Lazzaretto Vecchio, è la prima struttura permanente in Europa destinata al ricovero degli ammalati di peste e alla quarantena preventiva di coloro che erano entrati in contatto con infetti o che provenivano da zone epidemiche. Questo studio si pone come obiettivo quello di analizzare antropologicamente una parte dei resti umani rinvenuti e comparare i risultati ottenuti con le fonti edite riguardanti la composizione dei ricoverati all’interno della struttura. Sono stati selezionati 110 individui provenienti da 9 comuni appartenenti a due diversi archi cronologici, il 1575-1577 e il 1630-1631. Gli individui sono stati sottoposti a diverse analisi antropologiche tradizionali e indagini più dettagliate di stampo biomolecolare. Parallelamente, è stata vagliata la letteratura prodotta da studi popolazionistici editi. Le analisi antropologiche hanno rivelato un quadro popolazionistico con normale presenza di maschi e femmine, e attestazione di tutte le classi di età, dagli 0 agli oltre 50 anni. Le analisi chimico-fisiche hanno rivelato la presenza di sette individui non locali. Con riguardo all’alimentazione non vi sono particolari differenze in termini di periodi cronologici o di sesso degli individui, quanto invece si possono individuare schemi relativi alla qualità del cibo ingerito in relazione all’inserimento nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda le indagini di carattere documentale, nonostante alcuni degli studi popolazionistici individuati non siano considerabili recenti, ci forniscono un quadro dell’andamento della popolazione a Venezia a partire dal 1500 fino al 1700, coprendo in questo modo le cronologie d’interesse del progetto, legate agli episodi di maggiore mortalità della peste. Si riscontra una sostanziale coerenza tra i dati riportati nei diversi resoconti e la sex ratio e le fasce di età alla morte riscontrate, anche se non mancano casi specifici di forte discostamento tra i dati.

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La presente indagine di ricerca si concentra sulle opere storiografiche di Senofonte, focalizzandosi in modo particolare su quelle figure minori presenti in esse, che mostrano caratteristiche o comportamenti tali da renderle indegne del ruolo di governo che occupano. Da tempo, infatti, la critica si è focalizzata nell’individuare e analizzare quei personaggi che rappresentano il perfetto modello di leadership descritto da Senofonte e offerto all’imitazione del suo pubblico. Tuttavia, ben poco si è detto riguardo le figure opposte, quei paradigmi e contrario, destinati non tanto ad essere imitati, ma utili, piuttosto, a rappresentare gli errori che un lettore deve evitare e a far risaltare ancor di più i modelli di leadership illuminata e capace che sono il reale focus dell’attenzione di Senofonte in diverse opere. Se, infatti, è evidente la volontà e le caratteristiche paideutiche del corpus senofonteo, destinato ad insegnare le qualità, politiche ma ancor di più morali, necessarie per ricoprire un ruolo di governo e guida; sembrerebbe logico ipotizzare che questo fine didattico delle opere di Senofonte possa trovare realizzazione anche nelle figure negative, il cui ruolo è sottolineato ed evidenziato dall’autore attraverso strategie letterarie sempre nuove.

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L’obiettivo di questa analisi è di coniugare la ricostruzione dei processi di assoggettamento che producono i copioni entro cui prende forma la soggettività dei profughi siriani, con la ricostruzione delle problematizzazioni alla base dei sistemi di controllo e gestione della circolazione regolare. Secondo l’UNHCR, tra il 2012 e il 2016 quasi un milione e mezzo di profughi siriani si è stabilita in Libano nel tentativo di sottrarsi all’intensificarsi del conflitto tra il regime di Assad e il fronte variegato di milizie ribelli. Questa popolazione in esilio si è confrontata con le politiche di amministrazione e controllo della loro presenza dispiegate dall’assemblaggio tra istituzioni locali e internazionali: in particolare, i governi libanesi che si sono avvicendati dal 2013 hanno progressivamente implementato interventi di inclusione differenziale della popolazione di profughi, relegandone la maggioranza in uno stato di marginalità e precarietà esistenziale. Di conseguenza, per molti di loro provare ad accedere a forme di mobilità regolare si impone come uno dei pochi percorsi possibili per ottenere il riconoscimento di un livello minimo di esistenza legittima. L’analisi sviluppata in questo elaborato si basa su una ricerca etnografica condotta in Libano nella regione dell’Akkar tra il 2019 e il 2020, a cui è stata associato uno studio dell’infrastruttura tecnico-politica dei Corridoi Umanitari, un programma per la mobilità dei profughi avviato nel biennio 2016-2017, grazie alla collaborazione tra autorità italiane e una serie di associazioni religiose attive in Italia.

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Throughout the twentieth century, the study of auditory perception emerged as a significant area of inquiry across various disciplines, particularly within the fields of poststructuralism and psychoanalysis. These theories converge in their understanding of hearing as a fundamental aspect of the development of the subject, leading to a decentering and reformulation of the autobiographical subject, suggesting that the rhythmic is a state of being outside of and prior to the social, verbal, thinking subject. This research aims to examine the connection between auditory perception and the formation of subjectivity in twentieth-century self-narratives. Drawing both from psychoanalysis and poststructuralism, this research proposes a reading of three autobiographical works, namely Elias Canetti’s Die gerettete Zunge, Nathalie Ginzburg’s Lessico famigliare and Nathalie Sarraute’s Enfance. By highlighting the importance of the voice and of the sonorous envelope of childhood, these works artistically anticipate what would be theorised only a few decades later and create the conditions for a pre-verbal apprehension of the world, raising questions about the ineffable source of writing and the writing process itself.

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La presente tesi di dottorato propone uno studio sulla casa editrice “Dalla parte delle bambine” di Adela Turin. Attiva dal 1975 al 1982 a Milano, si tratta della prima impresa editoriale femminista per l’infanzia in Italia. Nonostante l’originalità e il successo internazionale dei suoi libri, è stata riscontrata una sorprendente scarsità di studi sull’argomento. Questa ricerca interdisciplinare si propone quindi di colmare questa lacuna, inserendosi nel vivace ambito dello studio della letteratura per l’infanzia in prospettiva di genere. La dissertazione è divisa in cinque capitoli, a cui si aggiunge un’appendice iconografica che raccoglie le copertine dell’intero catalogo di DPDB. Nel primo capitolo viene introdotto il quadro teorico della ricerca, dalla complessità della letteratura per il giovane pubblico all’indagine in ottica di genere. Il secondo capitolo si concentra sulle pubblicazioni per bambine e bambini negli anni Settanta, passando in rassegna innovative esperienze editoriali nonché l’opera di scrittori e scrittrici sensibili alle questioni di genere. La terza sezione si occupa di ricostruire il profilo biografico di Turin e il suo decennale impegno contro il sessismo veicolato dai libri per l’infanzia, per poi concentrarsi sulla storia, il catalogo, la diffusione e la ricezione di DPDB. Il quarto capitolo propone un’analisi qualitativa e quantitativa di un corpus di 20 albi illustrati scritti da Turin, oltre a un confronto fra questi libri e diverse ricerche sulla rappresentazione di genere, allo scopo di evidenziare la peculiarità delle proposte di DPDB. La quinta sezione, infine, si occupa del rapporto con la contemporaneità. Dopo aver tracciato un quadro della complessa situazione dell’educazione di genere in Italia e aver proposto una panoramica di esperienze editoriali per il giovane pubblico attente alle questioni di genere, quest’ultima parte indagherà i contesti in cui gli albi di Turin vengono oggi letti e consigliati, offrendosi come narrazione alternativa e tutt’ora attuale.

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This dissertation adopts a multidisciplinary approach to investigate graphical and formal features of Cretan Hieroglyphic and Linear A. Drawing on theories which understand inscribed artefacts as an interplay of materials, iconography, and texts, I combine archaeological and philological considerations with statistical and experimental observations. The work is formulated on three key-questions. The first deals with the origins of Cretan Hieroglyphic. After providing a fresh view on Prepalatial seals chronology, I identify a number of forerunners of Hieroglyphic signs in iconographic motifs attested among the Prepalatial glyptic and material culture. I further identified a specific style-group, i.e., the ‘Border and Leaf Complex’, as the decisive step towards the emergence of the Hieroglyphic graphic repertoire. The second deals with the interweaving of formal, iconographical, and epigraphic features of Hieroglyphic seals with the sequences they bear and the contexts of their usage. By means of two Correspondence Analyses, I showed that the iconography on seals in some materials and shapes is closer to Cretan Hieroglyphics, than that on the other ones. Through two Social Network Analyses, I showed that Hieroglyphic impressions, especially at Knossos, follow a precise sealing pattern due to their shapes and sequences. Furthermore, prisms with a high number of inscribed faces adhere to formal features of jasper ones. Finally, through experimental engravings, I showed differences in cutting rates among materials, as well as the efficiency of abrasives and tools unearthed within the Quartier Mu. The third question concerns overlaps in chronology, findspots and signaries between Cretan Hieroglyphic and Linear A. I discussed all possible earliest instances of both scripts and argued for some items datable to the MM I-IIA period. I further provide an insight into the Hieroglyphic-Linear A dubitanda and criteria for their interpretation. Finally, I suggest four different patterns in the creation and diversification of the two signaries.

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Ancora poco è stato detto riguardo alla traduzione del trattato latino Rerum memorandarum libri di Petrarca compiuta da Giuseppe Fracassetti (1802-1883) nel 1860 e rimasta inedita. Fracassetti, avvocato e poliedrico studioso di Fermo, si dedicò all'edizione e al volgarizzamento di diverse opere latine di Petrarca – nello specifico, del trattato De sui ispius et multorum ignorantia reso in Della propria ed altrui ignoranza nel 1858, delle lettere Familiari (il cui corpus fu dato alle stampe prima nella versione latina, nel 1859-1863, e poi in traduzione nel 1863-1867) e Senili (stampate nel biennio 1869-1870 solo in italiano) – ma non pubblicò il suo lavoro sui Rerum memorandum libri. A partire dalla ricostruzione del processo editoriale e poi della fortuna delle opere edite, questa tesi propone un approfondimento sulle carte autografe – conservate presso la biblioteca Civica "Romolo Spezioli" di Fermo – che documentano la traduzione di Fracassetti dei Rerum memorandarum libri, i suoi Libri delle cose memorabili. Il lavoro presenta inoltre un focus sulla lingua adottata e avvia un'indagine sistematica sulle fonti latine utilizzate – e non dichiarate – dallo studioso fermano, attraverso lo studio delle annotazioni marginali appuntate da Fracassetti sui fogli. L’elaborato dà luce a questa traduzione inedita e incompleta – si interrompe infatti al terzo libro – pubblicandone il testo (corredato di un apparato in doppia fascia che registra da un lato la stratigrafia correttoria e, dall’altro, le postille presenti sulle carte).

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Electronics needs communication to serve the vehicular world, to let all ECUs to com- municate with each other are needed buses, each bus serves different stuffs and is able to communicate. In the evolution of automotive architecture, integration of multiple func- tionalities in a single ECU will be one of the key aspects. The analysis of in-vehicle data, both for diagnosis and study-case of a particular behaviour, is the basis for future’s technologies and applications. Starting from these ideas, the need of creating a correlation between the Vehicle state and the anomaly. In order to create a link among them, has been created an interface able to simplify the in-car diagnosis and creating a link among vehicle stateand anomaly, looking also to the study-case of the driver's behaviour.

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This thesis is focused on the design of a flexible, dynamic and innovative telecommunication's system for future 6G applications on vehicular communications. The system is based on the development of drones acting as mobile base stations in an urban scenario to cope with the increasing traffic demand and avoid network's congestion conditions. In particular, the exploitation of Reinforcement Learning algorithms is used to let the drone learn autonomously how to behave in a scenario full of obstacles with the goal of tracking and serve the maximum number of moving vehicles, by at the same time, minimizing the energy consumed to perform its tasks. This project is an extraordinary opportunity to open the doors to a new way of applying and develop telecommunications in an urban scenario by mixing it to the rising world of the Artificial Intelligence.

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Per determinare la qualità della carne bovina è fondamentale studiare le sue caratteristiche fisiche. La carne è caratterizzata da un’elevata eterogeneità a causa di fattori endogeni (la razza, il sesso, il tipo di muscolo, l’età alla macellazione), fattori pre-macellazione (il trasporto, lo scarico, la sosta al macello possono determinare fattori di stress per l’animale) e post-macellazione (la frollatura, lo stoccaggio delle carcasse, la preparazione finale della carne). Lo scopo di questo elaborato è quello di esaminare i parametri qualitativi (la tessitura e la tenerezza, il colore, la ritenzione idrica e la succulenza) della carne in relazione a due fattori intrinseci del bovino, in particolare al tipo di fibra muscolare e all’età di macellazione. A tale scopo sono stati utilizzati come riferimento due studi. Il primo riguarda la valutazione qualitativa di tre muscoli – Triceps brachii, Longissimus thoracis, Semitendinosus – appartenenti a vitelloni di razza Chianina macellati ad un’età di 18-19 mesi. Il Longissimus ha mostrato maggiore estratto etereo, quindi minori valori di sforzo di taglio e maggiore tenerezza; il Semitendinoso ha un indice di Luminosità (L*) elevata, quindi la carne è più chiara, ma più dura e con minore capacità di ritenzione idrica. La carne derivata dal Tricipite brachiale aveva i più bassi valori di L* e quindi la più scura. Il secondo studio condotto in Turchia ha permesso di confrontare le caratteristiche qualitative di carni di bovini, macellati ad età differenti, tra i 17 e i 19 mesi e tra i 25 e i 27 mesi. I risultati discussi rappresentano una media dei valori di due muscoli. Le carni di bovini giovani tendono a perdere più liquidi di sgocciolamento e anche di cottura in quanto sono generalmente più acquose e meno grasse. Anche lo sforzo di taglio risulta maggiore in relazione al minore stato di ingrassamento della carcassa.

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Characterized for the first time in erythrocytes, phosphatidylinositol phosphate kinases (PIP kinases) belong to a family of enzymes that generate various lipid messengers and participate in several cellular processes, including gene expression regulation. Recently, the PIPKIIα gene was found to be differentially expressed in reticulocytes from two siblings with hemoglobin H disease, suggesting a possible relationship between PIPKIIα and the production of globins. Here, we investigated PIPKIIα gene and protein expression and protein localization in hematopoietic-derived cells during their differentiation, and the effects of PIPKIIα silencing on K562 cells. PIPKIIα silencing resulted in an increase in α and γ globins and a decrease in the proliferation of K562 cells without affecting cell cycle progression and apoptosis. In conclusion, using a cell line model, we showed that PIPKIIα is widely expressed in hematopoietic-derived cells, is localized in their cytoplasm and nucleus, and is upregulated during erythroid differentiation. We also showed that PIPKIIα silencing can induce α and γ globin expression and decrease cell proliferation in K562 cells.

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The cerebellum is an important site for cortical demyelination in multiple sclerosis, but the functional significance of this finding is not fully understood. To evaluate the clinical and cognitive impact of cerebellar grey-matter pathology in multiple sclerosis patients. Forty-two relapsing-remitting multiple sclerosis patients and 30 controls underwent clinical assessment including the Multiple Sclerosis Functional Composite, Expanded Disability Status Scale (EDSS) and cerebellar functional system (FS) score, and cognitive evaluation, including the Paced Auditory Serial Addition Test (PASAT) and the Symbol-Digit Modalities Test (SDMT). Magnetic resonance imaging was performed with a 3T scanner and variables of interest were: brain white-matter and cortical lesion load, cerebellar intracortical and leukocortical lesion volumes, and brain cortical and cerebellar white-matter and grey-matter volumes. After multivariate analysis high burden of cerebellar intracortical lesions was the only predictor for the EDSS (p<0.001), cerebellar FS (p = 0.002), arm function (p = 0.049), and for leg function (p<0.001). Patients with high burden of cerebellar leukocortical lesions had lower PASAT scores (p = 0.013), while patients with greater volumes of cerebellar intracortical lesions had worse SDMT scores (p = 0.015). Cerebellar grey-matter pathology is widely present and contributes to clinical dysfunction in relapsing-remitting multiple sclerosis patients, independently of brain grey-matter damage.

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The aim of this study was to evaluate the structural and molecular effects of antiangiogenic therapies and finasteride on the ventral prostate of senile mice. 90 male FVB mice were divided into: Young (18 weeks old) and senile (52 weeks old) groups; finasteride group: finasteride (20mg/kg); SU5416 group: SU5416 (6 mg/kg); TNP-470 group: TNP-470 (15 mg/kg,) and SU5416+TNP-470 group: similar to the SU5416 and TNP-470 groups. After 21 days, prostate ventral lobes were collected for morphological, immunohistochemical and Western blotting analyses. The results demonstrated atrophy, occasional proliferative lesions and inflammatory cells in the prostate during senescence, which were interrupted and/or blocked by treatment with antiangiogenic drugs and finasteride. Decreased AR and endostatin reactivities, and an increase for ER-α, ER-β and VEGF, were seen in the senile group. Decreased VEGF and ER-α reactivities and increased ER-β reactivity were verified in the finasteride, SU5416 groups and especially in SU5416+TNP-470 group. The TNP-470 group showed reduced AR and ER-β protein levels. The senescence favored the occurrence of structural and/or molecular alterations suggesting the onset of malignant lesions, due to the imbalance in the signaling between the epithelium and stroma. The SU5416+TNP-470 treatment was more effective in maintaining the structural, hormonal and angiogenic factor balance in the prostate during senescence, highlighting the signaling of antiproliferation via ER-β.