990 resultados para Lee, John, 1779-1859.
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"Seventeenth impression."
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La ricerca ricostruisce alcuni aspetti della vita politica, sociale e culturale di Reggio Emilia a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento. La campagna militare del 1848-49 e le vicende sociali e politiche che l’accompagnarono costituiscono il punto focale di questo lavoro che mette in evidenza come il complesso di quegli avvenimenti operò un mutamento irreversibile nella realtà cittadina, alimentando aspettative e ideali che non poterono più rimanere confinati nel sistema di governo ducale, divenuto asfittico e superato. Dopo una ricognizione generale della storiografia esistente si è evidenziata la necessità di una nuova lettura della storia cittadina che tenesse conto degli approcci metodologici più recenti e di aspetti fino ad oggi trascurati o completamente ignorati, ripartendo dai documenti ed ampliando la quantità e la tipologia delle fonti. E’ stato perciò condotto un incrocio sistematico tra la documentazione d’archivio pubblica (atti di governo, polizia, decreti, chirografi ducali) e le fonti di carattere privato, spesso assolutamente inedite (cronache, diari, epistolari), cercando di mantenere un approccio il più possibile aperto, mostrando una molteplicità di punti di vista e cogliendo il riflesso dei diversi orientamenti politici e personali attraverso la lettura degli avvenimenti cittadini da parte dei diversi testimoni dell’epoca. Coerentemente con i più recenti apporti della storiografia si è voluto sottolineare l’impatto decisivo che le Istituzioni scolastiche ducali, caratterizzate da notevole conformismo e oscurantismo, hanno avuto nella maturazione politica della generazione che ha guidato il Movimento del 1848. Per portare alla luce questi aspetti è stata proposta una rilettura del sistema educativo reggiano dal punto di vista funzionale e culturale, partendo dai ricordi degli ex studenti e dalla verifica della disciplina vigente all’interno di queste istituzioni. Non poteva essere tralasciata anche una profonda revisione della storia della Chiesa di Reggio Emilia durante il Risorgimento, pertanto si è proceduto ad uno spoglio su larga scala della documentazione conservata nell’archivio della Curia vescovile di Reggio Emilia che ha permesso di giungere ad una complessiva rivalutazione del ruolo del vescovo Cattani durante le vicende del 1848, portando alla luce un aspetto fino ad oggi assolutamente sottovalutato. Nella ricostruzione delle condizioni della Provincia sono stati sottolineati soprattutto gli aspetti sociali, ampliando il quadro in cui si sono svolte le vicende attraverso nuove fonti che hanno aiutato a non focalizzare la ricerca soltanto sui ceti dirigenti e sulle personalità di rilievo. Allo stesso modo si sono descritti i luoghi e le persone della città, cercando di tracciare un ritratto il più fedele possibile della realtà urbana attraverso testimonianze di tenore e mentalità differenti da quelle ‘ufficiali’. Per gli eventi del 1848 (e per quelli del 1859-60) è stato consultato un numero cospicuo di fondi conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio, a questi si sono aggiunti gli apporti di molte fonti di carattere privato e di documenti inediti conservati presso l’Archivio di Stato di Torino. Il lavoro propone un’analisi approfondita delle vicende cittadine tra il marzo e l’agosto 1848 e apre a nuove considerazioni sia sul municipalismo, come chiave di lettura del movimento unitario, sia sulla creazione del consenso attorno all’unione dei ducati emiliani con il Regno dell’Alta Italia guidato da Carlo Alberto. Fondamentali sono risultati i fondi della Polizia Estense conservati presso l’Archivio di Stato di Reggio Emilia. Per la loro natura e per le caratteristiche del Ducato (in cui lo stesso duca interviene di persona nei provvedimenti di polizia) hanno permesso di tracciare un quadro assolutamente inedito della vita politica e sociale della Provincia, contribuendo ad arricchire ogni aspetto del lavoro di ricerca. Nell’ultima parte del lavoro sono state messe a confronto le informazioni raccolte sui volontari attraverso lo spoglio di tutte le fonti consultate. La ricerca si era precedentemente basata sugli elenchi dei militi compilati dopo l’unificazione nazionale, elenchi nei quali molte delle informazioni relative ai partecipanti delle campagne del 1848-49 erano andate perdute. Procedendo all’incrocio dei dati raccolti dalla polizia estense al momento del ritorno degli volontari in patria con quelli reperiti nei fondi privati, nelle cronache, nella memorialistica e negli epistolari è stato possibile ricostruire un panorama più completo delle diverse tipologie di combattenti e tracciare un quadro che alla fine risulta assai coerente con la situazione politica e sociale descritta nella prima parte della tesi. Per la prima volta vengono documentate le vicende di coloro che non appartenendo alle classi dirigenti cittadine si sono trovati a combattere per una sorta di azzardo personale nutrito di idealismo patriottico oppure perché inquadrati nei battaglioni dell’ex esercito estense passato al servizio del Governo provvisorio. Emergono l’estrema eterogeneità delle motivazioni e dei destini personali dei combattenti e sono portate alla luce alcune interessanti vicende personali e familiari. I dati sono stati raccolti in modalità digitale per la loro futura fruizione on-line che andrà ad aggiornare il database degli “Albi della memoria” curati da ISTORECO. (http://www.albimemoria-istoreco.re.it/).
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Nueva España aportó la mayor parte de los recursos que sostuvieron a las fuerzas armadas españolas durante la guerra contra Gran Bretaña que se desarrolló en el Caribe entre 1779 y 1783. En el artículo se analizan las medidas a las que recurrieron las autoridades reales para obtener recursos extraordinarios del Consulado y varios mercaderes de la ciudad de México. Asimismo se exponen algunas de las contraprestaciones que negociaron a cambio de dichos servicios financieros y se plantean diversas hipótesis acerca de los motivos económicos, sociales y políticos que los llevaron a colaborar con el monarca, teniendo en cuenta los negocios que realizaban durante el conflicto bélico y la forma en que eran afectados por la reciente apertura comercial.
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La influencia de John Henry Newman en la reflexión educativa del último medio siglo pretende demostrar que el núcleo de la teoría educativa newmaniana constituye el referente a partir del cual es posible comprender la forma en que lo educativo está siendo pensado en la actualidad, en un contexto preferentemente cristiano. Para ello, esta investigación proporciona una línea interpretativa que se aleja de la tradición hermenéutica que se ha seguido en la filosofía educativa newmaniana. En lugar de leer esta intentando explicar los discursos en relación a la biografía de Newman, o en contraste con la suerte de su institución, o los textos en sí mismos, sitúa los argumentos educativos en relación con los de otras obras del opus newmaniano. Este modo de proceder permite trazar la influencia de John Henry Newman en la reflexión educativa actual, que se concreta en tres autores: Joseph Ratzinger, Alasdair MacIntyre y Bernard Lonergan. Lo que une a este grupo de intelectuales tan heterogéneo es que reconocieron públicamente una deuda intelectual con Newman, que este condicionó algunos aspectos de su pensamiento y que desarrollaron un conjunto de reflexiones relevantes para la educación en las que Newman terminaba apareciendo, indefectiblemente. No obstante, para conocer esto último con precisión, y dado que a estos autores también les une el hecho de que escribieron sobre educación sólo accidentalmente, esta investigación ofrece una reconstrucción orgánica del pensamiento educativo de cada uno de ellos a la luz de los elementos principales de sus pensamientos. De esta manera, vistas sus reflexiones educativas desde una perspectiva sistemática, es posible conocer los argumentos concretos en que Newman está pretense y, por lo tanto, calibrar la intensidad de su influencia. Esta última se podría medir, así, en dos dimensiones. Una primera, en la que se vería que los elementos de los discursos de Dublín que los autores han tomado para componer sus reflexiones sobre la educación, de forma unánime, son la apología de la teología y el fin de la universidad como la formación de un hábito filosófico de la mente. Pero, además, dado que se adopta una opción hermenéutica distinta a la tradicional, en la que, como dije, se lee la Idea en relación a las obras completas del cardenal, se podría deducir un conjunto de influencias más amplio...
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John Frazer, Professor, trained at the Architectural Association, taught first at Cambridge University and then the AA in the 1970s and again in the '90s. He was Head of School of Design Research History and Criticism at the University of Ulster in the 1980s, he also ran a systems and design consultancy with his wife Julia (including projects for Cedric Price and Walter Segal) and was founder and chairman of Autographics software. He is currently Swire Chair Professor and Head of School of Design in Hong Kong.----- This is a very personal perspective on a concept of universal and future significance. It is personal, both is the sense that it is an unashamedly biased view of both the significance of the project, and the nature of that significance and because the author was personally involved as one of the consultants on GENERATOR and subsequently involved Cedric Price in its educational application at the Architectural Association. GENERATOR is still very much alive and was still developing whilst this chapter was being written.
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This is an initial report of the PolyU SD part of the team to study Pre-fabricated Building Design and Construction Methodology and marks the completion of Phase 1. It follows our first notes prepared for the meeting on 2 February that identified some critical issues including future lifestyles, life expectancy of buildings, sustainability, size, flexibility and planning considerations. It is also an expansion of our presentation in Dongguan on 23 February. It is not a comprehensive survey of existing approaches or possible ways forward, but it has homed in on certain specific issues and does give specific examples to make the suggestions concrete. It is recommended that more comprehensive research be done to establish previous work and experience internationally. It is also recommended that more research be done on lifestyles as a preliminary to developing at least three concepts for evaluation before proceeding to the detailed design of one concept for full prototyping and market testing. The goal at this point is not to define a single direction but to suggest several future trajectories for further consideration. By the same token, this report is not intended as an exhaustive description of the considerable base of knowledge and ideas brought by the PolyU team to this exciting task. Before taking on an issue of this magnitude and importance in the definition of Hong Kong's future, one must carry out a thoughtful analysis of the issues at hand and an informed definition of paradigms, directions, goals and methods whereby our energies can be best used in the next steps. This report is the result of this analysis
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This paper documents the empowering process of a group of public housing residents through different design probing exercises. These exercises worked along with existing social processes without any involvement of designers. This paper shows how a design researcher devised a series of probing tools called "empowerment games" with a group of active users. These games are self-learning tools for making the abstract language of design legible to users. The main purpose of this intitiative was to change the preconception of govenmental bodies and professional designers of the passivity of the users with regard to their designed environment. This was the first case of the application of a participatory design process in Hong Kong subsidized housing. Design empathy is a central skill when working with users throughout the whole design research project.
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The article presents a criticism of the accounts of John Carey in his book entitled "The Intellectuals and the Masses." The author focuses on Carey's argument that the art is not an eternal category but an invention of the late eighteenth century and it no longer has any intellectual legitimacy other than that of provoking feelings which are no more and no less valuable than those provoked by any other form of entertainment or physical activity
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Appropriate behaviours toward customers often requires employees to suppress some genuine emotions and/or express other emotions; genuine or contrived. Managing one's emotions in this way gives rise to emotional exhaustion. This can have consequences for psychological ill health, in the form of work place strain, and ultimately employee's desire to leave. This student examines the relationships between emotional management, emotional exhaustion and turnover intentions amongst diversional therapy professionals. We find that some forms of emotional management have a significant impact on emotional exhaustion and that this predicts workplace strain. Furthermore, the deleterious effects of emotional exhaustion are mitigated somewhat for employees who have strong beliefs in their ability to provide good service, compared to employees with lower self efficacy beliefs.