487 resultados para Heaney, Seamus - Influssi classici
Resumo:
Il presente lavoro di tesi sperimentale prende in considerazione diverse possibili alternative ai plastificanti (in particolare alla famiglia degli ftalati) e ritardanti di fiamma (triossido di antimonio) ampiamente utilizzati al giorno d’oggi nella produzione di finte pelli in PVC, anticipando in questo modo possibili restrizioni future imposte dalla normativa REACH: quattro ftalati a basso peso molecolare (Benzil-ButilFtalato, Di-ButilFtalato, Di-Iso-ButilFtalato, e Di-2-Etil-EsilFtalato) sono già stati proibiti ed il triossido di antimonio è inserito nella lista delle sostanze candidate a possibili restrizioni. Le limitazioni all’uso di queste sostanze è dovuta agli effetti negativi sulla salute e sull’ambiente causati da queste sostanze: gli ftalati a basso peso molecolare possono interferire nei cicli ormonali; il triossido di antimonio è un sospetto cancerogeno, è pericoloso per inalazione ed è considerato causa di pneumoconiosi e irregolarità cardiache dei lavoratori a contatto con esso. Inoltre, l’antimonio è un inquinante persistente, bioaccumulabile e tossico (PBT). Sono stati presi in esame 21 plastificanti appartenenti a varie categorie (sebacati, adipati, trimellitati, fosfati, benzoati, …), coi quali sono state prodotte foglie di PVC plastificato. Le foglie sono state sottoposte a caratterizzazione tramite spettroscopia FT-IR ed a test sia di natura meccanica (durezza, resistenza meccanica, etc.) che focalizzati a determinare proprietà legate al loro uso finale (migrazione del plastificante, resistenza alla fiamma, stabilità termica, etc.). Tra i migliori plastificanti individuati vi sono i trimellitati ed alcuni plastificanti da fonti rinnovabili (azelati, tetravalerati). Sono state investigate singolarmente le proprietà di 5 tipologie di ritardanti di fiamma in sostituzione del triossido di antimonio (a varie percentuali di additivazione nel materiale) e di 3 miscele di ritardanti allo scopo di valutare eventuali effetti sinergici. Le foglie additivate con questi ritardanti di fiamma sono state caratterizzate tramite analisi termiche specifiche: analisi al cono calorimetro e analisi TGA accoppiata ad FT-IR, utili per la comprensione dei meccanismi di azione dei ritardanti di fiamma e della loro influenza sulla degradazione termica del PVC plastificato. Infine, le foglie sono state sottoposte ai classici test di resistenza meccanica, resistenza alla fiamma, stabilità termica, ecc. I migliori ritardanti di fiamma individuati sono: ipofosfito di calcio, sali carbossilati ed allumina triidrata, da soli o miscelati con zinco idrossistannato.
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In questa tesi vengono analizzate le principali tecniche di Resource Discovery in uso nei sistemi di Grid Computing, valutando i principali vantaggi e svantaggi di ogni soluzione. Particolare attenzione verrà riposta sul Resource Discovery ad Agenti, che si propone come architettura capace di risolvere in maniera definitiva i classici problemi di queste reti. All'interno dell'elaborato, inoltre, ogni tecnica presentata verrà arricchita con una sua implementazione pratica: tra queste, ricordiamo MDS, Chord e l'implementazione Kang.
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La simulazione di un sistema quantistico complesso rappresenta ancora oggi una sfida estremamente impegnativa a causa degli elevati costi computazionali. La dimensione dello spazio di Hilbert cresce solitamente in modo esponenziale all'aumentare della taglia, rendendo di fatto impossibile una implementazione esatta anche sui più potenti calcolatori. Nel tentativo di superare queste difficoltà, sono stati sviluppati metodi stocastici classici, i quali tuttavia non garantiscono precisione per sistemi fermionici fortemente interagenti o teorie di campo in regimi di densità finita. Di qui, la necessità di un nuovo metodo di simulazione, ovvero la simulazione quantistica. L'idea di base è molto semplice: utilizzare un sistema completamente controllabile, chiamato simulatore quantistico, per analizzarne un altro meno accessibile. Seguendo tale idea, in questo lavoro di tesi si è utilizzata una teoria di gauge discreta con simmetria Zn per una simulazione dell'elettrodinamica quantistica in (1+1)D, studiando alcuni fenomeni di attivo interesse di ricerca, come il diagramma di fase o la dinamica di string-breaking, che generalmente non sono accessibili mediante simulazioni classiche. Si propone un diagramma di fase del modello caratterizzato dalla presenza di una fase confinata, in cui emergono eccitazioni mesoniche ed antimesoniche, cioè stati legati particella-antiparticella, ed una fase deconfinata.
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Questa tesi introduce le basi della teoria della computazione quantistica, partendo da un approccio teorico-matematico al concetto di qubit per arrivare alla schematizzazione di alcuni circuiti per algoritmi quantistici, analizzando la differenza tra le porte logiche classiche e la loro versione quantistica. Segue poi una lista descrittiva di possibili applicazioni dei computer quantistici, divise per categorie, e i loro vantaggi rispetto ai computer classici. Tra le applicazioni rientrano la crittografia quantistica, gli algoritmi di fattorizzazione e del logaritmo discreto di Shor, il teletrasporto di informazione quantistica e molte altre. La parte più corposa della tesi riguarda le possibili implementazioni, ovvero come realizzare praticamente un computer quantistico rendendo entità fisiche i qubit. Di queste implementazioni vengono analizzati i vari aspetti necessari alla computazione quantistica, ovvero la creazione di stati iniziali, la misura di stati finali e le trasformazioni unitarie che rappresentano le porte logiche quantistiche. Infine vengono elencate le varie problematiche del modello preso in considerazione. Infine vengono citati alcuni esperimenti e modelli recenti che potrebbero vedere una realizzazione su scala industriale nei prossimi anni.
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Una delle immagini iconiche del nostro pensiero è un noto quadro di Giorgio De Chirico: “Archeologi”. Manichini antropomorfi, freddi e sgradevoli sono i custodi di quell’antichità d’oro rappresentata in questo caso dagli elementi dell’architettura classica. La nostra generazione impersona oggi l’essenza di quei manichini raccontati da De Chirico: a cambiare è il contenuto architettonico e storico che portano con sè, ma l’esigenza umana di ricordare il passato e valorizzarlo resta immutata. Figli dell’epoca industriale e del consumismo, ora tocca a noi ripiantare le radici storiche del tempo che fu, che ancora oggi hanno tanta influenza sulla vita di tutti. L’ordine dei templi classici è stato sovvertito da quello delle grandi industrie abbandonate, i luoghi del culto e della preghiera pagana hanno lasciato il posto alle sale dei “rituali” fordisti e del sudore del lavoro. Siamo architetti di archeologie sommerse dall’ignoranza della nostra epoca e, attraverso di esse, tentiamo di ricucire le città dalle ferite che noi stessi le abbiamo causato.
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Gli algoritmi di gossip sono utilizzati per la disseminazione di messaggi in una rete peer-to-peer. La tesi tratta lo sviluppo, l'implementazione e l'analisi di quattro nuovi algoritmi di gossip "a due fasi". Gli algoritmi sono stati sviluppati e testati con il simulatore LUNES per poi essere analizzati in vari confronti con gli algoritmi classici dell'ambito, ovvero Fixed Probability e Conditional Broadcast. Le prove sono state effettuate su varie tipologie di grafi, ovvero Random, Scale-free, Small-world e K-Regular.
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Il presente lavoro di tesi riguarda lo studio e l'impiego di architetture neurali profonde (nello specifico stacked denoising auto-encoder) per la definizione di un modello previsionale di serie temporali. Il modello implementato è stato applicato a dati industriali riguardanti un impianto fotovoltaico reale, per effettuare una predizione della produzione di energia elettrica sulla base della serie temporale che lo caratterizza. I risultati ottenuti hanno evidenziato come la struttura neurale profonda contribuisca a migliorare le prestazioni di previsione di strumenti statistici classici come la regressione lineare multipla.
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Studio delle principali proprietà dei fluidi e dei vortici classici. Teorie sui gas di Bose ideali e debolmente interagenti. Proprietà dell'He II. La superfluidità. Cenni alla teoria di Landau e soluzione vorticosa della GPE. Fenomenologia dei vortici quantizzati e quantizzazione della circolazione.
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BACKGROUND: Gastroesophageal reflux is implicated in the pathogenesis of asthma and chronic cough. To date most studies have focused on acid reflux measured by pH below the upper esophageal sphincter (UES). The aim of this study was to assess the relationship between cough and reflux through the UES into the pharynx. METHODS: Thirty-seven patients with asthma (19) and chronic cough (18) were recruited from the respiratory clinic. Reflux was monitored using a combined multichannel intraluminal impedance and pH probe by detecting (1) bolus reflux episodes within the esophagus and in the pharynx and (2) acidic reflux episodes within the esophagus and in the pharynx. All acid suppressive therapy was stopped for at least 7 days before the study. Demonstration of cough being linked to reflux was achieved using the symptom association probability (SAP). This was calculated using a 2-minute association window between symptoms and bolus entry into the esophagus. SAP was considered positive if >95%. RESULTS: A positive SAP for cough was noted in 7/26 patients reporting symptoms on the day of monitoring. Compared with SAP-negative patients, SAP-positive patients had both a greater number [median (interquartile range), 5(2 to 8) vs. 2(0 to 4), P<0.05] and a higher proportion of reflux episodes crossing the UES into the pharynx [25%(14% to 28%) vs. 7% (2% to 14%), P<0.02]. There was no difference in the number of reflux episodes or acid exposure time in the distal esophagus between SAP-positive and SAP-negative patients. Only 1% to 2% of episodes were detected by the pharyngeal pH sensor. CONCLUSIONS: Impedance detected pharyngeal reflux episodes are important factors in symptom production in cough patients.
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Autophagy plays a key role in the maintenance of cellular homeostasis. In healthy cells, such a homeostatic activity constitutes a robust barrier against malignant transformation. Accordingly, many oncoproteins inhibit, and several oncosuppressor proteins promote, autophagy. Moreover, autophagy is required for optimal anticancer immunosurveillance. In neoplastic cells, however, autophagic responses constitute a means to cope with intracellular and environmental stress, thus favoring tumor progression. This implies that at least in some cases, oncogenesis proceeds along with a temporary inhibition of autophagy or a gain of molecular functions that antagonize its oncosuppressive activity. Here, we discuss the differential impact of autophagy on distinct phases of tumorigenesis and the implications of this concept for the use of autophagy modulators in cancer therapy.
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BACKGROUND Atypical meningiomas are an intermediate grade brain tumour with a recurrence rate of 39-58 %. It is not known whether early adjuvant radiotherapy reduces the risk of tumour recurrence and whether the potential side-effects are justified. An alternative management strategy is to perform active monitoring with magnetic resonance imaging (MRI) and to treat at recurrence. There are no randomised controlled trials comparing these two approaches. METHODS/DESIGN A total of 190 patients will be recruited from neurosurgical/neuro-oncology centres across the United Kingdom, Ireland and mainland Europe. Adult patients undergoing gross total resection of intracranial atypical meningioma are eligible. Patients with multiple meningioma, optic nerve sheath meningioma, previous intracranial tumour, previous cranial radiotherapy and neurofibromatosis will be excluded. Informed consent will be obtained from patients. This is a two-stage trial (both stages will run in parallel): Stage 1 (qualitative study) is designed to maximise patient and clinician acceptability, thereby optimising recruitment and retention. Patients wishing to continue will proceed to randomisation. Stage 2 (randomisation) patients will be randomised to receive either early adjuvant radiotherapy for 6 weeks (60 Gy in 30 fractions) or active monitoring. The primary outcome measure is time to MRI evidence of tumour recurrence (progression-free survival (PFS)). Secondary outcome measures include assessing the toxicity of the radiotherapy, the quality of life, neurocognitive function, time to second line treatment, time to death (overall survival (OS)) and incremental cost per quality-adjusted life year (QALY) gained. DISCUSSION ROAM/EORTC-1308 is the first multi-centre randomised controlled trial designed to determine whether early adjuvant radiotherapy reduces the risk of tumour recurrence following complete surgical resection of atypical meningioma. The results of this study will be used to inform current neurosurgery and neuro-oncology practice worldwide. TRIAL REGISTRATION ISRCTN71502099 on 19 May 2014.
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Teeth have been missing from birds (Aves) for at least 60 million years. However, in the chick oral cavity a rudiment forms that resembles the lamina stage of the mammalian molar tooth germ. We have addressed the molecular basis for this secondary loss of tooth formation in Aves by analyzing in chick embryos the status of molecular pathways known to regulate mouse tooth development. Similar to the mouse dental lamina, expression of Fgf8, Pitx2, Barx1, and Pax9 defines a potential chick odontogenic region. However, the expression of three molecules involved in tooth initiation, Bmp4, Msx1, and Msx2, are absent from the presumptive chick dental lamina. In chick mandibles, exogenous bone morphogenetic protein (BMP) induces Msx expression and together with fibroblast growth factor promotes the development of Sonic hedgehog expressing epithelial structures. Distinct epithelial appendages also were induced when chick mandibular epithelium was recombined with a tissue source of BMPs and fibroblast growth factors, chick skin mesenchyme. These results show that, although latent, the early signaling pathways involved in odontogenesis remain inducible in Aves and suggest that loss of odontogenic Bmp4 expression may be responsible for the early arrest of tooth development in living birds.