859 resultados para HEALTH-STATUS INSTRUMENTS


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Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

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A adesão ao tratamento ocorre quando o conselho médico ou de saúde coincide com o comportamento do indivíduo, ao uso de medicamentos, cumprimento da dieta e mudanças no estilo de vida, não sendo, portanto, um ato não passivo do paciente. Em pacientes com hipertensão arterial sistêmica a adesão ao tratamento pode ser definida como o grau de cumprimento das medidas terapêuticas indicadas, sejam elas medicamentosas ou não, com o objetivo de manter a pressão arterial em níveis pressóricos normais. A não adesão em pacientes com doenças crônicas em tratamento a longo prazo em países desenvolvidos é em média de 50%, revelando a importância de serem avaliados os motivos que levam a esse comportamento. O estudo teve como objetivo avaliar a não adesão em idosos hipertensos de uma unidade pública de saúde de Ribeirão Preto - SP. Trata-se de um estudo de corte transversal, desenvolvido com uma amostra de 196 pessoas. A coleta de dados ocorreu entre agosto de 2014 até junho de 2015, após aprovação do Comitê de Ética em Pesquisa. Para essa etapa foram utilizados os instrumentos Brief Medication Questionnaire, Medical Outcomes Studies 36-item Short Form Survey, Escore de Risco Global e Escore de Risco pelo Tempo de Vida. Após a coleta dos dados, as entrevistas foram codificadas, os dados foram tabulados e foi realizada a análise estatística descritiva e de correlação. Como resultado, constatou-se que houve predomínio de mulheres, com idade média de 69,4 anos, casados/união estável, não moravam sozinhos, com 1,85 pessoas na casa em média, de cor branca, com ensino fundamental incompleto, renda de até dois salários mínimos e aposentados/pensionistas, atendidos pelo SUS. Apresentaram hábitos de vida razoáveis, sem predomínio de consumo de bebidas alcoólicas, tabagismo, uso excessivo de sal e sedentarismo. A mais frequente comorbidade associada à HAS foi a dislipidemia. Foi observado elevado predomínio de fatores de risco cardiovasculares como obesidade abdominal, obesidade geral, comorbidades, razão de lipídeos e fatores agravantes como proteína c reativa ultrassensível, microalbuminúria e síndrome metabólica. A maioria da amostra foi classificada como sendo portador de risco cardiovascular alto após estratificação do risco. A percepção da qualidade de vida relacionada à saúde foi considerada baixa na maioria principalmente devido a limitações emocionais. A não adesão esteve presente em quase metade dos idosos, relacionada principalmente à complexidade da farmacoterapia e dificuldade em lembrar sobre o uso de seus medicamentos. Não foi observada correlação entre a não adesão e as variáveis estudadas. Conclui-se que o comportamento de não adesão observado não esteve relacionada às variáveis estudadas nessa amostra e que são necessárias intervenções urgentes para reduzir o risco cardiovascular e prevenir doenças cardiovasculares e mortalidade, bem como melhora da percepção da qualidade de vida relacionada à saúde.

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There is a growing interest in learning how older migrants adapt to their new country of residence, in understanding their motivations for migration and the factors that influence international retirement migration patterns. However, there has been little research into the health and health care needs of international migrants retiring to other countries. This paper presents findings on health status and utilisation of health services with a particular focus on UK pensioners retiring to Spain. Future research should focus on the health needs of pensioners and their perspectives as to whether and how these health needs are met.

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Ante la necesidad de disponer de instrumentos que permitan medir calidad de vida relacionada con la salud (CVRS) de una manera ágil y rápida, nos planteamos estudiar, en un grupo de pacientes en hemodiálisis, las propiedades de medición de las láminas Coop-Wonca con el objetivo de establecer si reúnen las condiciones para su uso rutinario en este tipo de pacientes. Métodos: Estudio transversal en 163 pacientes de hemodiálisis (106 varones y 57 mujeres) procedentes de 3 centros. Para medir la CVRS de la población estudiada se ha utilizado la versión validada española de las láminas Coop-Wonca completa. Este cuestionario comprende nueve dimensiones de función y bienestar de un único ítem: 1.– Forma física; 2.–Sentimientos; 3.–Actividades cotidianas; 4.–Actividades sociales; 5.–Cambio en el estado de salud; 6.–Estado de salud; 7.–Dolor; 8.–Apoyo social; y 9.–Calidad de vida en general. Las posibles respuestas se puntúan de 1 a 5, siendo las puntuaciones mayores las que reflejan una peor salud percibida. El instrumento permite la obtención de un índice (Coop total) que es un sumatorio de las puntuaciones de todas las dimensiones salvo la 5 (Cambio en el estado de salud). Resultados: El tiempo medio de cumplimentación del cuestionario fue inferior a 5 minutos. Las láminas resultaron fácilmente comprensibles para los pacientes y la autoadministración de las mismas no planteó problemas. Las puntuaciones más altas (peor CVRS) se obtuvieron en las dimensiones «forma física» (3,66 ± 0,8) y «estado de salud» (3,43 ± 0,8), y la menor (mejor CVRS) en la dimensión «actividades sociales» (1,98 ± 1,3). Entre los principales factores asociados a un peor estado de salud percibida figuran el sexo (mujer), la comorbilidad (presencia de diabetes y/o hepatopatía), la situación laboral (pensionista) y el medio de transporte (taxi-ambulancia). Un mayor tiempo en hemodiálisis se asoció a peores puntuaciones en las dimensiones «calidad de vida en general» y «Dolor». Los pacientes que se trasladaban en taxi o ambulancia presentaban peores puntuaciones en las dimensiones «Forma física», «Actividades cotidianas» y «Estado de salud». Una mayor se asoció a peor puntuación en «Forma física». Un número elevado de fármacos prescritos (más de seis) se asoció a peor puntuación en las dimensiones «Forma física», «Actividades sociales» y «Apoyo social». Los varones, los viudos y los solteros puntuaron peor en «Apoyo social». Los pacientes con mayor nivel de estudios mostraron puntuaciones más altas (peor CVRS) en la dimensión «Forma física». Conclusiones: Las láminas Coop-Wonca podrían ser un buen instrumento de medida de CVRS en los pacientes de hemodiálisis, por la rapidez de su cumplimentación y por ser de fácil comprensión lo que favorece la autoadministración que evita el posible sesgo del entrevistador. Todo ello favorecería su uso rutinario como indicador par valorar la evolución en el tiempo de la CVRS de los pacientes en hemodiálisis. No obstante, se precisan estudios ulteriores que permitan evaluar en mayor profundidad las propiedades psicométricas del instrumento en este tipo de pacientes.

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Objectives: Self-rated health (SRH) is known to be a valid indicator for the prediction of health outcomes. The aims of this study were to describe and analyse the associations between SRH and health status, socio-economic and demographic characteristics; and between SRH and mortality in a Spanish population. Study design: Longitudinal study. Methods: A sample of 5275 adults (age ≥21 years) residing in the Valencian Community (Spanish Mediterranean region) was surveyed in 2005 and followed for four years. SRH was categorized into good and poor health. The response variable was mortality (dead/alive), obtained from the local mortality register. Logistic regression models were adjusted in order to analyse the associations between SRH and health status, socio-economic and demographic characteristics; odds ratios were calculated to measure the associations. Poisson regression models were adjusted in order to analyse the associations between mortality and explanatory variables; the relative risk of death was calculated to measure the associations. Results: Poor SRH was reported by 25.9% of respondents, and the mortality rate after four years of follow-up was 3.6%. An association was found between SRH and the presence of chronic disease and disability in men and women. A perception of poor health vs good health led to a mortality risk of 3.0 in men and 2.7 in women. SRH was predictive of mortality, even after adjusting for all other variables. In men and women, the presence of disability provided additional predictive ability. Conclusions: SRH was predictive of mortality in both men and women, and acted as a mediator between socio-economic, demographic and health conditions and mortality.

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Background: Migrant workers have been one of the groups most affected by the economic crisis. This study evaluates the influence of changes in employment conditions on the incidence of poor mental health of immigrant workers in Spain, after a period of 3 years, in context of economic crisis. Methods: Follow-up survey was conducted at two time points, 2008 and 2011, with a reference population of 318 workers from Colombia, Ecuador, Morocco and Romania residing in Spain. Individuals from this population who reported good mental health in the 2008 survey (n = 214) were interviewed again in 2011 to evaluate their mental health status and the effects of their different employment situations since 2008 by calculating crude and adjusted odds ratios (aORs) for sociodemographic and employment characteristics. Findings: There was an increased risk of poor mental health in workers who lost their jobs (aOR = 3.62, 95%CI: 1.64–7.96), whose number of working hours increased (aOR = 2.35, 95%CI: 1.02–5.44), whose monthly income decreased (aOR = 2.75, 95%CI: 1.08–7.00) or who remained within the low-income bracket. This was also the case for people whose legal status (permission for working and residing in Spain) was temporary or permanent compared with those with Spanish nationality (aOR = 3.32, 95%CI: 1.15–9.58) or illegal (aOR = 17.34, 95%CI: 1.96–153.23). In contrast, a decreased risk was observed among those who attained their registration under Spanish Social Security system (aOR = 0.10, 95%CI: 0.02–0.48). Conclusion: There was an increase in poor mental health among immigrant workers who experienced deterioration in their employment conditions, probably influenced by the economic crisis.

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Background: This study aimed to analyse how immigrant workers in Spain experienced changes in their working and employment conditions brought about Spain's economic recession and the impact of these changes on their living conditions and health status. Method: We conducted a grounded theory study. Data were obtained through six focus group discussions with immigrant workers (n = 44) from Colombia, Ecuador and Morocco, and two individual interviews with key informants from Romania living in Spain, selected by theoretical sample. Results: Three categories related to the crisis emerged – previous labour experiences, employment consequences and individual consequences – that show how immigrant workers in Spain (i) understand the change in employment and working conditions conditioned by their experiences in the period prior to the crisis, and (ii) experienced the deterioration in their quality of life and health as consequences of the worsening of employment and working conditions during times of economic recession. Conclusion: The negative impact of the financial crisis on immigrant workers may increase their social vulnerability, potentially leading to the failure of their migratory project and a return to their home countries. Policy makers should take measures to minimize the negative impact of economic crisis on the occupational health of migrant workers in order to strengthen social protection and promote health and well-being.

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Background: The immigrant population living in Spain grew exponentially in the early 2000s but has been particularly affected by the economic crisis. This study aims to analyse health inequalities between immigrants born in middle- or low-income countries and natives in Spain, in 2006 and 2012, taking into account gender, year of arrival and socioeconomic exposures. Methods: Study of trends using two cross-sections, the 2006 and 2012 editions of the Spanish National Health Survey, including residents in Spain aged 15–64 years (20 810 natives and 2950 immigrants in 2006, 14 291 natives and 2448 immigrants in 2012). Fair/poor self-rated health, poor mental health (GHQ-12 > 2), chronic activity limitation and use of psychotropic drugs were compared between natives and immigrants who arrived in Spain before 2006, adjusting robust Poisson regression models for age and socioeconomic variables to obtain prevalence ratios (PR) and 95% confidence interval (CI). Results: Inequalities in poor self-rated health between immigrants and natives tend to increase among women (age-adjusted PR2006 = 1.39; 95% CI: 1.24–1.56, PR2012 = 1.56; 95% CI: 1.33–1.82). Among men, there is a new onset of inequalities in poor mental health (PR2006 = 1.10; 95% CI: 0.86–1.40, PR2012 = 1.34; 95% CI: 1.06–1.69) and an equalization of the previously lower use of psychotropic drugs (PR2006 = 0.22; 95% CI: 0.11–0.43, PR2012 = 1.20; 95% CI: 0.73–2.01). Conclusions: Between 2006 and 2012, immigrants who arrived in Spain before 2006 appeared to worsen their health status when compared with natives. The loss of the healthy immigrant effect in the context of a worse impact of the economic crisis on immigrants appears as potential explanation. Employment, social protection and re-universalization of healthcare would prevent further deterioration of immigrants’ health status.

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The risk of disease, disability, and mortality as well as access to health services are unfairly distributed among the population, with certain groups bearing an unequally larger burden of ill health and poorer access to care due to gender, sexual identity/orientation, ethnic background, or class. According to the WHO Commission on Social Determinants of Health (CSDH), these health inequalities emanate from socioeconomic and political factors (governance, cultural values, macroeconomic policies), which generate a set of socioeconomic positions in society according to which populations are stratified based on gender, ethnicity, education, income, or other factors. These societal inequalities influence people’s material and psychosocial circumstances as well as behavioral and biological factors, which in turn impact on health inequalities. Tackling gender, race/ethnic, and socioeconomic inequalities in society is thus recognized as the most powerful action to cope with unequal health risks distribution, and social innovations focusing on these ‘root causes’ are needed in order to prevent and stop endemic social inequalities and social exclusion in health within low-income as well as high-income countries. Increasing existing knowledge and making visible the health status of the most vulnerable and invisible groups are critical in order to contribute to this imperative challenge.

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Current scientific evidence supports the recommendation to initiate or continue the practice of physical exercise in healthy pregnant women. Group exercise programs have positive effects in improving health and well-being, as well as social support. In order to understand the scientific evidence in this field, and the outcomes in maternal health, it has generated wide interest in exploring the studies carried out with more relevant group exercise programs. The aim of this systematic review was to evaluate the available evidence on the effectiveness of group exercise programs in improving women’s and newborns health outcomes during pregnancy. Three databases were used to conduct literature searches and strict inclusion and exclusion criteria were employed. Seventeen studies were selected for analysis. All studies were randomized control trials conducted with pregnant women that evaluated the effect of group exercise programs on the health outcomes of mother and newborn. Most studies followed a supervised structured exercise program including a main aerobic part, resistance training, pelvic floor training and stretching and relaxation sections. The significant effects of the programs are related with improved maternal perception of health status, lower maternal weight gain, improved levels of maternal glucose tolerance, improved aerobic fitness and muscular strength, lower frequency of urinary incontinence, improved sick leave due to lumbopelvic pain, fewer cesarean and instrumental deliveries, higher newborn Apgar score and faster postpartum recovery. Exercise and health professionals should advise pregnant women that aerobic group exercise during pregnancy improves a wide range of health outcomes for the women and newborn

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Enquadramento: As lesões músculo-esqueléticas relacionadas com o trabalho apresentam-se atualmente como um crescente flagelo e a profissão de músico é uma atividade predisponente para a ocorrência dessas lesões, exigindo uma atenção especial dos profissionais de saúde para identificar e controlar os fatores de risco. Objetivos: O presente estudo pretende identificar a prevalência das perturbações músculo-esqueléticas nos músicos profissionais praticantes de Cordofones beliscados e analisar a sua relação com as variáveis sociodemográficas, estado de saúde e características da prática instrumental. Métodos: Trata-se de um estudo não experimental, transversal, descritivo-correlacional e de caráter quantitativo, que envolveu 70 músicos portugueses praticantes de cordofones beliscados, residentes em Viseu, Porto e Lisboa, com idades compreendidas entre 18 e 55 anos. Foi realizado com recurso ao uso de um questionário que avalia as variáveis sociodemográficas, as clínicas e as relacionadas com a prática musical e para avaliação das perturbações musculoesqueléticas utilizámos o “Questionário Nórdico Músculo-Esquelético”. Resultados: Dos músicos estudados 70,0% referem sentir perturbações músculo-esqueléticas como dor/formigueiro/dormência nos últimos 12 meses, tendo estes ocorrido sobretudo nos punhos/mãos (68.6%), ombros (54.3%), pescoço e região lombar (44.3%). Observámos que são vários os fatores risco das perturbações musculoesqueléticas como a idade avançada, um Índice de Massa Corporal mais elevado, o consumo de bebidas alcoólicas, não praticar atividade física, o excesso de espetáculos, a postura adotada, instrumentos mais pesados e tocar sem pausas. Conclusões: O nosso estudo reforça a ideia de que as perturbações músculo-esqueléticas estão presentes nos músicos portugueses e que a sua origem está relacionada com características individuais, estado de saúde e exigências da prática instrumental. Cabe então ao Enfermeiro de Reabilitação criar estratégias preventivas, para evitar que os fatores de risco acrescidos causem ou aumentem as já instaladas lesões músculo-esqueléticas nos músicos, promovendo uma carreira longa e saudável. Palavras-chave: Músicos; Lesões musculoesqueléticas; Fatores de risco; Enfermagem de Reabilitação.

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The aims of the current study were to describe presence and clinical role over time of Streptococcus pluranimalium isolated in milk samples of Mediterranean buffalo (MB). Two hundred composite milk samples originating from 40 primiparous MB were collected at 10, 30, 60, 90, and 150d in milk (DIM) and from 20 pluriparous MB at 77 to 120 DIM. Milk samples were used for analysis of somatic cell counts, bacteriological cultures, and identification (matrix-assisted laser desorption/ionization time-of-flight mass spectrometry). Nine of 200 (4.5%) samples of primiparous MB and 3 of 20 (15%) samples of pluriparous MB were positive for Strep. pluranimalium. The prevalence of the bacterium in primipari was 0% (0/40) at 10, 30, and 150 DIM, whereas it was 5 (2/40) and 17.5% (7/40) at 60 and 90 DIM, respectively. Eight primipari were positive only once, whereas 1 was positive at 2 different samplings. Mono-infection was not detected in any of the age categories or udder health status. Infections were transient in primipari. Clinical mastitis was observed in primipari once at 90 DIM, subclinical mastitis detected twice in the same animals at 60 and 90 DIM, and intramammary infections were diagnosed 1 and 5 times at 60 and 90 DIM in primipari, respectively, whereas 3 infections were diagnosed in pluripari. The clinical reflections demonstrate for the first time the presence of Strep. pluranimalium in MB and its association with different udder health status. Nevertheless, it cannot be excluded that the bacterium may simply follow a pattern of commensal or opportunistic behavior, taking advantage of a preexisting bacterial udder infection.

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"January 2000."

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Includes indexes.

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SHIP strategic issues and outcomes: Access: access to health care and public health services including quality prevention programs, oral health, mental health, medical and long-term care. ... Data and information technology: assure that current health status and public health system data are used to plan and implement policy and programs. ... Disparities : monitor health disparities and implement effective strategies to eliminate them. ... Measure, manage and improve the public health system: assure accountability, ongoing improvement, and performance management. ... Workforce: assure an optimal, diverse and competent workforce. Priority health conditions: monitor priority health conditions and risk factors, and implement effective strategies to reduce them. ...