962 resultados para Gwyn, Nell, 1650-1687.
Resumo:
All’interno di questo progetto ci proponiamo di creare un infrastruttura cloud grazie a Openstack, un supporto software Opensurce. Grazie a questa infrastruttura effettueremo dei test per valutare le varie tecniche di migrazione messe a disposizione da OpenStack, le loro caratteristiche e le loro prestazioni. Nel primo capitolo introduciamo i concetti base del cloud e delle tecnologie a cui esso è strettamente legato. In particolare definiremo i concetti di Infrastructure as a Service (IaaS) e di virtualizzazione che riguardano nello specifico il nostro caso di studio. Nel secondo capitolo viene descritto nel dettaglio OpenStack e i vari moduli di cui esso è composto. Nel terzo capitolo vengono descritte le varie tipologie di migrazione disponibili in OpenStack in tutte le loro fasi e vengono anticipate alcune considerazioni sui vantaggi e svantaggi che la scelta di una determinata tipologia di migrazione porta. Nel quarto e quinto capitolo vengono descritti rispettivamente l’infrastruttura utilizzata, il processo per crearla e i test a cui è stata sottoposta l’infrastruttura. Nel sesto capitolo vengono analizzati i risultati dei test da cui dedurre un quadro più completo sul comportamento e l’applicabilità delle varie migrazioni nei diversi scenari. Infine viene presentato nell'ultimo capitolo il sunto dei risultati dei test effettuati insieme ai possibili sviluppi futuri
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Nel corso della sua storia, l’uomo ha sempre cercato nuovi modi per superare i suoi limiti naturali di osservazione e di percezione visiva. Il Telerilevamento (TLR) può essere considerato una tappa di questo cammino verso una visione più completa e complessiva dell’ambiente in cui vive. Sfruttando le conoscenze dei fenomeni d’interazione tra la radiazione elettromagnetica e i corpi naturali, il TRL permette di avere informazioni accurate sullo stato fisico di un corpo a partire dalla misura della radiazione emessa dalla sua superficie. Nel caso specifico del telerilevamento satellitare, l'osservazione su un'ampia scala spaziale permette di ottenere informazioni estremamente dettagliate su vaste aree geografiche e su parametri atmosferici di notevole interesse meteorologico come le precipitazioni. Le precipitazioni infatti rappresentano uno dei parametri meteorologici di maggiore importanza per la sua diretta interazione col sistema climatico planetario e le attività antropiche. La comprensione e la previsione del tempo e del clima richiede dei buoni dati relativi alle precipitazioni ed è proprio qui che entrano in gioco le microonde che, lavorando su ampie lunghezze d’onda, sono in grado di fare un sondaggio della parte interna della nube. Tutto ciò è possibile, in particolare, grazie all'uso di piattaforme (come aerei o satelliti) che consentono di riprendere a distanza più o meno ravvicinata il territorio, e di sensori che ne scrutano le caratteristiche e le condizioni.
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L'identificazione di un blazar è molto difficile, questo è un oggetto molto particolare e che ha un'attività molto ricca. Nella pratica l'identificazione di un blazar avviene confrontando la sua emissione in banda radio con la sua emissione in banda gamma, che sono entrambe proprie dei blazar. Il problema è che non si dispone di un telescopio in grado di rivelare con estrema precisione entrambe le bande, quindi si procede utilizzando i dati radio provenienti da un dato radiotelescopio e i dati in banda gamma provenienti da un altro telescopio. Quando le emissioni nelle due bande presentano, ad esempio, una variabilità simultanea, l'identificazione è certa. Ma questa minoranza di casi non è molto frequente e quindi spesso si procede con un'analisi probabilistica basata sulle posizioni delle sorgenti. Il lancio di Fermi nel 2008 ha portato ad un fortissimo aumento del numero di sorgenti gamma note e, fra queste, la maggior parte sono blazar. Una significativa frazione di queste sorgenti Fermi (circa il 30%) rimane non identificata. In questo lavoro vengono inizialmente caratterizzate le proprietà radio dei blazar e in particolare dei blazar gamma noti finora. In seguito verrà approfondita l'analisi delle sorgenti Fermi non identificate per stabilire una possibile compatibilità con le proprietà dei blazar e quindi per cercare di capire se queste sorgenti possano essere a loro volta dei blazar non ancora riconosciuti.
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La tesi da me realizzata si può riassumere in due fasi: lo studio delle normative Europee che regolamentano la produzione di piastrelle di ceramica; le verifiche del rispetto di tali normative in laboratorio (Centro Ceramico Bologna) sulle piastrelle di ceramica che richiedevano la certificazione di qualità. Ho avuto la possibilità di collaborare con il Centro Ceramico di Bologna per osservare da vicino le procedure effettuate per testare le piastrelle di ceramica. Lo studio della certificazione di quailtà ha richiesto un approfondimento sul concetto della qualità, del processo di qualità e dei fattori che influenzano la progettazione dei prodotti (normative ed esigenze del consumatore).
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Uno degli aspetti più influenti sulla qualità chimica e biologica dell’acqua di laghi e invasi, caratteristico del bacino di Ridracoli, è rappresentato dalla stratificazione termica, un processo di formazione di volumi d’acqua a diversa densità che può verificarsi allorquando, in alcune circostanze e, nello specifico, durante la stagione estiva, si instauri una condizione stabile in cui l’acqua riscaldata dalla radiazione solare sovrasta quella più fredda e densa del fondo. Una delle conseguenze di tali variazioni termiche è che esse inducono cambiamenti nei livelli di ossigeno disciolto, favorendo l’instaurarsi di processi di degradazione anaerobica della materia organica e determinando la formazione di un chimismo ostile per l’attività biologica. I cicli stagionali, redox-dipendenti, di Ferro e Manganese tra la colonna d’acqua e i sedimenti sono caratteristici di questi ambienti ed una loro risospensione in forma disciolta è stato rilevato nell’ipolimnio dell’invaso di Ridracoli, stagionalmente anossico. Questo studio, collocato all’interno di un ampio progetto finanziato da Romagna Acque Società delle Fonti S.p.A. con la Facoltà di Scienze Ambientali – Campus di Ravenna ed il CNR-ISMAR, si è posto come obiettivo l’individuazione dei fattori che controllano la distribuzione e la mobilità degli elementi chimici all’interno del sistema acqua-sedimento dell’invaso di Ridracoli ed è articolato in tre diverse fasi: • Indagine della composizione chimica del sedimento; • Analisi ed interpretazione della composizione chimica delle acque interstiziali • Stima del flussi attraverso l’interfaccia acqua-sedimento mediante l’utilizzo di una camera bentica e l’applicazione della prima legge di Fick sulla diffusione. Al termine del lavoro è stato possibile ricostruire un quadro diagenetico generale contraddistinto da una deplezione degli accettori di elettroni principali (O2 e NO3-) entro i primi millimetri di sedimento, da un consumo immediato di SO42- e da una graduale riduzione degli ossidi di Mn (IV) e Fe (III), con formazione di gradienti negativi ed il rilascio di sostanze disciolte nella colonna d’acqua.
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Preliminary detrital zircon age distributions from Mazatzal crustal province quartzite and schist exposed in the Manzano Mountains and Pedernal Hills of central New Mexico are consistent with a mixture of detritus from Mazatzal age (ca. 1650 Ma), Yavapai age (ca. 1720 Ma.), and older sources. A quartzite sample from the Blue Springs Formation in the Manzano Mountains yielding 67 concordant grain analyses shows two dominant age peaks of 1737 Ma and 1791 Ma with a minimum peak age of 1652 Ma. Quartzite and micaceous quartzite samples from near Pedernal Peak give unimodal peak ages of ca. 1695 Ma and 1738 Ma with minimum detrital zircon ages of ca. 1625 Ma and 1680 Ma, respectively. A schist sample from the southern exposures of the Pedernal Hills area gives a unimodal peak age of 1680 Ma with a minimum age of ca. 1635 Ma. Minor amounts of older detritus (>1800 Ma) possibly reflect Trans-Hudson, Wyoming, Mojave Province, and older Archean sources and aid in locating potential source terrains for these detrital zircon. The Blue Springs Formation metarhyolite from near the top of the Proterozoic section in the Manzano Mountains yields 71 concordant grains that show a preliminary U-Pb zircon crystallization age of 1621 ¿ 5 Ma, which provides a minimum age constraint for deposition in the Manzano Mountains. Normalized probability plots from this study are similar to previously reported age distributions in the Burro and San Andres Mountains in southern New Mexico and suggest that Yavapai Province age detritus was deposited and intermingled with Mazatzal Province age detritus across much of the Mazatzal crustal province in New Mexico. This data shows that the tectonic evolution of southwestern Laurentia is associated with multiple orogenic events. Regional metamorphism and deformation in the area must postdate the Mazatzal Orogeny and ca. 1610 Ma ¿ 1620 Ma rhyolite crystallization and is attributed to the Mesoproterozoic ca. 1400 ¿ 1480 Ma Picuris Orogeny.
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Long-term concentration records of carbonaceous particles (CP) are of increasing interest in climate research due to their not yet completely understood effects on climate. Nevertheless, only poor data on their concentrations and sources before the 20th century are available. We present a first long-term record of organic carbon (OC) and elemental carbon (EC) concentrations – the two main fractions of CP – along with the corresponding fraction of modern carbon (fM) derived from radiocarbon (14C) analysis in ice. This allows a distinction and quantification of natural (biogenic) and anthropogenic (fossil) sources in the past. CP were extracted from an ice archive, with resulting carbon quantities in the microgram range. Analysis of 14C by accelerator mass spectrometry (AMS) was therefore highly demanding. We analysed 33 samples of 0.4 to 1 kg ice from a 150.5 m long ice core retrieved at Fiescherhorn glacier in December 2002 (46°33'3.2" N, 08°04'0.4" E; 3900 m a.s.l.). Samples were taken from bedrock up to the firn/ice transition, covering the time period 1650–1940 and thus the transition from the pre-industrial to the industrial era. Before ~1850, OC was approaching a purely biogenic origin with a mean concentration of 24 μg kg−1 and a standard deviation of 7 μg kg−1. In 1940, OC concentration was about a factor of 3 higher than this biogenic background, almost half of it originating from anthropogenic sources, i.e. from combustion of fossil fuels. The biogenic EC concentration was nearly constant over the examined time period with 6 μg kg−1 and a standard deviation of 1 μg kg−1. In 1940, the additional anthropogenic input of atmospheric EC was about 50 μg kg−1.