999 resultados para Emfiteusi-València (Regne)-S.XVII
Resumo:
La agresión occidental a la futura Venezuela supuso, entre otras muchas cosas, que quienes la rechazaron, africanos que no querían ser esclavos, nativos huyendo del acoso o blancos refractarios, organizaran una sociedad cimarrona en el Llano. Cuadrúpedos huidos también del norte incrementaron la oferta de herbívoros cazables e implicaron, con los equinos, mayor autonomía y capacidad defensiva. También pensaron en el sur, por motivos antagónicos, quienes descendieron a capturar indígenas para venderlos como esclavos y quienes vieron en los orejanos la posibilidad de organizar una ganadería excedentaria. Estos últimos, miembros de la oligarquía, resolvieron que debían ocupar las sabanas por tres razones: aumentar su control sobre los pastos, liquidar competidores y extirpar un muy mal ejemplo, el de las personas libres de la cimarronera. El conflicto que a finales del siglo XVIII devendría fatal, en las dos acepciones de la palabra, se fraguó ya a mediados del siglo XVII.
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Este artículo intenta sintetizar los mecanismos de circulación de libros a través de la Carrera de Indias a finales del siglo XVI y comienzos del siglo XVII. En una primera parte se expone la situación general de la librería en la Península y en Sevilla, para desarrollar más tarde el estudio de un conjunto de envíos de libros a Quito a través de las redes comerciales sevillanas. Este estudio de caso revela la variada participación de diferentes agentes en la distribución de libros y los medios de que se valen para hacer llegar los libros a territorio americano. Las listas de títulos analizadas permiten evaluar distintas tipologías de envíos y conocer la diferente circulación de obras en los circuitos de distribución de la Carrera de Indias, a la vez, en una primera aproximación, da cuenta de sus destinatarios y de las redes comerciales de intercambio en las que se insertan estas obras.
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Numérisation partielle de reliure
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Més enllà d'extraure dels grans fons arxivístics dades sobre grans epidèmies i figures rellevants de la medicina, aquesta tesi explora també arxius locals, parroquials, notarials, etc, en aquest treball concretament, l'arxiu de la parròquia de Sant Joan de Lleida. D'aquí en treu dades sobre la vida quotidiana dels professionals de la medicina, des de cirurgians a apotecaris i adroguers.
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El llibre es centra en l'episodi de pesta que va afectar Catalunya i altres territoris de parla catalana l'any 1648. Per a redactar-lo, els autors han fet servir sobretot escrits de metges i sacerdots en un intent de recollir uns testimonis més propers i no tan freds com les xifres.
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Aquest estudi s'emmarca en la tradició iniciada pels doctors Camps i que consisteix en l'estudi de la medicina a partir de les fonts més directes, provinents sobretot d'arxius parroquials i notarials.En aquesta tesi concretament s'estudia la mortalitat-natalitat així com les epidèmies durant els segles XVI a XVIII a la ciutat de Terrassa. D'aquest estudi s'extreuen també conclusions per a una millor comprensió de les crisis demogràfiques a Catalunya i de la diferent incidència de les diverses epidèmies depenent del territori afectat.
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L'autor exposa aquí el seu treball fruit de l'estudi dels arxius parroquials de dites localitats del Maresme. En concret, el seu estudi està fet sobre els llibres de Naixements, Òbits i Matrimonis. D'aquí n'extreu la informació de caràcter sanitari però també informació sobre la societat de l'època, la demografia i dades estadístiques.
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Amb aquests dos gruixuts volums Joan Peytaví fa un regal inestimable als filòlegs, particularment als estudiosos de l"onomàstica i la llengua catalanes, als historiadors i estudiosos de la història de la població i, en general, a la cultura catalana i, especialment, a la de la Catalunya del Nord.
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Nella mia tesi di dottorato mi concentro sul poema di Lucrezia Marinelli, L'Enrico, ovvero Bisanzio acquistato, pubblicato a Venezia nel 1635, indagando le strategie messe in atto dall'autrice per rivisitare il genere epico in un'ottica di riscatto femminile. Rispetto al canone epico e, in particolare, al modello di riferimento - la Gerusalemme liberata del Tasso - le vicende nodali sono, infatti, riscritte da un punto di vista chiaramente femminile. Pur occupandomi principalmente dell'opera di Marinelli, in alcuni casi nel corso del mio lavoro propongo dei confronti con altri poemi epici e cavallereschi prodotti da donne - in particolare I tredici canti del Floridoro di Moderata Fonte (1581) - volti a mostrare come le scrittrici avessero degli intenti comuni, dialogando in maniera critica con i modelli maschili da cui, tuttavia, traggono ispirazione. Nei primi capitoli del mio lavoro prendo in esame alcuni personaggi tradizionali dell'epica (le guerriere, la maga, ...) presenti ne L'Enrico e ne ripercorro gli episodi topici (le sortite notturne, l'eroe sull'isola, ...) dimostrando come, pur inserendosi coerentemente nel genere epico, siano caratterizzati in modo sostanzialmente diverso rispetto alla precedente tradizione maschile. Il primo capitolo si concentra sulle figure di guerriere, le quali presentano - rispetto ai precedenti modelli - differenze notevoli: non si lasciano coinvolgere in vicende amorose e non finiscono per essere sottomesse o uccise da un uomo, mantenendo così coerentemente intatti i valori di forza e indipendenza. Neppure la maga sull'isola - presa in esame nel capitolo dedicato alle Altre figure di donne idealizzate - è coinvolta in vicende sentimentali o caratterizzata sensualmente. L'autrice la rappresenta, non alla stregua di una tentatrice al servizio delle forze del male, ma come una donna colta, casta e disposta ad aiutare il cavaliere naufragato sulla sua isola. Nello stesso capitolo sono indagate anche altre figure femminili idealizzate, per taluni aspetti meno innovative, ma ugualmente interessanti: la Vergine, la personificazione di Venezia e la Musa. Queste rappresentazioni dal carattere iconico, presentano, infatti, diverse caratteristiche in comune con i personaggi più attivi del poema, le guerriere e la maga. Il capitolo Delle pene e delle tragedie amorose è dedicato all'amore e ai suoi esiti tragici. Le figure di donna coinvolte sono le madri, le mogli e Idillia, in cui è riconoscibile il personaggio topico della "damigella in difficoltà". Queste protagoniste, destinate a soffrire perché abbandonate dall'uomo che amano - il quale sente più forte il richiamo della guerra rispetto a quello dell'amore - servono da exempla, dimostrando che attaccamento affettivo e dipendenza conducono inesorabilmente all'infelicità. Rispetto al canone epico Marinelli riscatta alcune figure femminili, permettendo alle sue guerriere di prendersi la rivincita, vendicando la morte di eroine quali Camilla e Clorinda. Conseguentemente, alcuni guerrieri sono destinati a morire per mano di una donna. Nel quarto capitolo, mi concentro proprio su La sconfitta degli eroi, mettendo in luce come l'autrice proponga una sua personale regola del contrappasso, volta a cambiare (e addirittura invertire) le sorti dei personaggi che animano il suo poema. Questi aspetti risultano essere ancora più significativi se confrontati con l'opera - data alle stampe per la prima volta nel 1600 - intitolata Nobiltà et eccellenza delle donne. In questo trattato Marinelli sosteneva la superiorità del genere femminile su quello maschile. Alcune delle posizioni assunte nello scritto giovanile sono confermate dai personaggi e dalle vicende che animano l'Enrico. Confronti puntuali fra trattato e poema epico sono effettuati nell'ultimo capitolo del mio lavoro, sottolineando come fra le due opere vi siano delle affinità volte a confermare l'eccellenza delle donne.