431 resultados para Verbo
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[ES]Desarrollo de una aplicación Android con un diseño de interfaz de usuario para smartphones y otro para tabletas cuya finalidad es mostrar información acerca del verbo introducido por el usuario. Por un lado, sería la visualización de todas las formas verbales que posee el verbo, las cuáles son obtenidas de una serie de servicios remotos pertenecientes al grupo TIP (Text & Information Processing) y que deberán ser tratadas antes de ser visualizadas. Y, por otro lado, la información que nos permitirá identificar al verbo, las definiciones de sus posibles significados y notas asociadas a la forma de conjugarse. Esta información, en cambio, se obtendrá de una serie de servicios locales en la propia aplicación basado en ficheros de texto.
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Progetto per una chiesa cattolica ad Ottawa, capitale del Canada. Nel lotto dove sorgeva la chiesa di Saint Charles su Beechwood Avenue, nel quartiere storicamente francofono di Vanier, si è progettata la nuova chiesa con le annesse opere parrocchiale. Dopo un'attenta analisi del sito sono state identificate le peculiarità storiche, paesaggistiche e socio-culturali della chiesa esistente e nel nuovo progetto si valorizzano i punti di forza del precedente edificio e li si integrano con un'architettura contemporanea. L'architettura sacra è stata sviluppata facendo riferimento all'archetipo della tenda che è, fin dalle origine della soria della salvezza cristiana, il tempio in cui Dio si rivela e in cui si rende presente fra gli uomini: "E il Verbo si fece carne e pose la sua tenda in mezzo a noi" (Giovanni 1, 14)
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La ricerca, che ha per oggetto lo studio dell’apprendimento guidato dell’italiano come lingua seconda da parte di apprendenti lituani, si articola in quattro capitoli. I primi due costituiscono il quadro teorico della ricerca, dedicando il primo ai fondamenti teorici e ricerche empiriche in generale e il secondo alle ricerche sull’apprendimento dell’italiano come L2. Nel terzo capitolo viene presentata la metodologia della ricerca, mentre nel quarto capitolo vengono presentati i risultati, concentrandosi in particolare sull’ortografia, sulla morfologia del nome, sulla categoria del verbo e sugli aspetti sintattici.In base ai risultati conseguiti, che in parte confermano i percorsi acquisizionali rilevati in contesto di apprendimento spontaneo, vengono all’ultimo suggerite alcune proposte applicative.
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El objetivo de la presente investigación, el catálogo y estudio de las gramáticas de italiano destinadas a hispanohablantes de los siglos XVIII y XIX, se encuadra en el macrosector gramaticográfico de la historiografía lingüística, en el cual el estudio de las gramáticas de las lenguas dirigidas a hablantes nativos y a hablantes extranjeros, con los consiguientes cruces y trasvases de tradiciones gramaticales, es de significativo interés como destacan: (i) las tesis doctorales defendidas en los últimos quince años; (ii) los proyectos de investigación dirigidos y coordinados por prestigiosos estudiosos del sector; (iii) los congresos organizados para destacar y compartir las principales actualizaciones en torno a los estudios gramaticográficos; y (iv) las publicaciones que surgen de los tres puntos anteriores. El estudio presenta dos partes centrales: la primera (constituida por los capítulos 2 y 3) es la de catálogo y estudio de las diecinueve gramáticas que conforman el corpus en base a ocho áreas descriptivas (1. información catalográfica, 2. autor, 3. editor, 4. hiperestructura, 5. elementos peritextuales, gramaticales y didácticos, 6. variedad de textos y su secuencia didáctica, 7. caracterización, fuentes e influencias, y 8. localización); la segunda (capítulo 4) es la de estudio gramaticográfico de conjunto de los datos más relevantes de las areas de estudio utilizadas en las dos primeras partes. De este modo, daremos un panorama de conjunto sobre (i) la cronología de las obras y sus ediciones y rempresiones; (ii) la nacionalidad, profesión, condición religiosa, etc. de autores; (iii) la geografía de ediciones y editores; (iv) la descripción hiperestructural de las obras; (v) la estructura de los elementos peritextuales; (vi) las partes gramaticales y elementos que las componen; (vii) el verbo: definiciones y paradigma verbal; (vii) los elementos didácticos; (viii) las líneas de descripción gramatical; (ix) la localización de las gramáticas en las bibliotecas españolas.
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Le lingue sono veri organismi vitali che creano meccanismi propri al fine di esprimere concetti capaci di descrivere la realtà, fisica e interiore. Un meccanismo linguistico tipico delle lingue (ed anche una risorsa) per esprimere le diverse sfaccettature di una realtà multiforme e diversamente percettibile, è il ricorso a strutture perifrastiche, di utilizzo piuttosto comune in molte lingue. In quest’analisi, nello specifico, viene preso in esame e studiato il sistema perifrastico di tre lingue romanze, quali lo spagnolo, il francese e l’italiano; in particolare, l’attenzione è diretta alle perifrasi costruite con un verbo di movimento in funzione di ausiliare, per analizzare e dimostrare l’eventuale slittamento di tale concetto di movimento dal piano spaziale a quello temporale, o semplicemente metaforico. I sistemi linguistici sono stati scelti tutti appartenenti alla famiglia romanza, al fine di metterli a confronto e trovare convergenze e divergenze fra la gamma di perifrasi costruite con verbi di movimento che le lingue in questione, di ceppo comune, presentano. Per svolgere questo tipo di lavoro sono state utilizzate Grammatiche istituzionali, saggi, articoli e manuali che inquadrano il panorama linguistico di ogni lingua a partire da punti di vista differenti. Inoltre, al fine di dimostrare la tesi principale, ogni concetto teorico è accompagnato da dimostrazioni e da esempi, entrambi tratti da "corpora" linguistici già esistenti in rete.
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Wanderlust, tradotto in italiano con il titolo Giramondo, è uno dei romanzi della famosa autrice americana Danielle Steel nel quale viene raccontata la storia di una giovane donna che decide di seguire il suo forte impulso di viaggiare e di partire per un viaggio oltre oceano. Wanderlust, parola di origine tedesca, oggi significa “forte desiderio o impulso a viaggiare”(Duden Wörterbuch:online) e deriva dal verbo tedesco wandern. Il verbo wandern ha in Germania un importante ruolo sia a livello storico-politico che culturale, tale da rendere difficile la ricerca di un termine equivalente nelle altre lingue, italiano compreso. Il termine, figlio dell’epoca illuminista e romantica indicava in origine un’attività che implicava un “andare a piedi nella natura” ed era “simbolo di un nuovo rapporto dell’individuo con la natura” (Dizionario Zanichelli Tedesco-Italiano). Il Wandern, sviluppatosi nel tempo in ambito politico e soprattutto formativo, contiene nella sua definizione più antica elementi importanti come l’incontro con ciò che è sconosciuto, il rapporto tra corpo anima e natura, la formazione attraverso l’esperienza pratica e il viaggiare inteso come un camminare senza una meta. La Wanderlust dovrebbe quindi essere definita come un forte desiderio o impulso a vagare per imparare, per andare incontro a ciò che è sconosciuto ma, così come il verbo wandern, ha acquistato in uso moderno il significato di viaggiare come attività del tempo libero ed è spesso collegato a situazioni di svago e relax quali le vacanze.
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Il presente lavoro si inquadra all'interno di un progetto avviato dal Laboratorio di Terminologia e Traduzione Assistita, del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna. L'obiettivo ultimo del progetto è lo sviluppo di risorse terminologiche pensate e adeguate a soddisfare le esigenze della figura dell'interprete professionista e dell'interprete in formazione. Ne consegue la volontà di creare un database multimediale multilingue che vada a comprendere non solo i linguaggi specialistici (la cosiddetta terminologia di dominio) ma anche e soprattutto quegli elementi della terminologia di genere che compongono e che sono trasversali a tutte le lingue naturali: nessi, locuzioni, segnali discorsivi e via dicendo. In particolare, questa tesi si è incentrata sullo studio di una categoria della terminologia di genere appositamente sviluppata per gli interpreti dal Laboratorio di Terminologia: i "verbi chiave", ovvero quelli che ricorrono con più frequenza nei testi orali di discorsi tenuti in pubblico. Per ogni "`verbo chiave"' analizzato è stata dedicata una scheda terminologica, che è stata adattata e concepita per due tipi di utenti: l'interprete in formazione e l'interprete professionista. Al momento attuale, quindi, le venticinque schede proposte si prestano come strumento per migliorare le competenze passive dello studente di interpretazione, grazie anche all'inserimento di proposte di sinonimi cross-categoriali, e al contempo cercano di proporsi anche come strumento di lavoro per l'interprete professionista, soprattutto in fase di preparazione ad un evento. Le schede sono state elaborate a partire da un corpus di riferimento contenente i resoconti stenografici di cinquanta sedute dell'Assemblea parlamentare. Questa tesi contribuisce allo sviluppo del progetto del Laboratorio lasciando tuttavia spazio a successive integrazioni, per cui rappresenta solo un primo passo verso il completamento del progetto stesso.
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La simulazione è definita come la rappresentazione del comportamento di un sistema o di un processo per mezzo del funzionamento di un altro o, alternativamente, dall'etimologia del verbo “simulare”, come la riproduzione di qualcosa di fittizio, irreale, come se in realtà, lo fosse. La simulazione ci permette di modellare la realtà ed esplorare soluzioni differenti e valutare sistemi che non possono essere realizzati per varie ragioni e, inoltre, effettuare differenti valutazioni, dinamiche per quanto concerne la variabilità delle condizioni. I modelli di simulazione possono raggiungere un grado di espressività estremamente elevato, difficilmente un solo calcolatore potrà soddisfare in tempi accettabili i risultati attesi. Una possibile soluzione, viste le tendenze tecnologiche dei nostri giorni, è incrementare la capacità computazionale tramite un’architettura distribuita (sfruttando, ad esempio, le possibilità offerte dal cloud computing). Questa tesi si concentrerà su questo ambito, correlandolo ad un altro argomento che sta guadagnando, giorno dopo giorno, sempre più rilevanza: l’anonimato online. I recenti fatti di cronaca hanno dimostrato quanto una rete pubblica, intrinsecamente insicura come l’attuale Internet, non sia adatta a mantenere il rispetto di confidenzialità, integrità ed, in alcuni, disponibilità degli asset da noi utilizzati: nell’ambito della distribuzione di risorse computazionali interagenti tra loro, non possiamo ignorare i concreti e molteplici rischi; in alcuni sensibili contesti di simulazione (e.g., simulazione militare, ricerca scientifica, etc.) non possiamo permetterci la diffusione non controllata dei nostri dati o, ancor peggio, la possibilità di subire un attacco alla disponibilità delle risorse coinvolte. Essere anonimi implica un aspetto estremamente rilevante: essere meno attaccabili, in quanto non identificabili.
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El presente trabajo muestra la analogía bonaventuriana en términos de distancia y espejo, señalando las instancias argumentativas a través de las cuales se llega al concepto de naturaleza entendido como expresión de Dios. Pero además, esta similitudo, a diferencia de la imagen, es cualidad pura común a todos los seres, y designa un modo eminente de participación en la perfección divina, que se imprime en un despliegue trinitario ad intra (Logos) a la vez que se expresa en la creación ad extra. Estos momentos metafísicos de impressio-expressio conforman la propia realidad divina y la posibilidad de acceso a ella por parte de la naturaleza participada. En la Distinción 25 de su Comentario a las Sentencias de Pedro Lombardo, Buenaventura hará uso de un concepto de analogía propio para explicar la relación entre Persona-divina y persona-creatura, en un ámbito ante todo metafísico que sobrepasa los aspectos preteológico y cosmológico. Por ello, además de permitirnos esclarecer la diferencia entre naturaleza y persona-creatura, la importancia de esta analogía planteada por Buenaventura radica en que proporciona una respuesta particular a la oposición naturaleza-Dios, en la que la diferencia no significa exclusión, sino, maravillosa concordia y harmonía".
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El Aquinate, en su Comentario a los cuatro libros de las Sentencias de Pedro Lombardo, se pregunta si es aplicable en el campo teológico la definición de persona sostenida por Boecio para iluminarla naturaleza de los sujetos trinitarios sin caer por ello en un politeísmo, y para afirmar además la encarnación del Verbo sin negar la doble naturaleza de Cristo. Teniendo en cuenta que dicha cuestión fue objeto de agudas controversias tanto antes como después del Concilio de Nicea, y que, luego de Boecio, también lo fue para los más destacados maestros medievales; es conveniente por tanto efectuar un breve seguimiento histórico del problema, deteniéndose así en los antecedentes más próximos a Santo Tomás, para luego, a partir del Scriptum super Sententiis Petri Lombardo, indagar sobre las razones que movieron al Aquinate a insistir sobre la aplicación del concepto de persona en el ámbito teológico.
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La hipótesis que funda el presente trabajo se centra en la correlación que se establece entre las transformaciones en el sistema literario, por un lado, y las modificaciones del contexto cultural y de las instituciones sociales, por otro. A partir de ella, se analiza la novela Guía de pecadores (1972), de Eduardo Gudiño Kieffer, como ejemplo paradigmático de la voluntad de innovación formal que se instala en las letras argentinas a partir de la década del 60. Se estudian en consecuencia una serie de procedimientos renovadores, tales como la incorporación por montaje de material extraliterario (textos periodísticos y publicitarios), el entramado de elementos icónicos de gran circulación social, la transferencia de textos fílmicos al código verbo-lingüístico, entre oíros. Se destaca la funcionalidad de esos procedimientos y luego de estudiar los distintos niveles del texto -superficie textual, diégesis, isotopías centrales- se establece la correlación entre las características de laformulación discursivay los fenómenos socio-culturales del contexto de emergencia.
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La noción de semejanza — similitudo — suele resultarle útil a Tomás de Aquino para explicar en qué consiste conocer. Recurre a ella para describir qué es la especie tanto inteligible como sensible así como el verbo mental. Sin embargo, el protagonismo de esta noción lleva anejos, al menos, dos problemas. Frecuentemente los especialistas pretenden explicarlo postulando un presunto precedente aristotélico. No obstante, examinada cuidadosamente, la obra del Estagirita proporciona escasas apariciones de la noción. En este trabajo examino la viabilidad de un precedente agustiniano para las recurrentes semejanzas del Aquinate. Y hay un segundo problema. ¿Cómo conciliar estas preponderantes semejanzas con el supuesto realismo directo que canónicamente se le ha imputado a Tomás? Con respecto a esto, critico algunas interpretaciones que anulan la semejanza tomándola como mero sinónimo de la identidad simpliciter. Finalmente, argumento la tesis de que, según Tomás, la eficacia noética de la semejanza estriba más en la diferencia que en la identidad.
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A pesar de la ausencia de hablantes nativos, el griego cuenta con fuentes secundarias que permiten estudiar su estructura prosódica. En este artículo combino el estudio del orden de palabras y de la métrica de los trímetros yámbicos con el objetivo de ver cuál es la relación entre el verbo y el segundo argumento en términos de posición en la oración y de prosodia. Se mostrará que hay una tendencia a que el segundo argumento aparezca junto al verbo y a que formen parte de una única unidad prosódica. La tendencia es mayor con pronombres personales que con sintagmas nominales, que pueden aparecer separados si son complejos y extensos.
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El tratamiento de la nominalización desde un punto de vista sintáctico y discursivo revela una serie de características que se deberán tener presentes al analizar las realizaciones de los sintagmas que encabezan en un corpus textual. En primer lugar, es necesario observar la relación que mantiene la nominalización con una cláusula de verbo finito, de la cual hereda la estructura argumental. Sin embargo, con respecto a dicha cláusula se pierden los significados que aporta la flexión verbal, es decir, la modalidad y la temporalidad enunciativas así como el aspecto de la acción. Otro rasgo fundamental que desaparece con la nominalización es el carácter activo o pasivo de la acción en el caso de los verbos transitivos. Esto ha llevado a plantear la no recuperabilidad total de la cláusula que da origen a una nominalización. Desde el punto de vista discursivo, la nominalización deverbal permite al enunciador introducir en su enunciado objetos discursivos que han sido construidos en el discurso anterior (nominalización anafórica intradiscursiva) o bien presentarlos como preconstruidos, como ya dados de antemano. Al mismo tiempo, el enunciador puede o no saturar la estructura argumental del lexema nominalizado, de modo que los papeles temáticos de agente, de paciente, de meta, etc. pueden estar explícitamente integrados en el sintagma como complementos, o bien ser recuperables a partir del contexto, o bien quedar vacíos. La aparición de nominalizaciones preconstruidas en un discurso permite observar la presencia del interdiscurso, en la medida en que el enunciador presenta un enunciado anterior, procedente de otro lugar como un objeto ya dado, de cuya aserción no se hace cargo, pero que despliega la evidencia de lo consabido. A partir de estas consideraciones se analiza un corpus constituido por una serie de manuales escolares de Historia Argentina publicados entre 1980 y 2000, en los que el tratamiento de los gobiernos peronistas adquiere un particular interés dado el grado de conflictividad política que conlleva el tema en la sociedad argentina y, en consecuencia, en la educación pública del ciudadano