500 resultados para Protesta callejera
Resumo:
Incluye Bibliografía
Resumo:
Incluye Bibliografía
Resumo:
In this research, made with riparians ousted by the construction of an hydroelectric power station, were gathered histories of the time when they were living in the edges of the river and of the current life in the town constructed in substitution to the ancient village flooded by the dam. In the histories, they proliferate images of a time of abundance, of fishing and of the fertile land that they were cultivating on the edge of the river. They describe the old village, with wealth of details, their achievements in the fishing and in the challenge of the mysteries of the forest and of the ferocity of the wild animals. They talk about the daily life of the ancient village like a community in which they were near and supportive. In the current narratives the protest and the revolt remain against the construction of the hydroelectric power station that took away the river and the rich riverside life, placing them at a place that they find sterile and devitalized.
Resumo:
La storiografia statunitense, a partire dagli anni Cinquanta, vide l’affermarsi di una nuova interpretazione della politica estera americana. Archiviata la storia diplomatica come storia dei trattati o storia delle interazioni delle élites dominanti, abbandonata una visione incentrata sull’equilibrio di potenza, il dibattito storiografico si arricchì della cosiddetta interpretazione «revisionista», antitetica rispetto a quella che, fino a quel momento, aveva predominato. Soggetto di analisi storica restava sempre lo Stato ma l’enfasi maggiore era posta sui fattori economici che ne influenzavano l’azione: si metteva in rilievo l’interazione tra l’interesse privato e il soggetto statale. Capofila di questa nuova scuola fu William Appleman Williams. Questa ricerca si pone l’obiettivo di delineare il contesto storiografico dal quale emersero gli studi di Williams e di cui egli ne roviesciò alcuni assunti fondamentali. Si intende tracciare il suo percorso intellettuale – storiografico e pubblico – al fine di restituire la complessità di un personaggio che divenne un vero e proprio «intellettuale pubblico». I quesiti, a cui questa ricerca vuole dar risposta riguardano l’evoluzione del percorso intellettuale di Williams tanto in ambito storiografico quanto, più in generale, in quello pubblico; il contributo alla ridefinizione dell’identità statunitense e del suo ruolo internazionale; il lascito della sua riflessione nella storiografia. Prendendo le mosse dall’idea di frontiera proposta da Turner, Williams sostenne che la fine dell’espansione territoriale «interna» aveva obbligato gli Stati Uniti a cercare nuovi mercati per il proprio surplus. Era stata tale necessità a catalizzare la Open Door Diplomacy, guidata da ragioni economiche, che presto identificarono l’interesse nazionale per trasformarsi in una vera e propria ideologia nel XX secolo.L’esito di tale politica estera fu la creazione di un impero non più territoriale ma frutto dell’espansione economica. E proprio questa riflessione sull’impero influenzò, negli anni Sessanta, la protesta studentesca che chiese un ripensamento del ruolo internazionale degli Stati Uniti.
Resumo:
Riassunto Il nostro viaggio attraverso la musica folk americana partirà dal un racconto della Grande Depressione, dello stato di indigenza nel quale versava la maggior parte della popolazione e attraverso le vicende e le canzoni del nonno della canzone di protesta: Woody Guthrie. Sottolineeremo come egli abbia influenzato successivamente tutta una serie di cantautori che si formarono con lui, attraverso i suoi scritti o i suoi pezzi. Vedremo dunque come un altro grande musicista, Pete Seeger lottò più volte contro la censura per dare risonanza a tante battaglie altrimenti inascoltate, come i movimenti per i diritti civili degli afroamericani e per la pace. Con le canzoni di Bob Dylan analizzeremo i movimenti giovanili e pacifisti contro la guerra nel Vietnam e i fermenti della beat generation. Considereremo con Bruce Springsteen i nuovi diseredati della recessione economica, la nuova ondata di nazionalismi, le censure successive agli attentati dell’ 11 Settembre 2001 e il nuovo ordine mondiale. La musica folk continuerà dunque a vivere grazie alla comunità che la rende viva e la fa circolare, ma soprattutto, grazie al passaggio di testimone tra i grandi artisti che l’hanno resa concretamente la voce dell’America.
Resumo:
Questo lavoro nasce dalla mia curiosità di comprendere le vicende che hanno sconvolto Hong Kong da settembre 2014 fino ad oggi con l’obiettivo di cogliere le cause principali che hanno innescato le proteste degli abitanti dell’isola. Il mio elaborato è composto da due capitoli: il primo, riguardante la storia di Hong Kong, ne ripercorre tutte le fasi principali: dalla scoperta dell’isola da parte delle navi inglesi fino alla cosiddetta “Rivoluzione degli Ombrelli”, passando per il 1997, anno in cui Hong Kong ritorna alla Cina; il secondo capitolo è dedicato all’analisi terminologica condotta su un corpus di 177,671 token e 15,832 types creato il 5 Maggio 2015 utilizzando i software BootCat e Antconc. L’analisi terminologica ha come scopo quello di analizzare espressioni e termini riguardanti le proteste di Hong Kong, scoppiate il 28 Settembre 2014, per osservare in che modo il linguaggio politico e i simboli della protesta abbiano condizionato la percezione di questi avvenimenti da parte dell’opinione pubblica cinese ed internazionale. Infine, ho organizzato i termini più significativi in schede terminologiche che ho inserito nell’appendice. Gli obiettivi del mio elaborato sono quelli di presentare le recenti rivolte di Hong Kong che, a mio avviso, non hanno avuto una grande risonanza nel nostro paese, cercando di approfondirne gli aspetti più salienti. Inoltre ho scelto di trattare questo argomento perché analizzare le relazioni tra la Cina e una delle proprie “aree periferiche” permette di osservare la politica, la società e la cultura cinese da un punto di vista affascinante e inusuale.
Resumo:
La relación entre etnicidad y poder ocupa un lugar central en la trayectoria de los países andinos. Esta relación, de origen colonial, ha trazado las fronteras sociales de inclusión y exclusión en los procesos de construcción nacional, durante los siglos XIX y XX, y continúa siendo decisiva en el debate político actual en diferentes escenarios de la región andina. Los estudios incluidos en este volumen asumen que la identidad étnica es una construcción social, históricamente situada, variable y de carácter relaciona!´ Esta compilación se propuso alentar la investigación sobre la presencia de actores y semánticas étnicas en el espacio político del Ecuador y de la América Andina. Los dieciséis estudios que integran este volumen han sido agrupados en cinco secciones: enfoques generales; perspectivas históricas; etnicidad y protesta social; etnicidad y participación política; y etnicidad y religión. Este libro pone a disposición del público las ponencias presentadas en el Coloquio Internacional “El reto de la etnicidad en espacio político (siglos XIXXXI)”; realizado en Quito (2005) y organizado por la Universidad de Bielefeld (Alemania) y la Universidad Andina Simón Bolívar (Ecuador), dentro del convenio de cooperación académica impulsado por ambas instituciones. El evento reunió a un grupo de investigadores provenientes de diferentes países (Colombia, Ecuador, Perú, Bolivia, Canadá, Estados Unidos, Suecia, Francia y Alemania) y de varias disciplinas sociales (historiadores, antropólogos, sociólogos y politólogos).
Resumo:
En este artículo reconstruiremos la rebelión de los mocovíes de San Javier en 1904, caracterizada por en su época como un "malón de índios", es decir, como una irrupción de un grupo de "salvajes" con planes de destrucción. Consideramos, en cambio, que este conflicto no debe pensarse como un episodio aislado, sino como parte de un contexto más amplio conformado por la problemática aborigen en el período de consolidación del Estado nacional. Entendemos la noción de "rebelión" como un proceso complejo en el que se ponen juego aspectos políticos, económicos, sociales y religiosos vinculándose tanto a una protesta contra las imposiciones del Estado como a un movimiento de tipo milenarista. Analizaremos dicha rebelión, a partir de la prensa de la época, en la cual identificamos interpretaciones sobre la misma, así como diversas concepciones sobre la cuestión indígena que se planteaban entre distintos sectores de la sociedad mayor.
Resumo:
En el presente escrito exploramos aspectos de la historia del rock argentino rastreando características que nos permitan señalar algunas ideas en relación con la conformación de determinadas producciones artísticas como "espacios de resistencia". En este caso, definiremos la idea de "espacio de resistencia" como aquellas producciones del rock argentino que proporcionan algún tipo de respuesta o vìa de canalizaciòn a las presiones que ejerce el hàbitat local en lo cotidiano. Esas posibles vías de canalizaciòn serían -desde nuestra perspectiva- la posibilidad de recuperar la voluntad de búsqueda de posibles salidas a determinadas realidades acuciantes. Ese pensar creativo que proporciona una expresiòn-en este caso musical- creemos que contribuye a la postulaciòn de una identidad que forma parte de nuestra historia latinoamericana, intentando la cristalizaciòn de un "nosotros" que busca afirmarse como sujeto de transformaciòn de necesidades planteadas en un contexto determinado.
Resumo:
Este video es parte de una serie de producciones realizadas por alumnos de la Carrera de Comunicación Social de la UNCuyo, como trabajo final de la Cátedra de Televisión y Medios Audiovisuales en el año 2006. Los mismos participaron de una muestra audiovisual en el Cine de la Universidad en agosto de 2007. Son trabajos periodísticos y documentales de alumnos avanzados de la carrera, en formato profesional, abordando temáticas sociales, políticas, culturales y de arte, haciendo visible realidades y personajes de la provincia. Según alumnos y docentes, estos videos “van al encuentro del público mendocino para que nos conozca, critique, reflexione, sonría y se emocione…" YPEFIANOS es un documental que muestra la realidad de los ex-trabajdores de YPF y su protesta por la privatización y las consecuencias negativas que esta medida trajo.
Resumo:
A partir de la transformación del modelo productivo, durante la implementación del modelo neoliberal en la Argentina, cambió la estructura social y por ello la mayor parte de la población se vio afectada por el desempleo, la flexibilización laboral, la destrucción de las políticas públicas de integración social, la violencia social y el consumismo, entre otros problemas sociales. El Estado que había sido considerado, hasta la implementación del modelo mencionado, como el principal responsable de resolver las demandas sociales, no pudo seguir haciéndolo de forma eficaz y por ello surgieron, en el ámbito de un nuevo espacio público, otras organizaciones sociales. Estos nuevos actores aparecieron con la fuerza de la protesta social aunque encontraron el límite de sus acciones en el contexto social y económico que los excedía. Una de estas organizaciones tuvo y tiene un carácter distintivo no sólo por su dimensión institucional, sino también por su capacidad de influir en los ámbitos políticos de decisión, donde las otras organizaciones del “tercer sector" pocas veces pudieron participar. Dicha institución es la Universidad Pública, ¿La Universidad Pública?. Sí, esa institución con base territorial, capaz de formar profesionales, investigar las problemáticas que impiden el desarrollo local y articular políticamente los intereses del Estado Nacional, Provincial, Municipal, Empresas, ONG´s, y la sociedad civil toda. En este nuevo contexto social, las universidades públicas debieron desarrollar nuevas herramientas para articularse con el medio social donde están insertas. Estas nuevas acciones las obligaron a volver a debatir sobre su rol social, basándose en la interrelación de la tríada universitaria: formación, investigación y extensión.
Resumo:
En el presente artículo pretendemos indagar sobre las diversas maneras en que fue mencionado e interpretado el episodio de protesta mediante corte de rutas acontecido en noviembre de 2000 en el norte de la provincia de Salta, en el marco de un extenso proceso de luchas que comienzan a mediados de la década de 1990. El estudio se basa en las representaciones que fueron divulgadas por dos medios masivos de información (Clarín y El Tribuno). Reconstruiremos, mediante la lectura crítica de las noticias, las caracterizaciones sobre los protagonistas de la protesta, quiénes fueron sus emisores, los momentos en que fueron realizadas, etc. En tal sentido, el objetivo será elucidar el modo en que enfrentamientos físicos y simbólicos, lejos de estar divorciados, se condicionan mutuamente.
Resumo:
Durante el ciclo de movilizaciones populares, intensificado a partir de las jornadas del 19 y 20 de diciembre de 2001, en la provincia de Mendoza se generlizan las protestas por la reducción del gasto político dirigidas, principalmente, hacia los Concejos Deliberantes municipales. Este trabajo tiene por objeto la comprensión y explicación de las protestas de impugnación a la política desarrolladas en los municipios de Luján de Cuyo, Godoy Cruz y Maipú entre diciembre de 2001 y marzo de 2002. Análisis inserto en la problemática teórica sobre comportamiento colectivo y movilización social en las Ciencias Sociales.
Resumo:
Desde la implementación del modelo neoliberal, los nuevos grupos sociales excluidos del mundo laboral, educativo y cultural, empezaron a hacer visibles sus demandas a través de nuevas modalidades de protesta marcando una diferencia con los viejos movimientos sociales ligados a una clase social definida y con fuerte tradición política. Se observa a nivel regional un notable protagonismo y crecimiento de nuevos movimientos sociales, organizaciones no gubernamentales, agrupaciones artísticas, manifestaciones culturales, etc. que pasan a ocupar el vacío que deja el estado. El surgimiento de estos movimientos ha ido tejiendo un entramado social complejo, que al tiempo que fortalece la sociedad civil fomenta a los individuos a la participación social y a involucrarse en prácticas colectivas que permanecían inhibidas tras décadas de represión militar. Este trabajo se centra en un estudio de caso para analizar el fenómeno: el caso del grupo de teatro comunitario Res o no Res en el barrio de Mataderos.Sin intención de generalizar la práctica de teatro comunitario ni de homogeneizar las particularidades que presenta cada grupo, se parte de la idea de que las características distintivas de este fenómeno lo ubican dentro de lo que se llama movimientos culturales contrahegemónicos, en tanto se proponen cambiar la visión del mundo que se presenta como dada y guardan en su seno el germen de un nuevo modelo de organización social. Además, se reconoce aquí como una forma de teatro popular o de teatro crítico en la medida en que se ubica en una posición antagónica a la de la clase dominante dentro del campo de la lucha ideológica de clases.
Resumo:
La producción de José Martí como cronista en los Estados Unidos para los diarios latinoamericanos El Partido Liberal, de México, y La Nación, de Argentina, estaba sujeta a diversas políticas editoriales. Hasta ahora estos mecanismos que condicionaban su obra no han sido estudiados para comprender un giro radical en su pensamiento. El 2 de setiembre de 1886, Martí escribió para La Nación una crónica acerca de los trágicos acontecimientos que se desencadenaron en Chicago, tras una protesta de trabajadores. En esa, Martí no duda de la responsabilidad de líderes anarquistas por la muerte de un policía. Sin embargo, en una segunda crónica enviada un año después, Martí presenta un giro radical en su apreciación de los anarquistas y critica las causas que los habían empujado a radicalizar el movimiento obrero. El presente ensayo revela cómo Martí modifica su posición al escribir bajo distintos sistemas de autorización y analiza la estrategia narrativa que emplea el escritor para surcar soterradamente estas presiones. El contenido de la segunda crónica para La Nación es analizado como la materialización de la voluntad autonómica del escritor modernista. Una afirmación que marca un clivaje crucial en su trayectoria que al poco tiempo lo conduciría a participar en la guerra de independencia de Cuba en 1895.