995 resultados para Domenico Gnoli


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Recentemente è stato proposto che i premotoneuroni simpatici deputati al controllo della vasomozione cutanea siano localizzati nel bulbo rostoventromediale, una area che è delimitata rostralmente dal nucleo del nervo faciale (RVMM(io)) e causalmente dal polo rostrale del nucleo olivare inferiore (RVMM(io)). Per esplorare il ruolo che in neuroni contenuti nel RVMM(io) e nel (RVMM(fn) hanno nel controllare la vasomozione periferica, sono state effettuate in ciascuna delle due aree microiniezioni dell’agonista dei recettori GABAA muscimolo, dell’antagonista dei recettori GABAA bicucullina metiodide e di veicolo. La somministrazione di mucimolo induce una massiva vasodilatazione periferica sia se iniettato in RVMM(io) che in RVMM(fn). La disinibizione dei neuroni del RVMM(fn) produce invece una importate vasocostrizione periferica, antagonizzando la vasodilatazione indotta dall’esposizione ad alte temperature ambientali, mentre la disinibizione dei neuroni del RVMM(io) produce una vasodilatazione massimale, che è in grado di antagonizzare anche la vasocostrizione indotta da esposizione a bassa temperatura ambientale. L’inibizione sia dei neuroni del RVMM(io) che del RVMM(fn) induce inoltre modificazioni elettroencefalografiche e ipniche comparabili con quelle osservate durante il torpore. La somministrazione di muscimolo ha prodotto una rapida vasodilatazione periferica, seguita da una profonda ipotermia a da uno spostamento verso sinistra della banda Theta dell’EEG. Durante il periodo di ipotermia, la comparsa sia di sonno NREM che di sonno REM è risultata essere inibita. Questi dati mostrano che: a) a due popolazioni di premotoneuroni simpatici sono localizzati nella regione che va dal RVMM(io) al RVMM(fn), una termoregolatoria, tonicamente attiva e vasocostrittoria, l’altra non termoregolatoria, tonicamente inibita e vasodilatatoria; b) anche in una specie che non è va spontaneamente incontro a torpore, l’ipotermia centrale produce effetti elettroencefalografici simili a quelli osservati durante il torpore.

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Protocolli e metodologie di caratterizzazione di un sistema di misura di segnali fluorescenti in microscopia ottica

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Descrizione e analisi di una nuova proprietà del Dna: l'induzione di segnali elettromagnetici a bassa frequenza da parte di Dna in soluzione.

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Nelle coste dell’Adriatico nord-occidentale il manifestarsi di eventi mucillaginosi, dovuti alla microalga Gonyaulax fragilis, negli ultimi anni ha assunto andamenti più frequenti. Ciò ha creato numerose problematiche sia ambientali che legate alle attività produttive. L’obiettivo del lavoro è quello di ricercare i fattori che influenzano la comparsa, lo sviluppo e la persistenza degli aggregati mucillaginosi nella fascia di mare studiata. Sono stati analizzati (per gli anni 2002 – 2003 – 2005 - 2012) i dati registrati dalle campagne di monitoraggio della Struttura Oceanografica Daphne - ARPA ER dal Po di Goro a Cattolica. Sono stati individuati 4 transetti e 12 stazioni di monitoraggio, le più adatte allo studio per via delle loro caratteristiche e della loro distribuzione spaziale. La salinità, la temperatura, la clorofilla “a” e la profondità sono state relazionate, attraverso analisi statistiche, alla presenza/assenza dell’evento mucillaginoso, alla sua intensità ed alla sua persistenza. I risultati indicano che la salinità e la densità dell’aggregato (quest’ultima legata alla profondità) influenzano sia lo svilupparsi che il progredire dell’evento mucillaginoso a differenza della clorofilla “a” e della temperatura. Lo studio attira anche l’attenzione sull’idrodinamismo e sulle condizioni “ecologiche” che possono favorire la comparsa della dinoflagellata Gonyaulax fragilis, fattori ritenuti fondamentali sia per gli aspetti conoscitivi della dinamica del fenomeno che per quelli previsionali.

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Charmless charged two-body B decays are sensitive probes of the CKM matrix, that parameterize CP violation in the Standard Model (SM), and have the potential to reveal the presence of New Physics. The framework of CP violation within the SM, the role of the CKM matrix, with its basic formalism, and the current experimental status are presented. The theoretical tools commonly used to deal with hadronic B decays and an overview of the phenomenology of charmless two-body B decays are outlined. LHCb is one of the four main experiments operating at the Large Hadron Collider (LHC), devoted to the measurement of CP violation and rare decays of charm and beauty hadrons. The LHCb detector is described, focusing on the technologies adopted for each sub-detector and summarizing their performances. The status-of-the-art of the LHCb measurements with charmless two-body B decays is then presented. Using the 37/pb of integrated luminosity collected at sqrt(s) = 7 TeV by LHCb during 2010, the direct CP asymmetries ACP(B0 -> Kpi) = −0.074 +/- 0.033 +/- 0.008 and ACP(Bs -> piK) = 0.15 +/- 0.19 +/- 0.02 are measured. Using 320/pb of integrated luminosity collected during 2011 these measurements are updated to ACP(B0 -> Kpi) = −0.088 +/- 0.011 +/- 0.008 and ACP(Bs -> piK) = 0.27 +/- 0.08 +/- 0.02. In addition, the branching ratios BR(B0 -> K+K-) = (0.13+0.06-0.05 +/- 0.07) x 10^-6 and BR(Bs -> pi+pi-) = (0.98+0.23-0.19 +/- 0.11) x 10^-6 are measured. Finally, using a sample of 370/pb of integrated luminosity collected during 2011, the relative branching ratios BR(B0 -> pi+pi-)/BR(B0 -> Kpi) = 0.262 +/- 0.009 +/- 0.017, (fs/fd)BR(Bs -> K+K-)/BR(B0 -> Kpi)=0.316 +/- 0.009 +/- 0.019, (fs/fd)BR(Bs -> piK)/BR(B0 -> Kpi) = 0.074 +/- 0.006 +/- 0.006 and BR(Lambda_b -> ppi)/BR(Lambda_b -> pK)=0.86 +/- 0.08 +/- 0.05 are determined.

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Questo lavoro di tesi, svolto presso AVIO S.P.A, sede di Colleferro (RM), divisione spazio, si inserisce all'interno del progetto Theseus, che ha come scopo finale lo sviluppo di un dimostratore di un motore ibrido a combustibile solido e ossidante gassoso. In particolare, in questo momento è richiesto un codice di calcolo, preciso ma allo stesso tempo abbastanza contenuto nei tempi di calcolo, che permetta l'analisi e le previsioni della balistica interna di tale motore ibrido. Il codice di calcolo si basa su una versione già esistente per i motori a solido (CUBIC) scritto in ambiente FORTRAN, ed è stato riadattato ai motori ibridi. In particolare è stata scritta una routine per il calcolo della velocità di combustione che tiene conto di diversi fattori, tra cui blowing e il fenomeno di entrainment presente in superficie. Sempre per quanto riguarda la velocità di combustione, nel suo calcolo si tiene conto dell'impingement dell'iniettore sul grano e del valore locale (per quanto riguarda la temperatura di fiamma) dell'O/F. Inoltre è stato anche modellato il comportamento termodinamico delle eventuali protezioni termiche presenti internamente al motore, considerando tutti i fenomeni di pirolisi e ablazione che caratterizzano tali materiali. In fine il modello completo è stato testato e validato grazie al fatto che si disponeva di alcuni tiri al banco di un motore ibrido, effettuati presso il dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell'Università di Napoli Federico II.

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The objective of this thesis was to study the response mechanisms of grapevine to Fe-deficiency and to potential Fe chlorosis prevention strategies. The results show that the presence of bicarbonate in the nutrient solution shifted the activity of PEPC and TCA cycle enzymes and the accumulation/translocation of organic acids in roots of Fe-deprived plants. The rootstock 140 Ruggeri displayed a typical behavior of calcicole plants under bicarbonate stress. The Fe chlorosis susceptible rootstock 101-14 reacted to a prolonged Fe-deficiency reducing the root activity of PEPC and MDH. Noteworthy, it accumulates high levels of citric acid in roots, indicating a low capacity to utilizing, transporting and/or exudating organic acids into the rhizosfere. In contrast, 110 Richter rootstock is capable to maintain an active metabolism of organic acids in roots, accumulating them to a lesser extent than 101-14. Similarly to 101-14, SO4 genotype displays a strong decrease of mechanisms associated to Fe chlorosis tolerance (PEPC and MDH enzymes). Nevertheless it is able to avoid excessive accumulation of citric acid in roots, similar as 110 Richter rootstock. Intercropping with Festuca rubra increased leaf chlorophyll content and net photosynthesis. In addition, intercropping reduces the activity of PEPC in roots, similary to Fe-chelate supply. Applications of NH4+ with nitrification inhibitor prevents efficiently Fe-deficiency, increases chlorophyll content, and induces similar root biochemical responses as Fe-EDDHA. Without the addition of nitrification inhibitors, the effectiveness of NH4+ supply on Fe chlorosis prevention resulted significantly lower. The aspects intertwined in this investigation highlight the complexity of Fe physiology and the fine metabolic tuning of grapevine genotypes to Fe availability and soil-related environmental factors. The experimental evidences reveal the need to carry out future researches on Fe nutrition maintaining a continous flow of knowledge between theoretical and agronomical perspectives for fully supporting the efforts devoted to convert science into practice.

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La tesi è organizzata in 4 capitoli: -nel primo vengono brevemente riferite le patologie associate all’infezione da PCV2 con particolare riferimento all’iter diagnostico ed al ruolo rivestito dall’esame istologico e dalla identificazione dell’agente eziologico in situ contestualmente alle lesioni istologiche; -nel secondo viene presentato un iter diagnostico originale da applicare in condizioni di campo, qualora si voglia accertare la presenza del PCV2 nei tessuti dei prodotti di natimortalità/aborto del suino. In specifico si riferisce all’applicazione del protocollo in 2 aziende ed i risultati vengono analizzati per una revisione critica del protocollo impiegato; -nel terzo vengono presentati i risultati di un protocollo di infezione con PCV2 per via genitale tramite seme infetto. Scrofe convenzionali sono state sincronizzate per l’estro e fecondate con un’unica dose di seme PCV2 negativo alla PCR (gruppo controlli) o sperimentalmente esposto al PCV2 (gruppo infette). I risultati vengono analizzati in funzione delle ripercussioni che l’infezione precoce in gravidanza può produrre sulla scrofa (mancata gravidanza, ritorno in calore), sui feti e sugli invogli fetali. Viene stabilito il ruolo protettivo degli anticorpi circolanti al momento dell’infezione, stante l’evenienza che un basso titolo anticorpale si associa a viremia prolungata e maggiore numero di feti positivi al virus; -nel quarto viene presentato un esperimento sovrapponibile a quello riferito nel capitolo 3, però con la presenza anche di un gruppo di soggetti convenzionali vaccinati ed infettati con PCV2 durante la fecondazione artificiale usando seme sperimentalmente esposto al virus. Nella discussione dei risultati vengono enfatizzati 2 aspetti importanti nell’epidemiologia dell’infezione da PCV2: la eliminazione di virus è fortemente ridotta dalla vaccinazione, con conseguenze verosimilmente positive sulla circolazione del virus negli effettivi dell’allevamento; l’esposizione uterina è protetta dalla vaccinazione, stante la bassa percentuale di placente infette nel gruppo dei soggetti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati e nei controlli.

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Nell’ambito della presente tesi verrà descritto un approccio generalizzato per il controllo delle macchine elettriche trifasi; la prima parte è incentrata nello sviluppo di una metodologia di modellizzazione generale, ossia in grado di descrivere, da un punto di vista matematico, il comportamento di una generica macchina elettrica, che possa quindi includere in sé stessa tutte le caratteristiche salienti che possano caratterizzare ogni specifica tipologia di macchina elettrica. Il passo successivo è quello di realizzare un algoritmo di controllo per macchine elettriche che si poggi sulla teoria generalizzata e che utilizzi per il proprio funzionamento quelle grandezze offerte dal modello unico delle macchine elettriche. La tipologia di controllo che è stata utilizzata è quella che comunemente viene definita come controllo ad orientamento di campo (FOC), per la quale sono stati individuati degli accorgimenti atti a migliorarne le prestazioni dinamiche e di controllo della coppia erogata. Per concludere verrà presentata una serie di prove sperimentali con lo scopo di mettere in risalto alcuni aspetti cruciali nel controllo delle macchine elettriche mediante un algoritmo ad orientamento di campo e soprattutto di verificare l’attendibilità dell’approccio generalizzato alle macchine elettriche trifasi. I risultati sperimentali confermano quindi l’applicabilità del metodo a diverse tipologie di macchine (asincrone e sincrone) e sono stati verificate nelle condizioni operative più critiche: bassa velocità, alta velocità bassi carichi, dinamica lenta e dinamica veloce.