998 resultados para Conti, Andrea, 1777-1840.


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

[ES] Se estudia la capacidad de retorno al lugar de origen en Anemonia sulcata en su medio natural. Treinta y dos individuos fueron marcados en charcas intermareales, de los cuales 20 fueron desplazados, 5 y 10cm, de sus posiciones originales. Posteriormente se observó el movimiento de todos ellos en las siguientes 48h. De todas las anémonas trasladadas, un único individuo volvió exactamente a su lugar de origen recorriendo, en las primeras 24h, los 10cm que había sido desplazado. Con los resultados obtenidos en este trabajo, Anemonia sulcata no parece presentar fidelidad por un lugar en concreto dentro de su charca. Al ser trasladado desde su lugar inicial, simplemente busca un nuevo punto de fijación y lo hace tomando una dirección aleatoria. A falta de estudios más exhaustivos, se puede afirmar que esta especie no presenta comportamiento de homing.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Cartella con i lucidi utilizzati a lezione e materiali allegati Modulo 1: lezioni 16-24

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Fonte ISTAT, comunicati tavole dadi: materiale libero citando la fonte.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

ISTAT: Comunucati, tavole, metodologie, materiali liberi citando la fonte

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Lucidi oer il primo modulo, versione 2006-2007

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Lucidi usati a lezione a materiali connessi Modulo 1: lesioni 25-30

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Modulo 2, versione per i frequentanti dell'AA 2006-2007 e precedenti

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Modulo 2, versione per i frequentanti dell'AA 2007-2008 (solo per studenti con 9 crediti nel piano di studio)

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

[ES] En los años 1840-1865, el abordaje gubernamental del consumo de bebidas embriagantes transitó desde una perspectiva en que predominaba la visión de la moral pública, escandalizada por los excesos en la embriaguez, hacia otra en la que se impuso la necesidad de maximizar los ingresos fiscales derivados de la fabricación y venta de aguardiente y chicha. Este giro tiene como telón de fondo el tránsito del monopolio estatal de ambas bebidas al ámbito privado y la defensa que los pueblos de indios hicieron de su consumo, en un momento de transición social y económica hacia el Estado agroexportador cafetalero.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi parte da un evento “minore” della storia del XIX secolo per tendere, poi, ad alcuni obiettivi particolari. L’evento è costituito da uno strano funerale postumo, quello di Piero Maroncelli, carbonaro finito alla Spielberg, graziato, poi emigrato in Francia e in America, il cui corpo viene sepolto a New York nell’estate del 1846. Quarant’anni dopo, nel 1886, i resti di Maroncelli vengono esumati e – attraverso una “trafila” particolare, di cui è protagonista la Massoneria, da una sponda all’altra dell’Atlantico – solennemente trasferiti nella città natale di Forlì, dove vengono collocati nel pantheon del cimitero monumentale, inaugurato per l’occasione. Gli eventi celebrativi che si consumano a New York e a Forlì sono molto diversi fra loro, anche se avvengono quasi in contemporanea e sotto regie politiche ispirate dal medesimo radicalismo anticlericale. E’ chiaro che Maroncelli è un simbolo e un pretesto: simbolo di un’italianità transnazionale, composta di un “corpo” in transito, fuori dello spazio nazionale, ma appartenente alla patria (quella grande e quella piccola); pretesto per acquisire e rafforzare legami politici, mercè mobilitazioni di massa in un caso fondate sul festival, sulla festa en plein air, nell’altro sui rituali del cordoglio per i “martiri” dell’indipendenza. L’opportunità di comparare questi due contesti – l’Italia, colta nella sua periferia radicale e la New York della Tammany Hall -, non sulla base di ipotesi astratte, ma nella concretezza di un “caso di studio” reale e simultaneo, consente di riflettere sulla pervasività dell’ideologia democratica nella sua accezione ottocentesca, standardizzata dalla Massoneria, e, d’altro canto, sui riti del consenso, colti nelle rispettive tipicità locali. Un gioco di similitudini e di dissomiglianze, quindi. Circa gli obiettivi particolari – al di là della ricostruzione del “caso” Maroncelli -, ho cercato di sondare alcuni temi, proponendone una ricostruzione in primo luogo storiografica. Da un lato, il tema dell’esilio e del trapianto delle esperienze di vita e di relazione al di fuori del proprio contesto d’origine. Maroncelli utilizza, come strumento di identitario e di accreditamento, il fourierismo; la generazione appena successiva alla sua, grazie alla Giovine Italia, possiede già un codice interno, autoctono, cui fare riferimento; alla metà degli anni Cinquanta, ad esso si affiancherà, con successo crescente, la lettura “diplomatica” di ascendenza sabauda. Dall’altro, ho riflettuto sull’aspetto legato ai funerali politici, al cordoglio pubblico, al trasferimento postumo dei corpi. La letteratura disponibile, al riguardo, è assai ricca, e tale da consentire una precisa classificazione del “caso” Maroncelli all’interno di una tipologia della morte laica, ben delineata nell’Italia dell’Ottocento e del primo Novecento. E poi, ancora, ho preso in esame le dinamiche “festive” e di massa, approfondendo quelle legate al mondo dell’emigrazione italiana a Mew York, così distante nel 1886 dall’élite colta di quarant’anni prima, eppure così centrale per il controllo politico della città. Dinamiche alle quali fa da contrappunto, sul versante forlivese, la visione del mondo radicale e massonico locale, dominato dalla figura di Aurelio Saffi e dal suo tentativo di plasmare un’immagine morale e patriottica della città da lasciare ai posteri. Quasi un’ossessione, per il vecchio triumviro della Repubblica romana (morirà nel 1890), che interviene sulla toponomastica, sull’edilizia cemeteriale, sui pantheon civico, sui “ricordi” patriottici. Ho utilizzato fonti secondarie e di prima mano. Anche sulle prime, quantitativamente assai significative, mi sono misurata con un lavoro di composizione e di lettura comparata prima mai tentato. La giustapposizione di chiavi di lettura apparentemente distanti, ma giustificate dalla natura proteiforme e complicata del nostro “caso”, apre, a mio giudizio, interessanti prospettive di ricerca. Circa le fonti di prima mano, ho attinto ai fondi disponibili su Maroncelli presso la Biblioteca comunale di Forlì, alle raccolte del Grande Oriente d’Italia a Roma, a periodici italoamericani assai rari, sparsi in diverse biblioteche italiane, da Milano a Roma. Mi rendo conto che la quantità dei materiali reperiti, sovente molto eterogenei, avrebbero imposto una lettura delle fonti più accurata di quella che, in questa fase della ricerca, sono riuscita a condurre. E’ vero, però, che le suggestioni già recuperabili ad un’analisi mirata al contenuto principale – le feste, la propaganda, il cordoglio – consentono la tessitura di una narrazione non forzata, nella quale il ricordo della Repubblica romana viaggia da una sponda all’altra dell’Atlantica, insieme ai resti di Maroncelli; nella quale il rituale massonico funge da facilitatore e da “mediatore culturale”; nella quale, infine, il linguaggio patriottico e la koinè democratica trans-nazionale riescono incredibilmente a produrre o a incarnare identità. Per quanto tempo? La risposta, nel caso forlivese, è relativamente facile; in quello della “colonia” italiana di New York, presto alterata nella sua connotazione demografica dalla grande emigrazione transoceanica, le cose appaiono più complesse. E, tuttavia, nel 1911, cinquantesimo dell’Unità, qualcuno, nella grande metropoli americana, si sarebbe ricordato di Maroncelli, sia pure in un contesto e con finalità del tutto diverse rispetto al 1886: segno che qualcosa, sotto traccia, era sopravvissuto.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il progetto di tesi vede come oggetto l’insediamento minerario zolfifero di Formignano. Il lotto si trova in un parco naturalistico di grande bellezza, all’interno di un fitto sistema di itinerari cicloturistici che attirano appassionati da tutta Italia. La storia di questo luogo è stata ricostruita grazie ai rilievi effettuati nel 1985 da Giordano Conti e grazie alle fonti dell’Archivio Storico di Cesena, che hanno permesso uno studio approfondito del complesso di edifici, dei suoi momenti di accrescimento e del rapporto con il parco circostante. L’analisi è proseguita con una fase di ricerca puntuale sulla consistenza materica dei fabbricati e di indagine dello stato di conservazione. Il complesso sistema di edifici si trova in uno stato di conservazione precario dove le strutture sono fortemente compromesse. Questo ha portato all’elaborazione di un programma di rifunzionalizzazione dell’insediamento e alla definizione di molteplici interventi che si adattassero ad ogni caso specifico. L’idea di base prevede una valorizzazione del lotto e del parco naturalistico che lo circonda, realizzando un centro polifunzionale. Da queste ricerche e questi studi sull’insediamento sono emerse le principali criticità che hanno portato alla definizione di un progetto che vede l’utilizzo di due macrocategorie di interventi, applicati a due edifici, e applicabili a tutto il lotto: da una parte, per gli edifici in buono stato di conservazione, si prevedono operazioni dedicate alla manutenzione e al restauro vero e proprio delle strutture; dall’altra parte, per gli edifici di cui rimangono solo pochi resti, si prevedono opere legate alla riprogettazione. Secondo questa logica si è realizzato un progetto che miri alla valorizzazione, al recupero e alla riprogettazione dell’insediamento, e che possa avere sempre un atteggiamento di rispetto per l’identità dei manufatti e del parco in cui è inserito.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Igor Stravinskij (1882-1971) utilizzò di sovente fonti preesistenti come parte integrante del proprio artigianato compositivo. In questa tesi dottorale ho studiato il processo creativo di Stravinskij negli anni Venti sulle musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893). Nella prima parte della dissertazione ho indagato la Sleeping Princess (1921) e il successivo Mariage d’Aurore (1922-1929), entrambi allestiti dai Ballets russes di Sergej Djagilev (1872-1929). Dopo aver localizzato e contestualizzato le fonti manoscritte e i materiali d’uso, ho ricostruito le ri-orchestrazioni effettuate da Stravinskij della Danse russe (Coda del Pas de deux n. 28) e del Presto del Finale (n. 30), che erano a tutt’oggi inedite. La ricerca sulla Sleeping Princess si è rivelata fondamentale per la conseguente analisi del Baiser de la Fée (1928, Ballets de Mme Ida Rubinstein), balletto basato su pezzi pianistici e romanze per voce e pianoforte di Čajkovskij. Grazie allo studio dello Skizzenbuch VIII, della partitura pianistica manoscritta e di tutte le fonti rinvenute, ho gettato ulteriore luce sul processo compositivo di Stravinskij sulle fonti čajkovskiane. Ho rinvenuto nuove appropriazioni che finora non erano note.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il Palazzo delle Cento Finestre è situato nel comune di Sarsina, sulla sommità del colle prospiciente la città, in una posizione strategica da cui si domina gran parte della valle. E' sorto come presidio militare in età medievale (è già citato nella "Descriptio Romandiole" del 1371 con il nome "Castrum Casalecli"), ma ha visto nel corso della storia il succedersi di numerose trasformazioni. Nel Cinquecento, con l'avvento dei nuovi signori, i Conti Bernardini della Massa, è stato trasformato in palazzo e residenza nobiliare e, nell'Ottocento, a seguito della morte dell'ultima erede della famiglia Bernardini, il palazzo è stato convertito in casa colonica e negli anni è diventato residenza di più nuclei familiari. Nonostante le numerose trasformazioni subite, il manufatto conserva il proprio fascino storico a partire dall'androne di ingresso, coperto da una volta a botte su cui sono ancora visibili tracce di alcuni affreschi, da qui è possibile accedere al cortile interno o entrare nella piccola chiesa, nella quale è visibile la tomba del conte Achille Bernardini. All'interno si sono conservati preziosi ambienti, tra cui stanze voltate su tutti i piani, un nobile scalone in pietra ed un ampio salone contenente un camino su cui è scolpito lo stemma dei Conti Bernardini. Il progetto di conservazione e valorizzazione prevede l'inserimento di un ristorante al piano terra, un B&B al primo piano e di una cantina-enoteca al piano seminterrato. In questo modo vengono rispettate le destinazioni d'uso originarie del palazzo, permettendo di limitare il più possibile l'invasività degli interventi previsti. Sono stati approfonditi il tema impiantistico, tramite un accurato rilievo degli impianti esistenti e il progetto di nuove soluzioni integrate, e paesaggistico, con la riorganizzazione dell'area circostante il manufatto e il progetto di percorsi nel bosco limitrofo.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Per Viollet-le-Duc lo “stile” «è la manifestazione di un ideale fondato su un principio» dove per principio si intende il principio d’ordine della struttura, quest’ultimo deve rispondere direttamente alla Legge dell’”unità” che deve essere sempre rispettata nell’ideazione dell’opera architettonica. A partire da questo nodo centrale del pensiero viollettiano, la presente ricerca si è posta come obiettivo quello dell’esplorazione dei legami fra teoria e prassi nell’opera di Viollet-le-Duc, nei quali lo “stile” ricorre come un "fil rouge" costante, presentandosi come una possibile inedita chiave di lettura di questa figura protagonista della storia del restauro e dell’architettura dell’Ottocento. Il lavoro di ricerca si é dunque concentrato su una nuova lettura dei documenti sia editi che inediti, oltre che su un’accurata ricognizione bibliografica e documentaria, e sullo studio diretto delle architetture. La ricerca archivistica si é dedicata in particolare sull’analisi sistematica dei disegni originali di progetto e delle relazioni tecniche delle opere di Viollet-le- Duc. A partire da questa prima ricognizione, sono stati selezionati due casi- studio ritenuti particolarmente significativi nell’ambito della tematica scelta: il progetto di restauro della chiesa della Madeleine a Vézelay (1840-1859) e il progetto della Maison Milon in rue Douai a Parigi (1857-1860). Attraverso il parallelo lavoro di analisi dei casi-studio e degli scritti di Viollet- le-Duc, si è cercato di verificare le possibili corrispondenze tra teoria e prassi operativa: confrontando i progetti sia con le opere teoriche, sia con la concreta testimonianza degli edifici realizzati.