932 resultados para mosca soldado negro


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[EN]The present study describes the main embryonic stages and larval development, in culture conditions, of the almaco jack until the fifth day of life. Also a morphometric study of the eggs and larvae from induced spawning was realized. Larval hatching occurred at 36 hours from fertilization. At 60 hours after hatching, 100% of the larvae had their mouths open. At 72 hours all the larvae had a swimming bladder and a digestive tract sufficiently formed to start exogenous feeding.

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[ES] La finalidad de la presente investigación es estudiar los aspectos poético-musicales del espiritual negro en doce arreglos para coro mixto, elaborar una guía para el director referente a la interpretación de los espirituales seleccionados, determinar los problemas que las obras podrían presentar, proponer soluciones y poner en práctica con el Coro de la sede de Gran Canaria del Conservatorio Superior de Música de Canarias, tres de las doce piezas según los análisis propuestos.

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[ES] Entre 15 y 6 mil años atrás, durante la era del Neolítico, el nivel del Mar Mediterráneo subió entre 100 y 10 m. por debajo de su nivel actual. En esta época el Mar Negro era un lago de agua dulce (Lago Nuevo Euxino) que desembocaba en el Mar Egeo. Sin embargo, durante este periodo se fue secando poco a poco y el nivel de su superficie descendió a 150 mmetros por debajo de su nivel actual. Hace 7.150 años, tal vez gracias a la ayuda de un terremoto, el mar rompió el dique del Bósforo que separaba el Lago Nuevo Euxino del Mar Egeo. En un principio fue una pequeña corriente de agua salada que fluía a través del valle del Bósforo hacia el lago, pero en poco tiempo ésta se convirtió en un torrente y luego en un diluvio. Fue tanta la cantidad de agua salada que fluía a través del Bósforo que el nivel del lago subía ventricuatro centrímetros por día y se llenó en tan sólo dos años. Debido a esta inundación, los valles se convirtieron en trampas mortales y las personas que vivían en la periferia del lago se vieron obligados a evacuar sus hogares y ciudades y trasladarse a terrenos más altos, escapando hacia Europa, India, Mesopotamia, Armenia, Anatolia y Grecia. Algunos historiadores sostienen que los refugiados que llegaron a Egipto comenzaron la leyenda de la Atlántida. Según los profesores Ryan y Pitman, descubridores de la inundación del Mar Negro, todos los habitantes de esta diáspora hablaban un lenguaje similar, Indo-Europeo, y por ello explican las similitudes existentes entre el sánscrito, el alemán y el latín. Los profesores Ryan y Pitman proponen además en su libro que la inundación del Mar Negro, la devastación y la posterior diáspora es la base para el relato bíblico del Diluvio Univeral de Noé.

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Programa de doctorado: Formación del Profesorado

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La tesi ha come oggetto lo studio dei legami culturali posti in essere tra la Russia e l’Italia nel Settecento effettuato a partire dall’analisi del teatro di Arkhangelskoe (nei pressi di Mosca), ideato da Pietro Gonzaga. Ciò ha consentito di inquadrare l’atmosfera culturale del periodo neoclassico a partire da un’angolazione insolita: il monumento in questione, a dispetto della scarsa considerazione di cui gode all’interno degli studi di storia dell’arte, racchiude diverse ed interessanti problematiche artistiche. Queste ultime sono state tenute in debito conto nel processo dell’organizzazione della struttura del lavoro in relazione ai differenti livelli di analisi emersi in riferimento alla tematica scelta. Ogni capitolo rappresenta un punto di partenza che va utilizzato al fine di approfondire problematiche relative all’arte ed al teatro nei due Paesi, il tutto reso possibile grazie all’applicazione di un originale orientamento analitico. All’interno della tesi vengono infatti adoperati approcci e tecniche metodologiche che vanno dalla storia dell’arte all’analisi diretta dei monumenti, dall’interpretazione iconografica alla semiotica, per arrivare agli studi sociologici. Ciò alla fine ha consentito di rielaborare il materiale già noto e ampiamente studiato in modo convincente ed efficace, grazie al ragionamento sintetico adottato e alla possibilità di costruire paralleli letterari e artistici, frutto delle ricerche svolte nei diversi contesti. Il punto focale della tesi è rappresentato dalla figura di Pietro Gonzaga. Tra i decoratori e gli scenografi italiani attivi presso la corte russa tra il Settecento e l’Ottocento, questi è stato senza dubbio la figura più rilevante ed affascinante, in grado di lasciare una ricca eredità culturale e materiale nell’ambito dell’arte scenografica russa. Dimenticata per lungo tempo, l’opera di Pietro Gonzaga è attualmente oggetto di una certa riconsiderazione critica, suscitando curiosità e interesse da più parti. Guidando la ricerca su di un duplice binario, sia artistico che interculturale, si è quindi cercato di trovare alcune risonanze tra l’arte ed il pensiero di Gonzaga ed altre figure di rilievo non solo del suo secolo ma anche del Novecento, periodo in cui la cultura scenografica russa è riuscita ad affrancarsi dai dettami impartiti dalla lezione settecentesca, seguendo nuove ed originali strade espressive. In questo contesto spicca, ad esempio, la figura di Vsevolod Meyerchold, regista teatrale (uno dei protagonisti dell’ultimo capitolo della tesi) che ha instaurato un legame del tutto originale con i principi della visione scenica comunicati da Pietro Gonzaga. Lo sviluppo dell’argomento scelto ha richiesto di assumere una certa responsabilità critica, basandosi sulla personale sicurezza metodologica ed esperienza multidisciplinare al fine di tener conto dall’architettura, della teoria e della pratica teatrale – dalla conoscenza delle fonti fino agli studi del repertorio teatrale, delle specifiche artistiche locali, del contesto sociale dei due paesi a cavallo tra il ‘700 e l’‘800. Le problematiche toccate nella tesi (tra le quali si ricordano il ruolo specifico rivestito dal committente, le caratteristiche proprie della villa neoclassica russa, il fenomeno di ‘spettacoli muti’, la “teatralità” presente nel comportamento dei russi nell’epoca dei Lumi, la risonanza delle teorie italiane all’interno del arte russa) sono di chiara attualità per quanto concerne le ricerche relative al dialogo storico-artistico tra i due Paesi.

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"Ricordi di scuola", il più celebre e personale tra i romanzi del giornalista, scrittore, umorista, nonché vignettista Giovanni Mosca, è il diario di un giovane maestro delle scuole elementari nella Roma fascista degli anni ’30. Il libro presenta uno stile semplice, fresco e lineare e racconta gli episodi di un maestro elementare e dei suoi alunni. La figura prevalente è sicuramente quella del maestro, un uomo “speciale” dalla personalità gentile, disponibile e per nulla severo, come ci si potrebbe aspettare, data l’epoca in cui il romanzo è ambientato, dimostrandosi comprensivo ed indulgente con i propri alunni senza però dimenticare la sua funzione educativa. Dal punto di vista della didattica il maestro Mosca si mostra diverso, quasi “rivoluzionario”. E’ un maestro che non dà voti e non boccia, che critica il nozionismo, i problemi astrusi e le poesie a memoria. Il racconto si compone di ventuno episodi, nei quali l’autore non nasconde la sua simpatia nei confronti degli alunni per la loro fantasia e la loro candida immaginazione e la sua ironia e la sua disapprovazione nei confronti degli adulti, di quei “grandi” che pensano di possedere la saggezza e la verità, ma che spesso si rivelano personaggi più immaturi e fragili dei loro stessi alunni. L’elaborato si compone di: introduzione al libro, traduzione di alcuni capitoli in lingua spagnola e analisi delle difficoltá traduttive incontrate durante la stesura.

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