950 resultados para Prisiones-Francia
Resumo:
La tesi di ricerca si propone di esaminare due tipologie della canzone sociale nel XIX secolo, ed in particolare attorno al 1848. Lo studio del canto nei contesti presi in esame (l’Italia e la Francia) viene analizzato attraverso due piste di ricerca parallele tra loro. Da una parte si è utilizzato il concetto di sociabilité per conoscere i luoghi di produzione e di diffusione del canto (l’importanza della strada, dell’osteria, delle goguette parigine, degli chansonniers des rues e dei cantastorie) e le circostanze di utilizzazione della canzone (la canzone in quanto forma d’espressione orale ma anche come scrittura murale, foglio volante e volantino). Dall’altra l’analisi si è focalizzata sui contenuti dei testi musicali per mette in luce le differenti tematiche, le immagini linguistiche e le figure retoriche cantate dall’artigiano-operaio per far emergere le differenze dell’idea di nazione tra i due contesti presi in esame. L’attenzione posta alla comparazione condurrà all’evidenziazione di punti di contatto tra le due nazioni. Il canto, infatti, costituisce un terreno privilegiato per comprendere l’immagine dell’“altro”: quale immagine possedevano i lavoratori francesi dell’Italia risorgimentale? E gli artigiani italiani come percepivano la nazione francese? Il canto viene analizzato non solamente come un “testo” ma anche come una “pratica sociale”. Queste operazioni permetteranno di sondare più in profondità la funzione sociale svolta dalla canzone all’interno della cultura popolare e la sua importanza in quanto forma d’espressione e vettore di politicizzazione. La duplice utilizzazione del canto, in quanto “testo” e “pratica”, consente di inserire la ricerca all’interno di un filone storiografico che dalla storia sociale si muove a quella culturale. La canzone sociale rappresenta un fertile terreno di ricerca, non solamente all’interno di un singolo territorio nazionale, ma possiede un prezioso valore euristico in funzione comparativa.
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L’obiettivo di questo studio è comprendere come si sia evoluto il concetto di bene culturale in Italia nella seconda metà del Novecento. Pertanto si ritiene rilevante l’analisi delle vicende storiche e politiche sulla gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale. In particolare si focalizza l’attenzione sullo sviluppo delle politiche pubbliche in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Un momento che si definisce come un punto cardine del dibattito e delle azioni politiche che prendono avvio, in Italia, nel periodo post-unitario. Passaggi centrali di questo processo si considerano l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e le prime iniziative regionali nel campo della cultura. Ed è proprio nel rapporto tra centro e periferia che emerge una nuova attenzione ai beni culturali e all’elaborazione di politiche in questo campo. Al fine di uno sguardo europeo, nell’evoluzione delle politiche culturali, si considera peculiare il caso francese, con la creazione del Ministero degli Affari Culturali, alla fine degli anni Cinquanta.
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Dissertazione sull'immigrazione italiana in Francia dopo la seconda guerra mondiale, con una descrizione delle principali destinazioni scelte dagli italiani e le cause che hanno spinto gli italiani ad emigrare. In seguito vengono analizzate le condizioni di lavoro e i settori in cui gli italiani erano più impiegati, concludendo con una riflessione sull'integrazione all'interno della società francese degli italiani e più in generale sull'immigrazione di oggi
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L’attività di ricerca è focalizzata sull’analisi delle normative in materia di contratto di lavoro a termine in Italia, Francia e Spagna. Si tratta di Stati che, al pari del nostro, fanno un grandissimo uso di tale fattispecie, divenuta nei fatti il principale canale di ingresso nel mondo del lavoro, con percentuali complessive di rapporti a tempo determinato anche superiori a quelle italiane. Il confronto con due Paesi a noi vicini da un punto di vista giuridico, culturale e sociale è servito allo scopo di valutare la razionalità e l’opportunità delle profonde modifiche apportate alla disciplina generale da parte del decreto-legge n. 34/2014 (c.d. Decreto Poletti) ed ancora prima dalla riforma del sistema risarcitorio ad opera della legge n. 183/2010. Per ciascun ordinamento sono prese in considerazione le regole finalizzate alla tutela dei diritti dei lavoratori a termine, nonché gli orientamenti giurisprudenziali che hanno contribuito, specie in materia di non discriminazione, ad implementare il livello di protezione della posizione dei lavoratori stessi. Specifica attenzione viene dedicata, inoltre, alla disciplina del pubblico impiego, settore in cui si riscontra spesso un uso distorto delle assunzioni a tempo determinato, come testimoniano le vicende degli agents contractuels francesi e dei lavoratori c.d. indefinidos no fijos de plantilla. La conclusione della tesi è affidata allo studio del contenzioso originato dai tre Stati avanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, al fine di isolare eventuali momenti di sintesi delle differenze delle rispettive regolamentazioni. L’elemento aggregante che affiora dai dicta del supremo organo di giustizia comunitario è il principio di stabilità dell’impiego, la cui portata generale e trasversale può essere utile al fine di orientare l’attività produttiva e interpretativa delle norme nazionali nella direzione di un’implementazione delle tutele spettanti ai prestatori di lavoro a termine.
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Sono stati analizzati alcuni campioni provenienti dalla sezione stratigrafica di Col du Puech de la Suque (Montagne Noire, Francia Meridionale), raccolti in un intervallo comprendente il limite Devoniano/Carbonifero allo scopo di individuare il limite stesso in base alla identificazione e attribuzione biostratigrafica dei conodonti rinvenuti. Sono stati discussi i problemi che caratterizzano la definizione del limite e si è fornita una possibile soluzione.
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relazione di Pietro Perreau
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publ. dal Diogene Tama
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En el curso de los últimos años, la cuestión del empleo asalariado en la agricultura europea ha venido cobrando cada vez más relevancia, estrechamente ligada con el fenómeno de las migraciones internacionales e intercontinentales. La agricultura francesa posee una larga tradición en el empleo estacional de asalariados extranjeros, durante el último período reclutados principalmente en la región nordafricana del Magreb. Recientemente ha comenzado a cobrar importancia, también, el fenómeno de la subcontratación de mano de obra sudamericana, a través de empresas subcontratistas radicadas en España. El estudio analiza cual es el significado y qué efectos produce la introducción de asalariados con una nueva etnicidad en el ámbito del mercado de trabajo para la producción agrícola local. En tal sentido, se exponen resultados de una investigación de caso realizada en el departamento de Bouches-du-Rhône, al sureste de Francia, en torno a las producciones de fruta frescas y hortalizas.
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Fil: Ferrazzini de Otero, Verónica.
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Fil: Roby, Fernando.
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Comunicado de prensa de Médicos del Mundo Francia, a través de la Misión en Uruguay, sobre la realización del II Taller Regional: Promoción de los Derechos Sexuales y Reproductivos en América Latina y el Caribe: intercambio de experiencias de estrategias dirigidas a mejorar el acceso a servicios de aborto seguro y legal.
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Este artículo se propone analizar el universo de prácticas humanitarias en la expatriación catalana republicana en la segunda posguerra mundial haciendo foco en el papel jugado por el intercambio epistolar que se desarrolló entre Francia y la Argentina; y en el modo en que esa correspondencia entre víctimas, familiares, testigos y benefactores localizados a ambos lados del Atlántico permite dar cuenta del funcionamiento de redes de circulación transnacional de ayuda solidaria no exentas de tensiones políticas. El trabajo pretende complejizar el tradicional enfoque estado-nación céntrico de los estudios sobre el exilio republicano español desde el interés por la reconstrucción de los vínculos e interconexiones epistolares entre comunidades de la expatriación (refugiados, evacuados, emigrados, exiliados) en orden a la cimentación de aquellas estrategias y proyectos de ayuda que tuvieron como protagonista al Comité Pro Catalans Refugiats a França del Casal de Catalunya de Buenos Aires. Partimos del supuesto de que la correspondencia constituyó en el mundo disperso de la emigración y el exilio entre la guerra civil española y la segunda posguerra mundial, uno de los instrumentos fundamentales de construcción de puentes, de cimentación de vínculos y de materialización de proyectos colectivos.
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La literatura y la cultura españolas de los últimos setenta años no pueden comprenderse de manera completa si no se consideran las consecuencias derivadas de la Guerra Civil de 1936, entre las cuales el exilio de miles de republicanos opuestos al régimen franquista ocupa un espacio de gran relevancia. Pero ese exilio presenta una geografía disímil y heterogénea en todos los niveles, por lo que todavía queda mucho por profundizar. Esta propuesta penetra en uno de sus capítulos más angustiantes: la experiencia de los campos de concentración habilitados en el sur de Francia a principios de 1939 para la reclusión de los españoles, del cual ha surgido desde entonces y hasta la actualidad una densa cantidad de textos testimoniales que la relatan. Uno de ellos es Alambradas. Mis nueve meses por los campos de concentración de Francia, publicado en 1941 por Manuel García Gerpe, quien se estableció en Buenos Aires luego de pasar por los campos. En esta oportunidad, la comunicación se hace eco de uno de los objetivos pendientes: recuperar para el análisis interpretativo los discursos de aquellos sujetos que se han mantenido en la periferia del canon y de los criterios específicos con que se ha abordado el corpus de la literatura exiliada