990 resultados para Cercadors d’ Internet
Resumo:
Al giorno d'oggi una pratica molto comune è quella di eseguire ricerche su Google per cercare qualsiasi tipo di informazione e molte persone, con problemi di salute, cercano su Google sintomi, consigli medici e possibili rimedi. Questo fatto vale sia per pazienti sporadici che per pazienti cronici: il primo gruppo spesso fa ricerche per rassicurarsi e per cercare informazioni riguardanti i sintomi ed i tempi di guarigione, il secondo gruppo invece cerca nuovi trattamenti e soluzioni. Anche i social networks sono diventati posti di comunicazione medica, dove i pazienti condividono le loro esperienze, ascoltano quelle di altri e si scambiano consigli. Tutte queste ricerche, questo fare domande e scrivere post o altro ha contribuito alla crescita di grandissimi database distribuiti online di informazioni, conosciuti come BigData, che sono molto utili ma anche molto complessi e che necessitano quindi di algoritmi specifici per estrarre e comprendere le variabili di interesse. Per analizzare questo gruppo interessante di pazienti gli sforzi sono stati concentrati in particolare sui pazienti affetti dal morbo di Crohn, che è un tipo di malattia infiammatoria intestinale (IBD) che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una grande varietà di sintomi. E' stato fatto riferimento a competenze mediche ed informatiche per identificare e studiare ciò che i pazienti con questa malattia provano e scrivono sui social, al fine di comprendere come la loro malattia evolve nel tempo e qual'è il loro umore a riguardo.
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L'obbiettivo del progetto di cui tratta questa tesi è costituire un ambiente intuitivo e facilmente utilizzabile dall'utente finale che permetta di accedere sia alle applicazioni aziendali sia ai desktop virtuali da qualsiasi dispositivo effettui l'accesso. Grazie alle recenti tecnologie di End User Computing messe a disposizione da VMware è possibile virtualizzare qualsiasi applicazione Windows e renderla disponibile tramite Internet a qualsiasi utente la richieda, indifferentemente dal sistema operativo o dal luogo in cui si trova. Il progetto descritto nella tesi spiega come implementare tale ambiente tramite il prodotto Horizon Workspace Portal integrato nella suite Horizon 6.
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L'obiettivo di questa Tesi di laurea è di creare un applicativo che informi gli utenti sulle reti circostanti, in particolare sulla qualità del segnale, sulle zone in cui la rete mobile è carente e sui punti d'accesso aperti. Per l'implementazione del servizio, è stato adottato un modello di business, il Crowdsourcing, per raccogliere informazioni sui sistemi di connessione, affinché qualsiasi utente dotato di Smartphone possa aggiungere elementi al dataset.
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Questa tesi ha l’obiettivo di analizzare lo stretto rapporto esistente tra innovazione tecnologica ed innovazione strategica al fine di comprenderne le dinamiche di relazione. Il lavoro è suddiviso in due parti: una prima parte prettamente teorica in cui verranno trattati gli aspetti delle due diverse tipologie di innovazione e le sinergie che si innescano tra di esse, ed una seconda parte in cui, alla luce degli argomenti teorici delineati nella prima, si illustrerà il percorso di Apple dalla sua fondazione, ponendo l’enfasi su quei prodotti l’hanno portata ad essere l’azienda simbolo di innovazione, qualità e design che tutti noi oggi conosciamo.
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Il progresso scientifico e le innovazioni tecnologiche nei campi dell'elettronica, informatica e telecomunicazioni, stanno aprendo la strada a nuove visioni e concetti. L'obiettivo della tesi è quello d'introdurre il modello del Cloud computing per rendere possibile l'attuale visione di Internet of Thing. Nel primo capitolo si introduce Ubiquitous computing come un nuovo modo di vedere i computer, cercando di fare chiarezza sulla sua definizione, la sua nascita e fornendo un breve quadro storico. Nel secondo capitolo viene presentata la visione di Internet of Thing (Internet delle “cose”) che si avvale di concetti e di problematiche in parte già considerate con Ubiquitous computing. Internet of Thing è una visione in cui la rete Internet viene estesa agli oggetti di tutti i giorni. Tracciare la posizione degli oggetti, monitorare pazienti da remoto, rilevare dati ambientali sono solo alcuni esempi. Per realizzare questo tipo di applicazioni le tecnologie wireless sono da considerare necessarie, sebbene questa visione non assuma nessuna specifica tecnologia di comunicazione. Inoltre, anche schede di sviluppo possono agevolare la prototipazione di tali applicazioni. Nel terzo capitolo si presenta Cloud computing come modello di business per utilizzare su richiesta risorse computazionali. Nel capitolo, vengono inizialmente descritte le caratteristiche principali e i vari tipi di modelli di servizio, poi viene argomentato il ruolo che i servizi di Cloud hanno per Internet of Thing. Questo modello permette di accelerare lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni di Internet of Thing, mettendo a disposizione capacità di storage e di calcolo per l'elaborazione distribuita dell'enorme quantità di dati prodotta da sensori e dispositivi vari. Infine, nell'ultimo capitolo viene considerato, come esempio pratico, l'integrazione di tecnologie di Cloud computing in una applicazione IoT. Il caso di studio riguarda il monitoraggio remoto dei parametri vitali, considerando Raspberry Pi e la piattaforma e-Health sviluppata da Cooking Hacks per lo sviluppo di un sistema embedded, e utilizzando PubNub come servizio di Cloud per distribuire i dati ottenuti dai sensori. Il caso di studio metterà in evidenza sia i vantaggi sia le eventuali problematiche che possono scaturire utilizzando servizi di Cloud in applicazioni IoT.
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Le reti devono essere in grado di gestire i modelli di traffico generati dalle nuove applicazioni, per questo si sta concentrando un interesse senza precedenti nella storia di Internet parlando di Software Defined Networking (SDN), un nuovo modo di concepire le reti. SDN è un paradigma che permette di dividere il piano di controllo dal piano dati consentendo il controllo della rete da un dispositivo unico centralizzato,il controller. In questa tesi abbiamo voluto esaminare due specifici casi di studio, affinché si dimostri come SDN possa fornire il miglior supporto per risolvere il problema delle architetture tradizionali, e uno strumento utile per progettare SDN. Per primo viene analizzato Procera, utilizzato nelle reti domestiche e nelle reti campus per dimostrare che, grazie ad esso, è possibile ridurre la complessità di un’intera rete. Poi è stato visto AgNos, un’architettura basata su azioni svolte da agenti rappresentando così un ottimo strumento di lavoro sia perché gli agenti sono implementati nei controller di rete e sia perché AgNos ha la peculiarità di fornire all’utente (o al sistema) un livello stabile di concretezza. Inoltre sono stati analizzati due problemi comuni su Internet: 1.la mitigazione degli attacchi Ddos, dove i domini SDN collaborano per filtrare i pacchetti dalla fonte per evitare l’esaurimento delle risorse 2.l’attuazione di un meccanismo di prevenzione per risolvere il problema dell’attacco Dos nella fase iniziale rendendo l’aggressione più facile da gestire. L’ultimo argomento trattato è il sistema Mininet, ottimo strumento di lavoro in quanto permette di emulare topologie di rete in cui fanno parte host, switch e controller, creati utilizzando il software. Rappresenta un ottimo strumento per implementare reti SDN ed è molto utile per lo sviluppo, l'insegnamento e la ricerca grazie alla sua peculiarità di essere open source.
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Internet-delivered self-help with minimal therapist guidance has shown promising results for a number of diagnoses. Most of the evidence comes from studies evaluating standardized disorder-specific treatments. A recent development in the field includes transdiagnostic and tailored Internet-based treatments that address comorbid symptoms and a broader range of patients. This study evaluated an Internet-based tailored guided self-help treatment, which targeted symptoms of social anxiety disorder, panic disorder with or without agoraphobia, and generalized anxiety disorder. The tailored treatment was compared both with standardized disorder-specific Internet-based treatment and with a wait-list control group. Both active treatment conditions were based on cognitive-behavioral therapy and lasted for 8 weeks. A total of 132 individuals meeting diagnostic criteria for at least one of the anxiety disorders were randomly assigned to 1 of the 3 conditions. Both treatment groups showed significant symptom reductions as compared with the wait-list control group on primary disorder-unspecific measures of anxiety, depression, and general symptomatology and on secondary anxiety disorder-specific measures. Based on the intention-to-treat sample, mean between-group effect sizes were d = 0.80 for the tailored treatment and d = 0.82 for the standardized treatment, versus wait-list controls. Treatment gains were maintained at 6-month follow-up. No differences were found between the 2 active treatment conditions on any of the measures, including a telephone-administered diagnostic interview conducted at posttreatment. The findings suggest that both Internet-based tailored guided self-help treatments and Internet-based standardized treatments are promising treatment options for several anxiety disorders
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BACKGROUND: Numerous studies suggest that Internet-based self-help treatments are effective in treating anxiety disorders. Trials evaluating such interventions differ in their screening procedures and in the amount of clinician contact in the diagnostic assessment phase. The present study evaluates the impact of a pre-treatment diagnostic interview on the outcome of an Internet-based treatment for Social Anxiety Disorder (SAD). METHOD: One hundred and nine participants seeking treatment for SAD were randomized to either an interview-group (IG, N = 53) or to a non-interview group (NIG, N = 56). All participants took part in the same 10-week cognitive-behavioural unguided self-help programme. Before receiving access to the programme, participants of the IG underwent a structured diagnostic interview. Participants of the NIG started directly with the programme. RESULTS: Participants in both groups showed significant and substantial improvement on social anxiety measures from pre- to post-assessment (d IG = 1.30-1.63; d NIG = 1.00-1.28) and from pre- to 4-month follow-up assessment (d IG = 1.38-1.87; d NIG = 1.10-1.21). Significant between-groups effects in favour of the IG were found on secondary outcome measures of depression and general distress (d = 0.18-0.42). CONCLUSIONS: These findings suggest that Internet-based self-help is effective in treating SAD, whether or not a diagnostic interview is involved. However, the pre-treatment interview seems to facilitate change on secondary outcomes such as depression and general distress.
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Rapport d'avancement - février 2005
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BACKGROUND AND OBJECTIVES: The biased interpretation of ambiguous social situations is considered a maintaining factor of Social Anxiety Disorder (SAD). Studies on the modification of interpretation bias have shown promising results in laboratory settings. The present study aims at pilot-testing an Internet-based training that targets interpretation and judgmental bias. METHOD: Thirty-nine individuals meeting diagnostic criteria for SAD participated in an 8-week, unguided program. Participants were presented with ambiguous social situations, were asked to choose between neutral, positive, and negative interpretations, and were required to evaluate costs of potential negative outcomes. Participants received elaborate automated feedback on their interpretations and judgments. RESULTS: There was a pre-to-post-reduction of the targeted cognitive processing biases (d = 0.57-0.77) and of social anxiety symptoms (d = 0.87). Furthermore, results showed changes in depression and general psychopathology (d = 0.47-0.75). Decreases in cognitive biases and symptom changes did not correlate. The results held stable accounting for drop-outs (26%) and over a 6-week follow-up period. Forty-five percent of the completer sample showed clinical significant change and almost half of the participants (48%) no longer met diagnostic criteria for SAD. LIMITATIONS: As the study lacks a control group, results lend only preliminary support to the efficacy of the intervention. Furthermore, the mechanism of change remained unclear. CONCLUSION: First results promise a beneficial effect of the program for SAD patients. The treatment proved to be feasible and acceptable. Future research should evaluate the intervention in a randomized-controlled setting.
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Fil: Pené, Mónica Gabriela. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.
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Este trabajo busca detectar la presencia en Internet de archivos universitarios existentes en países del continente americano cuyo idioma oficial sea la lengua española, y analizar sus sitios web prestando especial atención a los contenidos difundidos en ellos. Se relevaron a junio de 2013 un total de 56 sitios web. Como conclusiones principales pueden señalarse las siguientes: a) se observa un lento incremento en la cantidad de sitios web, pasando de 42 en 2005 a 56 en 2013; b) 52 por ciento corresponden a la fase histórica; c) México es el país con mayor cantidad de archivos; d) 64 por ciento posee sitio web propio; e) 80 por ciento incluye misión del archivo; f) cerca de un 20 por ciento no incluye datos de contacto; g) 74 por ciento señala los servicios ofrecidos; h) 53 por ciento disponen información descriptiva general sobre los fondos custodiados; i) 21 por ciento ofrece la posibilidad de hojear documentos a texto completo; j) 28 por ciento difunde su reglamento y procedimientos de trabajo; k) poco más del 45 por ciento incluye información sobre pautas para el acceso, consulta y reproducción de documentos; l) un bajo porcentaje incluye informaciones adicionales, predominando noticias (39 por ciento) y fotos (18 por ciento), así como legislación archivística (20 por ciento) y recursos archivísticos de interés (27 por ciento); m) en cuanto a las herramientas de la Web 2.0, 18 por ciento posee blog, 16 por ciento canales de RSS, 27 por ciento Facebook y 23 por ciento Twitter