999 resultados para CAMPAÑA DE BUENOS AIRES


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Nella progettazione degli edifici, si è posta molta attenzione al contesto urbano. Le varie proposte nascono dalla volontà di ricucire il tessuto urbano, trasformando quello che ora rappresenta un limite, nella vera soluzione al problema. Si propongono quindi isolati dalle più diverse forme, dimensioni e significati, andando ad attingere alle più svariate tipologie, che non intendono essere progetti in sé compiuti, ma possibili risposte.

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La Tesi sviluppa alcune ipotesi di riqualificazione degli asentamientos informales di Buenos Aires, quartieri periferici della metropoli dove si insedia –abusivamente- la popolazione con minori risorse economiche. Adottando l’approccio delle “agopunture”, l’ipotesi progettuale investe diverse scale d’intervento che dialogano tra loro, cercando di valorizzarne gli effetti combinati e di favorirne la reciproca integrazione. Assunte le limitate risorse esistenti come condizioni date, l’approccio adottato identifica nel capitale sociale il fattore di rinnovamento: la cooperazione tra gli abitanti –uniti per la risoluzione di problematiche comuni- diventa lo strumento per la generazione di micro-comunità più efficienti e vivibili. La strategia di un’ibridazione tra tecnologie tradizionali con materiali poveri ed elementi industrializzati e standardizzati garantisce una soluzione low cost e di maggior consenso da parte dei vecinos. Pur rinunciando a conseguire gli standard normativi, il progetto punta a soddisfare alcune fondamentali esigenze degli abitanti, migliora le loro condizioni di vita ed innesca dinamiche relazionali positive tra i vecinos. Gli interventi proposti prevedono il miglioramento della tenuta all’acqua dell’alloggio, la realizzazione di servizi igienici domiciliari, un sistema di allontanamento e trattamento dei reflui che trasformato in biogas alimenta la rete di illuminazione stradale, una serie di punti di prelievo e distribuzione di acqua potabile, la raccolta e lo smistamento dei rifiuti, un nuovo luogo d’incontro per la comunità. La parte preliminare affronta lo studio del contesto storico, sociale, territoriale, economico e l’assetto del settore delle costruzioni dell’Argentina e di Buenos Aires. La seconda parte della ricerca si concentra sul conurbano bonoarense e sugli asentamientos informales, per i quali i numerosi Piani governativi e di ONG sono risultate inefficaci. Si evita così un’operazione ‘calata dall’alto’. Dopo aver identificato le sette principali criticità riscontrate negli insediamenti, la ricerca delinea per ognuna di esse una o più strategie di miglioramento, ipotizzando azioni e possibili alternative che, valutate secondo una metodica comparativa, consentono di definire la soluzione più adeguata. Tra le sette proposte, la comunità definirà le priorità di intervento, quindi le modalità di esecuzione e di gestione ritenute adeguate per la realizzazione delle singole azioni. La ricerca approfondisce la conoscenza e tenta di mitigare il disagio di vivere ai margini, un tema di estrema rilevanza sociale, a cui l’architettura può fornire qualche risposta.

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Il mio lavoro di tesi affronta la tematica del popolo Guaraní, situato nella città di Buenos Aires. La tesi si basa su una serie di interviste raccolte durante una ricerca sul campo e ha come obiettivo quello di fornire una visione generale di questa situazione, così come quello di smentire pregiudizi e stereotipi legati all’argomento e ancora molto diffusi. In prima istanza, abbiamo fornito un contesto storico e normativo. Per quanto riguarda l’aspetto storico, abbiamo ripercorso la storia della lingua guaraní e del territorio di Buenos Aires a partire dall’epoca precolombiana fino all’indipendenza, soffermandoci sull’importanza dell’evangelizzazione gesuitica nello sviluppo e nella preservazione della lingua e della cultura guaranì. Per quando riguarda l’aspetto normativo, partendo dal concetto di diritto umano abbiamo presentato la situazione legislativa argentina dal punto di vista linguistico, senza perdere di vista i riconoscimenti di cui la lingua guaraní gode anche in Paraguay e mettendo in rilievo i temi della comunicazione audiovisiva e dell’educazione nazionale. Successivamente, abbiamo trattato tutta una serie di tematiche relazionate con l’attuale presenza guaraní sul territorio di Buenos Aires: l’evoluzione del termine indio, il tema dell’indigenismo, il problema della discriminazione, la questione delle migrazioni e il tema dei censimenti con le sue limitazioni. Infine, sulla base delle analisi effettuate, abbiamo descritto l’attuale presenza di suddetta popolazione a Buenos Aires non solamente da un punto di vista linguistico, ma anche politico e sociale, classificando le varietà di lingua guaraní e le tipologie di parlanti presenti sull’area di studio. Nel descrivere la situazione attuale, ci siamo soffermati in particolare sull’insegnamento della lingua guaraní nel Laboratorio de Idiomas dell’Università di Buenos Aires e sulla forte presenza delle comunità indigene urbane nell’Area Metropolitana della capitale argentina.

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This article explores the construction of publicly financed low-income housing complexes in Rio de Janeiro, Brazil, and Buenos Aires, Argentina, in the 1960s. These housing developments were possible thanks to the arrival of foreign economic and technical assistance from the Alliance for Progress. Urban scholars, politicians, diplomats and urbanists of the Americas sought to promote middle-class habits, mass consumption and moderate political behaviour, especially among the poor, by expanding access to homeownership and ‘decent’ living conditions for a burgeoning urban population. As a result, the history of low-income housing should be understood within broader transnational discourses and practices about the ‘modernization’ and ‘development’ of the urban poor.

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La ciudad en tanto espacio amplio, heterogéneo y densificado ocupa un lugar particular en el estudio de fenómenos sociales. La tensión entre procesos intrínsecos, marcados por la transformación histórica de la ciudad, y tendencias globales como gentrificación y segregación del espacio urbano crea una compleja dinámica multidimensional que no solo se manifiesta en el aspecto físico, sino también en el imaginario colectivo del espacio urbano. Desde esta perspectiva del espacio-ciudad entendido como construcción social (en el sentido de la «producción del espacio social» de Lefèbvre 1974), percibido, concebido y vivido por quienes habitan en él, sus experiencias compartidas y sus objetivos comunes (Johnstone 2004: 69), la lengua adquiere un papel fundamental como medio de expresión y reflejo de las identidades urbanas. La ciudad se convierte en texto, en semiótica espacial. Las variedades en el uso de la lengua se convierten en símbolos espaciales, valorados e interpretados por los hablantes a base de un proceso perceptivo-selectivo y de sus representaciones extralingüísticas. Sirven, consciente o inconscientemente, para posicionarse dentro de la jerarquía urbana, provocan actitudes lingüísticas positivas o negativas. Por lo tanto, como ya lo hizo constar Labov en los años setenta, los habitantes de los grandes metrópolis se definen mucho más por sus actitudes y perjuicios lingüísticos marcados y persistentes que por las variedades que objetivamente hablan. Por eso, la perspectiva subjetiva de los hablantes, es decir, su percepción del espacio y de las diferencias en el uso de la lengua se considera cada vez más importante. El objetivo de esta ponencia es presentar consideraciones teóricas y metodológicas para el análisis de la percepción lingüística en el espacio urbano desde un enfoque interdisciplinario, poniendo en discusión conceptos de la Sociolingüística y de la Geografía Humana, como por ejemplo el uso de mapas cognitivos como representaciones del imaginario social, sobre el modelo del Área Metropolitana de Buenos Aires, ciudad que, como es sabido, destaca por la identificación geográfica y la conciencia lingüística de sus habitantes.

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Die dicht besiedelten lateinamerikanischen Metropolräume zeichnen sich heutzutage durch eine komplexe Dynamik der urbanen Sozialstruktur aus. Räumliche und soziokulturelle Segregationsprozesse – ausgelöst durch politische und ökonomische Umstrukturierungen und verstärkt durch die Einflüsse der Globalisierung – führten zu einer ausgeprägten Fragmentierung des urbanen Raumes. Soziale Ausgrenzung einerseits und bewusste Abschottung andererseits lassen innerhalb der einzelnen, immer stärker getrennten Stadtteile einen Drang zur Homogenisierung und Konzentration von Bevölkerungsgruppen mit ähnlichem sozioökonomischen Status feststellen. Im Zuge dieser urbanen Transformationen kommt der Identifikation mit einem bestimmten Ort innerhalb der Stadt eine stets größere Bedeutung zu. Dieses räumliche Verhalten ist Teil eines Lebensstils als ganzheitliches und vielschichtiges Phänomen (Auer 2007: 11), welches neben der Ortsgebundenheit auch durch soziokulturelle Verhaltensmuster, durch Konsumverhalten und schließlich durch den Sprachgebrauch zum Ausdruck kommt. Sprachliche Varietäten oder Merkmale als semiotisches Element konstituieren zusammen mit weiteren Faktoren den Lebensstil sozialer Gruppen im Raum und bilden demnach sowohl eine zentrale Komponente als auch ein Medium der sozialräumlichen Identitätskonstruktion. Unterschiede im Sprachgebrauch werden als Teil einer (räumlichen) Identität wahrgenommen, in Abhängigkeit der Repräsentationen und mentalen Bildern der Sprecher bezüglich des urbanen Raumes beurteilt und schließlich stilisiert. So spielen sie eine zentrale Rolle beim Ausdruck von Abgrenzung oder Zugehörigkeit zu einer sozialen Gruppe und geben vor dem historischen und geopolitischen Hintergrund einer Stadt Aufschluss über deren Sozialstruktur. Ausgehend von diesem konstruktivistischen Verständnis des Raumes als mehrdimensionales soziales Produkt im Sinne von Lefebvre (1974) werden an dem für die Entwicklungen der lateinamerikanischen Städte paradigmatischen Beispiel von Buenos Aires theoretische Überlegungen und methodische Herangehensweisen für die Erforschung des Zusammenhangs von sprachlicher Variation und sozialräumlicher Segregation dargestellt.

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En las grandes metrópolis latinoamericanas, de las cuales la Región Metropolitana de Buenos Aires es ejemplo paradigmático, la polarización tradicional ha sido reemplazada por una fragmentación social, funcional y geográfica muy marcada del espacio urbano. Desde el punto de vista del espacio urbano entendido como construcción social (en el sentido de la «producción del espacio social» de Lefèbvre 1974), percebido, concebido y vivido por quienes habitan en él, sus experiencias compartidas y sus objetivos comunes (Johnstone 2004: 69), la lengua adquiere un papel fundamental como medio de expresión y reflejo de las identidades urbanas. A raíz de la redistribución en la estructura socio-urbana, el sentido de pertenencia a un lugar se hace cada vez más importante, lo cual se manifiesta tanto en preferencias de consumo como en actitudes sociales y lingüísticas, y no en último término en el uso de la lengua. La práctica lingüística revela la práctica social, de modo que determinados rasgos lingüísticos alcanzan un valor socio-indexical, es decir, actúan como elementos lingüísticos capaces de crear o constituir un significado social. Por un lado, un hablante se identifica y se asocia a un determinado grupo mediante el uso de determinados rasgos lingüísticos y crea, así, su identidad social a través de la lengua. Por otro lado, determinados rasgos lingüísticos se atribuyen de manera metonímica y generalizada a un determinado grupo, asociado, a su vez, a un lugar dentro del espacio urbano. Un rasgo indicador de un grupo social se convierte, según la terminología de Labov, en un estereotipo cuando clasifica de manera categórica a un grupo dado. Estas variantes estereotipadas muchas veces perduran como rastros en el ámbito de la lengua, viéndose reforzadas constantemente también por la representación de los medios de comunicación, factor determinante e ineludible en la construcción del espacio social actual. El objetivo de esta comunicación es, pues, proponer un planteamiento teórico y metodológico que permita analizar los estereotipos lingüísticos y espaciales que se observan en el área metropolitana de Buenos Aires y que, al estar tan vinculados con los desarrollos socio-espaciales, nos servirán como fuente de información para el estudio de los procesos urbanos.