461 resultados para sociability
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The Digital Age, with its new interactive and converging technologies, stimulates original forms of sociability, which are interconnected, intercommunicating and virtualized through hyperscreens. Another kind of interaction arises from the digitization and new speeds of contemporary communicative process. With the new order of knowledge, it is now possible to transgress the limits of physical space and linear time sequence, through the collective development of content through such telematics networks. Youth gives voice to a new type of user, or a social actor, whose thinking is connected to other communication habits, consolidating singular cultural standards, demanding new languages and skills. Here, we address the nature of this Design of new relations, interactions, behaviors and social systems that emerge in the so called Information Society.
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Glauber Rocha’s arrival at Rio de Janeiro can be considered a milestone for the Brazilian Cinema Novo movement in the early 1960s. In 1959, Glauber starts his collaborations in the Suplemento Dominical do Jornal do Brasil. This paper examines Rocha’s major contributions in this newspaper for the purpose of pointing out the strategies and formulations of the young intellectual from Bahia to promote a debate on the forms of modern Brazilian cinema and its relationship to other art forms in the 1960s.
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This paper ditach the portability and mobility of digital television as opportunities for promotion to the social hospitality. The digital technologies add news concepts to hospitality, converging to the redemption of the social being, integrating and strengthening social ties in the technological space. With the digital television, we may have new forms of sociability, because may be required and assisted in any place, as a result of their actions for portability and mobility, which allows the construction of social ties or an ample concept the hospitality social in public spaces.
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Pós-graduação em Ciências Sociais - FFC
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Pós-graduação em Serviço Social - FCHS
Centralidades do lazer em Presidente Prudente: fluxos, tensões e territorialidades no Parque do Povo
Resumo:
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
Centralidades do lazer em Presidente Prudente: fluxos, tensões e territorialidades no Parque do Povo
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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
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La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility.
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La tesi di ricerca si propone di esaminare due tipologie della canzone sociale nel XIX secolo, ed in particolare attorno al 1848. Lo studio del canto nei contesti presi in esame (l’Italia e la Francia) viene analizzato attraverso due piste di ricerca parallele tra loro. Da una parte si è utilizzato il concetto di sociabilité per conoscere i luoghi di produzione e di diffusione del canto (l’importanza della strada, dell’osteria, delle goguette parigine, degli chansonniers des rues e dei cantastorie) e le circostanze di utilizzazione della canzone (la canzone in quanto forma d’espressione orale ma anche come scrittura murale, foglio volante e volantino). Dall’altra l’analisi si è focalizzata sui contenuti dei testi musicali per mette in luce le differenti tematiche, le immagini linguistiche e le figure retoriche cantate dall’artigiano-operaio per far emergere le differenze dell’idea di nazione tra i due contesti presi in esame. L’attenzione posta alla comparazione condurrà all’evidenziazione di punti di contatto tra le due nazioni. Il canto, infatti, costituisce un terreno privilegiato per comprendere l’immagine dell’“altro”: quale immagine possedevano i lavoratori francesi dell’Italia risorgimentale? E gli artigiani italiani come percepivano la nazione francese? Il canto viene analizzato non solamente come un “testo” ma anche come una “pratica sociale”. Queste operazioni permetteranno di sondare più in profondità la funzione sociale svolta dalla canzone all’interno della cultura popolare e la sua importanza in quanto forma d’espressione e vettore di politicizzazione. La duplice utilizzazione del canto, in quanto “testo” e “pratica”, consente di inserire la ricerca all’interno di un filone storiografico che dalla storia sociale si muove a quella culturale. La canzone sociale rappresenta un fertile terreno di ricerca, non solamente all’interno di un singolo territorio nazionale, ma possiede un prezioso valore euristico in funzione comparativa.
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Se le trasformazioni sociali in atto tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento ed individualismo, sussistono pratiche che si contrappongono alle tendenze dominanti, finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbano-architettonica interiorizza il nuovo bisogno di comunità originando soluzioni abitative tese a favorire gli scambi informali fra vicini, facendo leva sul concetto di capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità del luogo e partecipazione. La casa, simbolo di stabilità e sicurezza ma anche di privacy, privatismo familiare, diventa sempre più oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico. Soprattutto è sempre più intesa come un nodo di relazioni familiari in una rete di relazioni sociali più ampie. Casa e quartiere incidono nella esperienza di benessere e socialità familiare? In che modo gli spazi urbani e architettonici influenzano la coesione sociale? Quale il ruolo degli abitanti nello sviluppare socialità e integrazione? Sono queste le domande che ci siamo posti per rilevare le dinamiche sociali e culturali dell’abitare attraverso uno studio di caso condotto in due quartieri simili. Dalla ricerca emerge come il significato della casa non sia univoco ma cambi rispetto al ciclo di vita familiare e a quello economico e ciò incide nella partecipazione alle attività di quartiere. Mostriamo inoltre come lo spazio fisico costruito crea importanti opportunità per gli scambi informali e per il benessere familiare e individuale dei bambini ma che, il contesto sociale sia una discriminate fondamentale. Nel quartiere dove è presente una organizzazione di abitanti il numero delle relazioni di vicinato aumenta, cambiano anche la qualità delle relazioni e le distanze fisiche fra i vicini. Emerge inoltre che la reciprocità è il principale strumento di costruzione della coesione comunitaria interna e crea un atteggiamento di apertura e fiducia che va al di là dei confini di quartiere.
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Il temperamento può essere definito come l’attitudine che un cane esprime verso le persone e verso altri animali, la combinazione di tratti fisici e mentali, acquisiti e non, che determinano il comportamento del cane. Tale parametro delinea perciò il carattere di un individuo, inclinazioni e tendenze, eccitabilità, tristezza, rabbia e il modo caratteristico di comportarsi di un individuo, con particolare riferimento alle interazioni sociali. La presente tesi di Dottorato rappresenta uno studio su alcuni tratti del temperamento nel cane domestico elaborato in 3 progetti sperimentali. Nei primi due progetti sono state analizzate le differenze attitudinali tra alcune razze canine attraverso l’applicazione di un test di temperamento in cuccioli di 60 giorni e in cani adulti, per valutare e confrontarne il temperamento, la socialità ed identificare profili tipici di razza. Nel terzo progetto un campione di cani morsicatori di canile e di proprietà è stato confrontato con due rispettivi gruppi di controllo. Analizzando i risultati è stato possibile mettere in evidenza caratteristiche di razza omogenee nell’interazione con stimoli inanimati, nelle interazioni sociali e in relazione alla possessività e sono stati delineati profili di razza sia nei cuccioli sia negli adulti. Si sono tuttavia, osservate variabilità individuali, intra-razza e intra-cucciolata, a testimonianza dell’influenza complessa e multifattoriale delle componenti genetica e ambientale sul comportamento dei cani. Il confronto tra cani morsicatori di canile e di proprietà ha messo in luce interessanti differenze tra i soggetti in termini di reattività, socievolezza, propensione all’interazione con il proprietario o con un estraneo, comportamenti di evitamento e velocità di reazione agli stimoli presentati. Il test applicato è risultato un valido strumento per valutare il temperamento di cani dichiarati aggressivi che sono stati sottoposti a situazioni nuove e a stimoli sconosciuti per poter ottenere una migliore visione d’insieme del temperamento del soggetto.
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Each of four principal components analyses (n = 3,944) incorporated student self-ratings (Most accurate to Least accurate) on one of the four Clark-Trow educational philosophies: Vocational, Academic, Collegiate, Nonconformist. The analyses of these 25-variable correlation matrices yielded 2 factors differentially associated with educational philosophy: Sociability versus Independence (replacing Clark-Trow's "Identification with the College") and Liberalism versus Conservatism (replacing Clark-Trow's "Involvement with Ideas"). The Vocational philosophy was associated primarily with Conservatism, the Collegiate with Sociability, and the Nonconformist with Liberalism; the Academic was moderately associated with both Independence and Liberalism.
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Lining the streets inside the city's gates, clustered in its center, and thinly scattered among its back quarters were Augsburg's taverns and drinking rooms. These institutions ranged from the poorly lit rooms of backstreet wine sellers to the elaborate marble halls frequented by society's most privileged members. Urban drinking rooms provided more than food, drink, and lodging for their guests. They also conferred upon their visitors a sense of social identity commensurate with their status. Like all German cities, Augsburg during the sixteenth and seventeenth centuries had a history shaped by the political events attending the Reformation, the post-Reformation, and the Thirty Years' War; its social and political character was also reflected and supported by its public and private drinking rooms. In Bacchus and Civic Order: The Culture of Drink in Early Modern Germany, Ann Tlusty examines the social and cultural functions served by drinking and tavern life in Germany between 1500 and 1700, and challenges existing theories about urban identity, sociability, and power. Through her reconstruction of the social history of Augsburg, from beggars to council members, Tlusty also sheds light on such diverse topics as social ritual, gender and household relations, medical practice, and the concerns of civic leaders with public health and poverty. Drunkenness, dueling, and other forms of tavern comportment that may appear "disorderly" to us today turn out to be the inevitable, even desirable result of a society functioning according to its own rules.
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OBJECTIVE: Define links between psychosocial parameters and metabolic variables in obese females before and after a low-calorie diet. METHOD: Nine female obese patients (age 36.1 +/- 7.1 years, body mass index [BMI] > 30 kg/m2) were investigated before and after a 6-week low-calorie diet accompanied by behavior therapy. Blood lipids, insulin sensitivity (Bergman protocol), fat distribution (by dual-energy X-ray absorptiometry [DEXA]), as well as psychological parameters such as depression, anger, anxiety, symptom load, and well-being, were assessed before and after the dieting period. RESULTS: The females lost 9.6 +/- 2.8 kg (p < .0001) of body weight, their BMI was reduced by 3.5 +/- 0.3 kg/m2 (p < .0001), and insulin sensitivity increased from 3.0 +/- 1.8 to 4.3 +/- 1.5 mg/kg (p = .05). Their abdominal fat content decreased from 22.3 +/- 5.5 to 18.9 +/- 4.5 kg (p < .0001). In parallel, psychological parameters such as irritability (p < .05) and cognitive control (p < .0001) increased, whereas feelings of hunger (p < .05), externality (p < .05), interpersonal sensitivity (p < .01), paranoid ideation (p < .05), psychoticism (p < .01), and global severity index (p < .01) decreased. Prospectively, differences in body fat (percent) were correlated to nervousness (p < .05). Waist-to-hip ratio (WHR) differences were significantly correlated to sociability (p < .05) and inversely to emotional instability (p < .05), whereas emotional instability was inversely correlated to differences in insulin sensitivity (p < .01). DISCUSSION: Weight reduction may lead to better somatic risk factor control. Women with more nervousness and better sociability at the beginning of a diet period may lose more weight than others.
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National and international studies demonstrate that the number of teenagers using the inter-net increases. But even though they actually do have access from different places to the in-formation and communication pool of the internet, there is evidence that the ways in which teenagers use the net - regarding the scope and frequency in which services are used as well as the preferences for different contents of these services - differ significantly in relation to socio-economic status, education, and gender. The results of the regarding empirical studies may be summarised as such: teenager with low (formal ) education especially use internet services embracing 'entertainment, play and fun' while higher educated teenagers (also) prefer intellectually more demanding and particularly services supplying a greater variety of communicative and informative activities. More generally, pedagogical and sociological studies investigating "digital divide" in a dif-ferentiated and sophisticated way - i.e. not only in terms of differences between those who do have access to the Internet and those who do not - suggest that the internet is no space beyond 'social reality' (e.g. DiMaggio & Hargittai 2001, 2003; Vogelgesang, 2002; Welling, 2003). Different modes of utilisation, that structure the internet as a social space are primarily a specific contextualisation of the latter - and thus, the opportunities and constraints in virtual world of the internet are not less than those in the 'real world' related to unequal distribu-tions of material, social and cultural resources as well as social embeddings of the actors involved. This fact of inequality is also true regarding the outcomes of using the internet. Empirical and theoretical results concerning forms and processes of networking and commu-nity building - i.e. sociability in the internet, as well as the social embeddings of the users which are mediated through the internet - suggest that net based communication and infor-mation processes may entail the resource 'social support'. Thus, with reference to social work and the task of compensating the reproduction of social disadvantages - whether they are medial or not - the ways in which teenagers get access to and utilize net based social sup-port are to be analysed.