292 resultados para Patronage


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Alfonso V of Aragon (1396-1458), who won from his contemporaries the title “the Magnanimous”, became one of the most brilliant fifteenth century monarchs, not only because of being a shrewd politician and king of one of the main kingdoms in the Iberian Peninsula, but also due to his cultural activity. Thanks to him the Aragonese territories were extended throughout the Mediterranean up to Naples, where he established a magnificent court that turned into maybe the most remarkable centre of intellectual vitality and development of Humanism. His patronage attracted a considerable number of leading poets of the period, as well as the most important Italian humanists. The presence of so many writers and outstanding scholars, together with the academic environment that the monarch encouraged, promoted an enormous literary production in four languages: Latin, Spanish, Catalan and Italian. Additionally, the valuable library gathered by the king and the Academy founded in order to spread knowledge illustrate part of his intellectual concerns. This way, through his love to literature and generosity to men of letters, Alfonso the Magnanimous boosted the culture of that time. The principal protagonist in the cultural activities of the circle of erudites formed around the sovereign was Antonio Beccadelli, called Panormita (1394-1471). He, one of the most prominent personalities of Italian Humanism, assumed the role of main royal advisor. His work De dictis et factis Alphonsi regis (The sayings and deeds of king Alfonso), which will be studied in our dissertation, became a very popular text about Alfonso’s personality, as a kind of biography based on anecdotes of the Magnanimous’ life by way of exempla to be imitated. The success of these episodes lasted for a long time and they are appreciated even nowadays. The work was valued as specula principum and had great impact in sixteenth century, when De dictis was republished several times and translated from Latin into Spanish. One of these translations, the one by Fortún García de Ercilla, caught our interest since it is in a manuscript signed by Ercilla himself and this version is still unpublished...

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El propósito de esta monografía es comprender cuál ha sido el rol de la Unión Africana (UA), dentro de la misión de paz AMISOM en el periodo de 2007- 2013. Por ello, el trabajo abarca aspectos geopolíticos e históricos, que han influido en la configuración del conflicto armado de Somalía y que han llevado progresivamente a la creación, evolución e implementación de mecanismos como las misiones de paz. Además, se abarcan los planteamientos del neo-funcionalismo y el neo-regionalismo para comprender las estructuras y las dinámicas propias de la UA y así, comprender la naturaleza tanto de sus acciones, como de sus propósitos; propósitos que aclaman el fomento del panafricanismo. Desde aquí se puede entender como su rol ha contribuido con el crecimiento del mercado de la industria militar en la región, a costa de la responsabilidad de proteger. Por último, se concluye que dichas dinámicas han llevado a la creación de comunidades de inseguridad.

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ResumenEn este trabajo se hace un análisis desde la creación de la Diócesis de Nicaragua y Costa Rica (1531-1850) hasta que se divide en 1850, cuya organización se basó en las disposiciones del Patronato Real y los acuerdos del Concilio de Trento (1545). De igual manera, se estudia el papel de los obispos que estuvieron al frente de la dirección de la diócesis y también son objeto de investigación los conflictos internos, en especial los que ocurrieron con la provincia de Costa Rica.AbstractThis work sets forth an analysis made of the Nicaraguan and Costa Rican Diocese (1531-1850) from its creation up to its division in 1850. It was established based on the resolutions of the Royal Patronage (Patronato Real) and the accords of the Council of Trent (1545). Likewise, research is carried out on the role played by the bishops that geared the Diocese, as well as on the internal conflicts, especially those that occurred in the province of Costa Rica.

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L’obiettivo del presente elaborato è quello di analizzare il fenomeno del patronato delle associazioni professionali nell'Occidente romano nei primi tre secoli della nostra era. Per fare ciò è stato necessario indagare le fonti epigrafiche, le uniche in grado di fornirci notizie a riguardo. A tale scopo è stato approntato un catalogo di 214 iscrizioni. Il testo, composto da sei capitoli, presenta una struttura tripartita. La prima parte, costituita dai primi due capitoli, ha come scopo quello di fornire tutte le coordinate concettuali e pratiche per muoversi all’interno dell’analisi successiva. In particolare, il primo capitolo introduce il lettore alla definizione di patronatus e collegium, termini che costituiscono ovviamente i punti focali della mia ricerca. Nel secondo capitolo, invece, sono stati presentati i dati quantitativi emersi dall’analisi delle iscrizioni. I capitoli tre e quattro costituiscono la seconda parte dell’elaborato, dove ad essere trattati sono contesti specifici. Il capitolo terzo è consacrato allo studio del fenomeno a Sarmizegetusa e a Lugdunum. Il capitolo quarto è stato dedicato interamente ad Ostia, una città che, per quanto concerne il fenomeno associativo, non ha eguali nel resto dell’Impero. L’ultima sezione è formata dai capitoli quinto e sesto, dove, in luogo di un’analisi incentrata su contesti specifici, ho messo a fuoco degli aspetti che emergono trasversalmente dalla nostra documentazione. Nello specifico, il capitolo quinto si pone come obiettivo quello di delineare lo spazio di azione del patronato entro la comunità cittadina. L’ultimo capitolo, invece, si propone di indagare aspetti propri del legame di patronato che erano in grado di alimentare il rapporto.

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Este proyecto pretende profundizar en algunos aspectos del funcionamiento institucional y político del Colegio de España, como ente integrado en las redes políticas y sociales de la ciudad italiana, a través del análisis de sus relaciones con la familia Malvezzi a inicios de la Edad Moderna, un período caracterizado por la creación y reforzamiento gradual de una red social conectada con el mundo hispano. Además, se pretende señalar los canales de colaboración y acuerdo recíproco que el Colegio de San Clemente puso en marcha con distintos miembros de la aristocracia boloñesa. Este estudio concibe el Colegio de España como una institución que va más allá de los límites estrictamente universitarios y que desarrolla un rol político y económico de primer nivel en el contexto local. Por otra parte, se interpretan las dinámicas del poder urbano en clave de red, dentro de la cual se entrecruzaban diversos intereses privados, familiares, clientelares y personales que tuvieron su repercusión en la esfera pública. En resumen, se trata de ofrecer una visión amplia y rica del cuadro de relaciones de poder de la ciudad de Bolonia. El objetivo final es conocer las razones, lógicas y fases que han plasmado, reforzado y caracterizado los vínculos personales e institucionales entre la familia Malvezzi y el Colegio de España.

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Il rapporto di Antonio Canova con la società e la cultura inglese è da sempre considerato di fondamentale importanza, ma solo negli ultimi anni è stato oggetto di studi più approfonditi, tuttavia per lo più limitati alle vicende della committenza artistica: una riflessione che ambisse a tenere insieme le fila delle molteplici sfaccettature del tema ricostruendo ed interconnettendo tra loro gli aspetti alla base di questa relazione di mutuo arricchimento mancava ancora nella pur ricchissima bibliografia canoviana. Per poter intraprendere una simile indagine, si è preso le mosse dalla quanto mai corposa documentazione archivistica e dalle molte fonti a stampa dell'epoca, integralmente trascritte nelle quattro appendici a corredo di questo studio. Se ne sono tratti un piccolo dizionario biografico di tutte le personalità britanniche in rapporto con l'artista nell'arco della sua intera carriera ed un catalogo di oltre sessanta opere in vario modo legate alla committenza ed al collezionismo inglese. Nel saggio, invece, la disamina del tema in oggetto è stata condotta affrontandone in ciascun capitolo singoli aspetti distintivi: la committenza e la mutua influenza culturale; le relazioni politiche e diplomatiche intercorse tra Canova ed il Regno Unito attraverso la sua arte; lo straordinario favore goduto dallo scultore in terra inglese e le ragioni profonde della sua precoce sforuna critica; infine il suo rapporto con le arti figurative e letterarie britanniche, un ambito di ricerca complesso e relativamente originale per il quale si è avviata un'indagine introduttiva utile, si spera, ad impostare la ricerca per futuri approfondimenti. L'obiettivo perseguito, pertanto, è quello di gettare uno sguardo finalmente generale su di un fenomeno che, osservato nella sua interezza, può ancora spiegare moltissimo sulla figura e la carriera di Antonio Canova, personalità che appare, oggi più che mai, di statura europea.

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Cresciuto in una delle botteghe artistiche più prolifiche e illustri della Bologna di metà Seicento, Benedetto Gennari riuscì a distinguersi più degli altri collaboratori del Guercino per una brillante carriera all’estero internazionale che lo portò prima in Francia e poi in Inghilterra, dove seppe ritagliarsi uno spazio di rilievo tra i ranghi della corte, ottenendo finanche la nomina di primo pittore di Giacomo II Stuart. Partendo dall’analisi dei suoi Memoriali, dalla loro natura e dalle ragioni della loro compilazione, il presente studio intende indagare e restituire il profilo dell’artista. Attraverso l’analisi critica della documentazione autografa, di testimonianze edite e inedite e di informazione sui suoi guadagni e sul metodo di lavoro, il lavoro traccia le tappe della lunga attività del pittore, contraddistinta da commissioni di rilievo per importanti mecenati e collezionisti italiani e stranieri. Ben lontano dall’essere un semplice imitatore di provincia, Benedetto divenne un artista di corte, maturando un linguaggio raffinato e a tratti irriverente, che si configura come una personale variante del classicismo bolognese. Su questi aspetti fa luce l’apparato catalografico in cui trovano posto anche opere inedite, riletture iconografiche di quadri noti e indagini tecnico-diagnostiche effettuate, su due dipinti significativi, dal Laboratorio Diagnostico per i Beni Culturali del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna al fine di documentare la tecnica pittorica dell’artista dopo il suo trasferimento all’estero.