954 resultados para rigenerazione, riqualificazione, comfort, efficienza, sostenibilità, edilizia,


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Questa tesi si pone come obiettivo la riqualificazione architettonica del plesso scolastico del Comune di Galeata, cittadina della media valle del Bidente conosciuta sia per gli estesi ritrovamenti archeologici dellantica citt romana di Mevaniola e del cosiddetto Palazzo di Teodorico, sia per essere la citt con la percentuale pi alta di immigrati regolari a livello nazionale. Sono proprio queste peculiarit a guidare il progetto verso un intervento mirato non solo alla rigenerazione urbana dellarea ma anche civica e sociale attraverso la dotazione di nuovi servizi e spazi pubblici. Il progetto nasce dallidea di dare un carattere unitario e riconoscibile ad unarea attualmente caratterizzata da singoli edifici che semplicemente si susseguono luno dopo laltro in modo paratattico. La volont invece quella di dar vita ad un vero e proprio palazzo dellistruzione, caratterizzato da spazi privati e spazi pubblici, spazi aperti e spazi chiusi in grado di dare una molteplicit di risposte e soluzioni alla complessit della societ odierna galeatese. Proprio lo spazio pubblico infatti il vero motore dellintervento; quello spazio pubblico attualmente negato a Galeata, che si vista mutilata nella parte centrale del suo centro storico sventrato alla fine dellOttocento per la costruzione della strada statale bidentina, diventa ora generatore di nuove relazioni con gli edifici dellarea e di nuove dinamiche tra il plesso scolastico e la citt grazie alla realizzazione di corti aperte e terrazzate, piazze e strade pedonali che fungono sia da giardini sia da spazi espositivi o comunque spazi polifunzionali che possono accogliere eventi nei vari mesi dellanno, entrando cos a far parte di quella serie di attrezzature a servizio delle manifestazioni culturali in cui sempre attiva la valle del Bidente e la comunit di Galeata. La scuola dinfanzia e di istruzione primaria viene cos a configurarsi non solo come il primo luogo della crescita culturale del bambino, ma anche come primo luogo di integrazione sociale, perch il nuovo progetto genera allinterno e allesterno degli edifici occasioni di incontro e confronto tra gli scolari grazie allattenzione riservata agli spazi per le attivit di interciclo e per le attivit libere. Inoltre larea viene dotata di un centro maternit/consultorio dove sono collocati servizi di assistenza per le donne in gravidanza e dove le stesse possono confrontare e condividere la propria esperienza con le altre future mamme. Lintero intervento guidato a livello progettuale anche da criteri di ecoefficienza come educazione alla responsabilit ambientale.

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Il miglioramento dellambiente urbano e, in particolare, della qualit di vita dei cittadini, cos come lo scriteriato consumo di territorio in favore della barbara cementificazione delle aree non edificate, sono diventate questioni di particolare rilievo nello scenario globale finalizzato al raggiungimento di un nuovo modello di sviluppo delle citt. Gli abitanti dei centri urbani, oggi, sono costretti ad affrontare il sovraffollamento e i problemi ad esso connessi: il traffico, la congestione, linquinamento e gli effetti che questi fattori generano alla societ. Larea oggetto di questa tesi, luogo a forte vocazione turistica, presenta questo tipo di problematiche soprattutto in corrispondenza della stagione estiva mentre, per il resto dellanno, si trova ad affrontare il problema opposto di riduzione delle attivit e dello spopolamento causate dalla stagionalit. Lespansione edilizia, avvenuta con estrema rapidit e durante un periodo caratterizzato da un forte sviluppo economico , non ha seguito gli indirizzi di un Piano che avrebbe se non altro evitato sprechi di territorio e una struttura cos caotica. Tradizionalmente lidea di densit sempre stata considerata in maniera negativa rispetto alla questione urbana, in quanto simbolo di un uso intensivo e indiscriminato del territorio e causa della scarsa qualit di vita che caratterizza molte citt. In realt il concetto di densit pu assumere un significato diverso: legato allefficienza, alla qualit e alla sostenibilit. Densificare, infatti, secondo opportune linee guida e in relazione agli standard di qualit, significa sfruttare al meglio le risorse esistenti allinterno delle citt, utilizzando il territorio senza sprechi e ricucendo le fratture in grado di generare situazioni di degrado ambientale. Un complesso e minuzioso processo di densificazione in grado di apportare molti benefici al cittadino e alla comunit, come la trasformazione degli spazi inutilizzati o dismessi, la riduzione delle distanze e della mobilit veicolare, la limitazione dellimpatto energetico sullambiente e, non ultima, la promozione di una nuova immagine urbana connessa a nuove funzionalit e strutture. Densificare per condizione necessaria ma non sufficiente per il miglioramento dellambiente urbano, infatti il termine densit non specifica nulla sul risultato qualitativo e quantitativo che si intende ottenere. Creazione di un ambiente pi propizio alla vita ed intenzionalit estetica sono i caratteri stabili dellarchitettura; questi aspetti emergono da ogni ricerca positiva ed illuminano la citt come creazione umana . in questo senso che deve essere letta la densificazione proposta da questa tesi per la riqualificazione di Misano Adriatico. Occorrer riqualificare soprattutto quelle aree marginali del tutto prive dei requisiti urbani al fine di integrarle maggiormente al resto della citt. A essa dovr essere collegata una nuova visione di quelle che saranno le infrastrutture legate alla mobilit ed i servizi necessari alla vita della comunit. Essi non dovranno pi essere visti come elementi di semplice collegamento o episodi isolati distribuiti a caso nel territorio, ma dovranno recuperare quellimportanza strategica che li portavano ad essere lelemento catalizzatore e la struttura portante dellespansione urbana. La riqualificazione della citt sviluppata in questa tesi segue la strategia dei luoghi complementari teorizzata da O.M. Ungers secondo cui: la citt dei -luoghi complementari- composta dal numero pi grande possibile di aree diverse, nelle quali viene sviluppato un aspetto urbano particolare tenendo conto del tutto. In un certo senso un sistema della -citt nella citt-. Ogni parte ha le sue proprie caratteristiche, senza per essere perfezionata e conclusa. [] Si cerca la molteplicit, la diversit, non lunitariet. La contraddizione, la conflittualit sono parte del sistema e rimangono insolute . Il fine ultimo di questa tesi quindi quello di proporre unidea di citt del nostro tempo, un prodotto complesso, non identificabile con un unico luogo ma con un insieme di luoghi che si sovrappongono e si integrano in maniera complementare mantenendo le peculiarit intrinseche del territorio a cui appartengono.

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Il progetto che qui presentiamo, stato elaborato allinterno del laboratorio di sintesi finale Architettura sostenibile, e sviluppa il tema della riqualificazione di un edificio di housing sociale. Perch il social housing? La scarsit di alloggi di edilizia sociale nel patrimonio esistente e il crescente numero di persone che necessitano di una residenza a basso costo, ma che non sono povere al punto tale da poter accedere alledilizia agevolata, porta ad incentrare la nostra ricerca su questo argomento. Osservando nel nostro paese la forte necessit di ampliare e migliorare questo patrimonio, oltre al rinnovato interesse per queste tematiche nel settore pubblico, diventa per noi un momento di riflessione e confronto nel campo della progettazione architettonica. Quale lobiettivo? Il fine di tale ricerca quindi quello di assecondare le odierne esigenze abitative, ripensando il patrimonio esistente in termini di recupero e rifunzionalizzazione degli spazi, migliorando il livello di confort e conseguendo allo stesso tempo elevate prestazioni energetiche. Lobiettivo si allarga poi alla scala del quartiere proponendo strategie utili alla rivitalizzazione delle dinamiche sociali. Qual il metodo? La strategia utilizzata quello della riqualificazione sostenibile. Questa scelta motivata dallintento di ridurre luso di risorse primarie, in termini di materiali, ed evitare lulteriore sfruttamento di aree non ancora urbanizzate. A questo va ad aggiungersi la necessit di realizzare un intervento economicamente sostenibile, data lassenza di risorse da investire per tali fini.

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La ricerca ha per oggetto la messa a punto e applicazione di un approccio metaprogettuale finalizzato alla definizione di criteri di qualit architettonica e paesaggistica nella progettazione di aziende vitivinicole medio-piccole, che effettuano la trasformazione della materia prima, prevalentemente di propria produzione. Lanalisi della filiera vitivinicola, della letteratura scientifica, della normativa di settore, di esempi di architetture del vino eccellenti hanno esplicitato come prevalentemente vengano indagate cantine industriali ed aspetti connessi con l'innovazione tecnologica delle attrezzature. Soluzioni costruttive e tecnologiche finalizzate alla qualit architettonica ed ambientale, attuali dinamiche riguardanti il turismo enogastronomico, nuove funzionalit aziendali, problematiche legate alla sostenibilit dellintervento risultano ancora poco esplorate, specialmente con riferimento a piccole e medie aziende vitivinicole. Assunto a riferimento il territorio ed il sistema costruito del Nuovo Circondario Imolese (areale rappresentativo per vocazione ed espressione produttiva del comparto vitivinicolo emiliano-romagnolo) stato identificato un campione di aziende con produzioni annue non superiori ai 5000 hl. Le analisi svolte sul campione hanno permesso di determinare: modalit di aggregazione funzionale degli spazi costruiti, relazioni esistenti con il paesaggio, aspetti distributivi e materico-costruttivi, dimensioni di massima dei locali funzionali alla produzione. Il caso studio relativo alla riqualificazione di unazienda rappresentativa del comparto stato utilizzato per la messa a punto e sperimentazione di criteri di progettazione guidati da valutazioni relative alle prestazioni energetiche, alla qualit architettonica e alla sostenibilit ambientale, economica e paesaggistica. L'analisi costi-benefici (pur non considerando le ricadute positive in termini di benessere degli occupanti ed il guadagno della collettivit in termini di danni collegati allinquinamento che vengono evitati in architetture progettate per garantire qualit ambientale interna ed efficienza energetica) ha esplicitato il ritorno in pochi anni dellinvestimento proposto, nonostante gli ancora elevati costi di materiali di qualit e dei componenti per il corretto controllo climatico delle costruzioni.

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Negli ultimi cinquantanni, in particolare dal 1956 al 2010, grazie a miglioramenti di tipo economico e sociale, il territorio urbanizzato italiano aumentato di circa 600 mila ettari, cio una superficie artificializzata pari quasi a quella dellintera regione Friuli Venezia Giulia, con un aumento del 500% rispetto agli anni precedenti. Quando si parla di superfici artificializzate ci si riferisce a tutte quelle parti di suolo che perdono la propria caratteristica pedologica per essere asportate e divenire urbanizzate, cio sostituite da edifici, spazi di pertinenza, parcheggi, aree di stoccaggio, strade e spazi accessori. La costruzione di intere periferie e nuclei industriali dagli anni 50 in poi, stata facilitata da un basso costo di mano dopera e da una supposta presenza massiccia di risorse disponibili. Nonch tramite adeguati piani urbanistico-territoriali che hanno accompagnato ed assecondato questo orientamento. Alloggi, evidente come questa crescita tumultuosa del tessuto urbanizzato non sia pi sostenibile. Il consumo del suolo provoca infatti vari problemi, in particolare di natura ecologica e ambientale, ma anche sanitaria, economica e urbana. Nel dettaglio, secondo il dossier Terra Rubata1, lanciato allinizio del 2012 dal FAI e WWF gli aspetti che vengono coinvolti direttamente ed indirettamente dalla conversione urbana dei suoli sono complessivamente i seguenti. Appartenenti alla sfera economico-energetica ritroviamo diseconomie dei trasporti, sperperi energetici, riduzione delle produzioni agricole. Per quanto riguarda la sfera idro-geo-pedologica vi la possibilit di destabilizzazione geologica, irreversibilit duso dei suoli, alterazione degli assetti idraulici ipo ed epigei. Anche la sfera fisico-climatica non immune a questi cambiamenti, ma pu invece essere soggetta ad accentuazione della riflessione termica e dei cambiamenti 1 Dossier TERRA RUBATA Viaggio nellItalia che scompare. Le analisi e le proposte di FAI e WWF sul consumo del suolo, 31 gennaio 2012 2 climatici, ad una riduzione della capacit di assorbimento delle emissioni, ad effetti sul sequestro del carbonio e sulla propagazione spaziale dei disturbi fisico-chimici. In ultimo, ma non per importanza, riguardo la sfera eco-biologica, ritroviamo problemi inerenti lerosione fisica e la distruzione degli habitat, la frammentazione eco sistemica, la distrofia dei processi eco-biologici, la penalizzazione dei servizi ecosistemici dellambiente e la riduzione della resilienza ecologica complessiva. Nonostante ci sia ancora la speranza che questo orientamento possa invertire la rotta, non per possibile attendere ancora. necessario agire nellimmediato, anche adottando adeguati provvedimenti normativi e strumenti pianificatori ed operativi nellazione delle pubbliche amministrazioni analogamente a quanto, come evidenziato nel dossier sopracitato2, hanno fatto altri paesi europei. In un recente documento della Commissione Europea3 viene posto lanno 2050 come termine entro il quale non edificare pi su nuove aree. Per fare ci la Commissione indica che nel periodo 2000-2020 occorre che loccupazione di nuove terre sia ridotta in media di 800 km2 totali. indispensabile sottolineare per, che nonostante la stabilit demografica della situazione attuale, se non la sua leggera decrescenza, e la societ attuale ha necessit di spazi di azione maggiori che non nel passato e possiede una capacit di spostamento a velocit infinitamente superiori. Ci comporta una variazione enorme nel rapporto tra le superfici edificate (quelle cio effettivamente coperte dal sedime degli edifici) e le superfici urbanizzate (le pertinenze pubbliche e private e la viabilit). Nellinsediamento storico, dove uno degli obiettivi progettuali era quello di minimizzare i tempi di accesso tra abitazioni e servizi urbani, questo rapporto varia tra il 70 e il 90%, mentre nellinsediamento urbano moderno quasi sempre inferiore al 40-50% fino a valori anche inferiori al 20% in taluni agglomerati commerciali, 2 Dossier TERRA RUBATA Viaggio nellItalia che scompare. Le analisi e le proposte di FAI e WWF sul consumo del suolo, 31 gennaio 2012 3 Tabella di marcia verso unEuropa efficiente nellimpiego delle risorse, settembre 2011 3 industriali o direzionali nei quali il movimento dei mezzi o le sistemazioni paesaggistiche di rappresentanza richiedono maggiori disponibilit di spazi. Come conciliare quindi la necessit di nuovi spazi e la necessit di non edificare pi su nuove aree? Dai dati Istat il 3% del territorio Italiano risulta occupato da aree dismesse. Aree che presentano attualmente problemi di inquinamento e mancata manutenzione ma che potrebbero essere la giusta risorsa per rispondere alle necessit sopracitate. Enormi spazi, costruiti nella precedente epoca industriale, che possono essere restituiti al pubblico sotto forma di luoghi destinati alla fruizione collettiva come musei, biblioteche, centri per i giovani, i bambini, gli artisti. Allo stesso tempo questi spazi possono essere, completamente o in parte, rinaturalizzati e trasformati in parchi e giardini. La tematica, cosiddetta dellarcheologia industriale non si presenta come una novit, ma come una disciplina, definita per la sua prima volta in Inghilterra nel 1955, che vanta di esempi recuperati in tutta Europa. Dagli anni 60 lopinione pubblica cominci ad opporsi alla demolizione di alcune strutture industriali, come ad esempio la Stazione Euston a Londra, riconoscendone limportanza storica, culturale ed artistica. Questo paesaggio industriale, diviene oggi testimonianza storica di unepoca e quindi per questo necessita rispetto e attenzione. Ci non deve essere estremizzato fino alla esaltazione di questi immensi edifici come rovine intoccabili, ma deve invitare lopinione pubblica e i progettisti a prendersene cura, a reintegrarli nel tessuto urbano donando loro nuove funzioni compatibili con la struttura esistente che andr quindi lasciata il pi possibile inalterata per mantenere una leggibilit storica del manufatto. LEuropa presenta vari casi di recupero industriale, alcuni dei quali presentano veri e propri esempi da seguire e che meritano quindi una citazione ed un approfondimento allinterno di questo saggio. Tra questi lex stabilimento FIAT del Lingotto a Torino, 4 la celebre Tate Modern di Londra, il Leipzig Baumwollspinnerei, il Matadero Madrid e la Cable Factory a Elsinky. Questi edifici abbandonati risultano alloggi sparsi in maniera disomogenea anche in tutta Italia, con una maggiore concentrazione lungo le linee ferroviarie e nei pressi delle citt storicamente industrializzate. Essi, prima di un eventuale recupero, risultano come rifiuti abbandonati. Ma come sopradetto questi rifiuti urbani possono essere recuperati, reinventati, riabilitati, ridotati di dignit, funzione, utilit. Se questi rifiuti urbani possono essere una nuova risorsa per le citt italiane come per quelle Europee, perch non provare a trasformare in risorse anche i rifiuti di altra natura? Il problema dei rifiuti, pi comunemente chiamati come tali, ha toccato direttamente lopinione pubblica italiana nel 2008 con il caso drammatico della regione Campania e in particolare dalla condizione inumana della citt di Napoli. Il rifiuto un problema dovuto alla societ cosiddetta dellusa e getta, a quella popolazione che contrariamente al mondo rurale non recupera gli scarti impiegandoli in successive lavorazioni e produzioni, ma li getta, spesso in maniera indifferenziata senza preoccuparsi di ci che ne sar. Nel passato, fino agli anni 60, il problema dello smaltimento dei rifiuti era molto limitato in quanto in genere gli scatti del processo industriale, lavorativo, costruttivo venivano reimpiegati come base per una nuova produzione; il materiale da riciclare veniva di solito recuperato. Il problema degli scarti quindi un problema moderno e proprio della citt, la quale deve quindi farsene carico e trasformarlo in un valore, in una risorsa. Se nellequilibrio ecologico la stabilit rappresentata dalla presenza di cicli chiusi necessario trovare una chiusura anche al cerchio del consumo; esso non pu terminare in un oggetto, il rifiuto, ma deve riuscire a reinterpretarlo, a trovare per 5 esso una nuova funzione che vada ad attivare un secondo ciclo di vita, che possa a sua volta generare un terzo ciclo, poi un quarto e cosi via. Una delle vie possibili, quella di riciclare il pi possibile i nostri scarti e quindi di disassemblarli per riportare alla luce le materie prime che stavano alla base della loro formazione. Uno degli ultimi nati, su cui possibile agire percorrendo questa strada il rifiuto RAEE4. Esso ha subito un incremento del 30,7% negli ultimi 5 anni arrivando ad un consumo di circa 19 kilogrammi di rifiuti allanno per abitante di cui solo 4 kilogrammi sono attualmente smaltiti nelle aziende specializzate sul territorio. Dismeco s.r.l. una delle aziende sopracitate specializzata nello smaltimento e trattamento di materiale elettrico ed elettronico, nata a Bologna nel 1977 come attivit a gestione familiare e che si poi sviluppata divenendo la prima in Italia nella gestione specifica dei RAEE, con un importante incremento dei rifiuti dismessi in seguito all'apertura del nuovo stabilimento ubicato nel Comune di Marzabotto, in particolare nel lotto ospitante lex-cartiera Rizzoli-Burgo. Lazienda si trova quindi ad operare in un contesto storicamente industriale, in particolare negli edifici in cui veniva stoccato il caolino e in cui veniva riciclata la carta stampata. Se la vocazione al riciclo storica dellarea, grazie alliniziativa dellimprenditore Claudio Tedeschi, sembra ora possibile la creazione di un vero e proprio polo destinato alla cultura del riciclo, allinsegnamento e allarte riguardanti tale tematica. Lintenzione che verr ampliamente sviluppata in questo saggio e negli elaborati grafici ad esso allegati quella di recuperare alcuni degli edifici della vecchia cartiera e donane loro nuove funzioni pubbliche al fine di rigenerare larea. 4 RAEE: Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, in lingua inglese: Waste of electric and electronic equipment (WEEE) o e-waste). Essi sono rifiuti di tipo particolare che consistono in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi in quanto guasta, inutilizzata, o obsoleta e dunque destinata all'abbandono. 6 Il progetto, nello specifico, si occuper di riqualificare energeticamente il vecchio laboratorio in cui veniva riciclata la carta stampata e di dotarlo di aree per esposizioni temporanee e permanenti, sale conferenze, aule didattiche, zone di ristoro e di ricerca. Per quanto riguarda invece larea del lotto attualmente artificializzata, ma non edificata, vi lintenzione di riportarla a zona verde attraverso la creazione di un Parco del Riciclo. Questa zona verde restituir al lotto un collegamento visivo con le immediate colline retrostanti, accoglier i visitatori e li ospiter nelle stagioni pi calde per momenti di relax ma al tempo stesso di apprendimento. Questo perch come gi detto i rifiuti sono risorse e quando non possono essere reimpiegati come tali vi larte che se ne occupa. Artisti del calibro di Picasso, Marinetti, Rotella, Nevelson e molti altri, hanno sempre operato con i rifiuti e da essi sono scaturite opere darte. A scopo di denuncia di una societ consumistica, semplicemente come oggetti del quotidiano, o come metafora della vita delluomo, questi oggetti, questi scarti sono divenuti materia sotto le mani esperte dellartista. Se nel 1998 Lea Vergine dedic proprio alla Trash Art una mostra a Rovereto5 significa che il rifiuto non scarto invisibile, ma oggetto facente parte della nostra epoca, di una generazione di consumatori frugali, veloci, e indifferenti. La generazione dellusa e getta che diviene invece ora, per necessita o per scelta generazione del recupero, del riciclo, della rigenerazione. Lipotesi di progetto nella ex-cartiera Burgo a Lama di Reno proprio questo, un esempio di come oggi il progettista possa guardare con occhi diversi queste strutture dismesse, questi rifiuti, gli scarti della passata societ e non nasconderli, ma reinventarli, riutilizzarli, rigenerarli per soddisfare le necessit della nuova generazione. Della generazione riciclo.

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Questa tesi propone un progetto di riqualificazione funzionale ed energetica del Polo ospedaliero civile di Castel San Pietro Terme, un complesso di edilizia sanitaria attivo dal 1870, che la AUSL proprietaria ha ora programmato di riqualificare. Il complesso, costituito da diversi edifici realizzati in epoche successive con un volume lordo riscaldato di 41670 m3, occupa unarea di 18415 m2. Sottoposto nel corso del tempo a ripetute modifiche e ampliamenti,oggi si presenta come un insieme eterogeneo di volumi, disorganici nellaspetto ed interessati da importanti criticit: prestazioni energetiche largamente inadeguate; insufficiente resistenza alle azioni sismiche; inefficiente distribuzione interna degli ambienti e delle funzioni. Partendo da unanalisi che dal complesso ospedaliero si estende sullintera area di Castel San Pietro Terme, stato definito un progetto che tiene conto delle peculiarit e delle criticit del luogo. Il progetto propone la riqualificazione dellarea antistante lingresso storico dellospedale tramite il collegamento diretto al parco fluviale, oggi interrotto da viale Oriani e da un parcheggio. Sul complesso edificato viene invece progettato un insieme di interventi differenziati, che rispondono allobiettivo primario di adattare il polo ospedaliero a nuove funzioni sanitarie. La riorganizzazione prevede: Leliminazione del reparto di chirurgia; Ladeguamento delle degenze a funzioni di hospice e lungodegenza per malati terminali; Lampliamento del progetto Casa della Salute che prevede locali ambulatoriali. Il progetto ha assunto questo programma funzionale,puntando a mantenere e riqualificare quanto pi possibile lesistente. E stato quindi previsto di: Demolire il corpo del blocco operatorio. Ridefinire volumetricamente il corpo delle degenze Prevedere la costruzione di nuovi volumi per ospitare i poliambulatori. Per assicurare un adeguato livello di prestazioni,lintervento ha puntato a far conseguire allintero complesso la classe energetica A e ad adeguare la capacit di risposta al sisma, in particolare del corpo delle degenze, che presenta le condizioni pi critiche. Le simulazioni eseguite con il software Termolog Epix3 attestano un valore di fabbisogno energetico finale pari a 5,10 kWh/m3 anno, con una riduzione del 92,7% rispetto ai livelli di consumo attuali. E' stata posta particolare attenzione anche al comfortdegli ambienti di degenza, verificato tramite lutilizzo del software di simulazione energetica in regime dinamico IESVE che ha permesso di monitorare gli effetti ottenuti in relazione ad ogni scelta progettuale. I nuovi padiglioni sono stati progettati per integrare in modo funzionale i locali ambulatoriali ed alcuni ambienti dedicati alle terapie complementari per i lungodegenti. La tecnologia a setti portanti Xlam stata preferita per la velocit di realizzazione. La sovrastante copertura costituita da una membrana di ETFE sostenuta da travi curve in legno lamellare, oltre ad assicurare il comfort ambientale tramite lo sfruttamento di sistemi passivi, permette di limitare i requisiti dellinvolucro dei volumi sottostanti.

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La ricerca volta a presentare un nuovo approccio integrato, a supporto di operatori e progettisti, per la gestione dellintero processo progettuale di interventi di riqualificazione energetica e architettonica del patrimonio edilizio recente, mediante limpiego di soluzioni tecnologiche innovative di involucro edilizio. Lo studio richiede necessariamente lacquisizione di un repertorio selezionato di sistemi costruttivi di involucro, come base di partenza per lelaborazione di soluzioni progettuali di recupero delle scuole appartenenti al secondo dopoguerra, in conglomerato cementizio armato, prevalentemente prefabbricate. Il progetto individua procedimenti costruttivi ecocompatibili per la progettazione di componenti prefabbricati di involucro attivo, adattabile ed efficiente, da assemblare a secco, nel rispetto dei requisiti prestazionali richiesti dalle attuali normative. La ricerca finalizzata alla gestione dellintero processo, supportato da sistemi di rilevazione geometrica, collegati a software di programmazione parametrica per la modellazione di superfici adattabili alla morfologia dei fabbricati oggetto di intervento. Tali strumenti informatizzati CAD-CAM sono connessi a macchine a controllo numerico CNC per la produzione industrializzata degli elementi costruttivi su misura. A titolo esemplificativo dellapproccio innovativo proposto, si formulano due possibili soluzioni di involucro in linea con i paradigmi della ricerca, nel rispetto dei principi di sostenibilità, intesa come modularit, rapidit di posa, reversibilit, recupero e riciclo di materiali. In particolare, le soluzioni innovative sono accomunate dallapplicazione di una tecnica basata sullassemblaggio di elementi prefabbricati, dalladozione di una trama esagonale per la tassellazione della nuova superficie di facciata, e dallutilizzo del medesimo materiale termico isolante, plastico e inorganico, riciclato ed ecosostenibile, a basso impatto ambientale (AAM - Alkali Activated Materials). Le soluzioni progettuali proposte, sviluppate presso le due sedi coinvolte nella cotutela (Universit di Bologna, Universit Paris-Est) sono affrontate secondo un protocollo scientifico che prevede: progettazione del sistema costruttivo, analisi meccanica e termica, sperimentazione costruttiva, verifica delle tecniche di messa in opera e dei requisiti prestazionali.

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Oggetto di questa tesi la riqualificazione energetica e funzionale della scuola dinfanzia e primaria Clotilde Tambroni di Bologna. L'intervento progettato ha posto particolare attenzione al comfort interno, al miglioramento del benessere ambientale interno, all'abbattimento dei fabbisogni energetici e dei costi di gestione e alla riduzione delle emissioni inquinanti. In seguito ad unanalisi accurata, che ha registrato anche le opinioni degli utenti, si sono individuate criticit importanti e acuti livelli insoddisfazione. In particolare riguardo il comfort interno, laccessibilit della struttura, la fruibilit e la qualit degli spazi, le dotazioni carenti (servizi igienici, servizi per disabili). Altre gravi criticit riguardano lo spazio esterno, quasi per nulla sfruttato e poco curato. Anche le prestazioni energetiche, valutate con il software Termolog EpiX5, sono risultate molto scarse: ledificio si colloca in classe energetica E, con elevati livelli di consumi e conseguenti costi, dovuti soprattutto allinefficienza del sistema di regolazione dellimpianto di riscaldamento, alla mancanza di isolamento delle pareti perimetrali e agli infissi adeguati. Sulla base di questa diagnosi, le strategie di progetto sono state definite puntando a risolvere o perlomeno migliorare tutte le criticit rilevate.

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Il BIM (Building Information Modeling ) un processo coordinato per agevolare lintegrazione delle informazioni pertinenti alle varie fasi di progettazione dellopera edilizia. La rappresentazione digitale di un edificio, completa di tutte le sue parti ed informazioni sempre aggiornate, affidabili ed accessibili, aiuta il confronto decisionale, la produzione di elaborati, la stima dei costi e tanti altri aspetti del processo edilizio che vengono cos ad essere trattati in maniera pi efficiente, immediata e con meno sprechi rispetto a molti approcci tradizionali ancora in uso. Con queste premesse la tesi ha voluto indagare potenzialit e criticit di strumenti progettuali avanzati per giungere ad una costruzione efficace e sostenibile. A questo scopo Revit di Autodesk si dimostrato un software che permette di avere in un unico spazio di lavoro tutti i dati pertinenti alle figure professionali che intervengono durante il processo edilizio. Nel modello BIM realizzato per progettare realisticamente una villetta monofamiliare localizzata a Mezzojuso, in provincia di Palermo, sono stati esaminati molteplici aspetti: dal modello fisico, alla visualizzazione grafica 2D e 3D, alla modellazione parametrica di un modello concettuale energetico che coinvolge analisi di comfort termico ed igrometrico, ad un modello dei venti (per arrivare ad un design energetico ottimale). Il metodo di progetto stato applicato facendo largo uso di elementi parametrici non standard nei modelli 3D e di altri prodotti realmente esistenti nel mercato italiano. Il risultato finale stato quello di giungere ad una valutazione delle geometrie pi idonee per il controllo degli spazi rispetto alla normativa locale, allo studio di pi tipologie di pacchetti murari per risolvere i problemi di raffrescamento estivo e isolamento invernale, alla realizzazione di un computo metrico di massima: sono stati solo questi alcuni degli aspetti considerati per approcciare la tematica da un pi ampio punto di vista multidisciplinare.

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La tesi di Laurea presenta una ricognizione dell'attuale patrimonio dell'edilizia pubblica a Forl, effettuata a partire dai documenti conservati presso gli archivi dell'ACER. Il patrimonio dell'edilizia sociale poi relazionato alle dinamiche di crescita della citt e ai contenuti degli strumenti urbanistici al fine di individuare ambiti in cui sperimentare strategie di rigenerazione degli spazi pubblici e dei tessuti urbani. In particolare stata approfondita la situazione del quartiere Ca' Ossi, sul quale la tesi formula alcune ipotesi progettuali.

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Il caso studio affrontato nella tesi il complesso residenziale Pilastro, costruito tra gli anni 1962 e 1985 a Bologna. Collocato nella parte nord-est della citt, allinterno del quartiere San Donato, il quartiere si presenta come una delle periferie pi adatte ad ospitare i nuovi progetti di sviluppo urbano, in virt della sua posizione strategica rispetto ai diversi poli e alla rete infrastrutturale principale. Questo studio consiste in una serie di analisi, effettuate al fine di giungere a trattare gli aspetti progettuali, che rispondono a una serie di problematiche riscontrate nella parte conosciuta come Primo Impianto. Le criticit affrontate sono: - Fenomeno di Canyon Urbano dovuto al rapporto tra la morfologia urbana e il microclima; - Limiti nella fruibilit degli spazi esterni (outdoor), a causa della presenza di spazi non caratterizzati, dotati di uno scarso livello di comfort termico durante il periodo estivo; - Problemi riguardo laspetto viabilistico e le sezioni stradali; - Bassa prestazione energetica correlata alla vetust degli edifici; - Basso livello di comfort interno (indoor) degli edifici. La Tesi ha come obiettivo la definizione di diverse strategie progettuali che tengano conto delle condizioni climatiche relative al benessere termico come criterio per la riqualificazione degli spazi esterni e degli edifici esistenti. Questultima terr altres conto della prestazione energetica dei fabbricati. Un aspetto complementare quello del ragionamento sullincidenza della progettazione degli spazi esterni (outdoor) sugli aspetti relativi al benessere negli spazi interni (indoor). Metodo Lapproccio seguito nel trattare le problematiche ha come punto di partenza lo studio degli spazi esterni, che continua anche al livello del costruito. Attraverso diverse analisi a livello urbanistico, sono stati indagati una serie di aspetti come la morfologia urbana, i servizi, gli spazi aperti, la popolazione e la mobilit, etc. Il comparto studio, collocato nella parte nord-est del Primo Impianto in Via Lodovico Frati, composto da edifici residenziali in linea e lo spazio in between che si affaccia alla strada. Al fine di considerare le condizioni climatiche e la loro incidenza nel comfort urbano, sono stati studiati diversi parametri fisici incidenti, valutati con lausilio del software di simulazione Envi-met, con loutput di cui, stato possibile ottenere mappe di valori del comfort outdoor, sia della condizione esistente che in quella dopo lintervento progettuale. Per quanto riguarda gli edifici, per valutare il livello di comfort negli ambienti interni stato usato il software di simulazione EnergyPlus, mentre per valutare la prestazione energetica stato usato il software Termolog Epix 5. Loutput dei risultati ottenuti dai software di simulazione uno strumento importante di verifica per le diverse scelte progettuali.

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Gran parte del patrimonio edilizio italiano costituito da un'edilizia minore realizzata per lo pi negli anni successivi al secondo dopoguerra. Una delle pi significative esperienze di ricostruzione rappresentata dai quartieri Ina-Casa, che oltre a rispondere all'elevata richiesta abitativa, hanno contribuito a dare una forma all'espansione disorganizzata delle citt e si sono rivelati l'ultima vera occasione per gli architetti di essere protagonisti della storia nazionale. Tuttavia, ad oggi, manca la consapevolezza diffusa del grande valore storico, identitario e patrimoniale di queste porzioni di citt e della necessit di un congruo intervento di valorizzazione e riqualificazione. Specialmente nelle piccole realt, come Cesena, questo ha comportato una forte alterazione dei caratteri originari secondo scelte arbitrarie ed interventi disomogenei. A seguito dell'analisi approfondita della piccola unit di vicinato della Fiorita, si deciso di adottare un approccio metodologico diversificato tra aspetti urbanistici e relativi al singolo alloggio. Da una parte stato elaborato un progetto urbanistico che tenesse conto di tutte le specificit del luogo, in particolare della presenza di una popolazione residente molto attiva e determinata nella valorizzazione del proprio quartiere. Dall'altra stato redatto un manuale di possibili interventi, pensati per rispondere alle attuali esigenze estetiche, prestazionali e funzionali dell'alloggio, corredato da un sistema incentivante a punteggio. Nell'insieme questa esperienza evidenzia le potenzialit di un progetto di rigenerazione urbana che pu essere sperimentato anche in altri contesti della citt.

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Loggetto di questa tesi di laurea un intervento di recupero e riprogettazione di un edificio non completato, destinato a 24 alloggi di edilizia residenziale pubblica, situato a Rovigo. Questo stato oggetto di una lunga ed articolata vicenda caratterizzata da continue interruzioni del cantiere, principalmente causate da una cattiva esecuzione dei lavori da parte dellimpresa costruttrice. Allo stato attuale presente la sola struttura metallica assemblata sulle fondazioni in calcestruzzo armato; tutto il fabbricato risulta abbandonato e congelato da diversi anni dopo i primi collaudi che hanno stabilito la non idoneit del telaio in acciaio. Lobiettivo del progetto dunque quello di recuperare le fondazioni esistenti e di riprogettare ledificio in una chiave pi attuale e sostenibile. E stato effettuato un sopralluogo per comprendere pi da vicino le problematiche relative allarea di progetto, oltre ad unattenta analisi delle documentazioni riguardanti il progetto originario in modo da correggere eventuali punti deboli. Le strategie non hanno tenuto conto dunque solamente di unottima efficienza energetica o di unofferta di alloggi adeguata alla domanda della situazione abitativa attuale, ma anche di tutte le problematiche che sono derivate dalla cattiva gestione del progetto originario. Le scelte progettuali, infatti, sono state il risultato anche delle necessit di limitare tempi e costi di un intervento per il quale sono state sprecate fin troppe risorse, soprattutto economiche. La fase progettuale stata affiancata dalla realizzazione di simulazioni effettuate tramite software di calcolo (Termolog EpiX 6 e DIALux evo) che hanno permesso di ottenere ottimi risultati per quanto riguarda prestazione energetica e comfort luminoso indoor.