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PETROBRAS started in 2003 the implantation of agroforestry systems as an alternative to recuperate degraded areas at Oiteirinhos Farm, of its property, located in the biggest terrestrial field of oil of Brazil, between the cities of Carmópolis and Japaratuba, at Sergipe. The project, idealized by the geologist Ismael Quirino Trindade Neto and called Agrofloresta, sustento da vida, has the model of agroforestry systems developed by Ernst Götsch as technical and theoretical references, which joins agricultural cultures with forest species. In this direction, it was evidenced that the practices adopted in the SAFs allow to join recovery, conservation and production, as it follows the biodiversity and the dynamics of the natural processes as basic principles of the practices adopted. Including social inclusion and economic return, the project expands the environmental aspect, turning into an action focused in sustainable development.

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Although the popularization of astronomy in the last decade and the International Year of Astronomy, celebrated in 2009, there's a great lack in respect of quality instruments for astronomical disclosure. Thinking in this research about it, we intend to recuperate and elucidate a technique long forgotten: the metal mirror amateur telescope, once was done in the first reflecting telescopes. However, with the resources available today and given the high purity of the materials, our results were better than that obtained by the pioneers. We developed and built a large aperture telescope (250 mm diameter) and very bright (focal ratio = 4.0), versatile and portable. In our study was described step by step the process to fabricate the telescope. Through its first images captured of the Moon, we can illustrate its versatility both for use in outreach events and for use in amateur astronomy, because it is a primary focus capture system and can run registration of various astronomical events

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The concept of need for recovery from work (NFR) was deduced from the effort recuperation model. In this model work produces costs in terms of effort during the working day. When there is enough time and possibilities to recuperate, a worker will arrive at the next working day with no residual symptoms of previous effort. NFR evaluates work characteristics such as psychosocial demands, professional work hours or schedules. However, sleep may be an important part of the recovery process. The aim of the study was to test the association between sleep-related complaints and NFR. A cross-sectional study was carried out at three hospitals. All females nursing professionals engaged in assistance to patients were invited to participate (N=1,307). Participants answered a questionnaire that included four sleep-related complaints (insomnia, unsatisfactory sleep, sleepiness during work hours and insufficient sleep), work characteristics and NRF scale. Binomial logistic regression analysis showed that all sleep-related complaints are associated with a high need for recovery from work. Those who reported insufficient sleep showed a greater chance of high need for recovery; OR=2.730 (CI 95% 2.074-3.593). These results corroborate the hypothesis that sleep is an important aspect of the recovery process and, therefore, should be thoroughly investigated.

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Il tema di ricerca sul Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri si colloca su di un terreno che potremmo definire, genericamente, giuspubblicistico, posto al confine tra il diritto costituzionale ed il diritto amministrativo. Tale visione sistematica trae fondamento alla apparente vocazione del Segretariato, di soggetto istituzionale dalla doppia attitudine: da un lato, infatti, è preposto alla traduzione - in termini strettamente operativi - dell’indirizzo politico governativo e dall’altro svolge un’attività di monitoraggio e di raccolta di informazioni generali necessarie per il migliore svolgimento dell’azione governativa. Pertanto, per l’inquadramento e l’analisi delle differenti problematiche che avvolgono l’istituto sono state recuperate, per i profili d’interesse, diverse categorie giuridiche, alcune di stampo marcatamente costituzionalistico (a titolo esemplificativo, la funzione, l’indirizzo politico, il rapporto di fiducia, la posizione costituzionale del Presidente del Consiglio, dei Ministri e del Consiglio dei Ministri, categorie cui è stata aggiunta, per alcuni aspetti, la disciplina elettorale e, in particolare, la stessa formula elettorale, suscettibile di apportare una spiccata “mobilità decisionale” tra i diversi organi di cui si compone il Governo), accostate ad altre di specifico interesse amministrativistico (il coordinamento, l’atto politico, l’atto di alta amministrazione, la direzione, le strutture in cui si dipana l’organizzazione, l’azione amministrativa, la gestione finanziaria). Lo sviluppo del tema è proposto, in via preliminare, facendo riferimento all’inquadramento generale dell’istituto, attraverso l’esame della genesi e dello sviluppo della struttura burocratica oggetto dello studio, tenendo conto della versatilità operativa, sia sul versante strutturale, sia funzionale, dimostrata nel corso degli decenni di storia costituzionale del Paese, spesso costellata da avvenimenti politici e sociali controversi e, a volte, non privi di accadimenti drammatici. La dottrina non ha dedicato specifici studi ma si è occupata dell’argomento in via incidentale, nell’ambito di trattazioni di più ampio respiro dedicate alla funzione di governo nelle sue varie “declinazioni”, legando “a doppio filo” il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio al Presidente del Consiglio soprattutto nella misura in cui afferma che il Segretariato è struttura meramente servente del premier di cui sembrerebbe condividerne le sorti specie con riferimento alla conformazione strutturale e funzionale direttamente collegata alla maggiore o minore espansione dei suoi poteri (reali) di coordinamento e di direzione della compagine governativa, ponendo in secondo piano le funzioni “di continuità” istituzionale e di servizio al cittadino che pure sono assolte dall’organo. Ciò premesso, si è tentato di fornire una visione generale del Segretariato nella sua dimensione ordinamentale ed operativa, attraverso la ricognizione, scomposizione e ricomposizione delle sue numerose attribuzioni per saggiare il suo reale natura giuridica. In conclusione, anche a fronte della posizione netta della giurisprudenza, si è optato per ritenere che il Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri sia attratto tra gli organi amministrativi.

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La storia naturale dell’epatopatia HCV-relata passa dall’epatite cronica alla cirrosi ed eventualmente all’epatocarcinoma fino ad arrivare alla possibile necessità del trapianto di fegato. HCV non esercita citolisi diretta, pertanto i fattori immunologici giocano il duplice ruolo di determinare l’evoluzione dell’infezione e il danno epatico. All’interno del sistema immunitario esistono linfociti in grado di inibire l’attivazione delle cellule effettrici modulando la risposta immunitaria; la popolazione regolatoria meglio conosciuta è costituita dai cosiddetti T-reg caratterizzati dal fenotipo CD4+CD35hiFoxp3+. Scopo di questo studio è stato determinare fenotipo e funzione dei T-reg, valutandone le correlazioni con caratteristiche cliniche e parametri biochimici e virologici, nelle diverse fasi della malattia epatica da HCV, a partire dall’epatite cronica, passando per la cirrosi, l’epatocarcinoma e terminando con il follow-up post-trapianto di fegato. Sono stati reclutati 80 pazienti con infezione cronica da HCV non in trattamento antivirale, di cui 52 con epatite cronica, 12 con cirrosi e 16 con epatocarcinoma. Di questi, 11 sono andati incontro a trapianto di fegato e sono stati poi seguiti fino a 36 mesi di follow up. Ventinove soggetti avevano transaminasi persistentemente nella norma e 28 mostravano ALT costantemente oltre 2.5x i valori normali. Quaranta donatori di sangue sono stati utilizzati come controlli sani. Marcatori di superficie (CD4, CD25) ed intracellulari (Foxp3) sono stati valutati in citofluorimetria su sangue intero periferico per tutti i soggetti al basale ed ogni 2-4 settimane dopo trapianto. In una quota di pazienti i T-reg sono stati estratti dai linfociti del sangue periferico con metodi immunomagnetici e la loro funzione valutata come percentuale di inibizione di proliferazione e produzione di IFN-γ da parte delle cellule bersaglio CD4+CD25- in esperimenti di co-coltura effettuati al basale e dopo 24-36 settimane dal trapianto. La percentuale di T-reg e l’espressione del Foxp3 sono risultate aumentate nei soggetti con HCV rispetto ai controlli sani, in particolare in coloro con cirrosi, HCC e nei pazienti con transaminasi normali indipendentemente dallo stadio di malattia, correlando inversamente con i livelli di transaminasi e direttamente con il punteggio MELD. La produzione di IFN-γ è incrementata in tutti i pazienti HCV ma efficacemente controllata solamente dai T-reg dei pazienti con transaminasi normali. Dopo il trapianto di fegato, si verifica una precoce e reversibile riduzione delle T-reg circolanti. Alla 24ma e 36ma settimana dal trapianto la percentuale dei T-reg circolanti è sovrapponibile al basale e i loro effetti, sia in termini di proliferazione che di produzione di IFN-γ, sulle cellule bersaglio, già dotate di una ridotta attività intrinseca, appaiono particolarmente incisivi. In conclusione, l’epatopatia cronica da HCV è caratterizzata da una popolazione di T-reg espansa che però, con l’eccezione dei soggetti con transaminasi normali, non appare in grado di limitare il danno epatico immuno-mediato e potrebbe favorire lo sviluppo e la crescita di lesioni tumorali nei pazienti con malattia avanzata. Il trapianto di fegato, probabilmente a causa della terapia immunosoppressiva, si associa ad un marcato e transitorio declino dei T-reg le cui numerosità e funzione vengono completamente recuperate a sei mesi dall’intervento. La migliore conoscenza dei meccanismi alla base delle cinetica e della funzione delle cellule regolatorie potrà fornire utili strumenti per il loro utilizzo come adiuvanti nella terapia dell’epatopatia cronica HCV relata.

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Le reti di sensori non cablate producono una grande quantità di informazioni sotto forma di flusso continuo di dati, provenienti da una certa area fisica. Individualmente, ogni sensore è autonomo, dotato di batteria limitata e possiede una piccola antenna per la comunicazione; collettivamente, i sensori cooperano su un’ area più o meno vasta per far giungere i dati gene- rati ad un unità centrale. Poiché la sostituzione delle batterie è spesso un operazione troppo costosa o inattuabile, l’efficienza energetica è considerata una metrica prioritaria durante la progettazione delle reti di sensori non cablate. Si richiede non solo di ridurre le richieste energetiche di ogni singolo nodo, ma anche di massimizzare il tempo di vita dell’intera rete, considerando i costi di comunicazione tra sensori. Ciò ha portato allo studio di come rimuo- vere le inefficienze energetiche sotto ogni aspetto: dalla piattaforma hardware, al software di base, ai protocolli di comunicazione al software applicativo. Nella tesi è illustrata una tecnica per il risparmio energetico che consiste nell’applicare memorie fisiche ad alcuni nodi della rete, in modo da accumulare in esse porzioni dei dati ge- nerati; successivamente le informazioni possono essere recuperate dall’unità centrale tramite interrogazioni. Questo permette di ridurre il numero di dati trasmessi, e conseguentemente diminuire l’assorbimento energetico della rete. Scopo della presente tesi è individuare algo- ritmi per determinare la disposizione ottima delle memorie tra i nodi.

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Este proyecto se centra en actualizar, modernizar y recuperar un compresor volumétrico alternativo del Laboratorio de Motores y Máquinas Térmicas de la ETSII. Inicialmente se ha evaluado el estado de los sensores disponibles, y se han seleccionado los útiles. Más tarde, se han acondicionado los sensores para que aporten una señal que sea interpretable por el microcontrolador Arduino, que hace la función de tarjeta de adquisición de datos. Esto significa que las señales deben tener un voltaje de entre 0 y 5 voltios. Para continuar se desarrolló el software en el programa LabVIEW™ que nos permite tomar lecturas de todos los sensores simultáneamente. Para finalizar se calibraron los sensores y se comprobó el funcionamiento final del programa. Abstract This project is focused on actualize, modernize and recuperate an alternative volumetric compressor located at the Thermical Motors and Machines Laboratory of the ETSII. First, the sensors state has been evaluated in order to select the correct ones. Later, the sensors have been repaired and prepared to allow them to give an electrical signal between 0 and 5 volts, because these are the values that our microcontroller Arduino is able to read. Next, we have developed the needed software with the program LabVIEW™ that permits us to take the data from all the sensors at the same time. Finally, the sensors were calibrated and the program was tested.

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En los últimos años, y a la luz de los retos a los que se enfrenta la sociedad, algunas voces están urgiendo a dejar atrás los paradigmas modernos —eficiencia y rendimiento— que sustentan a las llamadas prácticas sostenibles, y están alentando a repensar, en el contexto de los cambios científicos y culturales, una agenda termodinámica y ecológica para la arquitectura. La cartografía que presenta esta tesis doctoral se debe de entender en este contexto. Alineándose con esta necesidad, se esfuerza por dar a este empeño la profundidad histórica de la que carece. De este modo, el esfuerzo por dotar a la arquitectura de una agenda de base científica, se refuerza con una discusión cultural sobre el progresivo empoderamiento de las ideas termodinámicas en la arquitectura. Esta cartografía explora la historia de las ideas termodinámicas en la arquitectura desde el principio del siglo XX hasta la actualidad. Estudia, con el paso de los sistemas en equilibrio a los alejados del equilibrio como trasfondo, como las ideas termodinámicas han ido infiltrándose gradualmente en la arquitectura. Este esfuerzo se ha planteado desde un doble objetivo. Primero, adquirir una distancia crítica respecto de las prácticas modernas, de modo que se refuerce y recalibre el armazón intelectual y las herramientas sobre las que se está apoyando esta proyecto termodinámico. Y segundo, desarrollar una aproximación proyectual sobre la que se pueda fundamentar una agenda termodinámica para la arquitectura, asunto que se aborda desde la firme creencia de que es posible una re-descripción crítica de la realidad. De acuerdo con intercambios de energía que se dan alrededor y a través de un edificio, esta cartografía se ha estructurado en tres entornos termodinámicos, que sintetizan mediante un corte transversal la variedad de intercambios de energía que se dan en la arquitectura: -Cualquier edificio, como constructo espacial y material inmerso en el medio, intercambia energía mediante un flujo bidireccional con su contexto, definiendo un primer entorno termodinámico al que se denomina atmósferas territoriales. -En el interior de los edificios, los flujos termodinámicos entre la arquitectura y su ambiente interior definen un segundo entorno termodinámico, atmósferas materiales, que explora las interacciones entre los sistemas materiales y la atmósfera interior. -El tercer entorno termodinámico, atmosferas fisiológicas, explora los intercambios de energía que se dan entre el cuerpo humano y el ambiente invisible que lo envuelve, desplazando el objeto de la arquitectura desde el marco físico hacia la interacción entre la atmósfera y los procesos somáticos y percepciones neurobiológicas de los usuarios. A través de estos tres entornos termodinámicos, esta cartografía mapea aquellos patrones climáticos que son relevantes para la arquitectura, definiendo tres situaciones espaciales y temporales sobre las que los arquitectos deben actuar. Estudiando las conexiones entre la atmósfera, la energía y la arquitectura, este mapa presenta un conjunto de ideas termodinámicas disponibles —desde los parámetros de confort definidos por la industria del aire acondicionado hasta las técnicas de acondicionamiento pasivo— que, para ser efectivas, necesitan ser evaluadas, sintetizadas y recombinadas a la luz de los retos de nuestro tiempo. El resultado es un manual que, mediando entre la arquitectura y la ciencia, y a través de este relato histórico, acorta la distancia entre la arquitectura y la termodinámica, preparando el terreno para la definición de una agenda termodinámica para el proyecto de arquitectura. A este respecto, este mapa se entiende como uno de los pasos necesarios para que la arquitectura recupere la capacidad de intervenir en la acuciante realidad a la que se enfrenta. ABSTRACT During the last five years, in the light of current challenges, several voices are urging to leave behind the modern energy paradigms —efficiency and performance— on which the so called sustainable practices are relying, and are posing the need to rethink, in the light of the scientific and cultural shifts, the thermodynamic and ecological models for architecture. The historical cartography this PhD dissertation presents aligns with this effort, providing the cultural background that this endeavor requires. The drive to ground architecture on a scientific basis needs to be complemented with a cultural discussion of the history of thermodynamic ideas in architecture. This cartography explores the history of thermodynamic ideas in architecture, from the turn of the 20th century until present day, focusing on the energy interactions between architecture and atmosphere. It surveys the evolution of thermodynamic ideas —the passage from equilibrium to far from equilibrium thermodynamics— and how these have gradually empowered within design and building practices. In doing so, it has posed a double-objective: first, to acquire a critical distance with modern practices which strengthens and recalibrates the intellectual framework and the tools in which contemporary architectural endeavors are unfolding; and second, to develop a projective approach for the development a thermodynamic agenda for architecture and atmosphere, with the firm belief that a critical re-imagination of reality is possible. According to the different systems which exchange energy across a building, the cartography has been structured in three particular thermodynamic environments, providing a synthetic cross-section of the range of thermodynamic exchanges which take place in architecture: -Buildings, as spatial and material constructs immersed in the environment, are subject to a contiuous bidirectional flow of energy with its context, defining a the first thermodynamic environment called territorial atmospheres. -Inside buildings, the thermodynamic flow between architecture and its indoor ambient defines a second thermodynamic environment, material atmospheres, which explores the energy interactions between the indoor atmosphere and its material systems. -The third thermodynamic environment, physiological atmospheres, explores the energy exchanges between the human body and the invisible environment which envelopes it, shifting design drivers from building to the interaction between the atmosphere and the somatic processes and neurobiological perceptions of users. Through these three thermodynamic environments, this cartography maps those climatic patterns which pertain to architecture, providing three situations on which designers need to take stock. Studying the connections between atmosphere, energy and architecture this map presents, not a historical paradigm shift from mechanical climate control to bioclimatic passive techniques, but a range of available thermodynamic ideas which need to be assessed, synthesized and recombined in the light of the emerging challenges of our time. The result is a manual which, mediating between architecture and science, and through this particular historical account, bridges the gap between architecture and thermodynamics, paving the way to a renewed approach to atmosphere, energy and architecture. In this regard this cartography is understood as one of the necessary steps to recuperate architecture’s lost capacity to intervene in the pressing reality of contemporary societies.

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INTRODUÇÃO: O transplante hepático é o único tratamento efetivo para uma variedade de doenças hepáticas irreversíveis. No entanto, o número limitado de doadores pediátricos leva ao uso de enxertos hepáticos de doadores adultos, com necessidade de anastomoses vasculares mais complexas. Essas anastomoses tornam-se complicadas pela diferença no calibre dos vasos entre o doador e o receptor, resultando em alterações do fluxo sanguíneo, estenose da anastomose venosa ou arterial e trombose. Os efeitos para regeneração hepática decorrentes da privação do fluxo sanguíneo pela veia porta ou pela artéria hepática não estão completamente elucidados. Experimentalmente, quando um lobo do fígado não recebe o fluxo venoso portal, é observada atrofia deste segmento e hipertrofia do restante do órgão perfundido. Embora existam vários modelos experimentais para estudo da regeneração hepática, poucos são focados em animais em crescimento. Além disso, os efeitos regenerativos de drogas como o tacrolimus e a insulina precisam ser pesquisados, com o objetivo de encontrar um tratamento ideal para a insuficiência hepática ou um método de estimular a regeneração do fígado após ressecções ou transplantes parciais. O objetivo do presente estudo é descrever modelos de regeneração hepática em ratos em crescimento com: 1) ausência de fluxo hepático arterial e 2) redução do fluxo portal. Adicionalmente, o estudo avalia o efeito pró-regenerativo do tacrolimus e da insulina nesses modelos descritos. MÉTODOS: cento e vinte ratos (entre 50 e 100g de peso) foram divididos em 6 grupos, de acordo com o tipo de intervenção cirúrgica: Grupo 1, incisão abdominal sem intervenção hepática; Grupo 2, hepatectomia a 70%; Grupo 3, hepatectomia a 70% + estenose de veia porta; Grupo 4, hepatectomia a 70% + ligadura da artéria hepática; Grupo 5, hepatectomia a 70% + estenose de veia porta + insulina; Grupo 6, hepatectomia a 70% + estenose de veia porta + tacrolimus. Os animais dos grupos 1 ao 4 foram subdivididos em 5 subgrupos de acordo com o momento da morte: 1, 2, 3, 5 e 10 dias após a intervenção cirúrgica. Os animais dos grupos 5 e 6 foram subdividos em 2 subgrupos de acordo com o momento da morte: 2 e 10 dias após a intervenção cirúrgica. Os lobos hepáticos remanescentes foram submetidos à análise histomorfométrica, imuno-histoquímica e molecular. RESULTADOS: Verificou-se que no grupo com hepatectomia a 70% houve recuperação do peso do fígado no terceiro dia com aumento da atividade mitótica, enquanto que no grupo com estenose portal não se observou esse fenômeno (p < 0,001). A insulina e o tacrolimus promoveram aumento do peso do fígado e do índice mitótico. A atividade mitótica foi considerada aumentada nos animais dos grupos hepatectomia, hepatectomia + ligadura da artéria, insulina e tacrolimus; e esse parâmetro estava reduzido no grupo submetido à hepatectomia + estenose portal (p < 0,001). A expressão de interleucina 6 estava presente em todos os animais, sendo significativamente maior nos grupos hepatectomia, hepatectomia + ligadura da artéria e significativamente menor no grupo hepatectomia + estenose portal. Entretanto, a administração de tacrolimus ou insulina recuperou os níveis teciduais de interleucina 6 no grupo com estenose portal. CONCLUSÕES: No presente estudo foi padronizado um modelo simples e facilmente reprodutível para estudar a regeneração hepática em ratos em crescimento com redução do fluxo arterial ou venoso para o fígado. Foi demonstrado que a administração de insulina ou tacrolimus é capaz de reverter os efeitos deletérios da estenose portal na regeneração hepática. A obstrução do fluxo arterial não afetou a capacidade regenerativa hepática

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L'elaborato si propone di analizzare il comportamento degli utenti nell'utilizzo di editor collaborativi per documenti di testo. La soluzione proposta è chiamata UICEM, uno strumento che include una versione modificata di Etherpad Lite per monitorare e memorizzare le azioni svolte dagli utenti, le quali poi vengono recuperate, analizzate e aggregate.

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La tesi si occupa dell'uso di più tecniche fotogrammetriche e di strumenti GIS nel recupero digitale e nell'integrazione di una molteplicità di dati storici, opportunamente georeferenziati, inerenti l'area del Centro Cadore, ai fini anche della valorizzazione turistico-culturale del territorio. Un ampio spazio viene dato alla caratterizzazione del territorio e delle fonti - cartografiche, fotografiche e testuali - che sono state recuperate ed organizzate in archivio. Le applicazioni fotogrammetriche comprendono la generazione di ortofoto digitali a scala territoriale da immagini storiche e modelli 3D close-range ottenuti con tecniche SfM.

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Le projet de recherche est une étude prospective consistant à déterminer la séquence de récupération des fibres sensitives de la troisième division du nerf trijumeau (V3) suite à une ostéotomie sagittale mandibulaire bilatérale (OSMB). Dix-neuf sujets ont été recrutés entre les mois de mars et septembre 2008. Tous ont eu une chirurgie orthognathique d’OSMB afin de corriger une malocclusion. La sensibilité dans le territoire cutané innervé par V3 de chacun des sujets a été évaluée en pré-opératoire de même qu’à cinq autres reprises en post-opératoire (2, 4, 20, 36 et 52 semaines). Deux méthodes d’évaluation objectives de la récupération nerveuse sensitive ont été utilisées. La première consistait à utiliser un appareil nommé Neurometer afin de déterminer l’intensité minimale de courant électrique (Current Perception Threshold [CPT]) pouvant être ressentie spécifiquement par chacun des trois types de fibres nerveuses sensitives (A-Bêta, A-Delta et C) dans le territoire cutané de V3. La deuxième méthode consistait à utiliser les monofilaments de Semmes-Weinstein afin de déterminer le seuil minimal de pression (Von Frey) pouvant être ressenti dans le même territoire cutané. De plus, lors de chacun des rendez-vous post-opératoires, il a été demandé à chaque sujet de quantifier subjectivement sa sensibilité à l’aide d’une échelle visuelle analogue. Cela a permis de corréler les valeurs de CPT, les seuils de perception de la pression et l’évaluation subjective que le patient a de sa propre sensibilité. Il a été démontré que la séquence de récupération des fibres sensitives de V3 suite à une OSMB est la suivante : les fibres A-Delta récupèrent en premier, suivies des fibres C puis des fibres A-Bêta.

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This abstract tries to make known one of the first attempts to recuperate the buildings heritage at the end of the 19th century in Spain: It’s called Atarazanas Market’s squares in Málaga, a marvellous Joaquín Rucoba’s architect work. It is one of the first examples in iron architecture in Spain which opted preservation building heritage from the respect of the place memory even in his last restoration.

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O objetivo desta comunicação é apresentar algumas reflexões sobre o processo de implantação da malha ferroviária na Europa e no Brasil na segunda metade do século XIX. Primeiramente, pretende-se remontar, em linhas gerais, o processo de construção da rede ferroviária, mostrando os principais elementos e informações sobre as redes nacionais, acompanhados de um relato do processo de crescimento e fusão das empresas de estrada de ferro. Em segundo lugar, pretende discutir como a construção da malha de ferrovias se inseriu dentro da dinâmica do capitalismo emergente na Europa e no Brasil, analisando o papel do Estado e as estratégias territoriais das grandes empresas de estrada de ferro em cada região.Abstract: The focal point of this work is a reflection about the implantation of the railway network in Europe and Brasil at the second half of XX Century. First, the idea is to recuperate the construction’s process, showing references about the national network and making a relate of the development and fusion of the railroad’s enterprises. In the second place, the objective is a discussion about the relation between the implantation of the net and the capitalism emergent, evaluating the role of the State and the territorial strategy of the enterprises in each region.

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Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022 sono state testate differenti matrici biologiche di carnivori domestici e selvatici provenienti dall’Italia e da altri Paesi europei (Norvegia, Romania). Diversi saggi molecolari, tra cui real-time PCR, end-point PCR, semi-nested PCR, retrotrascrizione e rolling circle amplification, sono stati utilizzati per ricercare il DNA o l’RNA genomico di virus e batteri. Il sequenziamento dell’intero genoma o di geni informativi dei patogeni identificati ne ha inoltre consentito la caratterizzazione genetica e l’analisi filogenetica. Gli studi, svolti presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, erano focalizzati nei confronti di alcuni virus a DNA, come Carnivore protoparvovirus 1 in lupi dall’appennino italiano e cani dalla Romania, adenovirus canino di tipo 1 e 2 in cani e lupi provenienti dal territorio nazionale, circovirus canino in cani e lupi italiani e volpi rosse e artiche della Norvegia; virus a RNA, come il canine distemper virus in faine recuperate nel territorio italiano e il calicivirus felino in gatti con diagnosi di poliartrite; e batteri appartenenti alla specie Anaplasma phagocytophilum in gatti deceduti e sottoposti a necroscopia in Italia. Dai risultati ottenuti è emerso che gli agenti infettivi indagati circolano nelle popolazioni di carnivori domestici e selvatici in forma asintomatica o determinando talvolta sintomatologia clinica. In alcuni animali testati è stata rilevata la coinfezione con diversi agenti patogeni, condizione che può predisporre ad un aggravamento della sintomatologia clinica. Dall’analisi filogenetica sono emerse relazioni tra gli agenti infettivi rilevati nelle differenti specie animali suggerendone la trasmissione tra ospiti domestici e selvatici e confermando il ruolo epidemiologico svolto dei carnivori selvatici nel mantenimento dei patogeni nel territorio. Alla luce dei dati ottenuti, è importante sottolineare l’importanza delle misure di profilassi, in particolare la vaccinazione degli animali da compagnia, per ridurre la trasmissione e la diffusione degli agenti infettivi.