102 resultados para Trombosi, Ictus
Resumo:
Introducción: Desde su primera descripción a mediados del siglo xix, mucho se ha avanzado en el conocimiento de esta entidad, que constituye una reconocida, aunque desestimada, causa de ictus en la infancia. Objetivo: Analizar la presentación clínica, factores de riesgo, evolución y tratamiento de una población de niños con trombosis venosa cerebral. Pacientes y métodos: Se llevó a cabo un estudio descriptivo, retrospectivo y longitudinal, de niños entre 0 y 17 años con trombosis venosa cerebral, en un período de cinco años. Resultados: Se identificaron 31 casos, de los cuales 18 fueron varones. Dieciocho pacientes comenzaron con convulsiones y 13 con síndrome de hipertensión endocraneal. Se identificaron 23 pacientes con procesos infecciosos, cuatro con patología de base previa, cinco con factores protrombóticos, tres neonatos con traumatismo obstétrico, cinco con más de un factor de riesgo y uno sin marcadores de riesgo. Se realizó diagnóstico por resonancia magnética en 18 pacientes, por tomografía computarizada con contraste en 11 y por angiorresonancia en los dos restantes. Dieciséis presentaron trombosis del seno transverso, cuatro del longitudinal superior, cuatro del sigmoides, cinco afectación de más de un seno y dos del seno cavernoso. Se inició anticoagulación en 21 niños y no se trataron los 10 restantes. Doce pacientes manifestaron déficit neurológico a largo plazo, mientras que 18 se mantuvieron asintomáticos. No hubo fallecimientos o complicaciones graves por la trombosis ni la anticoagulación, así como tampoco recurrencias sintomáticas en el seguimiento. Conclusiones: Las trombosis venosas cerebrales son una causa importante de ictus en la infancia. La sospecha clínica debe ser elevada ante todo paciente con clínica de hipertensión endocraneal o convulsiones en presencia de factores de riesgo conocidos.
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L’ictus és un problema de salut pública on les malalties cerebrovasculars representen la tercera causa de mort del nostre país, la primera causa de discapacitat física en adults i la segona de demència. Segons la OMS es preveu que la malaltia cerebrovascular s’ incrementi un 27% en relació a l’envelliment de la població entre els anys 2000 i 2025Objectius: Conèixer i comparar l’atenció i la organització de les persones afectades per ictus a Catalunya i a Finlàndia, específicament a l’Hospital Universitari Doctor Josep Trueta (Girona) i a l’Hospital Universitari de Kuopio (Finlàndia) Metodologia: Estudi observacional quantitatiu i qualitatiu que compara les diferents atencions a la fase pre-hospitalària, hospitalària i sub-aguda a Girona (Catalunya) i a Kuopio (Finlàndia). S’han estudiat variables relacionades amb l’atenció pre-hospitalària, hospitalària i post-hospitalària específicament, s’han estudiat variables relacionades amb cures d’infermeria. S’han realitzat tècniques qualitatives utilitzant la observació directa en els dos centres estudiats, i tècniques quantitatives mitjançant un qüestionari als responsables d’infermeria
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The International Citicoline Trial in acUte Stroke is a sequential phase III study of the use of the drug citicoline in the treatment of acute ischaemic stroke, which was initiated in 2006 in 56 treatment centres. The primary objective of the trial is to demonstrate improved recovery of patients randomized to citicoline relative to those randomized to placebo after 12 weeks of follow-up. The primary analysis will take the form of a global test combining the dichotomized results of assessments on three well-established scales: the Barthel Index, the modified Rankin scale and the National Institutes of Health Stroke Scale. This approach was previously used in the analysis of the influential National Institute of Neurological Disorders and Stroke trial of recombinant tissue plasminogen activator in stroke. The purpose of this paper is to describe how this trial was designed, and in particular how the simultaneous objectives of taking into account three assessment scales, performing a series of interim analyses and conducting treatment allocation and adjusting the analyses to account for prognostic factors, including more than 50 treatment centres, were addressed. Copyright (C) 2008 John Wiley & Sons, Ltd.
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Programa de doctorado: Avances en medicina interna
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L’ictus rappresenta una delle principali cause di invalidità poiché compromette la deambulazione, incrementando l’incidenza di cadute nei soggetti colpiti. Lo studio della stabilità motoria è fondamentale per l’identificazione dei soggetti a rischio di caduta. I diversi indicatori clinici attualmente utilizzati negli ospedali non sono in grado di fornire una valutazione quantitativo predittiva della stabilità della deambulazione. Lo scopo di questa tesi è indagare una serie di misure sperimentali e valutarne il possibile utilizzo ad integrazione o sostituzione di scale cliniche per l’analisi della stabilità motoria e la prevenzione del rischio di cadute. Analizzando il segnale di accelerazione del centro di massa corporeo di 33 soggetti post stroke sono stati ottenuti gli indici strumentali di interesse. Il corpo centrale di questa tesi consiste nell'analisi statistica condotta tramite modelli di regressione lineare che mettono in correlazione parametri clinici (acquisiti per mezzo di test e questionari) e indici strumentali. Lo studio presente ha reso note importanti correlazioni tra parametri clinici e strumentali, che permettono di affermare l’utilità di tali indici strumentali per una valutazione dei soggetti a rischio di caduta.
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L’ictus è un importante problema di salute pubblica, è causa di morte e disabilità nella popolazione anziana. La necessità di strategie di prevenzione secondaria e terziaria per migliorare il funzionamento post-ictus e prevenire o ritardare altre condizioni disabilitanti, ha portato l’Italia a sviluppare un intervento di Attività Fisica Adattata (AFA) per l’ictus, che permettesse di migliorare gli esiti della riabilitazione. Obiettivo dello studio è di valutare se l’AFA unita all’Educazione Terapeutica (ET), rispetto al trattamento riabilitativo standard, migliora il funzionamento e la qualità di vita in pazienti con ictus. Studio clinico non randomizzato, in cui sono stati valutati 229 pazienti in riabilitazione post-ictus, 126 nel gruppo sperimentale (AFA+ET) e 103 nel gruppo di controllo. I pazienti sono stati valutati al baseline, a 4 e a 12 mesi di follow-up. Le misure di esito sono il cambiamento a 4 mesi di follow-up (che corrisponde a 2 mesi post-intervento nel gruppo sperimentale) di: distanza percorsa, Berg Balance Scale, Short Physical Performance Battery, e Motricity Index. Le variabili misurate a 4 e a 12 mesi di follow-up sono: Barthel Index, Geriatric Depression Scale, SF-12 e Caregiver Strain Index. La distanza percorsa, la performance fisica, l’equilibrio e il punteggio della componente fisica della qualità di vita sono migliorate a 4 mesi nel gruppo AFA+ET e rimasti stabili nel gruppo di controllo. A 12 mesi di follow-up, il gruppo AFA+ET ottiene un cambiamento maggiore, rispetto al gruppo di controllo, nell’abilità di svolgimento delle attività giornaliere e nella qualità di vita. Infine il gruppo AFA+ET riporta, nell’ultimo anno, un minor numero di fratture e minor ricorso a visite riabilitative rispetto al gruppo di controllo. I risultati confermano che l’AFA+ET è efficace nel migliorare le condizioni cliniche di pazienti con ictus e che gli effetti, soprattutto sulla riabilitazione fisica, sono mantenuti anche a lungo termine.
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Mode of access: Internet.
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Programa de doctorado: Avances en medicina interna. La fecha de publicación es la fecha de lectura
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ABSTRACT Background: L’ictus è una delle prime cause di morte e disabilità nel Mondo: in Europa il numero dei sopravvissuti ad ictus è circa 6 milioni. Tra gli esiti di questa patologia troviamo l’iperestensione di ginocchio, una deformità progressiva e invalidante che compromette il cammino e può essere associata a dolore. La riabilitazione dei soggetti colpiti può essere complessa, a causa della variabilità delle possibili eziologie. Ad oggi non esiste ancora un unico protocollo riabilitativo per il trattamento di questa patologia. L’obiettivo di questa revisione sistematica è quello di valutare l’efficacia dei trattamenti fisioterapici sull’iperestensione di ginocchio in soggetti colpiti da ictus. Metodi: Banche dati: PUBMED, PEDro, Cochrane. Studi inclusi: Trial clinici randomizzati sull’efficacia degli interventi fisioterapici sull’iperestensione di ginocchio in soggetti colpiti da ictus. Questa revisione è stata redatta seguendo la checklist del PRISMA statement. Risultati: Sono stati inclusi 4 studi (3RCT,1CCT), con identificazione di due tipi di intervento: trattamento propriocettivo e con ortesi. Tutti gli interventi hanno prodotto miglioramenti sul cammino dei partecipanti, nel breve termine. L’outcome che ha riportato un miglioramento significativo in seguito agli interventi effettuati è quello riguardante i gradi di iperestensione di ginocchio. Per quanto riguarda la velocità del cammino, è stato riscontrato un miglioramento significativo soltanto in uno dei quattro studi inclusi. Conclusioni: Sono state trovate evidenze in favore dell’allenamento propriocettivo abbinato alla normale fisioterapia nel trattamento dell’iperestensione di ginocchio in soggetti con esiti di ictus e iperestensione di ginocchio, nel breve termine. Questo approccio potrebbe migliorare la qualità del cammino e quindi anche l’autonomia e la qualità di vita di questi pazienti.