39 resultados para Timeo


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El presente trabajo intenta mostrar de qué manera Plotino refuta la noción aristotélica del tiempo como «número» o «medida del movimiento», cuáles son las aporías que plantea, cómo las compulsa con sus propios argumentos y qué soluciones propone con respecto a esa misma confrontación. Todo esto será encauzado a partir de un estudio descriptivo y analítico, acompañado de una lectura a la vez hermenéutica y crítica de los textos seleccionados para esta ocasión.

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Este libro explora un fenómeno que se repite en algunos textos del escritor argentino Jorge Luis Borges (1899-1986). Está compuesto por nueve capítulos, que corresponden al análisis de la reescritura de nueve distintas propuestas filosóficas. Las propuestas están cobijadas bajo la misma doctrina: el idealismo. Es un libro que se escribe para validar la propuesta de un método de lectura que cuenta a la vez con una dosis de ingenio y con planteamientos rigurosos, permitiendo así un tipo de análisis que, siendo sistemático, es también lúdico, conservando de este modo las funciones fundamentales de la literatura. No pocas conjeturas ha habido acerca de las intenciones de Borges o de sus creencias.El texto propone análisis novedosos de los cuentos de Borges y reevalúa y critica algunos análisis existentes elaborados por diferentes comentaristas. El tipo de análisis propuesto se haría extensivo a otros cuentos de Borges y a otros autores. Es un texto que se esfuerza por tomar distancia de las interpretaciones existentes que hay sobre la obra de Borges y de proponer nuevas lecturas siguiendo un cierto rigor interpretativo. Las conclusiones finales sitúan la propuesta del libro en el centro de debates contemporáneos de la literatura como la muerte del autor, los límites de la interpretación y la intertextualidad. La misma propuesta se encarga de establecer su relación y su distancia con los comentaristas reconocidos y se aparta de propuestas interpretativas pasadas de moda. La aproximación al tema, además, vincula el análisis literario con la historia de la filosofía, haciéndolo interesante para un público más amplio.El texto propone análisis novedosos de los cuentos de Borges y reevalúa y critica algunos análisis existentes elaborados por diferentes comentaristas. El tipo de análisis propuesto se haría extensivo a otros cuentos de Borges y a otros autores. Es un texto que se esfuerza por tomar distancia de las interpretaciones existentes que hay sobre la obra de Borges y de proponer nuevas lecturas siguiendo un cierto rigor interpretativo. Las conclusiones finales sitúan la propuesta del libro en el centro de debates contemporáneos de la literatura como la muerte del autor, los límites de la interpretación y la intertextualidad. La misma propuesta se encarga de establecer su relación y su distancia con los comentaristas reconocidos y se aparta de propuestas interpretativas pasadas de moda. La aproximación al tema, además, vincula el análisis literario con la historia de la filosofía, haciéndolo interesante para un público más amplio.

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Prendendo in esame diverse angolature d’analisi è indagata la situazione attuale della produzione tradizionale della ceramica salentina. La ricerca comprende la descrizione della situazione culturale attuale, l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti sul campo e la costruzione di un quadro generale multidimensionale della rappresentazione di un’area culturale. Il primo capitolo della tesi tratta il problema teorico dei linguaggi specialistici e delle peculiarità a essi legati. La dottoranda fornisce un quadro completo ed esaustivo della bibliografia sia italiana che anglosassone sull’argomento affrontato. Questo capitolo fa da introduzione al problema della comunicazione specialistica nell’ambito della quale si svolgono le interviste. Il secondo capitolo presenta la metodologia utilizzata durante la ricerca svolta sul campo. La metodologia della ricerca sul campo include i metodi etnografici di osservazione partecipante e linguistico antropologici di interviste non strutturate. Il terzo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione etnografica del processo produttivo. Questo capitolo ha un valore rilevante per l’intera ricerca poiché oltre ai termini italiani sono riportati tutti i termini tradizionali e descritti dettagliatamente i momenti della produzione. Va dimostrata una profonda conoscenza della lavorazione della ceramica nel Salento non solo nel suo stato attuale ma anche nel passato. Come parte conclusiva di questo capitolo è proposta una riflessione di carattere filosofico e antropologico sul ruolo dell’artigiano come Creatore, proponendo paragoni con la figura del Demiurgo platonico descritto nel “Timeo” e l’analisi del cambiamento dello statuto di oggetto da manufatto a oggetto industriale basandosi sul lavoro di Baudrillard. Il quarto capitolo è strutturato in modo diverso rispetto agli altri perché rappresenta la parte centrale della tesi e propone quattro diversi tipi di analisi linguistica possibile. La prima analisi riguarda l’ideologia linguistica e la sua espressione nel parlato inosservato. E’ fornita la prospettiva teorica sulla problematica di ideologia linguistica e dimostrata la conoscenza dei testi sia di natura sociologica (Althusser, Bourdieu, Gouldner, Hobsbawm, Thompson, Boas) che di natura linguistica (Schieffelin Bambi B., Woolard Kathryn A., Kroskrity Paul V., eds. 1998 Language ideologies : practice and theory. New York Oxford, Oxford University press). Golovko analizza i marcatori spazio-temporali utilizzati dagli artigiani per costruire le tassonomie del pronome “noi” e la contrapposizione “noi” – altri. Questa analisi consente di distinguere i diversi livelli d’inclusione ed esclusione del gruppo. Un altro livello di analisi include la valutazione degli usi del passato e del presente nel parlato per costruire le dimensioni temporali del discorso. L’analisi dei marcatori spazio-temporali consente di proporre una teoria sulla “distanza” tra i parlanti che influisce la scelta del codice oppure la sua modifica (passaggio dal dialetto all’italiano, la scelta della varietà a seconda dell’interlocutore). La parte dedicata all’ideologia si conclude con un’analisi profonda (sia quantitativa che qualitativa) dei verbi di moto che sono stati raggruppati in una categoria denominata dalla Golovko “verbi di fase” che rappresentano usi non standard dei verbi di moto per esprimere il passaggio da una fase all’altra. Il termine “fasale” prende spunto non dalla letteratura linguistica ma dal libro di Van Gennep “Les rites de passage” che discute dell’importanza dei riti di passaggio nella cultura africana e nella ricerca etnografica e folkloristica. È stato rilevato dalla dottoranda che i passaggi da una fase produttiva all’altra hanno un valore particolare anche nella produzione della ceramica e soprattutto negli usi particolari dei verbi di moto. Analizzati in profondità, questi usi particolari rispecchiano non solo fattori linguistici ma anche la visione e la percezione di queste fasi delicate in modo particolare dagli artigiani stessi. Sono stati descritti i procedimenti linguistici come personalizzazione e alienazione dell’oggetto. Inoltre la dottoranda ha dimostrato la conoscenza della letteratura antropologica non solo inerente la zona da lei studiata ma anche di altre come, ad esempio, dell’Africa Sub Sahariana. Nella parte successiva del quarto capitolo viene proposta un’altra chiave di lettura delle problematiche linguistiche: l’analisi del lessico utilizzato dagli artigiani per poter classificare i gruppi identitari presenti nella comunità studiata. E’ proposta l’analisi dei rapporti all’interno dei gruppi professionali che sono generalmente classificati come solidarietà e distinzione. La terminologia ha origine sociologica, infatti viene proposto un quadro teorico degli studi sulla solidarietà (Durkheim, Appandurai, Harré, Zoll) e l’adattamento del termine in questo senso coniato da Bourdieu “la distiction”. L’identità linguistica è affrontata sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista sociologico. Per svolgere l’analisi sulle identità assunte dagli artigiani e poter ricondurre la scelta volontaria e a volte non conscia di uno stile (consistente di un insieme di termini) inteso come espressione d’identità assunta dagli artigiani, la dottoranda riflette sul termine “stile” nella sua accezione sociolinguistica, com’è usuale negli studi anglosasoni di ultima generazione (Coupland, Eckert, Irvine e altri). La dottoranda fornisce una classificazione delle identità e ne spiega la motivazione basandosi sui dati empirici raccolti. La terza parte del quarto capitolo è dedicata all’analisi del linguaggio specialistico degli artigiani e alla descrizione dei tratti solitamente assegnati a questo tipo di linguaggio (monoreferenziaità, trasparenza, sinteticità e altri). La dottoranda svolge un’analisi di carattere semantico dei sinonimi presenti nel linguaggio degli artigiani, analizza il rapporto con la lingua comune, riporta l’uso delle metafore e casi di produttività linguistica. L’ultima parte del quarto capitolo consiste nell’analisi dei tratti non standard nel linguaggio degli artigiani classificati considerando il livello di variazione (lessico, morfologia e morfosintassi e sintassi) e spiegati con gli esempi tratti dalle interviste. L’autrice riflette sui cambiamenti avvenuti nella lingua parlata italiana e nella sua varietà regionale basandosi sui lavori “classici” della linguistica italiana (Berruto, Sobrero, Stehl, Bruni, D’Achille, Berretta, Tempesta e altri) studiandone attentamente i processi evidenziati nella sua descrizione. Lo scopo e l’apice della tesi consiste nell’analisi del repertorio linguistico degli artigiani e la discussione delle dinamiche in corso (livellamento del dialetto, convergenza e divergenza del dialetto, italianizzazione e regionalizzazione dell’italiano). La dottoranda propone un suo schema di rapporti tra italiano e dialetto motivando pienamente la sua teoria. A corollario la tesi è composta anche da un glossario dei termini tecnici e un album fotografico che aumentano l’interesse del lavoro dandogli un valore culturale.

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Durante la primera mitad del siglo XII cobró vigencia en Chartres una escuela de pensamiento filosófico-teológico caracterizada, en buena medida, por el afán de explicación del Génesis mediante el Comentario de Calcidio al Timeo de Platón. La Cosmografía de Bernardo Silvestre, dedicada a Teodorico de Chartres, permanece en las proximidades del interés cientificista y argumentativo propio de esta escuela, pero está formulada en términos literarios, en parte en prosa y en parte en verso. Dividida en dos grandes secciones: ‘Macrocosmos’ y ‘Microcosmos’, se cierra con la descripción de la naturaleza humana y su funcionamiento operativo en los procesos vitales y gnoseológicos. Los sentidos de que goza el hombre, asentados en la cabeza, son considerados instrumentos al servicio del intelecto que juzga. Ellos provienen de una única fuente pero desarrollan de diversas maneras sus operaciones. Si faltaran, no habría ni enseñanza de las letras ni sabiduría.

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En el presente trabajo nos detendremos en el primer argumento regresivo o de la Grandeza (Pm. 132a-b) y concentraremos nuestra atención en los supuestos que allí aparecen para mostrar que, además de la autopredicación y la no identidad relevadas por Vlastos, también se encuentra implícita la separación entre dos ámbitos (Ideas y cosas sensibles) que son considerados ambos sujetos ontológicos. A continuación propondremos una lectura en paralelo con el pasaje de Timeo 51d-52a donde Platón argumenta en favor de las Ideas para mostrar un movimiento en la ontología tardía de alejamiento del presupuesto de la sustancialización de lo sensible para afirmar, más bien, a los particulares como cualidades en el espacio

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Fil: Salinas, Gustavo Omar. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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En este trabajo analizaremos algunos de los argumentos que Plotino ofrece en su tratado II, 1 (Sobre el Cielo, el 40 en el orden cronológico) para sostener la eternidad del mundo sin que esto signifique, a sus ojos, un distanciamiento de las enseñanzas del Timeo platónico. Nos concentraremos en las objeciones que Plotino formula en el primer capítulo del tratado a dos argumentos que defienden la eternidad del cosmos e intentaremos mostrar que, aunque es posible hallar estos dos argumentos en el Timeo, no es hacia este diálogo a donde Plotino dirige sus críticas. En efecto, sostenemos que es importante tener en cuenta las perspectivas divergentes a este respecto de Atico y de Aristóteles puesto que podrían contribuir, por una parte, a iluminar el modo según el cual Plotino reelabora la filosofía platónica y, por otra, a poner de manifiesto los supuestos metafísicos que subyacen a su postulación de la eternidad del mundo

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La influencia de las Historias de Heródoto en los dos relatos platónicos sobre la Atlántida (en el Timeo y en el Critias) ha sido ampliamente señalada. Sin embargo, hasta ahora no se ha tenido en cuenta de manera específica la influencia de la historia de Creso de Heródoto (y de ella, sobre todo, la construcción de la figura de Solón) en la narración platónica. Buscaremos, a través de la guía del personaje Solón, establecer nuevas conclusiones sobre el estatuto del relato atlántico, así como precisiones sobre su género literario y sobre su relación con la filosofía y la historia en Platón.

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Las Sentencias de Porfirio, que constituyen un compendio de las Enéadas de Plotino, incluyen una revisión del locus vexatus de platonismo del siglo III, que tiene su origen en la interpretación de un controvertido pasaje del Timeo, 39e. Revisaremos los antecedentes de Porfirio, bajo la influencia de Longino, y la polémica suscitada con Plotino y Amelio a su llegada a Roma. Su posterior "retractación" le lleva a aceptar que la Inteligencia se identifica con la multiplicidad de los inteligibles que intelige. La Inteligencia es sujeto inteligente y, al mismo tiempo, objeto inteligido, es decir, ejerce sobre sí misma su propia actividad intelectual. Nuestro análisis tratará de poner en conexión textos de las Sentencias, particularmente provenientes de la 43, con pasajes extraídos de los tratados plotinianos

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Fil: Salinas, Gustavo Omar. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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En este trabajo analizaremos algunos de los argumentos que Plotino ofrece en su tratado II, 1 (Sobre el Cielo, el 40 en el orden cronológico) para sostener la eternidad del mundo sin que esto signifique, a sus ojos, un distanciamiento de las enseñanzas del Timeo platónico. Nos concentraremos en las objeciones que Plotino formula en el primer capítulo del tratado a dos argumentos que defienden la eternidad del cosmos e intentaremos mostrar que, aunque es posible hallar estos dos argumentos en el Timeo, no es hacia este diálogo a donde Plotino dirige sus críticas. En efecto, sostenemos que es importante tener en cuenta las perspectivas divergentes a este respecto de Atico y de Aristóteles puesto que podrían contribuir, por una parte, a iluminar el modo según el cual Plotino reelabora la filosofía platónica y, por otra, a poner de manifiesto los supuestos metafísicos que subyacen a su postulación de la eternidad del mundo

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La influencia de las Historias de Heródoto en los dos relatos platónicos sobre la Atlántida (en el Timeo y en el Critias) ha sido ampliamente señalada. Sin embargo, hasta ahora no se ha tenido en cuenta de manera específica la influencia de la historia de Creso de Heródoto (y de ella, sobre todo, la construcción de la figura de Solón) en la narración platónica. Buscaremos, a través de la guía del personaje Solón, establecer nuevas conclusiones sobre el estatuto del relato atlántico, así como precisiones sobre su género literario y sobre su relación con la filosofía y la historia en Platón.

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Las Sentencias de Porfirio, que constituyen un compendio de las Enéadas de Plotino, incluyen una revisión del locus vexatus de platonismo del siglo III, que tiene su origen en la interpretación de un controvertido pasaje del Timeo, 39e. Revisaremos los antecedentes de Porfirio, bajo la influencia de Longino, y la polémica suscitada con Plotino y Amelio a su llegada a Roma. Su posterior "retractación" le lleva a aceptar que la Inteligencia se identifica con la multiplicidad de los inteligibles que intelige. La Inteligencia es sujeto inteligente y, al mismo tiempo, objeto inteligido, es decir, ejerce sobre sí misma su propia actividad intelectual. Nuestro análisis tratará de poner en conexión textos de las Sentencias, particularmente provenientes de la 43, con pasajes extraídos de los tratados plotinianos