987 resultados para Terminologia, FAO, risorse genetiche animali, biotecnologie e salute animale
Resumo:
La terminologia informatica e di Internet in spagnolo è caratterizzata da una forte instabilità lessicale e semantica. La grande presenza di anglicismi che si creano con enorme rapidità, impedisce il corretto processo di incorporazione di tali termini nello spagnolo, favorendo così la convivenza di lessico inglese e termini solo parzialmente adattati alla lingua spagnola, dei quali spesso non si conosce l'esatto significato. I traduttori che operano in queste aree linguistiche, così come gli informatici e tutti gli interessati al corretto utilizzo di questa terminologia, per risolvere le problematiche che incontrano, fanno uso oggi soprattutto di risorse online più facilmente aggiornabili ed accessibili rispetto ai classici dizionari cartacei. Tra queste, sono molto importanti gli spazi che permettono la collaborazione diretta tra professionisti del settore, che favoriscono un approccio dinamico e contestuale nella risoluzione di tali dubbi. Il Foro Tic del Centro Virtual Cervantes, dedicato alla discussione su tale linguaggio, raccoglie interessanti dibattiti sull'argomento.
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Il presente lavoro si inserisce all’interno del progetto che da più di quindici anni si sta portando avanti presso il Laboratorio di Terminologia e Traduzione Assistita (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna) e che riguarda la creazione di risorse terminologiche specifiche per le esigenze professionali e di formazione degli interpreti di conferenza. La peculiarità del Laboratorio risiede nel fatto che gli strumenti terminologici e terminografici sono usati anche per descrivere elementi del lessico naturale: sia le risorse che servono per strutturare un discorso orale (nessi e segnali discorsivi), sia le espressioni linguistiche che, per il loro stretto legame con una determinata lingua-cultura, possono creare problemi traduttivi a livello semantico e sintattico (espressioni idiomatiche, collocazioni, locuzioni, ecc.). Proprio su queste espressioni è incentrato il lavoro di questa tesi; il nucleo è rappresentato dalla creazione di 40 schede terminografiche dedicate a locuzioni italiane che presentano diversi gradi di “fissità” e di idiomaticità. Il termine ‘locuzione’ è stato usato in senso ampio per includere diverse tipologie di espressioni quali collocazioni, espressioni idiomatiche, costruzioni con verbi supporto e locuzioni propriamente dette. Lo scopo principale, infatti, non era costruire una classificazione teorica, bensì creare una risorsa che potesse servire all’interprete nell’ambito sia professionale sia formativo. Le schede, infatti, sono state costruite in modo che possano servire sia come glossario per identificare equivalenti funzionali nelle altre lingue di lavoro (i primi 5 campi di ogni scheda), sia come strumento per sviluppare una competenza lessicale “alta” legata, appunto, alla conoscenza della struttura e dei modi d’uso di espressioni formulari che possono variare sensibilmente da una lingua-cultura a un’altra (gli ultimi 5 campi). Le schede, costruite basandosi su risorse lessicografiche e terminografiche e su un corpus di resoconti di sedute parlamentari, devono essere considerate come il primo passo nella creazione di un database terminologico multilingue.
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Il presente lavoro si inserisce nell’ambito del progetto Language Toolkit, portato avanti dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e dalla Scuola di Lingue, Letterature, Traduzione e Interpretazione di Forlì. Il progetto coinvolge gli studenti della Scuola e le piccole-medie aziende del territorio provinciale e ha due obiettivi principali: creare occasioni di contatto tra il mondo accademico e quello professionale e favorire l’internazionalizzazione delle aziende del territorio. L’azienda con cui si è collaborato è la Pieri s.r.l. di Pievesestina di Cesena, attiva nel settore di confezionamento e movimentazione di carichi pallettizzati. Ci si è occupati principalmente di sistematizzare la terminologia aziendale in ottica trilingue (italiano - inglese - francese), partendo dall’analisi della documentazione aziendale. Sono stati individuati due gruppi di destinatari: i dipendenti dell’azienda e i traduttori esterni a cui essa ricorre saltuariamente. Viste le esigenze molto diverse dei due gruppi, sono stati elaborati due termbase con caratteristiche distinte, volte a renderli massimamente funzionali rispetto agli scopi. Dopo un breve inquadramento della situazione di partenza focalizzato sul progetto, l’azienda e i materiali di lavoro (capitolo 1), sono state fornite le basi teoriche (capitolo 2) che hanno guidato l’attività pratica di documentazione e di estrazione terminologica (capitolo 3). Sono stati presentati i due database terminologici costruiti, motivando le scelte compiute per differenziare le schede terminologiche in funzione dei destinatari (capitolo 4). Infine, si è tentato di valutare le risorse costruite attraverso la loro applicazione pratica in due attività: l’analisi della versione francese del manuale di istruzioni di una delle macchine Pieri e la traduzione verso il francese di alcune offerte commerciali, svolta utilizzando il programma di traduzione assistita SDL Trados Studio (capitolo 5).
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Il punto di partenza del presente lavoro di ricerca terminologica è stato il soggiorno formativo presso la Direzione generale della Traduzione (DGT) della Commissione Europea di Lussemburgo. Il progetto di tirocinio, ovvero l’aggiornamento e la revisione di schede IATE afferenti al dominio finanziario, e gli aspetti problematici riscontrati durante la compilazione di tali schede hanno portato alla definizione della presente tesi. Lo studio si prefigge di analizzare la ricezione della terminologia precipua della regolamentazione di Basilea 3, esaminando il fenomeno della variazione linguistica in corpora italiani e tedeschi. Nel primo capitolo si descrive brevemente l’esperienza di tirocinio svolto presso la DGT, si presenta la banca dati IATE, l’attività terminologica eseguita e si illustrano le considerazioni che hanno portato allo sviluppo del progetto di tesi. Nel secondo capitolo si approfondisce il dominio investigato, descrivendo a grandi linee la crisi finanziaria che ha portato alla redazione della nuova normativa di Basilea 3, e si presentano i punti fondamentali degli Accordi di Basilea 3. Il terzo capitolo offre una panoramica sulle caratteristiche del linguaggio economico-finanziario e sulle conseguenze della nuova regolamentazione dal punto di vista linguistico, sottolineando le peculiarità della terminologia analizzata. Nel quarto capitolo si descrivono la metodologia seguita e le risorse utilizzate per il progetto di tesi, ovvero corpora ad hoc in lingua italiana e tedesca per l’analisi dei termini e le relative schede terminologiche. Il quinto capitolo si concentra sul fenomeno della variazione linguistica, fornendo un quadro teorico dei diversi approcci alla terminologia, cui segue l’analisi dei corpora e il commento dei risultati ottenuti; si considerano quindi le riflessioni teoriche alla luce di quanto emerso dalla disamina dei corpora. Infine, nell'appendice sono riportate le schede terminologiche IATE compilate durante il periodo di tirocinio e le schede terminologiche redatte a seguito dell’analisi del presente elaborato.
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Il presente lavoro si inquadra all'interno di un progetto avviato dal Laboratorio di Terminologia e Traduzione Assistita, del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell'Università di Bologna. L'obiettivo ultimo del progetto è lo sviluppo di risorse terminologiche pensate e adeguate a soddisfare le esigenze della figura dell'interprete professionista e dell'interprete in formazione. Ne consegue la volontà di creare un database multimediale multilingue che vada a comprendere non solo i linguaggi specialistici (la cosiddetta terminologia di dominio) ma anche e soprattutto quegli elementi della terminologia di genere che compongono e che sono trasversali a tutte le lingue naturali: nessi, locuzioni, segnali discorsivi e via dicendo. In particolare, questa tesi si è incentrata sullo studio di una categoria della terminologia di genere appositamente sviluppata per gli interpreti dal Laboratorio di Terminologia: i "verbi chiave", ovvero quelli che ricorrono con più frequenza nei testi orali di discorsi tenuti in pubblico. Per ogni "`verbo chiave"' analizzato è stata dedicata una scheda terminologica, che è stata adattata e concepita per due tipi di utenti: l'interprete in formazione e l'interprete professionista. Al momento attuale, quindi, le venticinque schede proposte si prestano come strumento per migliorare le competenze passive dello studente di interpretazione, grazie anche all'inserimento di proposte di sinonimi cross-categoriali, e al contempo cercano di proporsi anche come strumento di lavoro per l'interprete professionista, soprattutto in fase di preparazione ad un evento. Le schede sono state elaborate a partire da un corpus di riferimento contenente i resoconti stenografici di cinquanta sedute dell'Assemblea parlamentare. Questa tesi contribuisce allo sviluppo del progetto del Laboratorio lasciando tuttavia spazio a successive integrazioni, per cui rappresenta solo un primo passo verso il completamento del progetto stesso.
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El objetivo del presente trabajo es desarrollar una actividad de soporte a la traducción a través de un análisis lingüístico en clave contrastiva de los documentos comunitarios y nacionales de Italia y España en materia de biodiversidad por una parte, y la creación de un recurso de traducción que consta de una memoria de traducción y un banco de datos terminólogico para traductores y usuarios no expertos por otra parte. La idea para el desarrollo de esta tesis tiene origen en una experiencia de formación llevada a cabo en el mes de octubre de 2015 en la sede de la DGT de Luxemburgo en la que se contribuyó a la actividad terminológica del grupo de terminólogos IATE sobre todo por lo que se refiere a la Política Agrícola Común. El trabajo consta de cinco capítulos. El Capítulo I está dedicado a la normativa comunitaria y nacional en materia de biodiversidad, a la situación actual en los dos países considerados y a la presentación de los documentos analizados. El Capítulo II se centra en el régimen lingüístico de la Unión europea, en la experiencia de formación en la DGT de Luxemburgo y en la presentación de las herramientas utilizadas para la construcción del banco de datos terminológico y la memoria de traducción. En el Capítulo III se analizan las lenguas de especialidad, en particular la jurídica y la científica, y se presentan los fenómenos lingüísticos que las caracterizan con la finalidad de averiguar, mediante el análisis llevado a cabo en el siguiente Capítulo IV, en qué medida las Estrategias consideradas resultan innovadoras y qué intenciones pragmáticas tienen. El Capítulo V ilustra el trabajo de creación de los corpus de consulta con los que se ha realizado la memoria de traducción, y las fases que han llevado a la catalogación terminológica y a la elaboración del banco de datos terminológico sobre la biodiversidad. El trabajo incluye las fichas terminológicas creadas tras la sistematización conceptual.
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This is a contribution that presents a translation of the work Terminology for Analytical Capillary Electromigration Techniques by Riekkola and collaborators (Pure Appl. Chem., Vol. 76, No. 2, 443-451, 2004) from IUPAC© for the Portuguese Language. Additional terms that had not been defined in native Portuguese were included for the benefit of the local community. Additional notes were also included to clarify some important concepts and to highlight the differences between techniques.
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The main objective of this work is to discuss the notion of metalanguage concerning the use of thesaurus (symbols systems, functions indicators, descriptors) utilized by indexers for article representation in computerized bibliographical databases. Our corpus comprises article abstracts and bibliographical database descriptors LILACS (Literatura Latino-Americana em Ciências da Saúde) and SOCIOFILE Sociological Abstracts. We aim at clarifying the effects of subjectivity in the functioning of indexing taking account the grounds for interpretation that allow different meanings.
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Incidentes com medicamentos geram problemas aos pacientes e custos adicionais ao sistema de saúde. A variedade de termos utilizada para comunicá-los propicia divergências nos resultados de pesquisas e confundem notificadores. Objetivou-se revisar os termos utilizados para descrever estes incidentes confrontando-os com as conceituações/definições oficiais disponíveis. Pesquisaram-se as bases PubMed, MEDLINE, IPA e LILACS para selecionar estudos publicados entre janeiro de 1990 e dezembro de 2005. Selecionaram-se 33 publicações. Verificou-se que a terminologia supranacional recomendada para descrever incidentes com medicamentos é insuficiente, mas que há consenso de uso das expressões em função do gênero do incidente. O termo Reação Adversa a Medicamento é mais utilizado quando não se verifica intencionalidade. A expressão Evento Adverso a Medicamento foi mais usada quando se descreviam incidentes durante a hospitalização; e Problema Relacionado a Medicamento foi mais utilizada em estudos que avaliaram atenção/cuidados farmacêuticos (uso/falta do medicamento). Ainda assim, a linha divisória entre essas três categorias não é clara e simples. Futuros estudos das relações entre as categorias e investigações multidisciplinares sobre erro humano podem subsidiar a proposição de novas conceituações
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Grass reference evapotranspiration (ETo) is an important agrometeorological parameter for climatological and hydrological studies, as well as for irrigation planning and management. There are several methods to estimate ETo, but their performance in different environments is diverse, since all of them have some empirical background. The FAO Penman-Monteith (FAD PM) method has been considered as a universal standard to estimate ETo for more than a decade. This method considers many parameters related to the evapotranspiration process: net radiation (Rn), air temperature (7), vapor pressure deficit (Delta e), and wind speed (U); and has presented very good results when compared to data from lysimeters Populated with short grass or alfalfa. In some conditions, the use of the FAO PM method is restricted by the lack of input variables. In these cases, when data are missing, the option is to calculate ETo by the FAD PM method using estimated input variables, as recommended by FAD Irrigation and Drainage Paper 56. Based on that, the objective of this study was to evaluate the performance of the FAO PM method to estimate ETo when Rn, Delta e, and U data are missing, in Southern Ontario, Canada. Other alternative methods were also tested for the region: Priestley-Taylor, Hargreaves, and Thornthwaite. Data from 12 locations across Southern Ontario, Canada, were used to compare ETo estimated by the FAD PM method with a complete data set and with missing data. The alternative ETo equations were also tested and calibrated for each location. When relative humidity (RH) and U data were missing, the FAD PM method was still a very good option for estimating ETo for Southern Ontario, with RMSE smaller than 0.53 mm day(-1). For these cases, U data were replaced by the normal values for the region and Delta e was estimated from temperature data. The Priestley-Taylor method was also a good option for estimating ETo when U and Delta e data were missing, mainly when calibrated locally (RMSE = 0.40 mm day(-1)). When Rn was missing, the FAD PM method was not good enough for estimating ETo, with RMSE increasing to 0.79 mm day(-1). When only T data were available, adjusted Hargreaves and modified Thornthwaite methods were better options to estimate ETo than the FAO) PM method, since RMSEs from these methods, respectively 0.79 and 0.83 mm day(-1), were significantly smaller than that obtained by FAO PM (RMSE = 1.12 mm day(-1). (C) 2009 Elsevier B.V. All rights reserved.
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Foi avaliada segundo "score" químico e aminoácido limitante, a qualidade protéica de 1.310 dietas consumidas no período de 24 horas, por famílias residentes em 18 localidades do Estado de São Paulo, Brasil. Foram utilizados os padrões de referência propostos pela FAO, em 1968 e em 1973. A totalidade das dietas apresentaram "score" inferior a 80 (padrão 1968). Pelo padrão 1973, em 93,4% das dietas o "score" foi superior a 80, sendo que 33,4% delas foi acima de 100. Os dois padrões apontam os aminoácidos sulfurados como os mais freqüentes limitantes da síntese protéica; 59% das dietas têm metionina como o primeiro aminoácido limitante (padrão 1968). Em 49,1% das dietas que apresentaram aminoácido limitante pelo padrão 1973, este é representado pelos aminoácidos sulfurados. Os resultados obtidos considerando o padrão FAO 1973 sugerem que a qualidade aminoacídica das dietas estudadas é satisfatória e que, se houver uma deficiência protéica, esta, provavelmente, corre por conta da ingestão insuficiente de proteínas e/ou energia.