999 resultados para Teatro breve
El peinador de ideas : adaptaci??n teatral del Grupo de Teatro Estable del Colegio P??blico de Nueva
Resumo:
Resumen basado en la publicaci??n
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Finalidad última de este trabajo es presentar el Aula de Teatro como una propuesta concreta para fomentar la partipación de los estudiantes en la vida universitaria. Para ello, tras una breve descripción de la actividad teatral en nuestra Facultad de Traducción e Interpretación (Universidad de Bolonia, sede de Forlì), analizaremos dos puestas en escena del grupo de teatro en español: Pez luna con cafetera (2001) y Pateras en la noche (2009). Estos dos ejemplos nos permitirán exponer nuestra metodología de trabajo, que ahonda sus raíces en los modelos de aprendizaje cooperativo y aprendizaje intergeneracional; por otro lado, nos ayudarán a reflexionar sobre qué consecuencias ha tenido, en la práctica del laboratorio teatral, la entrada en vigor de las reformas universitarias de 2001 y 2004. Esta travesía virtual por las experiencias compartidas antes y después del proceso de Bolonia nos conducirá a realizar un balance, con propiedad y rigor, de la experiencia teatral en nuestra Facultad. Este estudio comparativo pondera si las competencias y destrezas asumidas están en sintonía con los objetivos formativos específicos de la licenciatura en “Mediazione linguistica interculturale”, la cual se acoge a los descriptores de Dublín. Dicho balance, encaminado a detectar los beneficios para la comunidad universitaria, nos llevará a confirmar nuestro punto de partida: la formación continuada y el intercambio de experiencias que se dan en el Aula de Teatro estimula a los jóvenes universitarios, a través de su participación activa, a desarrollar las competencias genéricas y específicas necesarias para la vida académica y el futuro laboral
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Breve análisis sobre la carrera dramática de Eduardo Marquina. El tema de inspiración principal de la obra del dramaturgo español es el patriotismo, las viejas glorias patrias y el heroísmo. En cuanto a la forma, el teatro de Marquina tuvo siempre un elemento común, la poesía, presente siempre en los argumentos y en las escenas.
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Se realiza un recorrido por la historia de los 'teatros de papel' o 'teatros de juguete'. Se muestran los antecedentes, orígenes en Inglaterra y su desarrollo en este país y su extensión por el resto de países, incluyendo España. Se destaca la influencia de los teatros de papel en numerosos artistas y escritores.
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Resumen basado en el de la publicación
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Contiene: Invítame a soñar; La boda; La boda del elefante; ¿De verdad somos libres?; Romances de ayer y hoy del conde Olinos al S. XX; Hans; La caja de la discordia; Pedrito no es un nombre de futbolista; La dama boba; Enseñar a un sinvergüenza; El aula de Tócame-Roque Tragedia cómica en un acto ¡y gracias!; El escenario es el cielo; Lo que sucedió a un rey que quería probar a sus tres hijos.
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Pós-graduação em Artes - IA
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Seeking new ways to be used in the process of teaching and learning, he turned a look at alternative lines of research, going to value the arts in education, and inside, there has been a major focus of the relationship to both the theater and education. Currently, the theater has been the subject of research in education and has been also widely used as an educational resource, and its adoption by professionals is based on studies showing the contributions of the theater to child development. The theater, while playing, artistic expression and involves imagination, creation and sociability.This paper presents child development in all its phases, the importance of games, especially the symbolic games, during this process, through the perspective of Jean Piaget, a brief history of the theater within the education and the contributions actuallyits use as methodology of teaching and learning brings to children's development of the early years of elementary school, bringing the discussion as teachers' perception about the real possibility of its use in schools as a way of teaching and learning. This research aimed to understand the dialogic relationship between theater and basic education, emphasizing its most striking features, emphasize its presence in the teaching and learning in basic education, focusing on the early years of primary education; see how the skills developed with drama can help develop cognitive, psychological, social and moral development of children, performing an initial survey on the possibilities of using the theater within the lesson plans for teachers in the first grade of elementary school and learn the opinions of professional education on theresearch subject, being held with four teachers who teach in the first years of elementary education at a public school in Santa Cruz do Rio Pardo, ...(Complete abstract click electronic address below)
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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La società siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sa’d Allah Wannus. Breve presentazione. - “ Riti di segni e trasformazioni.”, (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume è il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri più intimi, le contraddizioni e le angosce di una società in crisi. Interessante l’analisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella società e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - “ I giorni ubriachi.” , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta l’occidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie l’ordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sa’d Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sa’d Allah Wannus (1941 – 1997) è sicuramente uno dei principali protagonisti nell’ambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento è quello di analizzare l’opera di quest’autore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno d’oggi ancora quasi interamente non tradotte dall’arabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della società araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Sa’ad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla città di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studierà con Jean-Louis Barrault, e dove farà la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha l’occasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonché di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sarà chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece più importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, L’elefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ra’s al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra ma’a Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re è il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attività artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah ‘arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sarà capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David l’anno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E’ l’inizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritornerà a scrivere solamente nel 1989, con l’inizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta un’analisi della struttura dell’elite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (‘an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 l’UNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per un’amara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engagè: l’importanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Un’analisi dell’influenza e dell’importanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della società araba, e soprattutto il suo impegno costante nell’uso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della società contemporanea. Punto cardine dell’opera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E’ il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la società araba ripropone e che Wannus ha cercato più volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla società araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. L’individuo, la famiglia, la società ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo l’essere umano nella sua fragilità. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.
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Questo lavoro si basa su una delle varietà del tedesco, lingua pluricentrica, e , in particolare, sul tedesco austriaco. L'analisi verrà fatta su un testo di teatro austriaco dell'Ottocento. Si traccerà, quindi, un breve profilo dell’autore, Ferdinand Raimund, e del periodo storico-culturale in cui questo pezzo teatrale si inserisce, l’Alt-Wiener Volkstheater. Si rivolgerà poi l’attenzione sul testo in particolare scelto,"Der Alpenkönig und der Menschenfeind", fornendo una breve descrizione della trama e degli aspetti simbolici principali. Successivamente si passerà all’analisi vera e propria dei tratti del tedesco austriaco più ricorrenti e significativi del testo, cercando di attingere da più campi (fonologia, morfologia, sintassi, lessico e pragmatica). Infine, prima di trarre le conclusioni, si dedicherà una parte del lavoro anche al linguaggio aulico e del XIX secolo e a quello tipico letterario.
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Con el presente trabajo nos proponemos plantear la teoría dramática de Juan Mayorga (Madrid, 1965) a partir de algunas constantes textuales de sus obras como también de sus aportes críticos a través de ensayos, artículos y entrevistas. Una suerte de ética o moral sostiene todo este teatro, de contenido esencialmente intelectual, en el cual el eje discursivo (temas y motivos de la trama) se aborda desde lo filosófico en tanto el eje dramatúrgico (composición de la estructura dramática) se ordena desde el pensamiento científico. Ese contenido intelectual se expresa y manifiesta en un teatro histórico crítico, mediante ideas clave como la recuperación de la memoria histórica y una aguda reflexión sobre los autoritarismos y los comportamientos humanos que permita movilizar el pasado. En obras como Siete hombres buenos, El jardín quemado y la pieza breve El hombre de oro (Guerra civil), Cartas de amor a Stalin (stalinismo), El traductor de Blumemberg, y Himmelweg (Camino del Cielo) (nazismo), entre otras, Mayorga intenta fundir el teatro histórico con el teatro político como hizo Esquilo con Los persas, con el propósito de "mirar hacia atrás para ser útil hoy". Al representar formas de humillación del hombre por el hombre, dice, nos "fortalecemos en la vigilancia y en la resistencia ante formas de dominación actuales". Ideas, personajes, situaciones, proceden todos de la realidad, de su mirada sobre la realidad histórica, pasada o presente, y se plasman mediante una ilimitada operación de transtextualidad, hacia la "trascendencia textual del texto" (Genette), pocas veces vista en la dramaturgia española. Leer a Juan Mayorga en el drama o en la escena es internarse en un vasto espacio textual cuyas dimensiones asombran pero, a la vez, echan luz sobre una visión del mundo y una filosofía de la vida que se mantiene con notable coherencia formal e ideológica. Para él, el teatro, arte de la memoria, es también, y por eso mismo, "el lugar idóneo para examinar el mundo con ojo crítico y para imaginar utopías".
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Antonio Álamo (Córdoba, 1964) es un autor destacado del actual teatro español, legitimado por la crítica y por importantes premios como el Caja de España (2000) o el Born (1996 y 2005 ). Su discurso dramático ofrece múltiples aristas de indagación por la variedad de sus registros, las diferentes formas utilizadas como el drama, la comedia costumbrista y la pieza breve, la diversidad de temas y personajes y la intensidad de los conflictos. En ese amplio espectro su obra postula una aguda reflexión sobre el poder y los comportamientos humanos. En sus piezas lo verbal y lo teatral, texto literario/representación, aparecen estrechamente ligados y juntos van hilando los significados en torno a la unidad y a la precisión semántica del texto mediante distintos recursos como la metateatralidad, la intertextualidad, la ironía como forma de distanciamiento y la reescritura o la traslación de la narrativa al teatro. Nuestro trabajo indaga en su obra teatral con el propósito de configurar su poética, fundada en la premisa de la singularidad del discurso dramático, diferente de la novela donde el autor (también novelista consagrado) entiende que "cabe todo: el ensayo, la poesía o el drama" en tanto "en el drama solo cabe el drama".
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Con el presente trabajo nos proponemos plantear la teoría dramática de Juan Mayorga (Madrid, 1965) a partir de algunas constantes textuales de sus obras como también de sus aportes críticos a través de ensayos, artículos y entrevistas. Una suerte de ética o moral sostiene todo este teatro, de contenido esencialmente intelectual, en el cual el eje discursivo (temas y motivos de la trama) se aborda desde lo filosófico en tanto el eje dramatúrgico (composición de la estructura dramática) se ordena desde el pensamiento científico. Ese contenido intelectual se expresa y manifiesta en un teatro histórico crítico, mediante ideas clave como la recuperación de la memoria histórica y una aguda reflexión sobre los autoritarismos y los comportamientos humanos que permita movilizar el pasado. En obras como Siete hombres buenos, El jardín quemado y la pieza breve El hombre de oro (Guerra civil), Cartas de amor a Stalin (stalinismo), El traductor de Blumemberg, y Himmelweg (Camino del Cielo) (nazismo), entre otras, Mayorga intenta fundir el teatro histórico con el teatro político como hizo Esquilo con Los persas, con el propósito de "mirar hacia atrás para ser útil hoy". Al representar formas de humillación del hombre por el hombre, dice, nos "fortalecemos en la vigilancia y en la resistencia ante formas de dominación actuales". Ideas, personajes, situaciones, proceden todos de la realidad, de su mirada sobre la realidad histórica, pasada o presente, y se plasman mediante una ilimitada operación de transtextualidad, hacia la "trascendencia textual del texto" (Genette), pocas veces vista en la dramaturgia española. Leer a Juan Mayorga en el drama o en la escena es internarse en un vasto espacio textual cuyas dimensiones asombran pero, a la vez, echan luz sobre una visión del mundo y una filosofía de la vida que se mantiene con notable coherencia formal e ideológica. Para él, el teatro, arte de la memoria, es también, y por eso mismo, "el lugar idóneo para examinar el mundo con ojo crítico y para imaginar utopías".
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Antonio Álamo (Córdoba, 1964) es un autor destacado del actual teatro español, legitimado por la crítica y por importantes premios como el Caja de España (2000) o el Born (1996 y 2005 ). Su discurso dramático ofrece múltiples aristas de indagación por la variedad de sus registros, las diferentes formas utilizadas como el drama, la comedia costumbrista y la pieza breve, la diversidad de temas y personajes y la intensidad de los conflictos. En ese amplio espectro su obra postula una aguda reflexión sobre el poder y los comportamientos humanos. En sus piezas lo verbal y lo teatral, texto literario/representación, aparecen estrechamente ligados y juntos van hilando los significados en torno a la unidad y a la precisión semántica del texto mediante distintos recursos como la metateatralidad, la intertextualidad, la ironía como forma de distanciamiento y la reescritura o la traslación de la narrativa al teatro. Nuestro trabajo indaga en su obra teatral con el propósito de configurar su poética, fundada en la premisa de la singularidad del discurso dramático, diferente de la novela donde el autor (también novelista consagrado) entiende que "cabe todo: el ensayo, la poesía o el drama" en tanto "en el drama solo cabe el drama".
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Con el presente trabajo nos proponemos plantear la teoría dramática de Juan Mayorga (Madrid, 1965) a partir de algunas constantes textuales de sus obras como también de sus aportes críticos a través de ensayos, artículos y entrevistas. Una suerte de ética o moral sostiene todo este teatro, de contenido esencialmente intelectual, en el cual el eje discursivo (temas y motivos de la trama) se aborda desde lo filosófico en tanto el eje dramatúrgico (composición de la estructura dramática) se ordena desde el pensamiento científico. Ese contenido intelectual se expresa y manifiesta en un teatro histórico crítico, mediante ideas clave como la recuperación de la memoria histórica y una aguda reflexión sobre los autoritarismos y los comportamientos humanos que permita movilizar el pasado. En obras como Siete hombres buenos, El jardín quemado y la pieza breve El hombre de oro (Guerra civil), Cartas de amor a Stalin (stalinismo), El traductor de Blumemberg, y Himmelweg (Camino del Cielo) (nazismo), entre otras, Mayorga intenta fundir el teatro histórico con el teatro político como hizo Esquilo con Los persas, con el propósito de "mirar hacia atrás para ser útil hoy". Al representar formas de humillación del hombre por el hombre, dice, nos "fortalecemos en la vigilancia y en la resistencia ante formas de dominación actuales". Ideas, personajes, situaciones, proceden todos de la realidad, de su mirada sobre la realidad histórica, pasada o presente, y se plasman mediante una ilimitada operación de transtextualidad, hacia la "trascendencia textual del texto" (Genette), pocas veces vista en la dramaturgia española. Leer a Juan Mayorga en el drama o en la escena es internarse en un vasto espacio textual cuyas dimensiones asombran pero, a la vez, echan luz sobre una visión del mundo y una filosofía de la vida que se mantiene con notable coherencia formal e ideológica. Para él, el teatro, arte de la memoria, es también, y por eso mismo, "el lugar idóneo para examinar el mundo con ojo crítico y para imaginar utopías".