984 resultados para Reggio Emilia society


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Oggetto di questa tesi di Laurea è la riqualificazione della Scuola d’Infanzia Diana a Reggio nell’Emilia (RE), svolta con particolare attenzione al comfort ambientale interno e alla ricerca di una relazione con il contesto urbano e sociale circostante. I soggetti interessati al progetto sono due: l’Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del comune di Reggio Emilia, che dal 2003 si occupa dei servizi educativi comunali, e la società “Reggio Children”, che opera al fine di “esportare” all’estero gli esempi delle scuole reggiane. L’interesse nei confronti di questo asilo nasce dalla notevole importanza che esso ricopre nel panorama nazionale e mondiale in riferimento al modello educativo applicato. L’edificio presenta inoltre alcuni interessanti caratteri: collocato in una posizione strategica rispetto alla città, si trova nel cuore dei Giardini Pubblici, circondato da alcuni dei principali monumenti. Tuttavia, un’analisi approfondita ha evidenziato alcune criticità, che questo lavoro ha cercato di risolvere. La problematica principale rilevata, che la tesi ha affrontato, riguarda il benessere degli utenti. Dal punto di vista della fruibilità degli spazi, poi, si riscontra il sottodimensionamento del grande-atelier in relazione alle esigenze del modello pedagogico, nonché la necessità di una riorganizzazione degli arredi, al fine di rendere gli ambienti più vivibili. A ciò si affiancano, infine, l’inefficienza energetica dell’involucro, la vulnerabilità sismica dell’edificio e la mancanza di adeguate connessioni tra asilo, verde di pertinenza e parco pubblico. Al centro delle strategie progettuali c’è il bambino, che diventa il “vero committente”, ossia il soggetto di cui soddisfare esigenze e desideri. Si è cercato quindi di realizzare un ambiente confortevole e sicuro, agendo sull’involucro, sul sistema impiantistico, e rinforzando la struttura dell’edificio. A scala architettonica la complessità del progetto è stata quella di dotare l’asilo degli spazi necessari. Si è quindi prevista la realizzazione di un ampliamento, puntando a conseguire prestazioni energetiche più elevate rispetto agli standard fissati dalla dalla normativa, cercando di non alterare i caratteri del luogo e di interagire con il contesto. Durante tutto l’iter progettuale si è dunque operato verificando contestualmente ogni scelta dal punto di vista architettonico, tecnologico ed energetico e puntando ad una soluzione attuabile per fasi.

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L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.

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Il presente elaborato si propone di offrire un’analisi dell’importanza della mediazione linguistico-culturale in ambito sanitario sia per i pazienti stranieri che per la società. In un contesto sociale sempre più multietnico l’impatto della popolazione straniera sul Servizio Sanitario Nazionale è aumentato in modo esponenziale e le occasioni in cui le barriere linguistico-culturali possono rendere difficoltosa (se non impossibile) la comunicazione clinica si sono moltiplicate. La MLC diviene allora lo strumento che permette agli utenti stranieri di usufruire effettivamente del diritto alla salute e, infatti, questo servizio è legittimato dalle fonti normative sia a livello nazionale che internazionale. Viene quindi presentato dettagliatamente il funzionamento del servizio di MLC negli ospedali e nei servizi sanitari di Reggio Emilia e Provincia e in particolare presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova. Viene inoltre analizzato il colloquio tra un medico italiano e una paziente francofona, con attenzione agli aspetti verbali e non verbali della comunicazione. Vengono infine elencate le difficoltà che rendono l’impiego della MLC ancora poco efficace e le soluzioni auspicate.

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L'obiettivo di questa tesi è quello di illustrare il fenomeno del Child Language Brokering tramite uno studio di esigue proporzioni. Il CLB è una pratica molto comune nelle nostre società multietniche ma poco studiata. Non è facile dire se questa pratica sia vantaggiosa per i bambini.Da un lato il CLB sviluppa le abilità socio-emotive e cognitive, l'autostima e migliora le performance scolastiche. Dall'altro i bambini possono sentirsi stressati e in difficoltà. Nello studio ho cercato di illustrare questa situazione grazie ad uno studio condotto nella provincia di Reggio Emilia.

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Conoscere con dettaglio il campo di radiazione che si genera nell'utilizzo di un acceleratore lineare di elettroni durante una seduta di radioterapia è essenziale sia per i pazienti sia per gli operatori. L'utilizzo del codice Monte Carlo MCNPX 2.7.0 permette di stimare dati dosimetrici dettagliati in zone dove può essere complicato effettuare misurazioni.Lo scopo di questo lavoro è indagare il comportamento del fascio fotonico prodotto nel bunker di radioterapia dell'ASMN-IRCCS di Reggio Emilia, valutando con precisione in particolare la produzione di fotoneutroni secondari. L'obiettivo è la verifica dell'efficacia delle barriere offerte dalla struttura tenendo in considerazione anche il canale di penetrazione degli impianti di servizio che costituisce un punto di fuga per le radiazioni.

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Allosaurus fragilis (Theropoda: Carnosauria) è tra i dinosauri del Giurassico Superiore meglio conosciuti grazie a numerosi scheletri rinvenuti a partire dal secolo scorso. Le collezioni del Museo Universitario Paleontologico del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell'Università di Modena e Reggio Emilia ospitano uno scheletro costituito da reperti originali provenienti dal Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry (Utah) ad oggi non descritto in dettaglio. Il temporaneo disallestimento dello scheletro per la realizzazione di una nuova struttura museale ha permesso di esaminare in dettaglio i singoli elementi scheletrici. La storia di come e quando il materiale sia giunto a Modena rimane incerta, e per questo lavoro si è raccolta tutta la documentazione storica per completare le informazioni relative all'esemplare. In questa tesi vengono inoltre descritti alcuni degli elementi più diagnostici al fine di verificare se lo scheletro rappresenta uno o più individui di Allosaurus fragilis, la specie più abbondante e meglio documentata del Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry. Per questo obiettivo le ossa sono state confrontate con esemplari di riferimento in letteratura e inquadrate all'interno del contesto tafonomico del sito di ritrovamento. Durante le fasi di studio, i reperti esaminati sono stati acquisiti come modelli tridimensionali ad alta risoluzione mediante tecniche fotogrammetriche. Questo per garantire fruibilità ai singoli elementi anche in seguito al riallestimento dello scheletro per fini espositivi. I dati raccolti in questa tesi, ed in particolare 1. l’analisi del contesto tafonomico e tassonomico del Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry; 2. il confronto morfometrico tra le ossa presenti a Modena e quelle descritte in letteratura, e 3. le caratteristiche specifiche dei reperti esaminati, permettono di chiarire numerosi aspetti legati alla storia del reperto e al numero di individui rappresentati dallo scheletro di Allosaurus fragilis del Museo di Modena.

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This house was born in response to an international competition organized in Italy; la Casa piú bella del Mondo (the most beautiful house in the world).

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"Bibliografia": p. [vii]-xxiii. Bibliographical footnotes.

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The Design Minds Tomorrow’s Classroom Toolkit was one of six K7-12 secondary school design toolkits commissioned by the State Library of Queensland (SLQ) Asia Pacific Design Library (APDL), to facilitate the delivery of the Stage 1 launch of its Design Minds online platform (www.designminds.org.au) partnership initiative with Queensland Government Arts Queensland and the Smithsonian Cooper-Hewitt National Design Museum, on June 29, 2012. Design Minds toolkits are practical guides, underpinned by a combination of one to three of the Design Minds model phases of ‘Inquire’, ‘Ideate’ and ‘Implement’ (supported by at each stage with structured reflection), to enhance existing school curriculum and empower students with real life design exercises, within the classroom environment. Toolkits directly identify links to Naplan, National Curriculum, C2C and Professional Standards benchmarks, as well as the student capabilities of successful and creative 21st century citizens they seek to engender through design thinking. This toolkit explores, through four distinct exercises, different design tools and ways to approach the future design of environments (classrooms/schools) to facilitate the Reggio Emilia philosophy of learning, while addressing diverse and changing social, cultural, technological and environmental challenges. The Design Minds Tomorrow’s Classroom Toolkit encourages students to explore architecture and interior design, and to think about their (life-long) learning as a product of inspiring interactions with people and the environments around them, and that their potential role in contributing to both delightful and functional design solutions requires a deep understanding of the user experience. More generally, it aims to facilitate awareness in young people, of the role of design in society and the value of design thinking skills in generating strategies to solve basic to complex systemic challenges, as well as to inspire post-secondary pathways and idea generation for education. The toolkit encourages students and teachers to develop sketching, making, communication, presentation and collaboration skills to improve their design process, as well as explore further inquiry (background research) to enhance the ideation exercises. Exercise 1 focuses on the ‘Inquire’ and ‘Ideate’ phases, Exercise 2 on the ‘Inquire’, Exercise 3 builds on ideation skills, and Exercise 4 concentrates on the ‘Implement’ phase. Depending on the intensity of the focus, the unit of work could be developed over a 2-5 week program (approximately 4-10 x 60 minute lessons/workshops) or as smaller workshops treated as discrete learning experiences. The toolkit is available for public download from http://designminds.org.au/tomorrows-classroom/ on the Design Minds website. This toolkit inspired the authorship and facilitation of a 2-day design workshop entitled Learning Environment 2050 at John Paul College, Daisy Hill, Brisbane on the 15-16 August 2013. 120 Grade 7 students and their teachers, under the mentorship of two design academics, 3 QUT design students and a professional architect, as part of a QUT School of Design Project Week community engagement activity, explored the formulation of a participatory design brief for the redesign of the school’s Wesley Precinct (including classrooms, a sustainable farm and recreation areas).

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Reggio Emilia is an educational philosophy that encourages teachers, students and their parents to collaborate and actively engage with the environment. This study investigates how the Reggio Emilia design approach was translated architecturally for a kindergarten in an Australian context, and provides insights into the operation of this Reggio kindergarten and the impact that it is now having on the occupants. It evaluates the original architectural design intent of the Reggio Emilia early childhood learning environment against its spatial provision. The relationship that the Reggio Emilia approach facilitates between students and the environment, and the contribution that this approach has on their learning, are also explored. Several key themes emerging from the Reggio values were identified in the literature. These were then used to inform an exploration of the kindergarten spaces and places.. Architects, teachers and a sustainability manager of the kindergarten were interviewed with their experiences constituting the primary data of this study. Using a Grounded Theory methodology, systematic data coding and analysis were then conducted. Themes and concepts that emerged from this process include: differing interpretations of the Reggio Emilia philosophy; motivations for neglect of traditional external structures and play equipment; the impact of education for sustainability; and the positive effects that Reggio Emilia is having on the rest of the institution’s development.

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Within the field of early childhood education, the ideologies of child development and its parent discipline, developmental psychology, dominate both theory and practice. In recent years, educators have attempted to reconceptualise early childhood education by adopting more progressive approaches to teaching and learning. The aim of this present research study was to critically examine the experiences of early childhood educators who have adopted a Reggioinspired approach to educating young children. To explore their experiences, an institutional ethnography was employed involving seven educators from a large child care organization in Hamilton, Ontario. In line with the intent ofthis study, qualitative data were collected through in-depth semi-structured interviews, participant-observations and textual analyses to explore the presence of developmental-psychological ideologies within early childhood education and Reggio-inspired practice. The present study also examined the challenges faced by educators who have adopted a Reggio-inspired approach. The results of this study indicate that ideologies associated with the developmental-psychological paradigm dominate the practice of early childhood educators and that the conflicting ideologies that surround Reggio educators may play a role in some of the challenges educators experience. The findings of this study thus demonstrate a need to adopt alternative approaches toward understanding both children and childhood, in both early childhood educational theory and practice.

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In its attention to how space can be thoughtfully arranged, Reggio Emilia has “reconceptualised space as a key source of educational provocation and insight” (Strong-Wilson & Ellis, 2007, p. 40). Such an approach advocates that educators pay close attention to the myriad of ways that space can be made to speak and invite interaction. Theorists recognise eight key principles (aesthetics, transparency, active learning, flexibility, collaboration, reciprocity, bringing the outdoors in, and relationships) which are considered essential to the notion of environment as third teacher. Drawing upon a successful capital rebuilding grant, this presentation outlines the process of reconceptualising and building a space for flexible research, teaching and learning within higher education. This presentation interrogates the successes and challenges which arise when innovating within a traditional space.

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Young children have the strong desire to use all of the communicative tools their cultures and families offer them. They want to be able to do all of the things that the powerful people they admire can do, including talking, writing, drawing, using the computer, and otherwise creating and sharing ideas, memories, solutions, even jokes and feelings. Today, we live in a time when the communicative tools are changing rapidly, practically exploding before our eyes in terms of the formats and media available to us in complex combinations not seen before. What do these technological changes mean for how we can support children's development toward literacy? An integrated arts curriculum has long been favored by many educators, but today there are more reasons than ever to implement such a philosophy. From communications theory comes a new understanding of how modern technologies demand that children learn to "read" and "write" messages involving complex combinations and integrations of visual and verbal formats. From psychology come insights about intelligence being multiple not unitary, as well as ecological perception theory offering a well-accepted framework for analyzing the affordances and expressive possibilities of different media. From education come fresh approaches to integrated curriculum, including a philosophy and pedagogy from Reggio Emilia, Italy, that combines well with current thinking by North Americans. Altogether, we have many rationales and exciting strategies at hand for launching young children toward an integrated visual and verbal literacy that involves substance, challenge, and discipline, as well as innovation, creativity, and freedom.

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Le pietre artificiali ed i cementi artistici utilizzati durante la stagione Liberty rappresentano tutt’oggi un patrimonio artistico non ancora sufficientemente studiato. In seguito ad una ricerca bibliografica su testi e riviste dei primi anni del Novecento, è stata eseguita una ricognizione del patrimonio architettonico emiliano-romagnolo, al fine di valutarne i materiali e le tipologie di degrado più diffuse. Le città e le zone oggetto di studio sono state: Bologna, Ferrara, Modena e provincia, Reggio Emilia, Parma, Firenze, la Romagna e le Marche settentrionali. Tra gli edifici individuati sono state analizzate le decorazioni e gli intonaci di tre edifici ritenuti particolarmente significativi: il villino Pennazzi (noto anche come Villa Gina) a Borgo Panigale (Bologna), villa Verde a Bologna e l’ex-albergo Dorando Pietri a Carpi. Da tali edifici sono stati selezionati campioni rappresentativi delle diverse tipologie di decorazioni in pietra artificiale e successivamente sono stati caratterizzati in laboratorio tramite diffrattometria a raggi x (XRD), termogravimetria (TGA), microscopio ottico in sezioni lucide, microscopio elettronico a scansione (SEM) e porosimetria ad intrusione di mercurio (MIP). In particolare per Villa Verde sono state formulate e caratterizzate diverse tipologie di malte variando il tipo di legante ed il rapporto acqua/cemento, al fine di garantire la compatibilità fisico-meccanica con il supporto negli interventi di risarcimento delle lacune previsti nel restauro. L’attività sperimentale svolta ha permesso di mettere a punto un vero e proprio protocollo diagnostico per il restauro di questo tipo di decorazioni che potrà essere utilizzato sia nei casi di studio analizzati che per ogni futuro intervento.