784 resultados para Organ Care System Heart,Conservazione degli organi,Trapianto di cuore


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Gli spermatozoi di suino sottoposti alla procedura di sessaggio mediante citofluorimetria presentano una serie di modificazioni morfo-funzionali che compromettono nel tempo la loro sopravvivenza e la capacità fecondante. Questi spermatozoi, inoltre, a causa della sensibilità ai danni indotti dalla crioconservazione, vengono solitamente conservati allo stato liquido a 15-17°C, con conseguente ulteriore peggioramento nel tempo della qualità delle cellule spermatiche sessate. Lo scopo della ricerca è stato quello di valutare le modificazioni di alcune caratteristiche morfo-funzionali degli spermatozoi in seguito a sex-sorting e conseguente conservazione. Successivamente si è cercato di migliorare i parametri qualitativi del seme sessato mediante l’aggiunta di sostanze antiossidanti e la messa a punto di una nuova metodica di conservazione. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la procedura di sessaggio e la conseguente conservazione per 24-26 ore a 15°C hanno indotto un peggioramento significativo delle caratteristiche morfo-funzionali (vitalità, integrità acrosomiale, quantità e distribuzione dell’Hsp70, capacità fecondante). Mentre l’azione degli antiossidanti non si è rivelata efficace nel miglioramento della qualità degli spermatozoi durante le fasi di colorazione e passaggio attraverso il citofluorimetro, l’azione congiunta del plasma seminale e degli antiossidanti superossido-dismutasi ed epigallocatechina-3-gallato ha indotto un miglioramento significativo della vitalità degli spermatozoi. Per la conservazione del seme di suino è stata testata la tecnica di incapsulazione in membrane di alginato di bario che permette, durante l’inseminazione artificiale, un rilascio graduale degli spermatozoi e l’utilizzo di un quantitativo inferiore di materiale seminale. L’applicazione di tale tecnica per la conservazione degli spermatozoi di suino sessati non sembra provocare un calo significativo della vitalità, dell’integrità acrosomiale e dell’efficienza totale di fecondazione rispetto al seme sortato e conservato diluito suggerendo futuri studi in vivo. Una migliore conoscenza dei danni indotti da queste tecnologie e la loro minimizzazione potrà stimolare in futuro l’utilizzo su vasta scala del seme sessato nel suino.

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L'outcome dei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche è fortemente influenzato da graft versus leukemia (GvL) e graft versus host disease (GvHD) che sono mediate, almeno in parte, dagli antigeni minori di istocompatibilità (mHAgs). In letteratura sono stati identificati 26 mHAgs che sono stati correlati a GvHD/GvL con risultati incompleti e in alcuni casi contrastanti; inoltre manca una metodica che sia in grado di genotipizzare contemporaneamente un pannello così ampio. Il lavoro è stato finalizzato alla preparazione di un protocollo di laboratorio che permetta di studiare in modo efficace i 26 mHAgs identificati, per poi correlarli con GvHD/GvL all’interno di uno specifico gruppo di trapiantati. Utilizzando la metodica IPlex Gold Mass Array Sequenom e tecniche di biologia molecolare convenzionale sono stati genotipizzati 26 antigeni minori di istocompatibilità per 46 coppie full-matched. Tutti i pazienti inclusi nel progetto di studio erano stati sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche da donatore familiare o volontario full-compatibile per leucemia mieloide cronica (n=46) o leucemia acuta linfoblastica Philadelphia positiva (LAL-Ph+, n=24). Il progetto ha confermato l'efficienza (98.6%) e la fattibilità delle metodiche proposte. Dal lavoro è inoltre emerso che, le differenze tra donatore e ricevente a libello mHAgs ACC-1, ACC-4, ACC-5, LB-MTHFD1-1Q, UGT2B17, DPH1, LRH1 potrebbero essere fattori predittivi di GvHD (p<0.05). La seconda evidenza è legata a un trend secondo cui il mismatch per LB-ADIR1 protegge dalla recidiva di malattia, in particolare nei confronti della LAL-Ph+ che è scarsamente responsiva all'allo-immunoterapia. Questo lavoro pilota, la cui casistica deve quindi essere ampliata, ha dimostrato l’efficacia della genotipizzazione con IPlex Gold Sequenom e l’elevato potenziale degli mHAgs sia come fattori predittivi di GvHD che come driver di GvL.

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I dati riportati in letteratura relativi alla struttura degli organi linfoidi dei Cetacei sono scarsi, talvolta discordanti e riferiti solo ad alcune specie. Per questo motivo è stato condotto il presente studio che ha utilizzato il tursiope (Tursiops truncatus) come specie di riferimento. In particolare, in tre soggetti di tursiope è stata analizzata, mediante l’ausilio di specifici software di analisi dell’immagine, la struttura dei seguenti organi linfoidi: timo, milza e linfonodi. Il timo, analogamente a quanto si osserva negli altri Mammiferi, si presenta come organo lobulato. In ciascun lobulo è possibile individuare due zone: la corticale e la midollare. A differenza di quanto si osserva nell’Uomo, è interessante sottolineare come nella midollare di ciascun lobulo non sia mai stata osservata la componente fibrillare. E’ possibile ipotizzare che tale differenza sia dovuta ad eventi connessi con l’organogenesi del timo. Nel tursiope il rapporto cortico/midollare non mostra differenze rispetto a quanto si osserva in altri Mammiferi. La milza del tursiope mostra caratteristiche strutturali simili a quelle osservate in altri Mammiferi. Nel tursiope, rispetto ad altri Mammiferi (Equidi, Ruminanti, Suidi e Carnivori), la quantità di polpa bianca, sul totale della polpa splenica, appare decisamente inferiore (5% vs 30%). Dal momento che le dimensioni della milza non sono particolarmente evidenti, anche la polpa rossa, se rapportata alle dimensioni dell’animale, non si presenta abbondante come in altre specie. Tale dato indica come la milza del tursiope, analogamente a quanto si osserva nell’Uomo e nei Roditori, non svolge alcuna funzione di deposito del sangue. I linfonodi di tursiope sono, tra gli organi linfoidi esaminati, quelli che mostrano le maggiori differenze strutturali rispetto a quelli di numerosi altri Mammiferi (eccezion fatta per il maiale). I noduli linfatici ed il tessuto internodulare sono, infatti, posti sia nella parte superficiale che in quella profonda del linfonodo. Tale aspetto non consente di identificare la zona paracorticale e di definire una precisa delimitazione topografica tra corticale e midollare. Il rapporto tra noduli linfatici e tessuto internodulare indica come nel linfonodo di tursiope sia più diffuso il tessuto internodulare che, a differenza del nodulo linfatico (area B-competente), contiene anche territori T-competenti.

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Homing of human bone marrow-derived mesenchymal stem cells (BMSCs) was studied using ex vivo cultured bovine caudal intervertebral discs (IVDs).

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Heart failure is a serious condition and equivalent to malignant disease in terms of symptom burden and mortality. At this moment only a comparatively small number of heart failure patients receive specialist palliative care. Heart failure patients may have generic palliative care needs, such as refractory multifaceted symptoms, communication and decision making issues and the requirement for family support. The Advanced Heart Failure Study Group of the Heart Failure Association of the European Society of Cardiology organized a workshop to address the issue of palliative care in heart failure to increase awareness of the need for palliative care. Additional objectives included improving the accessibility and quality of palliative care for heart failure patients and promoting the development of heart failure-orientated palliative care services across Europe. This document represents a synthesis of the presentations and discussion during the workshop and describes recommendations in the area of delivery of quality care to patients and families, education, treatment coordination, research and policy.

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At the 111th German Medical Assembly in May 2008 in Ulm, Germany, a public debate on rationing of health care performances was started. Since the money in the German health care system is not enough to provide every diagnostic or therapy for every patient as a coverage of the compulsory medical insurances, a lot of specific health care performances have been rationed during the last years not to be covered by the regular medical insurance any more, such as, e. g., PSA measurements in urology or IOP measurements in ophthalmology. In contrast to the health care system in Scandinavia, where rationing of health care performances is publicly documented by the government, no similar public statements exist in Germany. Due to this, it is left to physicians to explain to their patients the "hidden" rationing of public health care performances, which also leads to an increase in individual health care performances (IGeL in Germany) to be paid for privately by the patient. It is undoubtedly true that not all medically possible performances need to be paid for by the health insurance; however, an official determination of these "out of pocket" health care performances is necessary. Therefore, it was the aim herein to work out possible "stop" criteria--according to the Scandinavian system--for common eye diseases and consecutive therapies, which need not be paid for or only be paid after a delay by the health insurances.

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Intervertebral disc (IVD) cell therapy with unconditioned 2D expanded mesenchymal stem cells (MSC) is a promising concept yet challenging to realize. Differentiation of MSCs by nonviral gene delivery of growth and differentiation factor 5 (GDF5) by electroporation mediated gene transfer could be an excellent source for cell transplantation. Human MSCs were harvested from bone marrow aspirate and GDF5 gene transfer was achieved by in vitro electroporation. Transfected cells were cultured as monolayers and as 3D cultures in 1.2% alginate bead culture. MSC expressed GDF5 efficiently for up to 21 days. The combination of GDF5 gene transfer and 3D culture in alginate showed an upregulation of aggrecan and SOX9, two markers for chondrogenesis, and KRT19 as a marker for discogenesis compared to untransfected cells. The cells encapsulated in alginate produced more proteoglycans expressed in GAG/DNA ratio. Furthermore, GDF5 transfected MCS injected into an IVD papain degeneration organ culture model showed a partial recovery of the GAG/DNA ratio after 7 days. In this study we demonstrate the potential of GDF5 transfected MSC as a promising approach for clinical translation for disc regeneration.

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Beginning in the early 1980s, the health care system experienced momentous realignments. Fundamental changes in structures of traditional health care organizations, shifts in authority and relationships of professionals and institutions, and the increasing influence of managed care contributed to a relatively stable industry entering into a state of turbulence. The dynamics of these changes are recurring themes in the health services literature. The purpose of this dissertation was to examine the content of this literature over a defined time period and within the perspective of a theory of organizational change. ^ Using a theoretical framework based upon the organizational theory known as Organizational Ecology, secondary data from the period between 1983 and 1994 was reviewed. Analysis of the literature identified through a defined search methodology was focused upon determining the manner in which the literature characterized changes that were described. Using a model constructed from fundamentals of Organizational Ecology with which to structure an assessment of content, literature was summarized for the manner and extent of change in specific organizational forms and for the changes in emphasis by the environmental dynamics directing changes in the population of organizations. Although it was not the intent of the analysis to substantiate causal relationships between environmental resources selected as the determinants of organizational change and the observed changes in organizational forms, the structured review of content of the literature established a strong basis for inferring such a relationship. ^ The results of the integrative review of the literature and the power of the appraisal achieved through the theoretical framework constructed for the analysis indicate that there is considerable value in such an approach. An historical perspective on changes which have transformed the health care system developed within a defined organizational theory provide a unique insight into these changes and indicate the need for further development of such an analytical model. ^

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National Highway Safety Bureau, Washington, D.C.

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Reuse of record except for individual research requires license from Congressional Information Service, Inc.

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There is growing community and professional concern that the Australian mental health care system requires substantial reform. In response to these concerns, a Senate Select Committee on Mental Health has been commissioned to conduct an inquiry into the provision of mental health services. The current study involved a content analysis of 725 submissions received by the Committee, and highlighted significant areas for reform. People with mental illness face difficulties in accessing mental health care, the care they do receive is of varying quality and poorly coordinated, and necessary services from other sectors, such as housing, are lacking. These problems may be exacerbated for particular groups with complex needs or heightened levels of vulnerability. The system requires reorienting towards the consumers and carers it is designed to serve, and needs stronger governance, higher levels of accountability and improved monitoring of quality. These findings are discussed in the context of the recent acknowledgement of mental health as an issue by the Council of Australian Governments (COAG), which has called for an action plan to be prepared for its consideration by June 2006.