968 resultados para Mirandola, post, terremoto, centro, sportivo


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La presente tesi si pone come obiettivo quello di risolvere una delle criticità riscontrabili nel centro storico della città di Mirandola, cioè la ridefinizione dell’isola del castello dei Pico. Grazie all’analisi storica sull’evoluzione planimetrica dell’isola ho potuto concepire le linee guida per la ricomposizione della cittadella del castello. Vengono riproposti l’asse principale trasversale che attraversava l’isola da Est a Ovest e le due piazze che si accorpano ad esso. Viene inoltre prevista una espansione del complesso del castello, facendo attenzione a richiamarne la forma e la volumetria, mantenendo l’idea di un impianto a corti. Un altro aspetto fondamentale è l’attenzione al dialogo tra le preesistenze e i nuovi edifici di progetto, che presentano in facciata una seriale ritmicità. Viene colta l’occasione di riconfigurazione dell’isola anche per soddisfare quelle che sono le richieste della popolazione, quindi all’interno vengono inserite funzioni quali un nuovo museo d’arte contemporanea, la nuova sede della scuola di musica “Andreoli”, la nuova sede dell’associazione “Terre dei Pico”, dei padiglioni per piccole esposizioni temporanee e un complesso di residenze temporanee collettive. Questo progetto vuole fornire al centro storico di Mirandola un nuovo polo in cui i giovani, ma anche la restante popolazione di Mirandola, si possano ritrovare e rispecchiare dopo la distruzione portata dall’evento del terremoto.

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La tesi analizza la vulnerabilità di un aggregato edilizio posto in Mirandola, studiando le vulnerabilità e i danneggiamenti sui prospetti e negli interni degli edifici.

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Progetto per creare un sistema degli spazi pubblici e del commercio in grado di ricucire il centro storico e il nuovo polo dei servizi creato dopo il sisma del 2012 a Concordia sulla Secchia

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Il progetto si sviluppa in primo luogo a scala urbana nel centro storico di Mirandola, insistendo sul tema del limite andato perduto con la demolizione della cinta muraria. Il disegno del centro nasce dalla suggestione che identifica in Giovanni Pico della Mirandola l’autore dell’”Hypnerotomachia Poliphili”. Il nucleo storico della città diventa il luogo del percorso onirico di Polifilo alla ricerca dell’amata, che collega aree verdi trasformate in giardini all’area del castello. L’approfondimento a scala progettuale coinvolge l’area dell’antica cittadella del castello. Il tema principale è quindi il costruire nel costruito, il confronto con le preesistenze e le tante trasformazioni che il luogo ha subito. Il progetto si basa sul disegno degli spazi pubblici e sul tema culturale che l’area stessa offre, data la presenza del museo civico e del teatro. Il nuovo edificio è un centro culturale nel quale si accolgono ulteriori esposizioni museali e spazi dedicate a sedi di associazioni culturali cittadine.

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Il lavoro di tesi ha avuto come oggetto la progettazione di un giardino botanico per Mirandola nella zona del centro storico. Il terremoto è divenuto il pretesto per ridefinire il “limite” tra centro storico e circonvallazione, in passato segnato dalle antiche mura e per riprogettare alcuni luoghi della città avendo come riferimento il testo dell'Hypnerotomachia Poliphili, opera di Giovanni Pico della Mirandola, determinante nella nascita del giardino rinascimentale all'italiana. Il progetto a scala urbana, oltre che nella ridefinizione del limite, consiste nella riqualificazione di tre giardini posti lungo la circonvallazione. L'area di progetto per il giardino botanico è occupata da un edificio storico, prima del terremoto adibito a banca, che diventa elemento di partenza del progetto oltre che ingresso al giardino. Vengono progettate una serie di serre vetrate, per conservare diverse specie di piante, alternate a elementi di collegamento dedicati alla didattica. Nella parte del giardino all'aperto viene creato un percorso sensoriale volto sia alla conservazione che alla didattica e al tempo libero.

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Fino alla fine del XIX secolo erano le mura a conferire una forma chiara e precisa alla città. Dopo il loro abbattimento c'è oggi un elemento urbano capace di porsi come limite formale della città? In fase di tesi abbiamo deciso di dare una soluzione al problema della frammentazione del limite dal punto di vista opposto, agendo sul centro storico in relazione alla prima espansione urbana. Abbiamo operato un'attenta analisi delle dinamiche della città prima e dopo il terremoto, cercando di comprendere le specificità di questo territorio. Da una ulteriore e più approfondita lettura del centro storico, emerge subito l'assenza di un tessuto urbano ben leggibile in corrispondenza dell'area del Castello e del Comune, dove una grande "macchia" di spazi aperti, prevalentemente adibiti a parcheggio prevalgono sul costruito: l'area che ha dato vita e un senso durante i secoli a questa città ha perso la sua identità. Identità, misura, connessione sono gli obiettivi che ci prefissiamo di raggiungere nella ridefinizione di questi luoghi ed insieme le parole chiave del nostro approccio al nostro progetto. Il nostro intervento prevede la definizione di un polo culturale che possa valorizzare le caratteristiche storiche e morfologiche dell'area conferendo intelligibilità agli elementi che hanno sempre caratterizzato lo splendore della città. Il "verde" diviene elemento di connessione tra le due aree di progetto. Le funzioni che abbiamo scelto nella definizione del polo culturale sono quelle di museo, cinema, e mercato: la scelta è stata quella di progettare edifici pubblici, con lo scopo di riportare i luoghi di intrattenimento e della cultura all'interno del centro storico.

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Questa tesi affronta i temi della riqualificazione urbana e dell'abitare nel Centro Storico della città di Mirandola. L'area in oggetto è stata gravemente danneggiata dal sisma del 2012; il progetto propone un intervento di microchirurgia urbana volta alla riqualificazione di questa parte della città.

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La Sequenza Sismica Emiliana del 2012 ha colpito la zona compresa tra Mirandola e Ferrara con notevoli manifestazioni cosismiche e post-sismiche secondarie, soprattutto legate al fenomeno della liquefazione delle sabbie e alla formazione di fratturazioni superficiali del terreno. A fronte del fatto che la deformazione principale, osservata tramite tecniche di remote-sensing, ha permesso di individuare la posizione della struttura generatrice, ci si è interrogati sul rapporto tra strutture profonde e manifestazioni secondarie superficiali. In questa tesi è stato svolto un lavoro di integrazione di dati a varia scala, dalla superficie al sottosuolo, fino profondità di alcuni chilometri, per analizzare il legame tra le strutture geologiche che hanno generato il sisma e gli effetti superficiali percepiti dagli osservatori. Questo, non solo in riferimento allo specifico del sisma emiliano del 2012, ma al fine di trarre utili informazioni in una prospettiva storica e geologica sugli effetti di un terremoto “tipico”, in una regione dove le strutture generatrici non affiorano in superficie. Gli elementi analizzati comprendono nuove acquisizioni e rielaborazioni di dati pregressi, e includono cartografie geomorfologiche, telerilevamenti, profili sismici a riflessione superficiale e profonda, stratigrafie e informazioni sulla caratterizzazione dell’area rispetto al rischio sismico. Parte dei dati di nuova acquisizione è il risultato dello sviluppo e la sperimentazione di metodologie innovative di prospezione sismica in corsi e specchi d’acqua continentali, che sono state utilizzate con successo lungo il Cavo Napoleonico, un canale artificiale che taglia ortogonalmente la zona di massima deformazione del sisma del 20 Maggio. Lo sviluppo della nuova metodologia di indagine geofisica, applicata ad un caso concreto, ha permesso di migliorare le tecniche di imaging del sottosuolo, oltre a segnalare nuove evidenze co-sismiche che rimanevano nascoste sotto le acque del canale, e a fornire elementi utili alla stratigrafia del terreno. Il confronto tra dati geofisici e dati geomorfologici ha permesso di cartografare con maggiore dettaglio i corpi e le forme sedimentarie superficiali legati alla divagazione fluviale dall’VIII sec a.C.. I dati geofisici, superficiali e profondi, hanno evidenziato il legame tra le strutture sismogeniche e le manifestazioni superficiali seguite al sisma emiliano. L’integrazione dei dati disponibili, sia nuovi che da letteratura, ha evidenziato il rapporto tra strutture profonde e sedimentazione, e ha permesso di calcolare i tassi geologici di sollevamento della struttura generatrice del sisma del 20 Maggio. I risultati di questo lavoro hanno implicazioni in vari ambiti, tra i quali la valutazione del rischio sismico e la microzonazione sismica, basata su una caratterizzazione geomorfologico-geologico-geofisica dettagliata dei primi 20 metri al di sotto della superficie topografica. Il sisma emiliano del 2012 ha infatti permesso di riconoscere l’importanza del substrato per lo sviluppo di fenomeni co- e post-sismici secondari, in un territorio fortemente eterogeneo come la Pianura Padana.

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Objetivo: La presente investigación tuvo como objetivo general; Identificar los conocimientos que poseen las madres sobre las reacciones adversas post- inmunización y cuidados que brindan a sus hijos menores de dos años, Centro de Salud El Tambo. Cañar 2015. Metodología: Para realizar el presente estudio utilizamos la investigación cuantitativa, descriptiva. Se trabajó con un universo de 90 madres, que acudieron a inmunizar a sus hijos/as y que aceptaron participar en la investigación firmando el consentimiento informado, la investigación se efectuó durante los meses de septiembre a noviembre del 2015. El instrumento aplicado fue la encuesta, un formulario con 14 ítems de preguntas que se aplicó a las madres de los niños/as. Luego de la aplicación del formulario de entrevista se procedió a la tabulación de los datos utilizando los programas Microsoft Excel, SPSS donde se elaboraron tablas de frecuencia en porcentaje. Uso de resultados: Los resultados obtenidos de este estudio se utilizaran para concientizar al personal que labora en el área de vacunación, a que brinden una información adecuada y oportuna a las madres que acudan a inmunizar a sus hijos/as. Conclusiones: El 88.9% de madres conocen las reacciones que producen las vacunas mientras que el 11.1% no conocen, corresponde más a madres primerizas entre las edades de 15 a 20 años; los cuidados que brindan las madres se basan en cuidados caseros en un 56.7 % y farmacológicos en un 43.3 %.

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El presente estudio se realizó en el CECA (Centro de Experimentación y Capacitación Agropecuaria), ubicado al Noreste de la ciudad de Granada, siendo el clima catalogado como clima tropical de sabana con una biotemperatura de 17-24°C y humedad relativa de) 68-85%. El ensayo tuvo una duración de 37 días comprendidos entre los meses de Julio y Agosto de 1994. Con el objetivo de comprar el efecto de la utilización del té de hojas de Nim (Azadirachta indica) como desparasitante interno botánico realizando un análisis comparativo con el producto químico Levamisol en el control de endoparásitos en cabras reproductoras en edades de 2-5 años. Se les realizaron análisis coprológicos al inicio del ensayo para diagnosticar las especies parasitarias y la intensidad de las cargas parasitarias, para este análisis se les realizó en el laboratorio del MAG la prueba de flotación y sedimentación resultando por orden de importancia los géneros: Strongylata, Strongyloides, Coccidias, Paramphistomun, Trichostrongylus y Haemonchus. A continuación se procedió a la aplicación del té de hojas de Nim Azadirachta indica) por vía oral, formando dos grupos para el tratamiento botánico, uno tratado con 150 hojas y otro con 250 hojas y un tercero tratado con desparasitante interno químico Levamisol en dosis de 3 ce por UE vía intramuscular. Después de aplicar los tratamientos se procedió a tomar muestras de heces a los 7, 14,21 y 30 días post-tratamiento. Al realizar el análisis comparativo de los tratamientos respecto a las cargas parasitarias y especies parasitarias resultó que los niveles de efectividad se obtuvieron a los 14 días con los tratamientos botánicos Nim 250 y químico Levamisol. El porcentaje de efectividad con Nim 250 fue del 83.3% para la especie Strongyloides y el tratamiento Levamisol del l00%, mostrando para Coocidia una efectividad del 83.3% para Nim 250.

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Falar da humanização é retomar a tradição do ocidente de pensar o lugar que o ser humano ocupa no mundo, nas inter-relações com seus semelhantes, na esfera social e também de saúde, em uma ética e solidariedade. Para uma prática de cuidados humanizada, o início destes cuidados deve ocorrer com o acolhimento do usuário em todos os setores, entre eles o Centro Cirúrgico. Este estudo tem como objetivo geral: compreender o processo de acolhimento no cotidiano da assistência de enfermagem no Centro Cirúrgico a partir da diretriz: acolhimento, ambiência e clínica ampliada da Política Nacional de Humanização. E como objetivos específicos: descrever o acolhimento do usuário durante as práticas cotidianas do cuidado de enfermagem no Centro Cirúrgico; analisar as experiências de acolhimento na perspectiva dos usuários no Centro Cirúrgico durante as práticas cotidianas do cuidado de enfermagem e identificar as estratégias utilizadas durante o cuidado de enfermagem no Centro Cirúrgico que concretizam a viabilização da diretriz: acolhimento, ambiência e clínica ampliada. Para dar conta do estudo selecionamos a abordagem etnometodológica, caráter exploratório. O cenário do estudo foi um hospital da rede estadual do Rio de Janeiro e os dados foram coletados por meio de entrevista semiestruturada realizada com 18 usuários em pós-operatório e observação participante no Centro Cirúrgico. Em seguida submetidos à análise de conteúdo de Bardin, emergindo três categorias: A recepção do usuário no Centro Cirúrgico; caracterização da realização do acolhimento na recepção do Centro Cirúrgico na perspectiva do usuário e estratégias de cuidado direcionadas para ambiência, acolhimento e clínica ampliada. Conclui-se que compreender o processo de acolhimento no cotidiano da assistência de enfermagem somente foi possível pelo compartilhamento de experiências de usuários que utilizaram os serviços da unidade. O cuidado de enfermagem neste ambiente foi identificado a partir de duas práxis: na recepção do paciente para cirurgia eletiva e diferentemente para cirurgia de emergência. O ambiente do Centro Cirúrgico gera no usuário uma gama de sentimentos e há um imaginário em torno do evento cirúrgico e deste espaço. No que se refere à diretriz, o cuidado de enfermagem neste setor atende parcialmente ao que esta estabelecido. Um caminho para a viabilização da PNH e da diretriz: acolhimento, ambiência e clínica ampliada é a educação continuada em serviço que deve não somente dispor da política em sua teoria, mas desenvolver métodos para que a torne concreta e palpável promovendo melhoria no cuidado de enfermagem.

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Gaze hierarchizes, manages and labels reality. Then, according to Foucault, gaze can be understood as a practice of power. This paper is inspired by his theories, and it applies them to one of the most powerful symbolic spheres of Western culture: Greek Myths. Notions such as visibility, invisibility and panopticism bring new light into the story of Perseus and Medusa, and they enable a re-reading of this Myth focused on the different ways of power that emerge from the gaze.

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INTRODUCTION: Labour is considered to be one of the most painful and significant experiences in a woman's life. The aim of this study was to examine whether women's attachment style is a predictor of the pain experienced throughout labour and post-delivery. MATERIAL AND METHODS:Thirty-two pregnant women were assessed during the third trimester of pregnancy and during labour. Adult attachment was assessed with the Adult Attachment Scale ' Revised. The perceived intensity of labour pain was measured using a visual analogue scale for pain in the early stage of labour, throughout labour and post-delivery. RESULTS:Women with an insecure attachment style reported more pain at 3 cm of cervical dilatation (p < 0.05), before the administration of analgesia (p < 0.01) and post-delivery (p < 0.05) than those securely attached. In multivariate models, attachment style was a significant predictor of labour pain at 3 cm of cervical dilatation and before the first administration of analgesia but not of the perceived pain post-delivery. DISCUSSION: These findings confirm that labour pain is influenced by relevant psychological factors and suggest that a woman's attachment style may be a risk factor for greater pain during labour. CONCLUSION:Future studies in the context of obstetric pain may consider the attachment style as an indicator of individual differences in the pain response during labour. This may have important implications in anaesthesiology and to promote a relevant shift in institutional practices and therapeutic procedures.

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O fim da Guerra Fria é um caso inédito de mudança pacífica da estrutura internacional, em que os Estados Unidos e a União Soviética transcendem a divisão bipolar para decidir os termos da paz no quadro das instituições que definem o modelo de ordenamento multilateral, consolidando a sua legitimidade. Nesse contexto, ao contrário dos casos precedentes de reconstrução internacional no fim de uma guerra hegemónica, o novo sistema do post-Guerra Fria, caracterizado pela unipolaridade, pela regionalização e pela homogeneização, forma-se num quadro de continuidade institucional. A ordem política do post-Guerra Fria é um sistema misto em que as tensões entre a hierarquia unipolar e a anarquia multipolar, a integração global e a fragmentação regional e a homogeneidade e a heterogeneidade política, ideológica e cultural condicionam as estratégias das potências. As crises internacionais vão pôr à prova a estabilidade da nova ordem e a sua capacidade para garantir mudanças pacíficas. A primeira década do post-Guerra Fria mostra a preponderância dos Estados Unidos e a sua confiança crescente, patente nas Guerras do Golfo Pérsico e dos Balcãs, bem como na crise dos Estreitos da Formosa. A reacção aos atentados do "11 de Setembro" revela uma tentação imperial da potência unipolar, nomeadamente com a invasão do Iraque, que provoca uma crise profunda da comunidade de segurança ocidental. A vulnerabilidade do centro da ordem internacional é confirmada pela crise constitucional europeia e pela crise financeira global. Essas crises não alteram a estrutura de poder mas aceleram a erosão da ordem multilateral e criam um novo quadro de possibilidades para a evolução internacional, que inclui uma escalada dos conflitos num quadro de multipolaridade regional, uma nova polarização entre as potências democráticas conservadoras e uma coligação revisionista autoritária, bem como a restauração de um concerto entre as principais potências internacionais.

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Se analizan los cambios en los niveles poblacionales de anchoveta ( Engraulis ringens), entre 1961-1994 y sardina (Sardinops sagaX") entre 1978-1994, en la parte del mar peruano comprendido entre los 03 º23'S y los 14°S. Los resultados de los análisis de cohortes y la observación de información complementaria indican que la población de anchoveta muestra una tendencia ascendente, habiendo alcanzado niveles de biomasa total próximos al os 10 millones de toneladas, y encontrándose en recuperación luego de los valores mínimos históricos alcanzados entre 1975-1 984. la sardina en cambio, ha venido disminuyendo desde 1987. Se anal izan los cambios y fluctuaciones en la abundancia de estas dos especies, y se postula la ocurrencia de un cambio de "régimen" poblacional para la anchoveta, cuya población se encontraría en un nivel todavía no bien consolidado, entre un régimen medio, correspondiente al nivel de la fases de pre y post colapso, y un nivel de máxima abundancia. Se analizan las causas probables de la declinación del stock de sardina y se dan recomendaciones para el ordenamiento de la pesquería a corto y mediano plazo de estas dos especies.