807 resultados para intersectoral mobilisation of stakeholders


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The proposal of this article is discuss about the concept of social responsibility in the context of the activity of Public Relations in order to verify how this concept is related to the notion of Peace Culture. It is a complex concept supported by the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) which, among other objectives, seeks to interpret and also paid up organizational objectives to local and global demands by articulating social actions that lead to a sustainable development and management of cities. For this, we will defend the use of audiovisual resource for awareness of stakeholders as a strategic tool in Public Relations for the efficacy of topics related to "Sustainable Cities Program”, about which we will briefly discuss. The Program is a nonpartisan initiative that focuses on the sustainable management of cities so it functions as a tool that assists municipal managers in making strategic decisions.

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L’idea fondamentale da cui prende avvio la presente tesi di dottorato è che sia possibile parlare di una svolta nel modo di concettualizzare e implementare le politiche sociali, il cui fuoco diviene sempre più la costruzione di reti di partnership fra attori pubblici e privati, in cui una serie di soggetti sociali plurimi (stakeholders) attivano fra loro una riflessività relazionale. L’ipotesi generale della ricerca è che, dopo le politiche improntate a modelli statalisti e mercatisti, o un loro mix, nella politica sociale italiana emerga l’esigenza di una svolta riflessiva e relazionale, verso un modello societario, sussidiario e plurale, e che di fatto – specie a livello locale – stiano sorgendo molte iniziative in tal senso. Una delle idee più promettenti sembra essere la creazione di distretti sociali per far collaborare tra loro attori pubblici, privati e di Terzo settore al fine di creare forme innovative di servizi per la famiglia e la persona. La presente tesi si focalizza sul tentativo della Provincia di Trento di distrettualizzare le politiche per la famiglia. Tramite l’analisi del progetto “Trentino – Territorio Amico della Famiglia” e di una sua verticalizzazione, il Distretto Famiglia, si è studiato l’apporto delle partnership pubblico-privato nella formazione di strumenti innovativi di governance che possano determinare una svolta morfogenetica nell’elaborazione di politiche per la famiglia. Le conclusioni del lavoro, attraverso una comparazione tra esperienze territoriali, presentano la differenziazione delle partnership sociali, in base ad alcuni variabili (pluralità di attori, pluralità di risorse, shared project, capitale sociale, decision making, mutual action, logiche di lavoro relazionale, sussidiarietà). Le diverse modalità di gestione delle partnership (capacitante, professionale e generativa) sintetizzano i portati culturali, strutturali e personali coinvolti nelle singole costruzioni. Solo le partnership che interpretano il loro potenziale regolativo e promozionale secondo la riflessività relazionale tendono a generare beni comuni nel contesto sociale.

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Negli ultimi anni, parallelamente all’espansione del settore biologico, si è assistito a un crescente interesse per i modelli alternativi di garanzia dell’integrità e della genuinità dei prodotti biologici. Gruppi di piccoli agricoltori di tutto il mondo hanno iniziato a sviluppare approcci alternativi per affrontare i problemi connessi alla certificazione di terza parte. Queste pratiche sono note come Sistemi di Garanzia Partecipativa (PGS). Tali modelli: (i) si basano sugli standard di certificazione biologica dell’IFOAM, (ii) riguardano il complesso dei produttori di una comunità rurale, (iii) comportano l’inclusione di una grande varietà di attori e (iv) hanno lo scopo di ridurre al minimo burocrazia e costi semplificando le procedure di verifica e incorporando un elemento di educazione ambientale e sociale sia per i produttori sia per i consumatori. Gli obiettivi di questo lavoro di ricerca: • descrivere il funzionamento dei sistemi di garanzia partecipativa; • indicare i vantaggi della loro adozione nei Paesi in via di sviluppo e non; • illustrare il caso della Rede Ecovida de Agroecologia (Brasile); • offrire uno spunto di riflessione che riguarda il consumatore e la relativa fiducia nel modello PGS. L’impianto teorico fa riferimento alla Teoria delle Convenzioni. Sulla base del quadro teorico è stato costruito un questionario per i consumatori con lo scopo di testare l’appropriatezza delle ipotesi teoriche. I risultati finali riguardano la stima del livello di conoscenza attuale, la fiducia e la volontà d’acquisto dei prodotti PGS da parte dei consumatori nelle aree considerate. Sulla base di questa ricerca sarà possibile adattare ed esportare il modello empirico in altri paesi che presentano economie diverse per cercare di comprendere il potenziale campo di applicazione dei sistemi di garanzia partecipativa.

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Le Indicazioni Geografiche (IG) giocano un ruolo importante nella crescita economica e nello sviluppo territoriale rurale quando una determinata qualità di prodotto, reputazione o altra caratteristica del prodotto siano attribuibili essenzialmente alla sua origine geografica. In questa ricerca si è verificato la possibilità di valorizzare la regione del Brasile denominata Vale do Paraiba Fluminense, soprannominata “Vale do Café” e di mettere in luce le potenzialità del caffè come prodotto di qualità, sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale: un vero e proprio patrimonio culturale che può rivelarsi una valida risorsa economica per il territorio. Nella prima fase dell'indagine è stata realizzata la ricerca a tavolino e sul campo fondata sulle fonti bibliografiche; nella seconda fase è stata applicata la Metodologia Partecipativa della FAO per identificare il collegamento dell’area di origine e del prodotto locale ed il suo potenziale di sviluppo con le risorse locali attraverso questionari on line. Nell’analisi qualitativa sono stati intervistati rappresentanti delle differenti categorie di stakeholder per arricchire il quadro sul contesto storico della regione. Infine, nella parte quantitativa sono stati applicati dei questionari ai consumatori di caffè del territorio. A conclusione della ricerca il territorio potrebbe reintrodurre un caffè storico, simbolo della ricchezza e decadenza di quella regione come elemento di potenziale economico locale, sfruttando la parte immateriale delle aziende agricole storiche, rilocalizzando il prodotto nella memoria locale, riavvicinando la popolazione alla sua storia e principalmente sensibilizzandola del valore del nome geografico “Vale do Paraiba Fluminense” o “Vale do Café” relazionata alla storia della regione, e del prodotto caffè che si propone rilanciare a favore del territorio, rilocalizzando il nome geografico.

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The dissertation contains five parts: An introduction, three major chapters, and a short conclusion. The First Chapter starts from a survey and discussion of the studies on corporate law and financial development literature. The commonly used methods in these cross-sectional analyses are biased as legal origins are no longer valid instruments. Hence, the model uncertainty becomes a salient problem. The Bayesian Model Averaging algorithm is applied to test the robustness of empirical results in Djankov et al. (2008). The analysis finds that their constructed legal index is not robustly correlated with most of the various stock market outcome variables. The second Chapter looks into the effects of minority shareholders protection in corporate governance regime on entrepreneurs' ex ante incentives to undertake IPO. Most of the current literature focuses on the beneficial part of minority shareholder protection on valuation, while overlooks its private costs on entrepreneur's control. As a result, the entrepreneur trade-offs the costs of monitoring with the benefits of cheap sources of finance when minority shareholder protection improves. The theoretical predictions are empirically tested using panel data and GMM-sys estimator. The third Chapter investigates the corporate law and corporate governance reform in China. The corporate law in China regards shareholder control as the means to the ends of pursuing the interests of stakeholders, which is inefficient. The Chapter combines the recent development of theories of the firm, i.e., the team production theory and the property rights theory, to solve such problem. The enlightened shareholder value, which emphasizes on the long term valuation of the firm, should be adopted as objectives of listed firms. In addition, a move from the mandatory division of power between shareholder meeting and board meeting to the default regime, is proposed.

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The north-eastern escarpment of Madagascar has been labelled a global biodiversity hotspot due to its extremely high rates of endemic species which are heavily threatened by accelerated deforestation rates and landscape change. The traditional practice of shifting cultivation or "tavy" used by the majority of land users in this area to produce subsistence rice is commonly blamed for these threats. A wide range of stakeholders ranging from conservation to development agencies, and from the private to the public sector has therefore been involved in trying to find solutions to protect the remaining forest fragments and to increase agricultural production. Consequently, provisioning, regulating and socio-cultural services of this forest-mosaic landscape are fundamentally altered leading to trade-offs between them and consequently new winners and losers amongst the stakeholders at different scales. However, despite a growing amount of evidence from case studies analysing local changes, the regional dynamics of the landscape and their contribution to such trade-offs remain poorely understood. This study therefore aims at using generalised landscape units as a base for the assessment of multi-level stakeholder claims on ecosystem services to inform negotiation, planning and decision making at a meso-scale. The presented study applies a mixed-method approach combining remote sensing, GIS and socio-economic methods to reveal current landscape dynamics, their change over time and the corresponding ecosystem service trade-offs induced by diverse stakeholder claims on the regional level. In a first step a new regional land cover classification for three points in time (1995, 2005 and 2011) was conducted including agricultural classes characteristic for shifting cultivation systems. Secondly, a novel GIS approach, termed “landscape mosaics approach” originally developed to assess dynamics of shifting cultivation landscapes in Laos was applied. Through this approach generalised landscape mosaics were generated allowing for a better understanding of changes in land use intensities instead of land cover. As a next step we will try to use these landscape units as proxies to map provisioning and regulating ecosystem services throughout the region. Through the overlay with other regional background data such as accessibility and population density and information from a region-wide stakeholder analysis, multiscale trade-offs between different services will be highlighted. The trade-offs observed on the regional scale will then be validated through a socio-economic ground-truthing within selected sites at the local scale. We propose that such meso-scale knowledge is required by all stakeholders involved in decision making towards sustainable development of north-eastern Madagascar.

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Competing water demands for household consumption as well as the production of food, energy, and other uses pose challenges for water supply and sustainable development in many parts of the world. Designing creative strategies and learning processes for sustainable water governance is thus of prime importance. While this need is uncontested, suitable approaches still have to be found. In this article we present and evaluate a conceptual approach to scenario building aimed at transdisciplinary learning for sustainable water governance. The approach combines normative, explorative, and participatory scenario elements. This combination allows for adequate consideration of stakeholders’ and scientists’ systems, target, and transformation knowledge. Application of the approach in the MontanAqua project in the Swiss Alps confirmed its high potential for co-producing new knowledge and establishing a meaningful and deliberative dialogue between all actors involved. The iterative and combined approach ensured that stakeholders’ knowledge was adequately captured, fed into scientific analysis, and brought back to stakeholders in several cycles, thereby facilitating learning and co-production of new knowledge relevant for both stakeholders and scientists. However, the approach also revealed a number of constraints, including the enormous flexibility required of stakeholders and scientists in order for them to truly engage in the co-production of new knowledge. Overall, the study showed that shifts from strategic to communicative action are possible in an environment of mutual trust. This ultimately depends on creating conditions of interaction that place scientists’ and stakeholders’ knowledge on an equal footing.

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Insufficient and unrepresentative participation in voluntary public hearings and policy discussions has been problematic since Aristotle's time. In fisheries, research has shown that involvement is dominated by financially resourceful and extreme-opinion stakeholders and tends to advantage groups that have a lower cost of attendance. Stakeholders may exhibit only one or all of these traits but can be still similarly advantaged. The opposites of these traits tend to characterize the disadvantaged, such as the middle-ground opinions, the less wealthy or organized, and the more remote stakeholders. Remoteness or distance is the most straightforward and objective of these characteristics to measure. We analyzed the New England Fishery Management Council's sign-in sheets for 2003-2006, estimating participants' travel distance and associations with the groundfish, scallop, and herring industries. We also evaluated the representativeness of participation by comparing attendance to landings and permit distributions. The distance analysis showed a significant correlation between attendance levels and costs via travel distance. These results suggest a potential bias toward those stakeholders residing closer to meeting locations, possibly disadvantaging parties who are further and must incur higher costs. However, few significant differences were found between the actual fishing industry and attendee distributions, suggesting that the geographical distribution of the meeting attendees is statistically similar to that of the larger fishery. The interpretation of these results must take into consideration the limited time span of the analysis, as policy changes may have altered the industry make-up and location prior to our study. Furthermore, the limited geographical input of stakeholders may lend bias to the Council's perception of ecological and social conditions throughout the spatial range of the fishery. These factors should be further considered in the policy-formation process in order to incorporate a broader range of stakeholder input.

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La política económica que se implementó en la década de 1990 tuvo como eje, entre las principales medidas, la apertura de la economía, la privatización de las empresas públicas, el desmantelamiento del aparato estatal y sus agentes reguladores, el ajuste fiscal y del gasto público tanto a nivel nacional, como provincial y municipal, la retirada del Estado Nacional como inversor y subsidiador de actividades económicas, la desregulación del mercado de trabajo y la concentración en grupos 'oligopólicos' de las principales actividades productivas, lo que produjo diferentes impactos en las distintas actividades económicas de la Región Patagónica, dependiendo de su inserción en el mercado interno y externo. En este trabajo se pretende, a partir de una descripción de la evolución de la actividad petrolera y de un estudio de caso, analizar los factores que viabilizan el desarrollo económico local y repensar el papel de los actores sociales en relación con el contexto y con las posibilidades de establecimiento de estrategias de innovación en las sociedades locales. En la primera parte del artículo se hace una caracterización socioeconómica de la región de la Cuenca del Golfo San Jorge. A continuación se observa la evolución de la actividad petrolera dentro de la cuenca, su papel en el mercado de trabajo y su requerimiento de mano de obra; se realiza una caracterización de los principales actores y de su relación con el desarrollo local. En la parte final del artículo se intenta mostrar los desafíos que enfrentan los actores públicos y privados vinculados con la actividad petrolera y su proyección en el corto y mediano plazo

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La política económica que se implementó en la década de 1990 tuvo como eje, entre las principales medidas, la apertura de la economía, la privatización de las empresas públicas, el desmantelamiento del aparato estatal y sus agentes reguladores, el ajuste fiscal y del gasto público tanto a nivel nacional, como provincial y municipal, la retirada del Estado Nacional como inversor y subsidiador de actividades económicas, la desregulación del mercado de trabajo y la concentración en grupos 'oligopólicos' de las principales actividades productivas, lo que produjo diferentes impactos en las distintas actividades económicas de la Región Patagónica, dependiendo de su inserción en el mercado interno y externo. En este trabajo se pretende, a partir de una descripción de la evolución de la actividad petrolera y de un estudio de caso, analizar los factores que viabilizan el desarrollo económico local y repensar el papel de los actores sociales en relación con el contexto y con las posibilidades de establecimiento de estrategias de innovación en las sociedades locales. En la primera parte del artículo se hace una caracterización socioeconómica de la región de la Cuenca del Golfo San Jorge. A continuación se observa la evolución de la actividad petrolera dentro de la cuenca, su papel en el mercado de trabajo y su requerimiento de mano de obra; se realiza una caracterización de los principales actores y de su relación con el desarrollo local. En la parte final del artículo se intenta mostrar los desafíos que enfrentan los actores públicos y privados vinculados con la actividad petrolera y su proyección en el corto y mediano plazo

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La política económica que se implementó en la década de 1990 tuvo como eje, entre las principales medidas, la apertura de la economía, la privatización de las empresas públicas, el desmantelamiento del aparato estatal y sus agentes reguladores, el ajuste fiscal y del gasto público tanto a nivel nacional, como provincial y municipal, la retirada del Estado Nacional como inversor y subsidiador de actividades económicas, la desregulación del mercado de trabajo y la concentración en grupos 'oligopólicos' de las principales actividades productivas, lo que produjo diferentes impactos en las distintas actividades económicas de la Región Patagónica, dependiendo de su inserción en el mercado interno y externo. En este trabajo se pretende, a partir de una descripción de la evolución de la actividad petrolera y de un estudio de caso, analizar los factores que viabilizan el desarrollo económico local y repensar el papel de los actores sociales en relación con el contexto y con las posibilidades de establecimiento de estrategias de innovación en las sociedades locales. En la primera parte del artículo se hace una caracterización socioeconómica de la región de la Cuenca del Golfo San Jorge. A continuación se observa la evolución de la actividad petrolera dentro de la cuenca, su papel en el mercado de trabajo y su requerimiento de mano de obra; se realiza una caracterización de los principales actores y de su relación con el desarrollo local. En la parte final del artículo se intenta mostrar los desafíos que enfrentan los actores públicos y privados vinculados con la actividad petrolera y su proyección en el corto y mediano plazo

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From the very first steps to execute a building, it is essential to analyze its life cycle. Similarly, we should consider the life cycle when projecting an urban intervention. Professionals of the Facility Management take part in construction projects, developing and managing DBFMO projects (Design, Build, Finance, Maintenance & Operate). Whatever the nature of the promoter is – private or public – promoters are leaders in projects of responsible management of spaces, whether these are work spaces, leisure spaces or residential spaces. They know and identify with the company and its performance, its values and its needs. These professionals give sustainable solutions in the life cycle of buildings (offices and housing), new ways to work and initiatives of innovations linked to current social changes: technology, social networks, and new habits. Concepts where innovation is essential should consider responsible values. Social, economic and sustainable aspects have to associate with the management performed by a Facilities Manager when considering the three groups of stakeholders with which it is linked: economic (shareholders), contractual (users), non-contractual (neighborhoods, organizations, etc.). Marcus Vitruvius Pollio, at the beginning of his book "The Ten Books on Architecture" describes and argues how the distribution in buildings must always adapt to their inhabitants. Let us build cities and buildings with responsible criteria, bearing in mind all its users and the needs of each one of them. Not to mention the need to adapt to future requirements with minimum cost and maximum profitability. These needs, under responsible management, are competencies developed by a Facilities Manager in his day to day. He cares and takes over the entire life cycle of buildings and their surroundings. This work is part of the PhD project whose main aim is to study the added value to the architectural profession when social responsibility criteria are applied in his/her role as Facility Manager.

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La agricultura es uno de los sectores más afectados por el cambio climático. A pesar de haber demostrado a lo largo de la historia una gran capacidad para adaptarse a nuevas situaciones, hoy en día la agricultura se enfrenta a nuevos retos tales como satisfacer un elevado crecimiento en la demanda de alimentos, desarrollar una agricultura sostenible con el medio ambiente y reducir las emisiones de gases de efecto invernadero. El potencial de adaptación debe ser definido en un contexto que incluya el comportamiento humano, ya que éste juega un papel decisivo en la implementación final de las medidas. Por este motivo, y para desarrollar correctamente políticas que busquen influir en el comportamiento de los agricultores para fomentar la adaptación a estas nuevas condiciones, es necesario entender previamente los procesos de toma de decisiones a nivel individual o de explotación, así como los efectos de los factores que determinan las barreras o motivaciones de la implementación de medidas. Esta Tesis doctoral trata de profundizar en el análisis de factores que influyen en la toma de decisiones de los agricultores para adoptar estrategias de adaptación al cambio climático. Este trabajo revisa la literatura actual y desarrolla un marco metodológico a nivel local y regional. Dos casos de estudio a nivel local (Doñana, España y Makueni, Kenia) han sido llevados a cabo con el fin de explorar el comportamiento de los agricultores hacia la adaptación. Estos casos de estudio representan regiones con notables diferencias en climatología, impactos del cambio climático, barreras para la adaptación y niveles de desarrollo e influencia de las instituciones públicas y privadas en la agricultura. Mientras el caso de estudio de Doñana representa un ejemplo de problemas asociados al uso y escasez del agua donde se espera que se agraven en el futuro, el caso de estudio de Makueni ejemplifica una zona fuertemente amenazada por las predicciones de cambio climático, donde adicionalmente la falta de infraestructura y la tecnología juegan un papel crucial para la implementación de la adaptación. El caso de estudio a nivel regional trata de generalizar en África el comportamiento de los agricultores sobre la implementación de medidas. El marco metodológico que se ha seguido en este trabajo abarca una amplia gama de enfoques y métodos para la recolección y análisis de datos. Los métodos utilizados para la toma de datos incluyen la implementación de encuestas, entrevistas, talleres con grupos de interés, grupos focales de discusión, revisión de estudios previos y bases de datos públicas. Los métodos analíticos incluyen métodos estadísticos, análisis multi‐criterio para la toma de decisiones, modelos de optimización de uso del suelo y un índice compuesto calculado a través de indicadores. Los métodos estadísticos se han utilizado con el fin de evaluar la influencia de los factores socio‐económicos y psicológicos sobre la adopción de medidas de adaptación. Dentro de estos métodos se incluyen regresiones logísticas, análisis de componentes principales y modelos de ecuaciones estructurales. Mientras que el análisis multi‐criterio se ha utilizado con el fin de evaluar las opciones de adaptación de acuerdo a las opiniones de las diferentes partes interesadas, el modelo de optimización ha tenido como fin analizar la combinación óptima de medidas de adaptación. El índice compuesto se ha utilizado para evaluar a nivel regional la implementación de medidas de adaptación en África. En general, los resultados del estudio ponen de relieve la gran importancia de considerar diferentes escalas espaciales a la hora de evaluar la implementación de medidas de adaptación al cambio climático. El comportamiento de los agricultores es diferente entre lugares considerados a una escala local relativamente pequeña, por lo que la generalización de los patrones del comportamiento a escalas regionales o globales resulta relativamente compleja. Los resultados obtenidos han permitido identificar factores determinantes tanto socioeconómicos como psicológicos y calcular su efecto sobre la adopción de medidas de adaptación. Además han proporcionado una mejor comprensión del distinto papel que desempeñan los cinco tipos de capital (natural, físico, financiero, social y humano) en la implementación de estrategias de adaptación. Con este trabajo se proporciona información de gran interés en los procesos de desarrollo de políticas destinadas a mejorar el apoyo de la sociedad a tomar medidas contra el cambio climático. Por último, en el análisis a nivel regional se desarrolla un índice compuesto que muestra la probabilidad de adoptar medidas de adaptación en las regiones de África y se analizan las causas que determinan dicha probabilidad de adopción de medidas. ABSTRACT Agriculture is and will continue to be one of the sectors most affected by climate change. Despite having demonstrated throughout history a great ability to adapt, agriculture today faces new challenges such as meeting growing food demands, developing sustainable agriculture and reducing greenhouse gas emissions. Adaptation policies planned on global, regional or local scales are ultimately implemented in decision‐making processes at the farm or individual level so adaptation potentials have to be set within the context of individual behaviour and regional institutions. Policy instruments can play a formative role in the adoption of such policies by addressing incentives/disincentives that influence farmer’s behaviour. Hence understanding farm‐level decision‐making processes and the influence of determinants of adoption is crucial when designing policies aimed at fostering adoption. This thesis seeks to analyse the factors that influence decision‐making by farmers in relation to the uptake of adaptation options. This work reviews the current knowledge and develops a methodological framework at local and regional level. Whilst the case studies at the local level are conducted with the purpose of exploring farmer’s behaviour towards adaptation the case study at the regional level attempts to up‐scale and generalise theory on adoption of farmlevel adaptation options. The two case studies at the local level (Doñana, Spain and Makueni, Kenya) encompass areas with different; climates, impacts of climate change, adaptation constraints and limits, levels of development, institutional support for agriculture and influence from public and private institutions. Whilst the Doñana Case Study represents an area plagued with water‐usage issues, set to be aggravated further by climate change, Makueni Case study exemplifies an area decidedly threatened by climate change where a lack of infrastructure and technology plays a crucial role in the uptake of adaptation options. The proposed framework is based on a wide range of approaches for collecting and analysing data. The approaches used for data collection include the implementation of surveys, interviews, stakeholder workshops, focus group discussions, a review of previous case studies, and public databases. The analytical methods include statistical approaches, multi criteria analysis for decision‐making, land use optimisation models, and a composite index based on public databases. Statistical approaches are used to assess the influence of socio‐economic and psychological factors on the adoption or support for adaptation measures. The statistical approaches used are logistic regressions, principal component analysis and structural equation modelling. Whilst a multi criteria analysis approach is used to evaluate adaptation options according to the different perspectives of stakeholders, the optimisation model analyses the optimal combination of adaptation options. The composite index is developed to assess adoption of adaptation measures in Africa. Overall, the results of the study highlight the importance of considering various scales when assessing adoption of adaptation measures to climate change. As farmer’s behaviour varies at a local scale there is elevated complexity when generalising behavioural patterns for farmers at regional or global scales. The results identify and estimate the effect of most relevant socioeconomic and psychological factors that influence adoption of adaptation measures to climate change. They also provide a better understanding of the role of the five types of capital (natural, physical, financial, social, and human) on the uptake of farm‐level adaptation options. These assessments of determinants help to explain adoption of climate change measures and provide helpful information in order to design polices aimed at enhancing societal support for adaptation policies. Finally the analysis at the regional level develops a composite index which suggests the likelihood of the regions in Africa to adopt farm‐level adaptation measures and analyses the main causes of this likelihood of adoption.

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Los programas de desarrollo regional promovidos por los gobiernos nacionales y las agencias multilaterales, como el Banco Mundial y el Banco Interamericano de Desarrollo (BID), se orientan a las políticas públicas de suministro de bienes públicos, ya sean servicios públicos o infraestructuras, a las regiones subdesarrolladas. Las evidencias apuntan que el éxito de estos programas depende en parte de externalidades, las cuales se relacionan con los cambios del tejido asociativo y los valores de los participantes de la comunidad. Estas externalidades se definen como el capital social. Cómo las externalidades no son directamente evaluadas en el impacto económico y social de los proyectos, pero su existencia es aceptada por los planificadores que reconocen la importancia de desarrollar el tejido de relaciones en la comunidad. Sin embargo este capital social no es medido. El objeto de esta tesis es investigar y proponer procesos de medida y evaluación del capital social de un proyecto, y relacionarlos con las actividades del mismo en un territorio y proyecto dado como casos de estudio. El Programa de Desarrollo de la Zona de Mata (PROMATA) en el Estado de Pernambuco, Brasil, financiado por el Estado de Pernambuco en Brasil y el BID, finalizado en 2010, ha sido elegido como caso de estudio. Para la evaluación y medida del capital social se han estudiado dos periodos. Uno considerando solo los planes del proyecto, sin considerar su implantación, que se ha denominado evaluación A Priori, basada en un panel de expertos con visión de las externalidades generadas. Y otra con la participación de las partes de la comunidad después de su finalización, denomina evaluación A Posteriori, para lo cual se han entrevistado un número significativo de partes interesadas utilizando un cuestionario especialmente diseñado. Los resultados han sido procesados mediante análisis estadísticos avanzados. El proyecto PROMATA es considerado un caso de éxito en Brasil, en parte por su aproximación al desarrollo asociativo. Sin embargo las valoraciones del capital social muestran que algunas relaciones Estado-sociedad y sociedad-personas no han cambiado todo lo esperado, en oposición a las evaluaciones de satisfacción de los indicadores del proyecto. Es el efecto externo del capital social. ABSTRACT The regional development programs promoted by the national governments and international multilateral agencies, like the World Bank and the Interamerican Development Bank (BID), are oriented to public policies under which public goods, like public services and infrastructures, are supplied to underdeveloped regions. More and more evidences are pointing to the fact that success of these programs depends in a good part of externalities, which are related to the changes in the networking and values among the stakeholders in the territory. These externalities are defined as the Social Capital. As externalities, they are not directly evaluated in the projects economic and social impact, but accepted to exist and the planners of the projects do acknowledge the important of social networking. However never assessed. The objective of this thesis is to investigate and propose a way to measure and assess the social capital of a given project, and relate that with the activities of the project, with a given project and territory as base case. The Development Program in Zona da Mata (PROMATA) in the State of Pernambuco, Brazil, funded by the Brazil State and the BID, ended in 2010, was chosen as the base case. For the assessment of the social capital two periods in time where studied. One considering only the project program named a priori evaluation and based in a panel of experts, which are aware of the possible externalities of the project. Other, considering the stakeholders view after the project ended, named posterior evaluation, which required interviewing a number of stakeholders using a specially designed questionnaire. The results were processed using advanced statistical techniques. PROMATA is considered a success case story in Brazil, in part for its social networking approach. However when the social capital is assessed there are areas of state-society and society-community relations not that well transformed, as the satisfaction research of the project indicators. This unforeseen externality is the social capital effect.

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La industria metalúrgica estatal venezolana ha vivido, desde sus inicios, procesos cíclicos de cambios y ajustes tecnológicos. Estos procesos no han sido objeto de sistematización que asegure el aprendizaje y apropiación del conocimiento. Este hecho, aún hoy, ha obstaculizado los procesos de apropiación y mejora de las tecnologías asociadas al sector. A partir del acompañamiento a iniciativas de participación de grupos de interés surgidos del seno de los trabajadores, se planteó esta investigación que tuvo como propósito la determinación de condiciones y relaciones para su participación directa en los procesos de mejora de las tecnologías existentes y el fortalecimiento del aprendizaje asociado. Se consideraron dos ámbitos Latinoamericanos donde hay manifestación de gestión colectiva y participación: Venezuela y Argentina. En el caso venezolano, el abordaje se realizó bajo la Investigación Acción Participativa (IAP), desarrollando la “investigación próxima”, como estrategia de acompañamiento, mediante “talleres de formación-investigación” y la sistematización de experiencias considerando la perspectiva y necesidades de los actores. En el caso argentino, el abordaje se realizó mediante visitas, entrevistas, reuniones y encuentros. Los talleres realizados en Venezuela, en un contexto de diálogo de saberes, facilitaron el surgimiento de herramientas prácticas para la sistematización de su propia experiencia (“Preguntas generadoras”, “Mi historia con la tecnología”, “Bitácora de aprendizaje”). El intercambio con los pares argentinos ha generado una red que plantea la posibilidad de construcción y nucleación conjunta de saberes y experiencia, tanto para los trabajadores como para los investigadores. Los casos estudiados referidos a las empresas recuperadas por los trabajadores (ERTs) argentinos evidencian un proceso de participación marcada por su autonomía en la gestión de la empresa, dadas las circunstancias que los llevó a asumirla para conservar sus puestos de trabajo. De estos casos emergieron categorías asociadas con elementos de gestión de un proceso técnico–tecnológico, como la participación en la planificación, concepción o diseño de la mejora. La participación en general está asociada al hecho asambleario, vinculado a las prácticas de toma de decisiones autogestionarias como expresión de una alta participación. La Asamblea, como máxima instancia de participación, y el Consejo de Administración son las formas de participación prevalecientes. En cuanto al aprendizaje, los trabajadores de las ERTs argentinas aportaron categorías de gran significación a los procesos de socialización del conocimiento: conocimiento colectivo y cooperación del conocimiento, rescate de los saberes y formación de trabajadores que tomen el relevo. Las categorías surgidas de las ERTs argentinas, los referentes teóricos y el interés de los trabajadores venezolanos fueron la base para la valoración tanto de su grado de participación en las mejoras a procesos tecnológicos emprendidas, como del aprendizaje asociado. Ésta valoración se realizó bajo una aproximación borrosa dado el carácter ambiguo de estas categorías que fueron trabajadas como conjuntos que se relacionan, más que como variables. Se encontró que la participación, se configura como un sub-conjunto del aprendizaje para contribuir a su fortalecimiento. Las condiciones y relaciones para fortalecer la participación en los asuntos tecnológicos surgieron a partir de la sistematización y síntesis de ambas experiencias (Venezuela y Argentina) conjugando una estructura que contempla la formación para la nucleación de colectivos de saberes (proyectos de mejora o innovaciones), las redes por afinidad, la sistematización de su propia experiencia técnica y los enlaces institucionales. Estos resultados dan cuenta de la integración de los intereses de las partes (trabajadores, investigadores, instituciones), mediante las estrategias de encuentro, de sistematización de los propios métodos y de conformación de los “colectivos de saberes”, la red de IAP en la industria (IAP Industrial) considerando la “deriva de la investigación”, bajo discursos práctico–teóricos propios, como posibilidad de posicionamiento de su participación en los asuntos tecnológicos de sus respectivas organizaciones, abriendo una oportunidad de ampliación de la experiencia en otros ámbitos y sectores. ABSTRACT Venezuelan's state owned steel industry has experienced since its earliest years, cycles of change and technological adjustments. These processes have not been systematized to ensure learning and knowledge in those organizations. This fact, even today, has hindered the processes of appropriation and improving the technologies associated with the sector. In order to support initiatives involving metalworker interest groups, this research was aimed at determining conditions and relations for their direct participation in process improvements to existing technologies and strengthening the associated learning. Two Latin American countries, Venezuela and Argentina, were considered on the base of their collective management and participation experiences. The Venezuelan approach was carried out under the Participatory Action Research (PAR) strategy, through the ‘proximal research’ as support strategy, by means of ‘workshops–research’ and systematization of experiences considering the perspective and needs of actors. Workshops were carried out in metallurgical enterprises from steel and aluminum at Guayana, Venezuela and its affiliates in the Central region. Those industries have been promoted collective management. The Argentine approach was carried out through visits, interviews, meetings and gatherings. The workshops held in Venezuela, in a dialogue of knowledge context, facilitated the emergence of tools for the systematization of their own experience (‘generating questions’, ‘My history with technology’, ‘Learning Log’). The relation with Argentine peers has generated a network that creates opportunities of knowledge and experience construction and its nucleation for both, workers and researchers. The cases studied relating to Argentine workers’ recuperated enterprises show a participatory process marked by autonomy in the management of the factory, given the circumstances that led them to take it in order to maintain their jobs. From these cases emerged categories associated with management aspects about technical-technology process, such as participation in planning, design or implementation of the improvement. Participation, in general, is associated with assemblies, joined to the practices of self-management decision-making as an expression of a high participation. The Cooperative General Assembly, as the highest instance of participation, and the Board of Directors are the prevalent forms of participation. In relation to learning, Argentine workers’ recuperated enterprises provided categories of great significance to the process of socialization of knowledge: collective knowledge and knowledge cooperation, recovery of knowledge and training workers for replacement. Based on categories arising from the Argentine experience, theoretical framework and the interest of the Venezuelan workers the assessment of both, their degree of participation on technical improvements and the associated technological learning were made considering a fuzzy approach, given the ambiguous nature of these categories that were worked as sets rather than variables. It was found that participation is configured as a subset of learning to contribute to its strengthening. The conditions and relations to strengthen participation in technology issues emerged from the systematization and synthesis of both experiences (Venezuela and Argentina) combining a structure which provides training for the nucleation of collectives of knowledge (improvement projects or innovations), affinity networks, systematization of their own expertise and institutional links. These results show the integration of the interests of stakeholders (workers, researchers, institutions) through strategies like meetings, systematization of their own methods, forming ‘collectives of technological knowledge’ and a participative action research network in this industry (Industrial PAR) considering the ‘research drift’, under their own practical-theoretical discourses positioned as a possibility of their participation in technological activities in their respective organizations, opening an opportunity for scaling to other areas and sectors.