601 resultados para factories
Resumo:
Abstract Background Overflow metabolism is an undesirable characteristic of aerobic cultures of Saccharomyces cerevisiae during biomass-directed processes. It results from elevated sugar consumption rates that cause a high substrate conversion to ethanol and other bi-products, severely affecting cell physiology, bioprocess performance, and biomass yields. Fed-batch culture, where sucrose consumption rates are controlled by the external addition of sugar aiming at its low concentrations in the fermentor, is the classical bioprocessing alternative to prevent sugar fermentation by yeasts. However, fed-batch fermentations present drawbacks that could be overcome by simpler batch cultures at relatively high (e.g. 20 g/L) initial sugar concentrations. In this study, a S. cerevisiae strain lacking invertase activity was engineered to transport sucrose into the cells through a low-affinity and low-capacity sucrose-H+ symport activity, and the growth kinetics and biomass yields on sucrose analyzed using simple batch cultures. Results We have deleted from the genome of a S. cerevisiae strain lacking invertase the high-affinity sucrose-H+ symporter encoded by the AGT1 gene. This strain could still grow efficiently on sucrose due to a low-affinity and low-capacity sucrose-H+ symport activity mediated by the MALx1 maltose permeases, and its further intracellular hydrolysis by cytoplasmic maltases. Although sucrose consumption by this engineered yeast strain was slower than with the parental yeast strain, the cells grew efficiently on sucrose due to an increased respiration of the carbon source. Consequently, this engineered yeast strain produced less ethanol and 1.5 to 2 times more biomass when cultivated in simple batch mode using 20 g/L sucrose as the carbon source. Conclusion Higher cell densities during batch cultures on 20 g/L sucrose were achieved by using a S. cerevisiae strain engineered in the sucrose uptake system. Such result was accomplished by effectively reducing sucrose uptake by the yeast cells, avoiding overflow metabolism, with the concomitant reduction in ethanol production. The use of this modified yeast strain in simpler batch culture mode can be a viable option to more complicated traditional sucrose-limited fed-batch cultures for biomass-directed processes of S. cerevisiae.
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Este artigo apresenta algumas reflexões em torno das formas e volumes das louças em faiança fina produzidas, e consumidas, na cidade de São Paulo, durante o período de 1913 e 1937, relacionando-as a alguns hábitos levados a cabo na Paulicéia, como o crescente costume do "cafezinho". Para tal, parte-se das análises do acervo gerado pelo resgate do sítio arqueológico Petybon, localizado na zona metropolitana da cidade, no bairro da Lapa, região da Água Branca/Vila Romana. Aponta-se que a diversidade de formas das louças dialoga com os projetos de modernidade pensados para São Paulo e as demandas dos consumidores cujas diversas práticas culturais influenciaram na produção das faianças finas pela Fábrica de Louças Santa Catharina e Indústrias Reunidas Fábricas Matarazzo.
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Il presente elaborato è stato finalizzato allo sviluppo di un processo di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (FORSU oppure, in lingua inglese OFMSW, Organic Fraction of Municipal Solid Waste) provenienti da raccolta indifferenziata e conseguente produzione di biogas da impiegarsi per il recupero energetico. Questo lavoro rientra nell’ambito di un progetto, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT), sviluppato dal Dipartimento di Chimica Applicata e Scienza dei Materiali (DICASM) dell’Università di Bologna in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara e con la società Recupera s.r.l. che applicherà il processo nell’impianto pilota realizzato presso il proprio sito di biostabilizzazione e compostaggio ad Ostellato (FE). L’obiettivo è stato la verifica della possibilità di impiegare la frazione organica dei rifiuti indifferenziati per la produzione di biogas, e in particolare di metano, attraverso un processo di digestione anaerobica previo trattamento chimico oppure in codigestione con altri substrati organici facilmente fermentabili. E’ stata inoltre studiata la possibilità di impiego di reattori con biomassa adesa per migliorare la produzione specifica di metano e diminuire la lag phase. Dalla sperimentazione si può concludere che è possibile giungere allo sviluppo di metano dalla purea codigerendola assieme a refluo zootecnico. Per ottenere però produzioni significative la quantità di solidi volatili apportati dal rifiuto non deve superare il 50% dei solidi volatili complessivi. Viceversa, l’addizione di solfuri alla sola purea si è dimostrata ininfluente nel tentativo di sottrarre gli agenti inibitori della metanogenesi. Inoltre, l’impiego di supporti di riempimento lavorando attraverso processi batch sequenziali permette di eliminare, nei cicli successivi al primo, la lag phase dei batteri metanogeni ed incrementare la produzione specifica di metano.
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Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell’area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l’esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell’informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l’offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l’informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell’epoca presa in considerazione e convogliando in un’unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell’epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull’argomento attraverso l’utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un’interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell’uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell’apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall’aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l’oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E’ stata utilizzata la versione gratuita dell’editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L’utente può visitare l’edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di “spettacolarizzazione” degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l’ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L’architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all’estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l’estetica abbia un effetto sull’epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un’analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell’uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare “leggi universali” dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l’informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d’eccellenza per determinate fasce d’età (adolescenti). Volendo spingere all’estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all’interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l’evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un’agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l’unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.
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This PhD research is part of a project addressed to improve the quality of Grana Trentino production. The objectives were to evaluated if milk storage and collection procedures may affect cheese-making technology and quality. Actually the milk is collected and delivered to the cheese factory just after milking in 50 L cans without refrigeration or in tanks cooled at 18 °C. This procedure is expensive (two deliveries each day) and the milk quality is difficult to preserve as temperatures are not controlled. The milk refrigeration at the farm could allow a single delivery to the dairy. Therefore it could be a good strategy to preserve raw milk quality and reduce cheese spoilage. This operation may, however, have the drawbacks of favouring the growth of psychrotrophic bacteria and changing the aptitude of milk to coagulation. With the aim of studying the effect on milk and cheese of traditional and new refrigerated technologies of milk storage, two different collection and creaming technologies were compared. The trials were replicated in three cheese factories manufacturing Grana Trentino. Every cheese-making day, about 1000 milk liters were collected from always the same two farms in the different collection procedures (single or double). Milk was processed to produce 2 wheels of Grana trentino every day. During the refrigerated trials, milk was collected and stored at the farm in a mixed tank at 12 or 8 °C and then was carried to the dairy in truck once a day. 112 cheese making day were followed: 56 for traditional technology and 56 for the refrigerated one. Each one of these two thechnologies lead to different ways of creaming: long time in the traditional one and shorter in the new one. For every cheese making day we recorded time, temperatures and pH during the milk processing to cheese. Whole milk before ceraming, cream and skim milk after creaming, vat milk and whey were sampled during every cheese-making day for analysis. After 18 months ripening we opened 46 cheese wheels for further chemical and microbiological analyses. The trials were performed with the aim of: 1 estimate the effect of storage temperatures on microbial communities, physico-chemical or/and rheological differences of milk and skim milk after creaming. 2 detect by culture dependent (plate counts) and indipendent (DGGE) methodolgies the microbial species present in whole, skimmed milk, cream and cheese sampled under the rind and in the core; 3 estimate the physico-chemical characteristics, the proteolytic activity, the content of free aminoacids and volatile compounds in 18 months ripened Grana Trentino cheeses from different storing and creaming of milk technologies. The results presented are remarkable since this is the first in-deep study presenting microbiological and chemical analysis of Grana Trentino that even if belonging to Grana Padano Consortium, it is clearly different in the milk and in the manufacturing technology.
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Microalgae are sun - light cell factories that convert carbon dioxide to biofuels, foods, feeds, and other bioproducts. The concept of microalgae cultivation as an integrated system in wastewater treatment has optimized the potential of the microalgae - based biofuel production. These microorganisms contains lipids, polysaccharides, proteins, pigments and other cell compounds, and their biomass can provide different kinds of biofuels such as biodiesel, biomethane and ethanol. The algal biomass application strongly depends on the cell composition and the production of biofuels appears to be economically convenient only in conjunction with wastewater treatment. The aim of this research thesis was to investigate a biological wastewater system on a laboratory scale growing a newly isolated freshwater microalgae, Desmodesmus communis, in effluents generated by a local wastewater reclamation facility in Cesena (Emilia Romagna, Italy) in batch and semi - continuous cultures. This work showed the potential utilization of this microorganism in an algae - based wastewater treatment; Desmodesmus communis had a great capacity to grow in the wastewater, competing with other microorganisms naturally present and adapting to various environmental conditions such as different irradiance levels and nutrient concentrations. The nutrient removal efficiency was characterized at different hydraulic retention times as well as the algal growth rate and biomass composition in terms of proteins, polysaccharides, total lipids and total fatty acids (TFAs) which are considered the substrate for biodiesel production. The biochemical analyses were coupled with the biomass elemental analysis which specified the amount of carbon and nitrogen in the algal biomass. Furthermore photosynthetic investigations were carried out to better correlate the environmental conditions with the physiology responses of the cells and consequently get more information to optimize the growth rate and the increase of TFAs and C/N ratio, cellular compounds and biomass parameter which are fundamental in the biomass energy recovery.
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Il tema dei prodotti agroalimentari di qualità ha ormai assunto un ruolo rilevante all’interno del dibattito riguardante l’agricoltura e l’economia agroalimentare, ponendosi al centro dell’interesse delle politiche europee (PAC post 2013, Pacchetto Qualità). La crescente attenzione verso le produzioni con marchio Dop\Igp mette però in luce la sostanziale carenza di informazioni dettagliate relativamente alle aziende che operano in questo comparto. Da questo punto di vista il VI° Censimento generale dell’agricoltura costituisce una preziosa fonte di informazioni statistiche. L’obiettivo di questo lavoro è quello di utilizzare i dati, ancora provvisori, del censimento per analizzare la struttura delle aziende con produzioni di qualità, ponendola in confronto con quella delle aziende convenzionali. Inoltre è stata fatta una classificazione delle aziende con prodotti Dop\Igp, in base alla rilevanza di queste produzioni sul reddito lordo aziendale. Le aziende sono quindi state classificate come “Specializzate” e “Miste”, con un’ulteriore distinzione di queste ultime tra quelle “Prevalentemente Dop\Igp” e quelle “Prevalentemente non Dop\Igp”. Tale ripartizione ha consentito una definizione dettagliata degli orientamenti produttivi delle aziende analizzate.
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La maiolica di Castelli d’Abruzzo si distingue per aspetti di forte originalità e per l’alta qualità dei manufatti realizzati. Le ricerche che qui vengono presentate sono state condotte su differenti aspetti della produzione ceramica di Castelli e sono rivolte a completare le conoscenze su alcuni aspetti specifici, cercando di superare la visione settoriale che ha caratterizzato talvolta gli studi sull’argomento. L’indagine è orientata a far emergere alcuni tratti distintivi della produzione in maiolica istoriata, un genere in cui le manifatture castellane guadagnarono un primato assoluto in Italia nel corso dei secoli XVII e XVIII.
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The response of some Argentine workers to the 2001 crisis of neoliberalism gave rise to a movement of worker-recovered enterprises (empresas recuperadas por sus trabajadores or ERTs). The ERTs have emerged as former employees took over the control of generally fraudulently bankrupt factories and enterprises. The analysis of the ERT movement within the neoliberal global capitalist order will draw from William Robinson’s (2004) neo-Gramscian concept of hegemony. The theoretical framework of neo-Gramscian hegemony will be used in exposing the contradictions of capitalism on the global, national, organizational and individual scales and the effects they have on the ERT movement. The ERT movement has demonstrated strong level of resilience, despite the numerous economic, social, political and cultural challenges and limitations it faces as a consequence of the implementation of neoliberalism globally. ERTs have shown that through non-violent protests, democratic principles of management and social inclusion, it is possible to start constructing an alternative social order that is based on the cooperative principles of “honesty, openness, social responsibility and caring for others” (ICA 2007) as opposed to secrecy, exclusiveness, individualism and self-interestedness. In order to meet this “utopian” vision, it is essential to push the limits of the possible within the current social order and broaden the alliance to include the organized members of the working class, such as the members of trade unions, and the unorganized, such as the unemployed and underemployed. Though marginal in number and size, the members of ERTs have given rise to a model that is worth exploring in other countries and regions burdened by the contradictory workings of capitalism. Today, ERTs serve as living proofs that workers too are capable of successfully running businesses, not capitalists alone.
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This project set out to investigate the effects of the recent massive social transitions in Eastern Europe on the everyday social lives of the inhabitants of three very different nations: Georgia, Russia and Hungary. It focused in particular on the availability and nature of the support networks available to three different segments of each of the societies (manual workers, students and entrepreneurs) and the impact of network participation on psychological and physical well-being. The group set four specific questions to investigate: the part played by individual psychological beliefs in the formation and maintenance of social networks and the consequent formation of trusting relations; the implication of the size and quality of these networks for mental health; the nature of the social groups inhabited by the respondents and the implication of their work schedule and daily routines on the maintenance of a social and family life; and an analysis of how cultures vary in their social networks and intimacy. Three different methods were used to examine social support and its implications: structured questionnaires, semi-structured short interviews and a media analysis of newspaper materials. The questionnaires were administered to 150 participants in each country, equally divided between students studying full time, manual workers employed in factories, and business people (small kiosk owners, whose work and life style differs considerably from that of the manual workers). The questionnaires investigated various predictors of social support including the locus of control, relationship beliefs, individualism-collectivism and egalitarianism, demographic variables (age, gender and occupation), social support, both in general and in relation to significant events that have occurred since the transition from communism. Those with an internal locus of control were more likely to report a higher level of social support, as were collectivists, while age too was a significant predictor, with younger respondents enjoying higher levels of support, regardless of the measures of support employed. Respondents across the cultures referred to a decline of social support and the group also found a direct correlation between social support and mental health outcomes. All 450 respondents were interviewed on their general responses to changes in their lives since the fall of communism and the effects of their work lives on their social lives and the home environment. The interviews revealed considerable variations in the way in which work-life offered opportunities for a broader social life and also provided a hindrance to the development of fulfilling relationships. Many of the work experiences discussed were culture specific, with work having a particularly negative impact on the social life of Russian entrepreneurs but being seen much more positively in Georgia. This may reflect the nature of support offered in a society as overall support levels were lowest in Russia, meaning that social support may be of particular importance there. The way in cultural values and norms about personal relationships are transmitted in a culture is a critical issue for social psychologists and the group examined newspaper articles in those newspapers read by the respondents in each of the three countries. These revealed a number of different themes. The concept of a divided society and its implications for personal relationships was clearest in Russian and Hungary, where widely-read newspapers dwelt on the contrast between "new Russians/Hungarians" and the older, poorer ones and extended considerable sympathy to those suffering from neglect in institutions. Magyar Nemzet, a paper widely read by Hungarian students reflects the generally more pessimistic tone about personal relationships in Russia and Hungary and gave a particularly detailed analysis of the implications this holds for human relations in a modern society. In Georgia, however, the tone of the newspapers is more positive, stressing greater social cohesion. Part of this cohesion is framed in the context of religion, with the church appealing to a broader egalitarianism, whereas in less egalitarian Hungary appeals by the Church are centred more on the nuclear family and its need for expansion in both size and influence. The division between the sexes was another prominent issue in Hungary and Russia, while the theme of generational conflict also emerged in Hungarian and Georgian papers, although with some understanding of "young people today". The team's original expectation that the different newspapers read by the different groups of respondents would present differing images of personal relationships was not fulfilled, as despite variations in style, they found little clear "ideological targeting" of any particular readership. They conclude that the vast majority of respondents recognised that the social transition from communism has had a significant impact on the well-being of social relationships and that this is a pertinent issue for all segments of society. While the group see the data collected as a source to be worked on for some time in the future, their initial impressions include the following. Social support is clearly an important concern across all three countries. All respondents (including the students) lament the time taken up by their heavy work schedules and value their social networks and family ties in particular. The level of social support differs across the countries investigated, with Georgian apparently enjoying significantly higher levels of social support. The analysis produced an image of a relatively cohesive and egalitarian society in which even the group most often seen as distant from the general population, business people, is supported by a strong social network. In contrast, the support networks available to the Russian respondents seem particularly weak and reflect a general sense of division and alienation within the culture as a whole. The implications of low levels of social support may vary across countries. While Russians reported the lowest level of mental health problems, the link between social support and mental health may be strongest in that country. In contrast, in Hungary it is the link between fatalism and mental health problems which is particularly strong, while in Georgia the strongest correlation was between mental health and marital quality, emphasising the significance of the marital relationship in that country.
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Since product take-back is mandated in Europe, and has effects for producers worldwide including the U.S., designing efficient forward and reverse supply chain networks is becoming essential for business viability. Centralizing production facilities may reduce costs but perhaps not environmental impacts. Decentralizing a supply chain may reduce transportation environmental impacts but increase capital costs. Facility location strategies of centralization or decentralization are tested for companies with supply chains that both take back and manufacture products. Decentralized and centralized production systems have different effects on the environment, industry and the economy. Decentralized production systems cluster suppliers within the geographical market region that the system serves. Centralized production systems have many suppliers spread out that meet all market demand. The point of this research is to help further the understanding of company decision-makers about impacts to the environment and costs when choosing a decentralized or centralized supply chain organizational strategy. This research explores; what degree of centralization for a supply chain makes the most financial and environmental sense for siting facilities; and which factories are in the best location to handle the financial and environmental impacts of particular processing steps needed for product manufacture. This research considered two examples of facility location for supply chains when products are taken back; the theoretical case involved shoe resoling and a real world case study considered the location of operations for a company that reclaims multiple products for use as material inputs. For the theoretical example a centralized strategy to facility location was optimal: whereas for the case study a decentralized strategy to facility location was best. In conclusion, it is not possible to say that a centralized or decentralized strategy to facility location is in general best for a company that takes back products. Each company’s specific concerns, needs, and supply chain details will determine which degree of centralization creates the optimal strategy for siting their facilities.
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Flexible und wandelbare Fabrikstrukturen sind von hoher Bedeutung, wenn Produktionsstätten in einem turbulenten Umfeld langfristig wettbewerbsfähig bleiben sollen; darin sind sich Forschung und Praxis einig. Während der jüngsten weltweiten Wirtschaftskrise wurden Experten aus dem Airline-Catering-Umfeld befragt, wie Betriebe dieser Branche auf starke Veränderungen vorbereitet sind. Vorgespräche und Analysen des Autors legten die Vermutung nahe, dass diese Dienstleistungsbranche besonderen Flexibilitätsanforderungen unterliegt. Im Rahmen einer detaillierten Studie, deren Erkenntnisse in einer Dissertation zusammengefasst werden, sind Interviews mit Experten geführt worden. Aus den Ergebnissen der Interviews wurden Schlussfolgerungen auf erforderliche, flexible Materialflusstechniklösungen, im Speziellen Elektrohängebahnen (EHB), und bauliche Anpassungen nach dem „Konzept Internet der Dinge“ gezogen. Szenarioanalysen zu Wirtschaftlichkeits- und Risikoaspekten durchleuchteten die generierten Ansätze. Anschließend an die quantitative Analyse wurden die Ansätze ebenfalls durch eine qualitative Bewertung herkömmlichen Lösungen gegenübergestellt. Die aufgebaute Bewertungsmethode ist sowohl geeignet, um in zukünftigen Projekten die Entscheidung für oder gegen eine wandelbare Ausführung zu treffen, als auch andere Branchen auf die grundsätzliche Sinnhaftigkeit des Einsatzes wandelbarer Materialflusstechnik zu überprüfen.