383 resultados para Moduli
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Lo scopo dell'elaborato di tesi è la progettazione e lo sviluppo di alcuni moduli di un software per la lettura ad elevato throughput di dati da particolari dispositivi per elettrofisiologia sviluppati dall'azienda Elements s.r.l. Elements produce amplificatori ad alta precisione per elettrofisiologia, in grado di misurare correnti a bassa intensità prodotte dai canali ionici. Dato il grande sviluppo che l'azienda sta avendo, e vista la previsione di introdurre sul mercato nuovi dispositivi con precisione e funzionalità sempre migliori, Elements ha espresso l'esigenza di un sistema software che fosse in grado di supportare al meglio i dispositivi già prodotti, e, soprattutto, prevedere il supporto dei nuovi, con prestazioni molto migliori del software già sviluppato da loro per la lettura dei dati. Il software richiesto deve fornire una interfaccia grafica che, comunicando con il dispositivo tramite USB per leggere dati da questo, provvede a mostrarli a schermo e permette di registrarli ed effettuare basilari operazioni di analisi. In questa tesi verranno esposte analisi, progettazione e sviluppo dei moduli di software che si interfacciano direttamente con il dispositivo, quindi dei moduli di rilevamento, connessione, acquisizione ed elaborazione dati.
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Progettazione e implementazione dei moduli di visualizzazione, memorizzazione e analisi di un sistema software di acquisizione dati in real-time da dispositivi prodotti da Elements s.r.l. La tesi mostra tutte le fasi di analisi, progettazione, implementazione e testing dei moduli sviluppati.
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Studio di fattibilità di un sistema di cogenerazione termico ed elettrico stand-alone sfruttando il fenomeno dell'effetto Seebeck. In particolare è stata esaminata la sezione di produzione di potenza elettrica. Nella prima parte è trattata l'analisi della tecnologia riguardante i moduli TEG esplicitandone ogni aspetto caratteristico ed è stato inserito un riepilogo delle maggiori sperimentazioni in questo ambito. Nella seconda parte è affrontata la fase di studio preliminare. Sulla base dei dati di progetto ci si è soffermati sui vincoli dimensionali dei componenti direttamente interessati da scambi termodinamici. Nella terza parte è descritta la struttura del prototipo ed è mostrata una analisi economica preliminare di carattere indicativo. I risultati ottenuti mostrano il campo di applicabilità al quale questa soluzione tecnologica deve riferirsi per risultare conveniente.
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In questa tesi sono le descritte le fasi progettuali e costruttive del Beam Halo Monitor (BHM), un rivelatore installato sull'esperimento CMS, durante il primo lungo periodo di shutdown di LHC, che ha avuto luogo tra il 2013 ed il 2015. BHM è un rivelatore ad emissione di luce Cherenkov ed ha lo scopo di monitorare le particelle di alone prodotte dai fasci di LHC, che arrivano fino alla caverna sperimentale di CMS, ad ogni bunch crossing (25 ns). E' composto da 40 moduli, installati alle due estremità di CMS, attorno alla linea di fascio, ad una distanza di 1.8 m da questa. Ciascun modulo è costituito da un cristallo di quarzo, utilizzato come radiatore ed un fotomoltiplicatore. Sono descritte in maniera particolare le prove eseguite sui moduli che lo compongono: la caratterizzazione dei fotomoltiplicatori ed i test di direzionalità della risposta. Queste costituiscono la parte di lavoro che ho svolto personalmente. Inoltre sono descritte le fasi di installazione del rivelatore nella caverna sperimentale, a cui ho preso parte ed alcuni test preliminari per la verifica del funzionamento.
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Obiettivo dell'elaborato di tesi è il comprendere l'organizzazione di un azienda tipo al fine di ottimizzarla e renderla più efficiente. Per raggiungere questo obiettivo è stato progettato un sistema client server che prende in gestione le commissioni di un’azienda. Il sistema permette la suddivisione del lavoro, i progetti sono formati da moduli e i moduli composti da attività. C’è un capo progetto e un responsabile per ogni modulo secondo la gerarchia aziendale. Ogni qualvolta un impiegato effettua una mansione per un’attività segnala le ore svolte attraverso un report, costituendo così il timetracking. Il sistema è stato sviluppato per dispositivi Android.
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L’oggetto di studio della presente tesi è una macchina utensile ad altra produttività con tavola rotante (transfer) che presenta numerosi elementi di innovazione rispetto a versioni precedenti. In particolare è stata ottimizzata la scelta dei materiali che compongono i vari elementi della struttura, sono stati ripensati gli impianti di servizio e, infine, è stato reso possibile l’impiego di tecnologie di lavorazione che permettono una notevole riduzione del consumo elettrico. Il transfer è costituito da una stazione di carico/scarico e da numerose stazioni di lavoro equipaggiate con moduli a tre assi che permettono di eseguire le diverse operazioni da realizzare sul componente in lavorazione. Le unità a tre assi vengono impiegate per movimentare gli elettromandrini che mettendo in rotazione gli utensili permettono l’esecuzione delle diverse lavorazioni. L’attività svolta è stata suddivisa in diverse fasi: nella prima è stata realizzata un’analisi funzionale che ha permesso di valutare (i) la rigidezza dell’unità a tre assi che equipaggia ogni stazione di lavoro e (ii) l’errore di posizionamento indotto dal riscaldamento delle viti di manovra che permettono la movimentazione dei tre assi della macchina. Nella seconda fase sono state valutate le potenzialità della tecnologia Minimum Quantity Lubrication (MQL) come alternativa ecologica ed economica alla tradizionale tecnica di lubrorefrigerazione con emulsione. La tecnica MQL consiste nel nebulizzare nella zona di taglio un aerosol composto da aria e olio. In particolare è stato calibrato il sistema di generazione dell’aerosol stesso ed è stata indagata l’influenza dei diversi parametri di taglio sulla qualità della lavorazione. Infine è stata effettuata un’analisi economica che ha permesso di valutare il vantaggio economico in termini di potenza installata e consumo di energia elettrica del transfer in relazione ad una macchina utensile di pari taglia che presenta le soluzioni costruttive standard per questa tipologia di dispositivo.
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Le SNe Ia vengono utilizzate in cosmologia come indicatori di distanza. Nel 1998 due team di ricerca, il Supernova Cosmology Project e l'High-z Supernova Search Team compirono degli studi su un campione di SNe in galassie lontane a z=0.2-0.9. Da questi lavori emerse che le luminosità apparenti erano tipicamente inferiori del 25% rispetto ai valori attesi. Questo indica che tali oggetti si trovano ad una distanza di luminosità superiore a quella prevista da modelli d'Universo dominati da materia. Venne quindi determinata per la prima volta l'evidenza di un Universo in condizione di espansione accelerata. Lo scopo del presente lavoro di tesi è quello di analizzare i vincoli cosmologici imposti da SNe Ia ad alto redshift. È stato compiuto uno studio sui moduli di distanza osservativi di un campione di 580 SNe Ia al fine di trovare i parametri cosmologici che meglio descrivono il loro andamento in funzione del redshift nell'ambito dei modelli cosmologici standard con costante cosmologica positiva. Nella prima parte si illustreranno i modelli d’Universo di Friedmann, introducendo i concetti di redshift, di fattore di scala e i vari tipi di distanza. Nella seconda parte si descriverà cosa sono le Supernovae, e in particolare, le SNe di tipo Ia, le proprietà che le rendono candele standard e l'importanza che hanno assunto in cosmologia. Nella terza parte verranno presentanti i risultati prodotti per i due modelli studiati, verrà inoltre discussa la compatibilità con i parametri prodotti nei lavori compiuti dai due team di ricerca.
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Individuare e conoscere la natura degli inquinanti atmosferici e disporre dei dati delle emissioni sono azioni fondamentali per formulare politiche ambientali incentrate sul miglioramento della qualità dell'aria e monitorarne l'efficacia. Sorge l'esigenza di un controllo costante della qualità dell'aria, processo che avviene utilizzando delle centraline di monitoraggio fisse sparse nelle vie delle maggiori città o nei pressi dei principali insediamenti industriali. Lo scopo di questo progetto è quello di realizzare una stazione di monitoraggio mobile al fine di aumentare la superficie di controllo, realizzando un oggetto dinamico capace di acquisire dati sull'inquinamento. Questo è stato fatto applicando ad un drone un sistema di sensori capaci di rilevare le variazioni dei livelli di concentrazione degli agenti inquinanti. Ciò permette di eliminare le stazioni di monitoraggio fisse, le quali rappresentano una spesa ingente. Inoltre, attraverso l'utilizzo di un drone, è possibile monitorare siti più vasti, permettendo un monitoraggio costante e ripetuto nel tempo. La prima parte dell'elaborato analizza il sistema Embedded utilizzato per l'acquisizione dei dati, concentrando l'attenzione prevalentemente sui moduli utilizzati. La seconda descrive quali sono i primi passi per cominciare ad utilizzare i sensori posti sulla Gases Board 2.0 e risponde ai dubbi più comuni su quali parametri di configurazione adottare per un avere una risposta adeguata, quale processo di calibrazione seguire o come trasformare i dati acquisiti, espressi in tensioni, in valori di concentrazione di gas. La terza parte illustra i test effettuati per verificare il corretto funzionamento del sistema completo, con l’esposizione delle problematiche individuate, e una presentazione delle alternative più valide per superarle.
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Il tema della presente tesi è lo studio di progettazione e sperimentazione di un generatore termoelettrico, privo di parti in movimento, sfruttando il fenomeno dell’effetto Seebeck. La prima parte offre una panoramica introduttiva riguardo i moduli TEG e i loro possibili campi di applicazione. La seconda parte riassume le equazioni fisiche alla base del fenomeno e lo stato dell’arte della generazione termoelettrica, focalizzando l’attenzione sulle caldaie a biomassa. Nella terza parte è analizzato il procedimento progettuale dell’impianto. Partendo da un analisi comparativa di soluzioni esistenti e dall’obbiettivo di ottenere la massima efficienza dei moduli TEG si è arrivati alla determinazione dei vincoli dimensionali dei componenti direttamente interessati da scambi termodinamici. La quarta parte illustra la struttura del prototipo finale dedicato al laboratorio, la sua messa in servizio e il primo collaudo dell’impianto. I risultati ottenuti dai test sono il primo passo verso l’ottimizzazione del generatore termoelettrico che potrà quindi essere studio di un’interessante campagna sperimentale.
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In questo elaborato sono stati confrontati i moduli bluetooth WT11, BLE113 , BT121 rispetto alle loro caratteristiche di banda, consumo, range e utilizzabilita in un contesto applicativo stringente come quello degli utilizzi biomeccanici. Si sono prima elencati i settori di riferimento, per poi descrivere il contesto applicativo in ambito medico e sportivo. Il confronto finale ha tenuto conto delle modalita di comunicazione bluetooth classic e bluetooth low energy, cercando di motivare quale modulo risulti migliore per questo particolare e innovativo contesto.
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All’interno di questo progetto ci proponiamo di creare un infrastruttura cloud grazie a Openstack, un supporto software Opensurce. Grazie a questa infrastruttura effettueremo dei test per valutare le varie tecniche di migrazione messe a disposizione da OpenStack, le loro caratteristiche e le loro prestazioni. Nel primo capitolo introduciamo i concetti base del cloud e delle tecnologie a cui esso è strettamente legato. In particolare definiremo i concetti di Infrastructure as a Service (IaaS) e di virtualizzazione che riguardano nello specifico il nostro caso di studio. Nel secondo capitolo viene descritto nel dettaglio OpenStack e i vari moduli di cui esso è composto. Nel terzo capitolo vengono descritte le varie tipologie di migrazione disponibili in OpenStack in tutte le loro fasi e vengono anticipate alcune considerazioni sui vantaggi e svantaggi che la scelta di una determinata tipologia di migrazione porta. Nel quarto e quinto capitolo vengono descritti rispettivamente l’infrastruttura utilizzata, il processo per crearla e i test a cui è stata sottoposta l’infrastruttura. Nel sesto capitolo vengono analizzati i risultati dei test da cui dedurre un quadro più completo sul comportamento e l’applicabilità delle varie migrazioni nei diversi scenari. Infine viene presentato nell'ultimo capitolo il sunto dei risultati dei test effettuati insieme ai possibili sviluppi futuri
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The interest in automatic volume meshing for finite element analysis (FEA) has grown more since the appearance of microfocus CT (μCT), due to its high resolution, which allows for the assessment of mechanical behaviour at a high precision. Nevertheless, the basic meshing approach of generating one hexahedron per voxel produces jagged edges. To prevent this effect, smoothing algorithms have been introduced to enhance the topology of the mesh. However, whether smoothing also improves the accuracy of voxel-based meshes in clinical applications is still under question. There is a trade-off between smoothing and quality of elements in the mesh. Distorted elements may be produced by excessive smoothing and reduce accuracy of the mesh. In the present work, influence of smoothing on the accuracy of voxel-based meshes in micro-FE was assessed. An accurate 3D model of a trabecular structure with known apparent mechanical properties was used as a reference model. Virtual CT scans of this reference model (with resolutions of 16, 32 and 64 μm) were then created and used to build voxel-based meshes of the microarchitecture. Effects of smoothing on the apparent mechanical properties of the voxel-based meshes as compared to the reference model were evaluated. Apparent Young’s moduli of the smooth voxel-based mesh were significantly closer to those of the reference model for the 16 and 32 μm resolutions. Improvements were not significant for the 64 μm, due to loss of trabecular connectivity in the model. This study shows that smoothing offers a real benefit to voxel-based meshes used in micro-FE. It might also broaden voxel-based meshing to other biomechanical domains where it was not used previously due to lack of accuracy. As an example, this work will be used in the framework of the European project ContraCancrum, which aims at providing a patient-specific simulation of tumour development in brain and lungs for oncologists. For this type of clinical application, such a fast, automatic, and accurate generation of the mesh is of great benefit.
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Experimental studies on epoxies report that the microstructure consists of highly crosslinked localized regions connected with a dispersed phase of low crosslink density. The various thermo-mechanical properties of epoxies might be affected by the crosslink distribution. But as experiments cannot report the exact number of crosslinked covalent bonds present in the structure, molecular dynamics is thus being used in this work to determine the influence of crosslink distribution on thermo-mechanical properties. Molecular dynamics and molecular mechanics simulations are used to establish wellequilibrated molecular models of EPON 862-DETDA epoxy system with a range of crosslink densities and various crosslink distributions. Crosslink distributions are being varied by forming differently crosslinked localized clusters and then by forming different number of crosslinks interconnecting the clusters. Simulations are subsequently used to predict the volume shrinkage, thermal expansion coefficients, and elastic properties of each of the crosslinked systems. The results indicate that elastic properties increase with increasing levels of overall crosslink density and the thermal expansion coefficient decreases with overall crosslink density, both above and below the glass transition temperature. Elastic moduli and coefficients of linear thermal expansion values were found to be different for systems with same overall crosslink density but having different crosslink distributions, thus indicating an effect of the epoxy nanostructure on physical properties. The values of thermo-mechanical properties for all the crosslinked systems are within the range of values reported in literature.
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ab-initio Hartree Fock (HF), density functional theory (DFT) and hybrid potentials were employed to compute the optimized lattice parameters and elastic properties of perovskite 3-d transition metal oxides. The optimized lattice parameters and elastic properties are interdependent in these materials. An interaction is observed between the electronic charge, spin and lattice degrees of freedom in 3-d transition metal oxides. The coupling between the electronic charge, spin and lattice structures originates due to localization of d-atomic orbitals. The coupling between the electronic charge, spin and crystalline lattice also contributes in the ferroelectric and ferromagnetic properties in perovskites. The cubic and tetragonal crystalline structures of perovskite transition metal oxides of ABO3 are studied. The electronic structure and the physics of 3-d perovskite materials is complex and less well considered. Moreover, the novelty of the electronic structure and properties of these perovskites transition metal oxides exceeds the challenge offered by their complex crystalline structures. To achieve the objective of understanding the structure and property relationship of these materials the first-principle computational method is employed. CRYSTAL09 code is employed for computing crystalline structure, elastic, ferromagnetic and other electronic properties. Second-order elastic constants (SOEC) and bulk moduli (B) are computed in an automated process by employing ELASTCON (elastic constants) and EOS (equation of state) programs in CRYSTAL09 code. ELASTCON, EOS and other computational algorithms are utilized to determine the elastic properties of tetragonal BaTiO3, rutile TiO2, cubic and tetragonal BaFeO3 and the ferromagentic properties of 3-d transition metal oxides. Multiple methods are employed to crosscheck the consistency of our computational results. Computational results have motivated us to explore the ferromagnetic properties of 3-d transition metal oxides. Billyscript and CRYSTAL09 code are employed to compute the optimized geometry of the cubic and tetragonal crystalline structure of transition metal oxides of Sc to Cu. Cubic crystalline structure is initially chosen to determine the effect of lattice strains on ferromagnetism due to the spin angular momentum of an electron. The 3-d transition metals and their oxides are challenging as the basis functions and potentials are not fully developed to address the complex physics of the transition metals. Moreover, perovskite crystalline structures are extremely challenging with respect to the quality of computations as the latter requires the well established methods. Ferroelectric and ferromagnetic properties of bulk, surfaces and interfaces are explored by employing CRYSTAL09 code. In our computations done on cubic TMOs of Sc-Fe it is observed that there is a coupling between the crystalline structure and FM/AFM spin polarization. Strained crystalline structures of 3-d transition metal oxides are subjected to changes in the electromagnetic and electronic properties. The electronic structure and properties of bulk, composites, surfaces of 3-d transition metal oxides are computed successfully.
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Compression, tension and torsion tests were designed and completed successfully on a brushite and a precipitated hydroxyapatite cement in moist condition. Elastic and strength properties were measured for these three loading cases. For each cement, the full set of strength data was fitted to an isotropic Tsai-Wu criterion and the associated coefficients identified. Since the compressive Young's moduli were about 10% larger than the tensile moduli, the full set of elastic data of each cement was fitted to a conewise linear elastic model. Hysteresis of the stress-strain curves was also observed, indicating dissipation mechanisms within these cement microstructures. A comparison of the measured mechanical properties with human cancellous bone confirmed the indication of brushite as a bone filling material and the potential of the hydroxyapatite cement as a structural biomaterial.