352 resultados para catalizzatori strutturati elettrosintesi metalli nobili nanoparticelle schiume metalliche


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Si calcolata la percentuale di metalli rimossi (R%) da fly ash e scarti industriali ceramici sottoposti a vari tipi di leaching con acqua deionizzata, acido solforico (pH1), attacco alcalino (pH14) e trattamento combinato acido-alcalino. Il parametro R molto importante perch in grado di fornire unindicazione riguardo leffettiva efficacia di un tipo di leaching rispetto ad un altro. Cos facendo possibile valutare la reale fattibilit del recupero di materie prime critiche (secondo la Commissione Europea) da questi rifiuti. Per quanto riguarda il recupero da fly ash, il trattamento con leaching acido si dimostra il pi valido per numero di elementi e percentuale di recupero. Tuttavia, anche se il leaching combinato per certi aspetti pu sembrare migliore, bisogna anche considerare i costi di lavorazione, che in questo caso aumenterebbero sensibilmente. Per quanto riguarda gli scarti ceramici, il leaching combinato a mostrare il miglior potenziale di rimozione dei metalli critici, sia in termini di percentuali che per il numero di elementi rimossi.

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Laumento delle concentrazioni del diossido di carbonio in atmosfera dovuto alla combustione dei combustibili fossili una fonte di grande preoccupazione a causa del suo impatto sul clima globale. La biomassa lunica fonte rinnovabile a poter essere convertita in combustibili e, tra i metodi di conversione, la pirolisi produce un liquido (bio-olio) che presenta potenzialit come combustibile. Le alghe sono una biomassa di interesse, ma il bio-olio che si ottiene caratterizzato da composti contenenti ossigeno, zolfo e azoto che ne riducono la qualit. Tali elementi possono essere eliminati attraverso la scissione (cracking) con zeoliti con la produzione di idrocarburi. Lobiettivo dello studio stato quello di valutare le caratteristiche del cracking catalitico di tre microalghe: Arthrospira platensis, Botryococcus braunii e Desmodesmus communis per la produzione di idrocarburi. Le biomasse sono state pirolizzate a 500 C e i vapori prodotti termicamente sono stati fatti passare nella zeolite dove subiscono il cracking. Sono state utilizzate due zeolite a diversa acidit: un pellet H-ZSM5 (SiO2/Al2O3=38) e un monolite a base di HZSM5 (SiO2/Al2O3=80) e sepiolite. Dal cracking si ottengono sei frazioni pirolitiche: char, coke, fase acquosa, bio-olio, frazione volatile e gas non condensabili. Le frazioni sono state caratterizzate tramite analisi elementari e molecolari e dai dati ottenuti sono stati calcolati i bilanci di N, C e del potere calorifico. Per tutte le alghe si ottiene un bio-olio con un elevato contenuto di carbonio e fortemente deossigenato, ma le rese sono relativamente basse. I prodotti che contengono una maggior frazione del carbonio della biomassa iniziale sono il char ed il coke, seguiti dalla fase organica e dai gas. La distribuzione dellazoto simile ma con una maggiore frazione nella fase acquosa. Entrambi i catalizzatori agiscono migliorando la qualit del bio-olio tramite la riduzione dei composti azotati ed ossigenati e formando idrocarburi monoaromatici, tipici delle benzine, e poliaromatici. Il monolite, con zeolite meno acida, produce una maggior frazione di bio-olio caratterizzato, per, da una minor percentuale di composti aromatici. Si ritiene che laumento delle rese del bio-olio e la valorizzazione dei sottoprodotti (biochar, fase acquosa) siano indispensabili per la sostenibilit del processo.

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Nowadays we live in densely populated regions and this leads to many environmental issues. Among all pollutants that human activities originate, metals are relevant because they can be potentially toxic for most of living beings. We studied the fate of Cd, Cr, Cu, Fe, Mn, Ni, Pb and Zn in a vineyard environment analysing samples of plant, wine and soil. Sites were chosen considering the type of wine produced, the type of cultivation (both organic and conventional agriculture) and the geographic location. We took vineyards that cultivate the same grape variety, the Trebbiano). We investigated 5 vineyards located in the Ravenna district (Italy): two on the Lamone Valley slopes, one in the area of river-bank deposits near Ravenna city, then a farm near Lugo and one near Bagnacavallo in interfluve regions. We carried out a very detailed characterization of soils in the sites, including the analysis of: pH, electric conductivity, texture, total carbonate and extimated content of dolomite, active carbonate, iron from ammonium oxalate, Iron Deficiency Chlorosis Index (IDCI), total nitrogen and organic carbon, available phosphorous, available potassium and Cation Exchange Capacity (CEC). Then we made the analysis of the bulk chemical composition and a DTPA extraction to determine the available fraction of elements in soils. All the sites have proper ground to cultivate, with already a good amount of nutrients, such as not needing strong fertilisations, but a vineyard on hills suffers from iron deficiency chlorosis due to the high level of active carbonate. We found some soils with much silica and little calcium oxide that confirm the marly sandstone substratum, while other soils have more calcium oxide and more aluminium oxide that confirm the argillaceous marlstone substratum. We found some critical situations, such as high concentrations of Chromium, especially in the farm near Lugo, and we noticed differences between organic vineyards and conventional ones: the conventional ones have a higher enrichment in soils of some metals (Copper and Zinc). Each metal accumulates differently in every single part of grapevines. We found differences between hill plants and lowland ones: behaviors of plants in metal accumulations seems to have patterns. Metals are more abundant in barks, then in leaves or sometimes in roots. Plants seem trying to remove excesses of metal storing them in bark. Two wines have excess of acetic acid and one conventional farm produces wine with content of Zinc over the Italian law limit. We already found evidence of high values relating them with uncontaminated environments, but more investigations are suggested to link those values to their anthropogenic supplies.

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I metalli pesanti sono presenti in natura come costituenti della crosta terrestre associati a diversi minerali. Attivit antropiche possono determinare un arricchimento del loro contenuto in ambiente: nel caso della miniera di Libiola, da cui era estratto Cu fino agli anni 60, le fasi di estrazione e raffinazione del minerale hanno portato allesposizione di una maggior quantit di materiale allazione di weathering atmosferico e delle acque dei fiumi, accumulandosi in ambiente marino. Il presente studio ha lobiettivo di caratterizzare i sedimenti del Golfo di Tigullio antistanti Sestri Levante per acquisire informazioni sulle caratteristiche e propriet dellambiente, individuando e determinando leffetto di quanto proviene del Torrente Gromolo e da altri corpi idrici affluenti. Per raggiungere questo obiettivo i campioni di sedimento, una volta prelevati, sono stati trattati in laboratorio tramite setacciatura, essiccamento e macinatura a cui sono seguite analisi in XRF, XRD e del contenuto di materia organica tramite calcolo della LOI. I dati raccolti sono stati poi studiati tramite elaborazioni statistiche (indici, matrice di correlazione, analisi fattoriale) e grafiche (QGIS). Dallo studio dei risultati ottenuti stato possibile verificare una diversa ripartizione degli analiti in distinte fasi granulometriche del sedimento, leffettivo contributo di quanto drenato dai fiumi e la presenza di una corrente idrodinamica che influisce sulla distribuzione degli elementi stessi.

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Il presente lavoro di tesi si focalizzato sullo studio e sulla ottimizzazione di un sistema integrato, che utilizzi la reazione di oxy-reforming del metano al fine di produrre syngas che venga trattato attraverso la water-gas shift al fine di abbattere il contenuto di CO e al tempo stesso aumentare la resa in H2. Con lobiettivo di ottenere H2 ad elevata purezza (>99%) da poter essere inviato direttamente a celle a combustible ed in impianti di piccola taglia con possibile delocalizzazione della produzione industriale di energia elettrica e termica pulita, la miscela reale uscente dal processo di oxy-reforming stata processata tramite successiva water-gas shift direttamente allinterno di una membrana ceramica al Pd selettiva nella separazione di H2. Linnovativi di questo progetto di studio data da diversi parametri quali: 1) limpiego delloxy-reforming in alternativa al normale steam-reforming del CH4, che permette di condurre il processo a temperature decisamente inferiori (700-750C), utilizzando un minor quantitativo di vapore (S/C = 0.7); 2) lutilizzo di due nuove formulazioni di catalizzatore di WGS per alte temperature, capace di operare in un unico stadio conversioni di CO ottenibili industrialmente solo attraverso i convenzionali due due stadi di reazione (e due diverse formulazioni di catalizzatori a base di Fe/Cr e Cu); 3) lutilizzo di supporti ceramici con membrana a base di Pd, capaci di ospitare al loro interno un catalizzatore eterogeneo per la reazione di WGS a 400C, rendendo quindi possibile la produzione e contemporanea separazione di H2 con un ulteriore effetto positivo poich la membrana rimuovendo H2 dalla zona di reazione favorisce il superamento dellequilibrio termodinamico per la conversione del CO, abbassandone il contenuto nel flusso uscente dei gas reazione e rendendo non pi necessari sistemi aggiuntivi di separazione quali PSA o PROXY.

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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con unanalisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato levoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema pi grande dove non possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si deciso di valorizzare con una strategia diversa con criteri ben precisi. Cos viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi pi aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la variet di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della citt romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi pi leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi pi strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto pi leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti limpiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine pi intatte possibile, mentre lintervento di musealizzazione pi importante destinato alla domus, che contiene i resti pi rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.

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Il percorso progettuale intrapreso ci ha permesso di confrontarci con unanalisi del territorio e della storia romana, che ne ha influenzato levoluzione. Considerando tutti i frammenti come parte di un sistema pi grande dove non possibile comprenderne uno se non attraverso gli altri, si deciso di valorizzare gli elementi presenti con criteri ben precisi. Cos viene ristabilita la rete di connessioni e relazioni che secondo noi pi aiutano nella comprensione del sito e della sua storia, cercando di integrare nel contesto la variet di sistemi archeologici, storici e culturali che caratterizzano il sito. I resti della citt romana vengono trattati con approcci diversi, a seconda del grado di conoscenza e di esperienza che possiamo avere di ogni reperto. Per le tracce meno evidenti sono stati usati interventi pi leggeri, reversibili, mentre per le rovine di cui abbiamo maggiori informazioni, sono stati proposti interventi pi strutturati, che accompagnino il visitatore nella loro scoperta e comprensione. Le tracce di cui non si hanno molte informazioni, sono state trattate con segni molto pi leggeri e reversibili, usando una strategia di lining out che comporti limpiego di essenze, scelte in base ad associazioni con quello che vanno a simboleggiare. Per le emergenze archeologiche evidenti, stato pensato un percorso interno che possa renderle fruibili, lasciando le rovine pi intatte possibile, mentre lintervento di musealizzazione pi importante destinato alla domus, che contiene i resti pi rilevanti e quelli che necessitano una maggiore protezione.

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In questo lavoro di tesi stata investigata la possibilit di utilizzare particolari composti inorganici chiamati metallo-esacianometallati per la produzione elettrochimica di idrogeno. In particolare, elettrodi di glassy carbon (GC) sono stati modificati con TiO2-esacianometallati, come il cobalto-esacianoferrato (CoHCF), indio-esacianoferrato (InHCF) e nichel-cobalto esacianoferrato (NiCoHCF) e le loro performance per la produzione elettrocatalitica di idrogeno sono state esaminate con e senza esposizione alla luce UV. La spettroscopia IR e diffrazione dei raggi X di polveri (XRD) sono stati utilizzate per studiare la morfologia e la struttura dei campioni di TiO2 modificata con metallo-esacianoferrati. La caratterizzazione elettrochimica stata eseguita attraverso voltammetria ciclica (CV) e cronopotenziometria. Per ottimizzare le condizioni, l'influenza di alcuni parametri tra cui la quantit di catalizzatori nella composizione dellelettrodo ed il pH dell'elettrolita di supporto sono stati esaminati nel processo di produzione di idrogeno. Gli studi effettuati utilizzando gli elettrodi modificati, evidenziano la migliore performance quando lelettrodo modificato con TiO2-InHCF ed esposto a luce UV. L'elettrodo proposto mostra diversi vantaggi tra cui un lungo ciclo di vita, basso costo, ottima performance e facilit di preparazione su larga scala, potrebbe quindi essere considerato un candidato ideale per la produzione elettrocatalitica di idrogeno.

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I carboidrati, come il D-glucosio, sono i principali costituenti della biomasse e potrebbero rappresentare unalternativa concreta alla chimica tradizionale del petrolio per la produzione dei building-blocks, utili questultimi per lo sviluppo della filiera produttiva della chimica industriale. Dal D-glucosio possibile ottenere epimeri importanti per la medicina o zuccheri largamente utilizzati in campo alimentare come il D-fruttosio tramite isomerizzazione strutturale del D-glucosio. Attualmente, la maggior parte dei metodi di sintesi di questa molecole prevedono lutilizzo enzimi, o la catalisi omogenea con impiego di grandi quantit di basi e acidi minerali dannosi per lambiente. Lo scopo di questo lavoro stato lo studio di innovativi catalizzatori eterogenei capaci operare in soluzione acquosa la conversione acido catalizzata del D-glucosio in prodotti di epimerizzazione e isomerizzazione strutturale. I catalizzatori dei nostri test sono stati caratterizzati tramite tecniche BET, ATR-IR, DRUv-Vis e XRD. Lo studio, quindi, stato focalizzato sulle valutazioni delle prestazioni catalitiche di questi sistemi e sullindividuazione, tramite caratterizzazione strumentale, degli ioni costituenti questi solidi responsabili delle alte selettivit nelle reazioni di riarrangiamento strutturale del D-glucosio. Gli studi condotti hanno portato alla conclusione che, grazie allutilizzo di questi sistemi inorganici possibile ottenere con alte selettivit prodotti di riarrangiamento strutturale del D-glucosio, evitando al contempo la degradazione del substrato che in genere accompagna queste reazioni in condizioni di catalisi acida. Ulteriori studi riguardanti questi catalizzatori apriranno con buone probabilit la strada allo sviluppo di un nuovo processo industriale per la sintesi di questi zuccheri derivati, rendendo possibile una via produttiva sostenibile da un punto di vista economico che ambientale.

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Il presente lavoro ha riguardato lo studio della trasformazione one-pot in fase gas di 1,2-propandiolo ad acido propionico, impiegando il pirofosfato di vanadile (VPP), (VO)2P2O7, e due differenti sistemi a base di bronzi di tungsteno con struttura esagonale (HTB), gli ossidi misti W1V0,3 e W1Mo0,5V0,1. Il processo richiede un catalizzatore con due differenti funzionalit: una acida, principalmente di tipo Brnsted, fornita nel VPP dai gruppi P-OH presenti sulla sua superficie, e negli HTB dai gruppi W-OH sulla loro superficie e dagli ioni H+ nei canali esagonali dellossido; e una ossidante, fornita nel VPP dal V, e negli HTB da V e Mo incorporati nella struttura esagonale. I risultati delle prove di reattivit hanno consentito di dedurre gli aspetti principali dello schema della reazione one-pot di disidratazione-ossidazione dell1,2-propandiolo ad acido propionico. I catalizzatori provati non possiedono la combinazione ottimale di propriet acide e redox necessarie per ottenere elevate rese in acido propionico. Le scarse propriet ossidanti portano a un accumulo di propionaldeide, che reagisce con l1,2-propandiolo a dare diossolani, e inoltre d luogo alla formazione di altri sottoprodotti. perci necessario incrementare le propriet ossidanti del catalizzatore, in modo da accelerare la trasformazione della propionaldeide ad acido propionico, ed evitare quindi che le propriet acide del catalizzatore, necessarie per compiere il primo stadio di disidratazione di 1,2-propandiolo, siano causa di reazioni parassite di trasformazione dellaldeide stessa.

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Lalchilazione del fenolo (PhOH) un processo di grande rilevanza. I prodotti, alchilfenoli (dallalchilazione del carbonio danello) ed eteri fenilici (dallalchilazione dellossigeno fenolico), sono usati nella produzione di resine fenoliche ed in sintesi organica. I carbonati organici sono atossici, biodegradabili, ottenibili da fonti rinnovabili ed hanno un ottimo potere solvente per i composti organici e aromatici. Con un opportuno catalizzatore sono reattivi per lalchilazione del PhOH, e potrebbero sostituire gli alchilanti usati industrialmente: quelli per la O- alchilazione, alchilioduro e dialchilsolfato, sono estremamente tossici, mentre gli alcoli, impiegati per la C-alchilazione, decompongono estesamente sui catalizzatori industriali. In questo lavoro di tesi, le prestazioni del dietilcarbonato (DEC) come agente etilante del PhOH sono state indagate a fondo al variare dei parametri operativi, e sono state poi confrontate con quelle delletanolo, dimostrando che il carbonato molto pi reattivo: sui catalizzatori basici il DEC mostra una chemoselettivit prettamente orientata alla O-alchilazione e la conversione del PhOH pu essere massimizzata agendo sui parametri operativi senza grandi variazioni nella selettivit del prodotto di interesse; sui sistemi acido/base (ossido misto di Mg e Al) si invece dimostrato possibile orientare lalchilazione alternativamente allossigeno (fenetoli) o al carbonio (etilfenoli) aumentando la temperatura.

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Oggi il mercato mondiale dell'anidride maleica (AM) in continua espansione grazie ad un numero sempre crescente di applicazioni finali e sviluppo di nuove tecnologie industriali. La AM viene impiegata nella produzione di resine poliestere insature e resine alchidiche e nella produzione di chemicals a pi alto valore aggiunto. Il processo di sintesi tuttora basato sull'ossidazione selettiva del benzene e del n-butano. Con laumento delle emissione di gas serra, legate allimpiego di materie di origine fossile e la loro continua diminuzione, si stanno studiando nuovi processi basati su materie derivanti da fonti rinnovali. Tra i vari processi studiati vi quello per la sintesi di AM, i quali utilizzano come molecola di furfurale, 5-idrossimetilfurfurale e 1-butanolo; tutte queste presentano per il problema di un costo superiore rispetto alle molecole tuttora usate. Ad oggi una delle molecole ottenibili da fonti rinnovabili avente un costo competitivo alle materie derivanti da fonti fossili il bio-etanolo. Essendo nota la possibilit di trasformare delletanolo in composti a 4 atomi di carbonio (C4) come 1-butanolo (reazione di Guerbet) e in 1,3- butadiene (processo Lebedev) su ossidi misti Mg/Si e la loro trasformazioni in AM, dunque possibile ipotizzare un processo operante in fase gas che accoppi entrambi i processi. Lo scopo di questo lavoro di tesi stato quello di effettuare uno studio su sistemi catalitici mediante differenti approcci impiantistici. Il primo ha previsto limpiego di un sistema detto a cascata nel quale stato accoppiato il sistema misto a base di Mg/Si/O, per la trasformazione delletanolo a C4, e il pirofosfato di vanadile (VPP), per lossidazione selettiva di questultimi in AM. Il secondo approccio ha previsto limpiego di un unico sistema multifunzionale in grado di catalizzare tutti gli step necessari. In questultimo caso, i sistemi studiati sono stati il Mg2P2O7 ed un sistema costituito da VPP DuPont sul quale stato depositato MgO. I catalizzatori sono stati caratterizzati mediante diffrattometria a raggi X, spettroscopia Raman e analisi dellarea superficiale mediante metodo BET, mentre i test catalitici sono stati condotti su un impianto di laboratorio con un reattore assimilabile ad un modello di tipo PFR.

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Le fuel cells sono considerate una delle tecnologie pi promettenti nel campo della conversione di energia elettrica. Le motivazioni principali alla base dello sviluppo delle fuel cells sono varie, quali la continua e drammatica diminuzione dei combustibili fossili e le conseguenze del consumo degli stessi sullambiente. Sistemi analoghi possono essere utilizzati per conservare lenergia attraverso la produzione di H2 per mezzo dellelettrolisi dellH2O in elettrolizzatori. I sistemi peroskitici LaMO3 sono utilizzati come elettrodi e come elettroliti. Particolare interesse rivestono in questo ambito i sistemi LaSrFe. in questo lavoro sono state studiate le condizioni sperimentali per la produzione di uno strato a base di LaSrFe attraverso la precipitazione di idrossidi assistita per via elettrochimica su un supporto conduttore al fine di produrre uno strato LaSrFeO3 tipo perosvkitico. Sono state analizzate le condizioni di reazione in condizione galvano statiche in funzione della corrente, dei tempi di sintesi e della soluzione delle specie generatrici di basi. Questi parametri determinano potenziale e pH della soluzione in prossimit dellelettrodo e sono fondamentali per il controllo della precipitazione e della deposizione.

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La sperimentazione aveva il fine di valutare lattivit antimicrobica di oli essenziali di timo e cannella in hamburger di bovino. In primo luogo stata fatta una caratterizzazione di questi oli mediante analisi GC-MS-SPME, da cui emerso che le molecole a maggiore attivit antimicrobica (rispettivamente timolo/carvacrolo ed aldeide cinnamica) erano presenti a concentrazioni piuttosto basse. Successivamente sono state valutate MIC e MBC nei confronti di microrganismi patogeni di interesse alimentare. Infine, tali oli sono stati incapsulati in chitosano per valutare un eventuale effetto sinergico e favorire un rilascio graduale degli oli. Il processo di incapsulazione ha mostrato una efficienza piuttosto bassa (solo il 25% dellolio aggiunto veniva effettivamente incapsulato), per cui non stato possibile utilizzare nanoparticelle caricate con quantit di olio tali da inibire significativamente lo sviluppo microbico in hamburger di carne bovina. Infatti, leffetto sinergico chitosano/olio essenziale stato in grado di ridurre solo lievemente il carico di enterobatteri durante la conservazione refrigerata, soprattutto nei campioni confezionati in atmosfera modificata. Una prova effettuata utilizzando i due oli in forma libera ad elevata concentrazione (1000 mg/kg), la cannella si dimostrata molto pi efficace del timo, riducendo il carico cellulare di enterobatteri a fine shelf-life, con effetto pi evidente nei campioni di hamburger confezionati in atmosfera modificata (riduzione di un ciclo logaritmico). Inoltre, essa risultata in grado di ridurre lievemente lo sviluppo di lieviti e funghi. Concludendo, gli oli essenziali usati in questa sperimentazione, poich caratterizzati da una bassa concentrazione di molecole ad elevata attivit antimicrobica (timolo/carvacrolo per il timo, aldeide cinnamica per la cannella), non sono stati in grado di prolungare in modo significativo la shelf-life di hamburger di bovino, nemmeno se incapsulati in chitosano.

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Elaborato che si propone di evidenziare come i veicoli a benzina e a diesel possano soddisfare la normativa Euro 6. Si analizza il funzionamento dei principali sistemi di after-treatment come: catalizzatore SCR e DeNOx, trappola LNT, filtri FAP e DPF, sistemi EGR, per i motori ad accensione per compressione e catalizzatore TWC per motori ad accensione comandata. Parallelamente, si spiega l'evoluzione della normativa da Euro 6b a Euro 6c in termini di riduzione del numero di particelle di particolato emesse per km e come rispondere a queste pi restrittive condizioni; viene introdotto, in via ancora sperimentale, il filtro antiparticolato GPF e un sistema di misurazione di nano particelle di dimensioni inferiori a 23 nm cio una rivalutazione del metodo PMP. Contestualmente si definisce il progetto CARS 2020, il quale aggiunge una limitazione anche sulla quantit di anidride carbonica emessa a 95 g/km e le eventuali possibili soluzioni per rispettarla: da un maggior uso di combustibili alternativi a miglioramenti tecnologici dei motori stessi. Infine si studiano gli sviluppi dei cicli di omologazione, dal 2017 infatti entreranno in gioco test su strada con dispositivi PEMS on-board e cicli armonizzati WLTC. Le procedure RDE e WLTP permetteranno di testare i vecioli in maniera pi reale e globale, rispettivamente, riuscendo a fornire anche valori attendibili dei consumi registrati durante le prove.