855 resultados para Mediatic fiction
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The transmedia storytelling is a phenomenom recently conceptualized theoretically (JENKINS, 2009), arising from ficcional mediatic products and disseminated as well by the use on other fields. This search aims to analyze how the transmedia storytellings can be applied to journalism on the basis of an specific genre, the reporting. To that, take as reference theoretical developments performed by brazilian authors (FECHINE et al., 2011, 2012, 2013), on the basis of televisive fiction, which culminated on concepts as transmediation and transmedia contents and deepened the comprehension and the research in this area. Thenceforth, this study propone a problematization and apropriation of this theoretic support for the journalism field, using, for that, a comprehension of journalistic production on a speech level, as well as its social practices (newsmaking). The empiric research also take two different paths. First, analyze a group of reportings, in which there is transmediation, in order to verifying the configuration of the transmedia phenomenom - more specifically of the transmedia storytelling - and its particularities to journalism. Then, develops an investigation, based on the etnographic method, of the productive routine on the special reporting section of the Jornal do Commercio (Recife/PE), aiming to investigate the conditions of transmediation in this range and the practices that favor and difficult the employment of transmedia storytelling. The result are, therefore, compared and related, with the goal of providing multidimensional view of the phenomenom
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The subject analysis of narrative texts of fiction is complex; the methodological model of identification of concepts as elaborated for scientific texts is not applicable to fiction. It is proposed here that theoretical and methodological use of the Generative Trajectory of Meaning postulated by Greimas may contribute to the identification of aboutness in narrative texts of fiction.
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Varcare le frontiere della Storia attraverso le storie personali dei suoi personaggi ha sempre affascinato la sensibilità creatrice di Anita Desai, i cui romanzi possono essere considerati un interessante esempio di letteratura di confine, che riesce nel difficile compito di misurarsi, con eleganza e sensibilità, nella rappresentazione delle più feroci forme di marginalizzazione. Proponendo un dialogo tra alterità, che apre alle complessità storico-culturali in maniera del tutto a-ideologica e imparziale, la scrittrice indoinglese procede alla “provincializzazione” dell’India attraverso le numerose ambivalenze prodotte nelle zone frontaliere analizzate. Dalla rappresentazione della frontiera identitaria esterna, ovvero dall’ambivalente rapporto intrattenuto con il colonizzatore/ex-colonizzatore inglese, alla rappresentazione della frontiera identitaria interna, ovvero l’analisi delle contraddittorie relazioni tra le componenti etniche del subcontinente, Desai arriva infine a problematizzare storie di ambivalenti processi di marginalizzazione prodotti da mondi culturali così diversi come la Germania nazista, o gli indiani Huichol del lontano Messico, tracciando geografie culturali inedite della grande ragnatela della Storia. Desai riesce così a recuperare voci liminali spesso trascurate dalla postcolonialità stessa, per riconfigurarle in un’esplorazione profonda del comune destino dell’umanità, voci straniate e stranianti che acquisiscono un vero e proprio status di agency discorsiva, proiettando la sua scrittura verso una dimensione cosmopolitica. L’opera di Desai diventa indubbiamente un’opportunità concreta per scorgere nella differenza l’universalità di una comune umanità, vale a dire un’opportunità per vedere nell’alterità un’identità ribaltata.
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La ricerca prende in esame le produzioni narrative, in particolare quelle dedicate agli adolescenti e ai giovani adulti, nei cui linguaggi e nelle cui trame si insinuano modelli di vita, comportamenti, valori, stereotipie, ecc. Attraverso le fiction dell'ultimo decennio, sono offerte interpretazioni alle costanti e alle variabili che percorrono i diversi prodotti culturali e che sono metafore di caratteristiche e di dinamiche della società post-moderna. Nella ricerca si studiano le trame e i personaggi delle narrazioni e, in parallelo, si individuano le correlazioni con studi pedagogici interessati alle ultime generazioni giovanili. La comparazione ha portato ad un sistema di decifrazione per individuare il giovane dell'era post-moderna tra gli elementi di finzione. Si sono prese in esame le più importanti icone dell'immaginario che, pur attraverso innumerevoli riscritture, continuano ad imporsi come metafore per identificazione, abnegazione, catarsi. Rispetto al passato, molte icone presenti nelle ultime produzioni di fiction subiscono alterazioni leggibili come spie (i.e. Ginzburg). È in queste trasformazioni, spinte fino alla metamorfosi dell'icona, che è possibile rintracciare alcune caratteristiche proprie del mondo giovanile in rapporto con la società contemporanea. L'immaginario può dunque essere lo specchio in cui l'uomo e la società possono riconoscersi, e studiarlo apre possibilità per sviluppare prospettive di interpretazione verso nuovi orizzonti.