259 resultados para Casearia obliqua
Espécies arbóreas de floresta secundária utilizadas para produção de lenha e carvão em Belterra(PA).
Resumo:
Vinte e três espécies arbóreas de floresta secundária são utilizadas para produção de lenha e/ou carvão no município de Belterra na Amazônia brasileira. As madeiras das espécies Vismia sp., Myrcia sp., Hymenolobium excelsum Ducke, Casearia javitensis HBK e Inga sp. foram consideradas pelos produtores como de boa a excelente qualidade para lenha e carvão, portanto, de melhor aceitação no mercado, indicando a necessidade de incluir essas espécies em programas de manejo silvicultural na floresta secundária, para que suas participações na estrutura da floresta não sofram grandes alterações que possam comprometer o equilíbrio do ecossistema.
Resumo:
Este trabalho teve por objetivo identificar as espécies de moscas frugívoras (Tephritidae e Lonchaeidae), seus hospedeiros e parasitoides na Ilha de Santana, Estado do Amapá, Amazônia brasileira. Adicionalmente, objetivou estudar a exploração hospedeira por Bactrocera carambolae Drew & Hancock. Foram realizadas coletas de frutos de diversas espécies vegetais, a cada 30 dias, no período de janeiro a julho de 2015. Foram coletadas 149 amostras de frutos (3.142 frutos, 76,3 Kg), pertencentes a 20 espécies vegetais (9 nativas e 11 introduzidas) de 13 famílias botânicas. Houve infestação por moscas frugívoras em 86 amostras (11 espécies de 8 famílias botânicas). Foram obtidos espécimes de cinco espécies de Tephritidae, quatro de Lonchaeidae e três de parasitoides Braconidae. As espécies de moscas frugívoras mais importantes na Ilha de Santana são: B. carambolae, devido sua expressão quarentenária; e Anastrepha obliqua (Macquart) e Anastrepha striata Schiner, pelo fato de infestarem espécies vegetais de importância socioeconômica local. Os hospedeiros Averrhoa carambola (Oxalidaceae), Eugenia uniflora (Myrtaceae), Malpighia emarginata (Malpighiaceae) e Psidium guajava (Myrtaceae) são responsáveis pela manutenção da população de B. carambolae.
Resumo:
Il siero di latte è un sottoprodotto dell’industria lattiero casearia dotato di ottime proprietà nutrizionali dato il contenuto in proteine ad alto valore biologico, vitamine del gruppo B e minerali quali calcio, magnesio, fosforo e zinco. Per questo è auspicabile valorizzarne l’impiego piuttosto che destinarlo allo smaltimento. All’interno del progetto regionale “Innovative Milk and Meat products for consumer's health” sono stati sviluppati dal Centro Ricerche Produzioni Animali tre prototipi di bevande ottenute a partire dal siero di fine lavorazione del Parmigiano Reggiano: una a base di siero pastorizzato, una a base di siero pastorizzato e fermentato e una terza in cui sono stati aggiunti probiotici. Le tre bevande oggetto di questo studio sono state sottoposte a digestione statica in vitro secondo il protocollo INFOGEST, i campioni di digerito sono stati prelevati a metà della fase gastrica, metà della fase duodenale e fine della fase duodenale e su questi è stata calcolata la bioaccessibilità proteica mediante assorbanza a 280 nm, il grado di idrolisi proteica con il metodo OPA, e la cinetica di proteolisi attraverso la gel elettroforesi SDS-PAGE. Dai risultati è emerso che i valori di bioaccessibilità e il grado di idrolisi proteica aumentano in maniera significativa al progredire della digestione, ma senza differenze significative nei valori finali tra i prototipi di bevande considerati. La diversa efficienza dell’idrolisi proteica nelle diverse fasi della digestione è stata confermata dall’analisi SDS page dei campioni digeriti, in cui si è potuto apprezzare un aumento delle bande a minor peso molecolare al progredire della digestione, anche in questo caso senza differenze significative tra i campioni. Quindi, nelle condizioni sperimentali utilizzate la fermentazione e l’aggiunta di probiotici non hanno influenzato significativamente la digeribilità e la bioaccessibilità delle proteine presenti nelle bevande.
Resumo:
La crescente richiesta di sicurezza negli alimenti di origine animale, inclusa la filiera lattiero casearia ha spinto gli operatori del settore a porre maggiore attenzione ad un sempre più elevato numero di batteri patogeni. Negli ultimi si è posta l’attenzione, in modo crescente, sul monitoraggio del Bacillus cereus, per il quale lo stesso Reg. 2073/2005 ha definito criteri igienici di processo nel latte in polvere. Il presente studio si è pertanto focalizzato sul monitoraggio delle caratteristiche igienico sanitarie di diverse tipologie di latte crudo (BIO, BIO Fieno, Tracciato, Alta Qualità e Alta Qualità NO OGM), includendo il controllo del Bacillus cereus. In particolare oltre alla detection ed identificazione del Bacillus cereus si sono valutati diversi parametri quali pH, cellule somatiche, Conta Batterica Totale (CBT), Enterobacteriaceae, E. coli, Staphylococchi coagulasi positivi, Salmonella e Listeria monocytogenes. I risultati ottenuti hanno confermato ottimali condizioni igieniche in tutte le tipologie di latte con una media geometrica della Carica batterica totale pari a 13553 ufc/ml valore nettamente inferiore rispetto al limite stabilito dal Reg. 853/2004). L’assenza di Salmonella in tutti i campioni testati ed una positività solo alla detection per Listeria moncytogenes in 2/46 campioni testati dimostrano ottimali garanzie di sicurezza alimentare. Relativamente alla positività per Bacillus cereus il 23.9% dei campioni analizzati sono risultati positivi (dopo conferma in PCR). In conclusione si può affermare che l’azienda fornitrice dei campioni di latte alimentare applichi buone pratiche di igiene e di processo nelle fasi antecedenti la trasformazione del latte, nel rispetto delle normative di riferimento sia in ambito igienico che di sicurezza alimentare.