967 resultados para analisi non standard iperreali infinitesimi


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Nel presente lavoro di tesi viene selezionato e analizzato un campione di galassie passive estratte dalla survey VANDELS, con cui condurre uno studio cosmologico basato sul metodo dei cronometri cosmici. Tale metodo rappresenta una sonda cosmologica non standard, che consente di misurare il parametro di Hubble in maniera indipendente dalla cosmologia valutando l’invecchiamento di una popolazione di galassie molto massive e in evoluzione passiva in un dato intervallo di redshift. Per applicare il metodo viene selezionato un campione di cronometri cosmici incrociando diversi criteri complementari, sia fotometrici che spettroscopici, tali da minimizzare la contaminazione da formazione stellare attiva. Il campione ottenuto ha ⟨log(M⋆/M⊙)⟩=10.86±0.03, ⟨log(sSFR/yr−1)⟩=-11.9±0.1 e ⟨EW[OII]⟩=3.3±0.2 Å. Dallo studio delle proprietà spettroscopiche, in particolare degli indici sensibili all’età, esso mostra un progressivo invecchiamento al diminuire del redshift ed evidenza di mass-downsizing. Per la stima delle età si adotta la tecnica del full-spectral fitting, sia sugli spettri che sulla fotometria disponibili, utilizzando il codice Bagpipes. Dai risultati del fit emerge che le galassie individuate hanno, come atteso, metallicità mediamente sotto-solari (⟨Z/Z⊙⟩=0.44±0.01), bassa estinzione da polvere (⟨AV,dust⟩=0.43±0.02 mag) e una fase di formazione stellare breve (⟨τ⟩=0.28±0.02 Gyr). A partire da questi viene costruita la relazione età-redshift mediana per il campione finale di 39 galassie, esplorandone la robustezza con diverse assunzioni di prior e binnaggio. Fittata con un modello fΛCDM, essa permette di ricavare una stima per la costante di Hubble pari a H0 = 67^+14_−15 km/s/Mpc. Infine, con la stessa relazione si applica il metodo dei cronometri cosmici, ottenendo una nuova stima del parametro di Hubble, H(z=1.26) = 135±62 km/s/Mpc. Nell’errore si è tenuto conto anche degli effetti sistematici introdotti dalla scelta del binning e della SFH nel modello di fit.

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L'elaborato tratta lo studio dell’evoluzione delle perturbazioni di densità non lineari, confrontando modelli con costante cosmologica (wΛ = −1) e modelli alternativi in cui l’energia oscura sia caratterizzata da un’equazione di stato con w diverso da −1, considerando sia il caso con energia oscura costante, sia quello in cui ha fluttuazioni. La costante cosmologica presenta infatti due problemi teorici attualmente senza soluzione: il problema del suo valore e il problema della coincidenza. Per analizzare l’evoluzione delle perturbazioni di materia ed energia oscura, sia nel caso delle sovradensità che nel caso delle sottodensità primordiali, si implementano numericamente le equazioni differenziali non lineari ricavate a partire dalla teoria del collasso sferico. Per parametrizzare il problema, si fa riferimento ai valori critici del contrasto di densità δc e δv che rappresentano, rispettivamente, la soglia lineare per il collasso gravitazionale e la soglia per l’individuazione di un vuoto cosmico. I valori di δc e δv sono importanti poich´e legati agli osservabili cosmici tramite la funzione di massa e la void size function. Le soglie critiche indicate sono infatticontenute nelle funzioni citate e quindi, cambiando δc e δv al variare del modello cosmologico assunto, è possibile influenzare direttamente il numero e il tipo di oggetti cosmici formati, stimati con la funzione di massa e la void size function. Lo scopo principale è quindi quello di capire quanto l’assunzione di un modello, piuttosto che di un altro, incida sui valori di δc e δv. In questa maniera è quindi possibile stimare, con l’utilizzo della funzione di massa e della void size function, quali sono gli effetti sulla formazione delle strutture cosmiche dovuti alle variazioni delle soglie critiche δc e δv in funzione del modello cosmologico scelto. I risultati sono messi a confronto con il modello cosmologico standard (ΛCDM) per cui si assume Ω0,m = 0.3, Ω0,Λ = 0.7 e wΛ = −1.

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Acute myocarditis was until recently one of the most difficult diagnoses in cardiology. The spectrum of signs and symptoms is very wide, the usual non-invasive tests lack specificity and the myocardial biopsy is only performed in a minority of cases to confirm the diagnosis. Due to its unique ability to directly image myocardial necrosis, fibrosis and oedema, cardiac magnetic resonance (CMR) is now considered the primary tool for noninvasive assessment of patients with suspected myocarditis. CMR is also useful for monitoring disease activity under treatment. Myocarditis has been associated with the development of dilated cardiomyopathy; CMR could play a role in the follow-up of such cases to detect the progression toward a dilatative phenotype. Precise mapping of myocardial lesions with cardiac MRI is invaluable to guide myocardial biopsy and increase its diagnostic yield by improving sensitivity.

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The limited armamentarium of active and oral antifungal drugs against emerging non-Aspergillus molds is of particular concern. Current antifungal agents and the new orally available beta-1,3-d-glucan synthase inhibitor SCY-078 were tested in vitro against 135 clinical non-Aspergillus mold isolates. Akin to echinocandins, SCY-078 showed no or poor activity against Mucoromycotina and Fusarium spp. However, SCY-078 was highly active against Paecilomyces variotii and was the only compound displaying some activity against notoriously panresistant Scedosporium prolificans.

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In recent years both developed and developing countries have experienced an increasing number of government initiatives dedicated to reducing the administrative costs (AC) imposed on businesses by regulation. We use a bi-linear fixed-effects model to analyze the extent to which government initiatives to reduce AC through the Standard Cost Model (SCM) attract Foreign Direct Investment (FDI) among 32 developing countries. Controlling for standard determinants of the SCM, we find that the SCM in most cases leads to higher FDI and that the benefits are more significant where the SCM has been implemented for a longer period.

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The non-twist standard map occurs frequently in many fields of science specially in modelling the dynamics of the magnetic field lines in tokamaks. Robust tori, dynamical barriers that impede the radial transport among different regions of the phase space, are introduced in the non-twist standard map in a conservative fashion. The resulting non-twist standard map with robust tori is an improved model to study transport barriers in plasmas confined in tokamaks.

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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A general technique to embed non-uniform displacement discontinuities into standard solid finite elements is presented. The technique is based on the decomposition of the kinematic fields into a component related to the deformation of the solid portion of the element and one related to the rigid-body motion due to a displacement discontinuity. This decomposition simplifies the incorporation of discontinuity interfaces and provides a suitable framework to account for non-uniform discontinuity modes. The present publication addresses two families of finite element formulations: displacement-based and stress hybrid finite element. © 2005 Elsevier Ltd. All rights reserved.