999 resultados para Traduzione Museo di storia naturale


Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Transcription and analysis on uncovered documents from the State Archives in Venice for the exhibit held at Palazzo Mocenigo in spring 2014.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Il tema di ricerca sul Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri si colloca su di un terreno che potremmo definire, genericamente, giuspubblicistico, posto al confine tra il diritto costituzionale ed il diritto amministrativo. Tale visione sistematica trae fondamento alla apparente vocazione del Segretariato, di soggetto istituzionale dalla doppia attitudine: da un lato, infatti, preposto alla traduzione - in termini strettamente operativi - dellindirizzo politico governativo e dallaltro svolge unattivit di monitoraggio e di raccolta di informazioni generali necessarie per il migliore svolgimento dellazione governativa. Pertanto, per linquadramento e lanalisi delle differenti problematiche che avvolgono listituto sono state recuperate, per i profili dinteresse, diverse categorie giuridiche, alcune di stampo marcatamente costituzionalistico (a titolo esemplificativo, la funzione, lindirizzo politico, il rapporto di fiducia, la posizione costituzionale del Presidente del Consiglio, dei Ministri e del Consiglio dei Ministri, categorie cui stata aggiunta, per alcuni aspetti, la disciplina elettorale e, in particolare, la stessa formula elettorale, suscettibile di apportare una spiccata mobilit decisionale tra i diversi organi di cui si compone il Governo), accostate ad altre di specifico interesse amministrativistico (il coordinamento, latto politico, latto di alta amministrazione, la direzione, le strutture in cui si dipana lorganizzazione, lazione amministrativa, la gestione finanziaria). Lo sviluppo del tema proposto, in via preliminare, facendo riferimento allinquadramento generale dellistituto, attraverso lesame della genesi e dello sviluppo della struttura burocratica oggetto dello studio, tenendo conto della versatilit operativa, sia sul versante strutturale, sia funzionale, dimostrata nel corso degli decenni di storia costituzionale del Paese, spesso costellata da avvenimenti politici e sociali controversi e, a volte, non privi di accadimenti drammatici. La dottrina non ha dedicato specifici studi ma si occupata dellargomento in via incidentale, nellambito di trattazioni di pi ampio respiro dedicate alla funzione di governo nelle sue varie declinazioni, legando a doppio filo il Segretariato Generale della Presidenza del Consiglio al Presidente del Consiglio soprattutto nella misura in cui afferma che il Segretariato struttura meramente servente del premier di cui sembrerebbe condividerne le sorti specie con riferimento alla conformazione strutturale e funzionale direttamente collegata alla maggiore o minore espansione dei suoi poteri (reali) di coordinamento e di direzione della compagine governativa, ponendo in secondo piano le funzioni di continuit istituzionale e di servizio al cittadino che pure sono assolte dallorgano. Ci premesso, si tentato di fornire una visione generale del Segretariato nella sua dimensione ordinamentale ed operativa, attraverso la ricognizione, scomposizione e ricomposizione delle sue numerose attribuzioni per saggiare il suo reale natura giuridica. In conclusione, anche a fronte della posizione netta della giurisprudenza, si optato per ritenere che il Segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri sia attratto tra gli organi amministrativi.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

E stato in primo luogo definito il criterio di efficienza dal punto di vista economico (con una accenno anche ai parametri elaborati dagli studiosi di discipline aziendali), nelle sue varie accezioni, ponendo altres ciascuna di queste in relazione alle condizioni di concorrenza perfetta. Le nozioni di efficienza che sono state definite a tal fine sono quelle di efficienza allocativa, efficienza tecnica, efficienza dinamica ed efficienza distributiva. Ciascuna di esse stata inquadrata a livello teorico secondo le definizioni fornite dalla letteratura, esaminandone le ipotesi sottostanti. E stata altres descritta, contestualizzandola temporalmente, levoluzione della nozione, e ne sono state evidenziate le implicazioni ai fini della ricerca della forma di mercato pi efficiente. Sotto questultimo aspetto lattenzione dello scrivente si incentrata sul rapporto tra le diverse accezioni di efficienza economica oggetto di analisi e la desiderabilit o meno di un regime di concorrenza perfetta. Il capitolo si conclude con una breve panoramica sulle metodologie di misurazione finalizzata ad individuare i principali parametri utilizzati per determinare il livello di efficienza, di un mercato, di unattivit produttiva o di unimpresa, posto che, come verr specificato nel prosieguo della tesi, la valutazione di efficienza in ambito antitrust deve essere verificata, ove possibile, anche basandosi sullevidenza empirica delle singole imprese esaminate, come richiede il criterio della rule of reason. Capitolo 2 Presupposto per avere una regolazione che persegua lobiettivo di avere una regolazione efficiente ed efficace, , a parere di chi scrive, anche lesistenza di autorit pubbliche deputate a esercitare la funzione regolatoria che rispettino al proprio interno e nel proprio agire la condizione di efficienza definita rispetto ai pubblici poteri. Lo sviluppo di questa affermazione ha richiesto in via preliminare, di definire il criterio di efficienza in ambito pubblicistico individuandone in particolare lambito di applicazione, il suo rapporto con gli altri principi che reggono lazione amministrativa (con particolare riferimento al criterio di efficacia). Successivamente stato collocato nel nostro ordinamento nazionale, ponendolo in relazione con il principio di buon andamnento della Pubblica Amministrazione, bench lordinamento italiano, per la sua specificit non costituisca un esempio estendibile ad ordinamenti. Anche con riferimento al criterio di efficienza pubblica, un paragrafo stato dedicato alle metodologie di misurazione di questa, e, nello specifico sullAnalisi Costi-Benefici e sullAnalisi di Impatto della Regolazione Una volta inquadrata la definizione di efficienza pubblica, questa stata analizzata con specifico riferimento allattivit di regolazione delleconomia svolta dai soggetti pubblici, ambito nella quale rientra la funzione antitrust. Si provato in particolare ad evidenziare, a livello generale, quali sono i requisiti necessari ad unautorit amministrativa antitrust, costituita e dotata di poteri ad hoc, affinch essa agisca, nella sua attivit di regolazione, secondo il principio di efficienza, Il capitolo si chiude allargando lorizzonte della ricerca verso una possibile alternativa metodologica al criterio di efficienza precedentemente definito: vi si infatti brevemente interrogati circa lo schema interpretativo nel quale ci muoviamo, affrontando la questione definitoria del criterio di efficienza, ponendolo in relazione con lunico modello alternativo esistente, quello sviluppatosi nella cultura cinese. Non certo per elaborare unapplicazione in salsa cinese del criterio di efficienza alla tutela della concorrenza, compito al quale lo scrivente non sarebbe stato in grado di ottemperare, bens, pi semplicemente per dare conto di un diverso approccio alla questione che il futuro ruolo di superpotenza economica della Cina imporr di prendere in considerazione. Capitolo 3 Nel terzo capitolo si passa a definire il concetto di concorrenza come istituto oggetto di tutela da parte della legge antitrust, per poi descrivere la nascita e levoluzione di tale legislazione negli Stati Uniti e della sua applicazione, posto che il diritto antitrust statunitense ancora oggi costituisce il necessario punto di riferimento per lo studioso di questa materia. Levoluzione del diritto antitrust statunitense stata analizzata parallelamente allo sviluppo delle principali teorie di law and economics che hanno interpretato il diritto della concorrenza quale possibile strumento per conseguire lobiettivo dellefficienza economica: la Scuola di Harvard e il paradigma strutturalista, la teoria evoluzionista della Scuola Austriaca, la Scuola di Chicago; le c.d. teorie Post-Chicago. Nel terzo capitolo, in altri termini, si dato conto dellevoluzione del pensiero economico con riferimento alla sua applicazione al diritto antitrust, focalizzando lattenzione su quanto avvenuto negli Stati Uniti, paese nel quale sono nati sia listituto giuridico della tutela della concorrenza sia lanalisi economica del diritto. A conclusione di questa ricostruzione dottrinale ho brevemente esaminato quelle che sono le nuove tendenze dellanalisi economica del diritto, e specificatamente la teoria del comportamento irrazionale, bench esse non abbiano ancora ricevuto applicazione al diritto antitrust. Chi scrive ritiene infatti che queste teorie avranno ricadute anche in questa materia poich essa costituisce uno dei principali ambiti applicativi della law and economics. Capitolo 4 Nel quarto capitolo stata effettuata una disanima della disciplina comunitaria antitrust sottolineando come lUnione Europea si proponga attraverso la sua applicazione, soprattutto in materia di intese, di perseguire fini eterogenei, sia economici che non economici, tra loro diversi e non di rado contrastanti, e analizzando come questa eterogeneit di obiettivi abbia influito sullapplicazione del criterio di efficienza. Attenendomi in questo capitolo al dato normativo, ho innanzitutto evidenziato lampiezza dellambito di applicazione della disciplina comunitaria antitrust sia dal punto di vista soggettivo che territoriale (dottrina delleffetto utile), sottolineando come la norma giustifichi esplicitamente il ricorso al criterio di efficienza solo nella valutazione delle intese: il comma 3 dellart. 81 del Trattato include, infatti, tra i requisiti di una possibile esenzione dallapplicazione del divieto per le intese qualificate come restrittive della concorrenza, la possibilit di ottenere incrementi di efficienza tecnica e/o dinamica attraverso limplementazione delle intese in questione. Tuttavia la previsione da parte dello stesso art. 81 (3) di altri requisiti che devono contemporaneamente essere soddisfatti affinch un intesa restrittiva della concorrenza possa beneficiare dellesenzione, nonch la possibile diversa interpretazione della locuzione progresso tecnico ed economico, impone, o comunque ammette, il perseguimento di altri obiettivi, contestualmente a quello dellefficienza, giustificando cos quelleterogeneit dei fini che contraddistingue la politica della concorrenza dellUnione Europea. Se la disciplina delle intese aiuta a comprendere il ruolo del criterio di efficienza nellapplicazione dei precetti antitrust da parte degli organi comunitari, lart. 82 del Trattato non contiene invece alcun riferimento alla possibilit di utilizzare il criterio di efficienza nella valutazione delle condotte unilaterali poste in essere da imprese in posizione dominante sul mercato rilevante. Si peraltro dato conto della consultazione recentemente avviata dalla Commissione Europea finalizzata allelaborazione di Linee Guida che definiscano i criteri di interpretazione che lorgano comunitario dovr seguire nella valutazione dei comportamenti unilaterali. A parere dello scrivente, anzi, lassenza di un preciso schema cui subordinare la possibilit di ricorrere al criterio di efficienza nella valutazione della fattispecie, attribuisce alle autorit competenti un pi ampio margine di discrezionalit nellutilizzo del suddetto criterio poich manca il vincolo della contestuale sussistenza delle altre condizioni di cui allart. 81(3). Per quanto concerne infine la disciplina delle concentrazioni, essa, come abbiamo visto, prevede un riferimento ai possibili incrementi di efficienza (tecnica e dinamica) derivanti da operazioni di fusione, utilizzando la nozione utilizzata per le intese, cos come nel precedente Regolamento 4064/89. Si infine analizzato il nuovo Regolamento in materia di concentrazioni che avrebbe potuto costituire loccasione per recepire nella disciplina comunitaria lattribuzione della facolt di ricorrere allefficiency defense in presenza di una fattispecie, quella della fusione tra imprese, suscettibile pi di altre di essere valutata secondo il criterio di efficienza, ma che si invece limitato a riprendere la medesima locuzione presente nellart. 81(3). Il capitolo attesta anche lattenzione verso listanza di efficienza che ha riguardato il meccanismo di applicazione della norma antitrust e non il contenuto della norma stessa; a questo profilo attiene, infatti, linnovazione apportata dal Regolamento 1/2003 che ha permesso, a parere dello scrivente, unattribuzione pi razionale della competenza nella valutazione dei casi tra la Commissione e le autorit nazionali degli Stati membri; tuttavia pone alcune questioni che investono direttamente il tema dei criteri di valutazione utilizzati dalle autorit competenti. Capitolo 5 Lanalisi del quarto capitolo stata condotta, sebbene in forma pi sintetica, con riferimento alle normative antitrust dei principali Stati membri della Comunit Europea (Germania, Gran Bretagna, Spagna, Francia e Italia), rapportando anche queste al criterio di efficienza, ove possibile. Particolare attenzione stata dedicata ai poteri e alle competenze attribuite alle autorit nazionali antitrust oggetto di studio dallordinamento giuridico cui appartengono e al contesto, in termini di sistema giuridico, nel quale esse operano. Capitolo 6 Si provato ad effettuare una valutazione del livello di efficienza delle autorit prese in esame, la Commissione e le diverse autorit nazionali e ci con particolare riferimento alla idoneit di queste a svolgere i compiti istituzionali loro affidati (criterio di efficienza dal punto di vista giuridico): affinch unautorit si possa ispirare al criterio di efficienza economica nelladozione delle decisioni, infatti, preliminarmente necessario che essa sia idonea a svolgere il compito che le stato affidato dallordinamento. In questo senso si osservata la difficolt dei paesi di civil law a inquadrare le autorit indipendenti allinterno di un modello, quello appunto di civil law, ispirato a una rigida tripartizione dei poteri. Da qui la difficile collocazione di queste autorit che, al contrario, costituiscono un potere ibrido che esercita una funzione di vigilanza e garanzia non attribuibile integralmente n al potere esecutivo n a quello giurisdizionale. Si rileva inoltre una certa sovrapposizione delle competenze e dei poteri tra autorit antitrust e organi ministeriali, in particolare nel campo delle concentrazioni che ingenera un rischio di confusione e bassa efficienza del sistema. Mantenendo, infatti, un parziale controllo politico si rischia, oltre allintroduzione di criteri di valutazione politica che prescindono dagli effetti delle fattispecie concrete sul livello di concorrenza ed efficienza del mercato, anche di dare luogo a conflitti tra le diverse autorit del sistema che impediscano ladozione e limplementazione di decisioni definitive, incrementando altres i costi dellintervento pubblico. Un giudizio a parte stato infine formulato con riguardo alla Commissione Europea, istituzione, in quanto avente caratteristiche e poteri peculiari. Da un lato lassenza di vincolo di mandato dei Commissari e lelevata preparazione tecnica dei funzionari costituiscono aspetti che avvicinano la Commissione al modello dellautorit indipendenti, e lampiezza dei poteri in capo ad essa le permette di operare efficientemente grazie anche alla possibilit di valersi dellassistenza delle autorit nazionali. Dallaltra parte, tuttavia la Commissione si caratterizza sempre di pi come un organo politico svolgente funzioni esecutive, di indirizzo e di coordinamento che possono influenzare gli obiettivi che essa persegue attraverso lattivit antitrust, deviandola dal rispetto del criterio di efficienza. Capitolo 7 Una volta definito il contesto istituzionale di riferimento e la sua idoneit a svolgere la funzione affidatagli dallordinamento comunitario, nonch da quelli nazionali, si proceduto quindi allanalisi delle decisioni adottate da alcune delle principali autorit nazionali europee competenti ad applicare la disciplina della concorrenza dal punto di vista dellefficienza. A tal fine le fattispecie rilevanti a fini antitrust dal punto di vista giuridico sono state classificate utilizzando un criterio economico, individuando e definendo quelle condotte che presentano elementi comuni sotto il profilo economico e per ciascuna di esse sono state inquadrate le problematiche rilevanti ai fini dellefficienza economica sulla scorta dei contributi teorici e delle analisi empiriche svolte dalla letteratura. 6 Con riferimento a ciascuna condotta rilevante ho esaminato il contenuto di alcune delle decisioni antitrust pi significative e le ho interpretate in base al criterio di efficienza. verificando se e in quale misura le autorit antitrust prese in esame utilizzano tale criterio, cercando altres di valutare levoluzione dei parametri di valutazione occorsa nel corso degli anni. Le decisioni analizzate sono soprattutto quelle adottate dalla Commissione e le eventuali relative sentenze della Corte di Giustizia Europea; ci sia per la maggior rilevanza dei casi trattati a livello comunitario, sia in quanto le autorit nazionali, con qualche rara eccezione, si conformano generalmente ai criteri interpretativi della Commissione. Riferimenti a decisioni adottate dalle autorit nazionali sono stati collocati allorquando i loro criteri interpretativi si discostino da quelli utilizzati dagli organi comunitari. Ne emerso un crescente, anche se ancora sporadico e incostante, ricorso al criterio di efficienza da parte degli organi europei preposti alla tutela della concorrenza. Il tuttora scarso utilizzo del criterio di efficienza nello svolgimento dellattivit antitrust motivato, a parere di chi scrive, in parte dalleterogeneit degli obiettivi che lUnione Europea persegue attraverso la politica della concorrenza comunitaria (completamento del mercato unico, tutela del consumatore, politica industriale, sviluppo delle aree svantaggiate), in parte dallincapacit (o dallimpossibilit) delle autorit di effettuare coerenti analisi economiche delle singole fattispecie concrete. Anche le principali autorit nazionali mostrano una crescente propensione a tendere conto dellefficienza nella valutazione dei casi, soprattutto con riferimento agli accordi verticali e alle concentrazioni, sulla scia della prassi comunitaria. Pi innovativa nellapplicazione del criterio di efficienza economica cos come nella ricerca di uso ottimale delle risorse si finora dimostrato lOFT, come vedremo anche nel prossimo capitolo. Al contrario sembra pi lenta levoluzione in questo senso dellUfficio dei Cartelli tedesco sia a causa delle gi citate caratteristiche della legge antitrust tedesca, sia a causa del persistente principio ordoliberale della prevalenza del criterio della rule of law sulla rule of reason. Peraltro, anche nei casi in cui le Autorit siano propense ad utilizzare il criterio di efficienza nelle loro valutazioni, esse si limitano generalmente ad unanalisi teorica dellesistenza di precondizioni che consentano alle imprese in questione di ottenere guadagni di efficienza. La sussistenza di tali pre-condizioni viene infatti rilevata sulla base della capacit potenziale della condotta dellimpresa (o delle imprese) di avere un effetto positivo in termini di efficienza, nonch sulla base delle caratteristiche del mercato rilevante. Raramente, invece, si tiene conto della capacit reale dei soggetti che pongono in essere la pratica suscettibile di essere restrittiva della concorrenza di cogliere effettivamente queste opportunit, ovvero se la struttura e lorganizzazione interna dellimpresa (o delle imprese) non in grado di mettere in pratica ci che la teoria suggerisce a causa di sue carenza interne o comunque in ragione delle strategie che persegue. Capitolo 8 Poich lapproccio ispirato al criterio di efficienza economica non pu prescindere dalle caratteristiche del settore e del mercato in cui operano limpresa o le imprese che hanno posto in essere la condotta sotto esame, e poich una valutazione approfondita di tutti i settori non era effettuabile per quantit di decisioni adottate dalle autorit, ho infine ritenuto di svolgere unanalisi dettagliata dellattivit delle autorit con riferimento ad uno specifico settore. La scelta caduta sul settore dei trasporti in quanto esso presenta alcune problematiche che intrecciano lesigenza di efficienza con la tutela della concorrenza, nonch per la sua importanza ai fini dello sviluppo economico. Tanto pi alla luce del fenomeno della crescente apertura dei mercati che ha enfatizzato la triplice funzione dei trasporti di merci, di livellamento nello spazio dei prezzi di produzione, di redistribuzione nello spazio dellimpiego dei fattori della produzione, e soprattutto di sollecitazione al miglioramento delle tecnologie utilizzate nella produzione stessa in quanto contribuiscono alla divisione territoriale del lavoro e alla specializzazione produttiva. A loro volta, daltra parte, i miglioramenti tecnici e organizzativi intervenuti nel settore negli ultimi trenta anni hanno reso possibile il fenomeno della globalizzazione nella misura in cui lo conosciamo. Cos come le riduzioni di costo e di tempo conseguite nel trasporto di persone hanno consentito massicci spostamenti di lavoratori e pi in generale di capitale umano da una parte allaltra del globo, e favorito altres la spettacolare crescita del settore turistico. Ho quindi condotto unanalisi delle decisioni antitrust relative al settore dei trasporti, suddividendo la casistica in base al comparto al quale esse si riferivano, cercando sempre di non perdere di vista i crescenti legami che esistono tra i vari comparti alla luce dellormai affermato fenomeno del trasporto multimodale. Dallanalisi svolta emerge innanzitutto come lassoggettamento del settore dei trasporti alla disciplina di tutela della concorrenza sia un fenomeno relativamente recente rispetto alle altre attivit economiche, laddove la ragione di tale ritardo risiede nel fatto che tradizionalmente questo settore era caratterizzato da un intervento pubblico diretto e da una pervasiva regolamentazione, a sua volta giustificata da vari fattori economici: le caratteristiche di monopolio naturale delle infrastrutture; le esigenze di servizio pubblico connesse allerogazione di molti servizi di trasporto; il ruolo strategico svolto dal trasporto sia di persone che di merci ai fini della crescita economica di un sistema. Si concretizza, inoltre, con riferimento ai trasporti marittimi e aerei, linadeguatezza della dimensione nazionale e comunitaria delle autorit competenti rispetto a comportamenti di impresa che spesso hanno effetti letteralmente globali. Le imprese marittime e aeree coinvolte nelle fattispecie da noi esaminate, infatti, in molti casi predisponevano, direttamente o mediatamente, tramite alleanze, collegamenti tra tutte le aree del mondo, individuando nellEuropa solo un nodo di un network ben pi ampio Da questa constatazione discende, a parere dello scrivente, limpossibilit per lautorit comunitaria e ancor pi per quella nazionale di individuare tutti gli effetti in termini di efficienza che la fattispecie concreta pu provocare, non includendo pertanto solo quelli evidenti sul mercato comunitario. Conseguentemente una reale applicazione del criterio di efficienza allattivit antitrust nel settore dei trasporti non pu prescindere da una collaborazione tra autorit a livello mondiale sia a fini di indagine che a fini di individuazione di alcuni principi fondamentali cui ispirarsi nello svolgimento della loro missione istituzionale. Capitolo 9. Conclusioni Lopera si chiude con lindividuazione delle evidenze e degli elementi emersi dalla trattazione considerati dallo scrivente maggiormente rilevanti nellambito dellattuale dibattito di economia positiva circa le principali problematiche che affiggono lintervento antitrust con particolare riferimento al suo rispetto del criterio di efficienza. Sono state altres proposte alcune soluzioni a quelle che sono, a parere dello scrivente, le principali carenze dellattuale configurazione dellintervento antitrust a livello europeo, sempre in una prospettiva di efficienza sia delle autorit competenti sia dei mercati in cui le autorit stesse cercano di mantenere o ripristinare condizioni di concorrenza effettiva. Da un lato il modello costituito dalla Commissione Europea, lautorit antitrust comunitaria, non replicabile n esente da critiche: la Commissione, infatti, rappresenta il Governo dellUnione Europea e come tale non pu ovviamente costituire un esempio di autorit indipendente e neutrale recepibile da parte degli Stati membri. Ci anche a prescindere dalla questione della sua legittimazione, che in questa sede non affrontiamo. Dallaltro in una prospettiva di efficienza dei mercati la crescente applicazione delle teorie economiche da parte delle autorit esaminate rimasta a un livello astratto, senza porre la dovuta attenzione alle specificit dei mercati rilevanti n tantomeno alle dinamiche interne alle singole imprese, con particolare riferimento alla loro capacit di rendere effettivi i guadagni di efficienza individuabili a livello potenziale, cos come prescrive la pi recente teoria economica applicata al diritto antitrust. Sotto il profilo dellapplicazione del criterio di efficienza si pu comunque affermare che levoluzione che ha avuto la prassi decisionale e la giurisprudenza, comunitaria e degli Stati membri, in materia antitrust stata caratterizzata dal loro progressivo avvicinamento alle tendenze sviluppatesi nelle agencies e nella giurisprudenza statunitense a partire dagli anni70, caratterizzate dalla valutazione degli effetti, piuttosto che della forma giuridica, dal riconoscimento del criterio di efficienza e dalla rule of reason quale approccio metodologico. Leffetto stato quello di determinare una significativa riduzione delle differenze inizialmente emerse tra le due esperienze, nate inizialmente sotto diverse prospettive politiche. Per quanto concerne specificatamente i trasporti sono emersi sotto il profilo economico due aspetti rilevanti, oltre al perdurante ritardo con cui il processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario che limita fortemente lintervento antitrust nel comparto, ma che esula dalla competenza delle stesse autorit antitrust. Il primo consiste nella spesso troppo rigida separazione tra comparti adottata dalle autorit. Il secondo lestensivo ricorso allessential facility doctrine nelle fattispecie riguardanti infrastrutture portuali e aeroportuali: la massimizzazione dellefficienza dinamica consiglierebbe in questi casi una maggiore cautela, in quanto si tratta di un paradigma che, una volta applicato, disincentiva la duplicazione e lampliamento di tali infrastrutture autoalimentandone il carattere di essenzialit. Ci soprattutto laddove queste infrastrutture possono essere sostituite o duplicate piuttosto facilmente da un punto di vista tecnico (meno da un punto di vista economico e giuridico), essendo esse nodi e non reti. Estata infine sottolineata linadeguatezza della dimensione nazionale e comunitaria delle autorit competenti rispetto a comportamenti di impresa che con riferimento ai trasporti marittimi ed aerei hanno effetti letteralmente globali. E di tutta evidenza che le autorit comunitarie e tantomeno quelle nazionali non sono da sole in grado di condurre le analisi quantitative necessarie ad una valutazione di tali condotte ispirata a un criterio di efficienza che tenga conto degli effetti di lungo periodo della fattispecie concreta. N tali autorit sono sufficientemente neutre rispetto alla nazionalit delle imprese indagate per poter giudicare sulla liceit o meno della condotta in questione senza considerare gli effetti della loro decisione sulleconomia interna, rendendo cos ancora pi improbabile un corretto utilizzo del criterio di efficienza. Da ultimo ho constatato come lapplicazione del concetto di efficienza giuridica imporrebbe di concepire autorit antitrust del tutto nuove, sganciate quanto pi possibile dallelemento territoriale, in grado di elaborare regole e standards minimi comuni e di permettere il controllo dei comportamenti di impresa in un contesto ampliato rispetto al tradizionale mercato unico, nonch ai singoli mercati nazionali. Il processo di armonizzazione a livello globale difficile e il quadro che attualmente viene formato ancora confuso e incompleto. Vi sono tuttavia sparsi segnali attraverso i quali possibile intravedere i lineamenti di una futura global governance della concorrenza che permetter, sperabilmente, di incrementare lefficienza di un sistema, quello antitrust, che tanto pi piccolo lambito in cui opera quanto pi si sta dimostrando inadeguato a svolgere il compito affidatogli. Solo il futuro, peraltro, ci consentir di verificare la direzione di sviluppo di questi segnali.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

La tesi si occupa della teoria delle ranking functions di W. Spohn, dottrina epistemologica il cui fine dare una veste logica rigorosa ai concetti di causalit, legge di natura, spiegazione scientifica, a partire dalla nozione di credenza. Di tale teoria manca ancora una esposizione organica e unitaria e, soprattutto, formulata in linguaggio immediatamente accessibile. Nel mio lavoro, che si presenta come introduzione ad essa, anche messa a raffronto con le teorie che maggiormente lhanno influenzata o rispetto alle quali si pone come avversaria. Il PRIMO CAPITOLO si concentra sulla teoria di P. Grdenfors, il pi diretto predecessore e ispiratore di Spohn. Questo consente al lettore di acquisire familiarit con le nozioni di base della logica epistemica. La conoscenza, nella teoria del filosofo svedese, concepita come processo di acquisizione ed espulsione di credenze, identificate con proposizioni, da un insieme. I tre maggiori fenomeni epistemici sono lespansione, la revisione e la contrazione. Nel primo caso si immagazzina una proposizione in precedenza sconosciuta, nel secondo se ne espelle una a causa dellacquisizione della sua contraddittoria, nel terzo si cancella una proposizione per amore di ipotesi e si investigano le conseguenze di tale cancellazione. Controparte linguistica di questultimo fenomeno la formulazione di un condizionale controfattuale. Lepistemologo, cos come Grdenfors concepisce il suo compito, fondamentalmente un logico che deve specificare funzioni: vale a dire, le regole che deve rispettare ciascun passaggio da un insieme epistemico a un successivo per via di espansione, revisione e contrazione. Il SECONDO CAPITOLO tratta infine della teoria di Spohn, cercando di esporla in modo esauriente ma anche molto semplice. Anche in Spohn evidentemente il concetto fondamentale quello di funzione: si tratta per in questo caso di quella regola di giudizio soggettivo che, a ciascuna credenza, identificata con una proposizione, associa un grado (un rank), espresso da un numero naturale positivo o dallo zero. Un rank un grado di non-credenza (disbelief). Perch la non-credenza (che comporta un notevole appesantimento concettuale)? Perch le leggi della credenza cos concepite presentano quella che Spohn chiama una pervasiva analogia rispetto alle leggi della probabilit (Spohn la chiama persino armonia prestabilita ed un campo su cui sta ancora lavorando). Essenziale il concetto di condizionalizzazione (analogo a quello di probabilit condizionale): a una credenza si associa un rank sulla base di (almeno) unaltra credenza. Grazie a tale concetto Spohn pu formalizzare un fenomeno che a Grdenfors sfugge, ossia la presenza di correlazioni interdoxastiche tra le credenze di un soggetto. Nella logica epistemica del predecessore, infatti, tutto si riduce allinclusione o meno di una proposizione nellinsieme, non si considerano n gradi di credenza n lidea che una credenza sia creduta sulla base di unaltra. Il TERZO CAPITOLO passa alla teoria della causalit di Spohn. Anche questa nozione affrontata in prospettiva epistemica. Non ha senso, secondo Spohn, chiedersi quali siano i tratti reali della causalit nel mondo, occorre invece studiare che cosa accade quando si crede che tra due fatti o eventi sussista una correlazione causale. Anche questultima fatta oggetto di una formalizzazione logica rigorosa (e diversificata, infatti Spohn riconosce vari tipi di causa). Una causa innalza lo status epistemico delleffetto: vale a dire, questultimo creduto con rank maggiore (ossia minore, se ci si concentra sulla non-credenza) se condizionalizzato sulla causa. Nello stesso capitolo espongo la teoria della causalit di Grdenfors, che per meno articolata e minata da alcuni errori. Il QUARTO CAPITOLO tutto dedicato a David Lewis e alla sua teoria controfattuale della causalit, che il maggiore avversario tanto di Spohn quanto di Grdenfors. Secondo Lewis la migliore definizione di causa pu essere data in termini controfattuali: la causa un evento tale che, se non fosse accaduto, nemmeno leffetto sarebbe accaduto. Naturalmente questo lo obbliga a specificare una teoria delle condizioni di verit di tale classe di enunciati che, andando contro i fatti per definizione, non possono essere paragonati alla realt. Lewis ricorre allora alla dottrina dei mondi possibili e della loro somiglianza comparativa, concludendo che un controfattuale vero se il mondo possibile in cui il suo antecedente e il suo conseguente sono veri pi simile al mondo attuale del controfattuale in cui il suo antecedente vero e il conseguente falso. Il QUINTO CAPITOLO mette a confronto la teoria di Lewis con quelle di Spohn e Grdenfors. Questultimo riduce i controfattuali a un fenomeno linguistico che segnala il processo epistemico di contrazione, trattato nel primo capitolo, rifiutando cos completamente la dottrina dei mondi possibili. Spohn non affronta direttamente i controfattuali (in quanto a suo dire sovraccarichi di sottigliezze linguistiche di cui non vuole occuparsi ha solo un abbozzo di teoria dei condizionali) ma dimostra che la sua teoria superiore a quella di Lewis perch riesce a rendere conto, con estrema esattezza, di casi problematici di causalit che sfuggono alla formulazione controfattuale. Si tratta di quei casi in cui sono in gioco, rafforzandosi a vicenda o concorrendo allo stesso effetto, pi fattori causali (casi noti nella letteratura come preemption, trumping etc.). Spohn riesce a renderne conto proprio perch ha a disposizione i rank numerici, che consentono unanalisi secondo cui a ciascun fattore causale assegnato un preciso ruolo quantitativamente espresso, mentre la dottrina controfattuale incapace di operare simili distinzioni (un controfattuale infatti vero o falso, senza gradazioni). Il SESTO CAPITOLO si concentra sui modelli di spiegazione scientifica di Hempel e Salmon, e sulla nozione di causalit sviluppata da questultimo, mettendo in luce soprattutto il ruolo (problematico) delle leggi di natura e degli enunciati controfattuali (a questo proposito sono prese in considerazione anche le famose critiche di Goodman e Chisholm). Proprio dalla riflessione su questi modelli infatti scaturita la teoria di Grdenfors, e tanto la dottrina del filosofo svedese quanto quella di Spohn possono essere viste come finalizzate a rendere conto della spiegazione scientifica confrontandosi con questi modelli meno recenti. Il SETTIMO CAPITOLO si concentra sullanalisi che la logica epistemica fornisce delle leggi di natura, che nel capitolo precedente sono ovviamente emerse come elemento fondamentale della spiegazione scientifica. Secondo Spohn le leggi sono innanzitutto proposizioni generali affermative, che sono credute in modo speciale. In primo luogo sono credute persistentemente, vale a dire, non sono mai messe in dubbio (tanto che se si incappa in una loro contro-istanza si va alla ricerca di una violazione della normalit che la giustifichi). In secondo luogo, guidano e fondano la credenza in altre credenze specifiche, che sono su di esse condizionalizzate (si riprendono, con nuovo rigore logico, le vecchie idee di Wittgenstein e di Ramsey e il concetto di legge come inference ticket). In terzo luogo sono generalizzazioni ricavate induttivamente: sono oggettivazioni di schemi induttivi. Questo capitolo si sofferma anche sulla teoria di legge offerta da Grdenfors (analoga ma embrionale) e sullanalisi che Spohn fornisce della nozione di clausola ceteris paribus. LOTTAVO CAPITOLO termina lanalisi cominciata con il sesto, considerando finalmente il modello epistemico della spiegazione scientifica. Si comincia dal modello di Grdenfors, che si mostra essere minato da alcuni errori o comunque caratterizzato in modo non sufficientemente chiaro (soprattutto perch non fa ricorso, stranamente, al concetto di legge). Segue il modello di Spohn; secondo Spohn le spiegazioni scientifiche sono caratterizzate dal fatto che forniscono (o sono finalizzate a fornire) ragioni stabili, vale a dire, riconducono determinati fenomeni alle loro cause e tali cause sono credute in modo persistente. Con una dimostrazione logica molto dettagliata e di acutezza sorprendente Spohn argomenta che simili ragioni, nel lungo periodo, devono essere incontrate. La sua quindi non solo una teoria della spiegazione scientifica che elabori un modello epistemico di che cosa succede quando un fenomeno spiegato, ma anche una teoria dello sviluppo della scienza in generale, che incoraggia a perseguire la ricerca delle cause come necessariamente coronata da successo. Le OSSERVAZIONI CONCLUSIVE fanno il punto sulle teorie esposte e sul loro raffronto. E riconosciuta la superiorit della teoria di Spohn, di cui si mostra anche che raccoglie in pieno leredit costruttiva di Hume, al quale gli avversari si rifanno costantemente ma in modo frammentario. Si analizzano poi gli elementi delle teorie di Hempel e Salmon che hanno precorso limpostazione epistemica. La teoria di Spohn non esente per da alcuni punti ancora problematici. Innanzitutto, il ruolo della verit; in un primo tempo Spohn sembra rinunciare, come fa esplicitamente il suo predecessore, a trattare la verit, salvo poi invocarla quando si pone il grave problema delloggettivazione delle ranking functions (il problema si presenta poich di esse inizialmente si dice che sono regole soggettive di giudizio e poi si identificano in parte con le leggi di natura). C poi la dottrina dei gradi di credenza che Spohn dice presentarsi unitamente alle proposizioni e che costituisce un inutile distacco dal realismo psicologico (critica consueta alla teoria): basterebbe osservare che i gradi di credenza sono ricavati o per condizionalizzazione automatica sulla base del tipo di fonte da cui una proposizione proviene, o per paragone immaginario con altre fonti (la maggiore o minore credenza infatti un concetto relazionale: si crede di pi o di meno sulla base di o rispetto a). Anche la trattazione delle leggi di natura problematica; Spohn sostiene che sono ranking functions: a mio avviso invece esse concorrono a regole di giudizio, che prescrivono di impiegare le leggi stesse per valutare proposizioni o aspettative. Una legge di natura un ingranaggio, per cos dire, di una valutazione di certezza ma non si identifica totalmente con una legge di giudizio. I tre criteri che Spohn individua per distinguere le leggi poi non sono rispettati da tutte e sole le leggi stesse: la generalizzazione induttiva pu anche dare adito a pregiudizi, e non di tutte le leggi si sono viste, individualmente, istanze ripetute tanto da giustificarle induttivamente. Infine, un episodio reale di storia della scienza come la scoperta della sintesi dellurea da parte di F. Whler (1828 ottenendo carbammide, organico, da due sostanze inorganiche, dimostra che non vera la legge di natura fini a quel momento presunta tale secondo cui sostanze organiche non possono essere ricavate da sostanze inorganiche) indice che le leggi di natura non sono sempre credute in modo persistente, cosicch per comprendere il momento della scoperta pur sempre necessario rifarsi a una teoria di tipo popperiano, rispetto alla quale Spohn presenta invece la propria in assoluta antitesi.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Con il presente lavoro di tesi mi sono proposto di realizzare la Dichiarazione Ambientale EMAS di gruppo per la EDISON Stoccaggio S.p.A. Nellaffrontare questa tematica, ho avuto modo di comprendere a pieno la crescente importanza strategica che lo stoccaggio di gas naturale sta sempre pi assumendo nei confronti della politica energetica nazionale ed internazionale. Il sistema degli stoccaggi, infatti, ha una duplice valenza: di riserva strategica, ai fini della sicurezza di approvvigionamento per il sistema energetico nazionale, e di riserva di modulazione, al fine di compensare fluttuazioni di domanda sia stagionali che di breve termine. Esso rappresenta quindi un fondamentale strumento di flessibilit per il sistema energetico nazionale. La mia attivit stata svolta giornalmente presso la Base Operativa di Edison Stoccaggio S.p.A situata nel comune di S. Giovanni Teatino (CH) dove si svolgono attivit di gestione integrata ed ottimizzata dei Siti Operativi del settore Stoccaggio Gas Naturale. Visite periodiche, al fine di raccogliere dati operativi necessari al mio lavoro, sono state effettuate presso i due siti di EDISON Stoccaggio S.p.A. nei quali si svolgono attivit di Stoccaggio e Produzione Gas Naturale: Centrale Gas di Cellino Attanasio (TE) e Centrale Gas di Collalto situata nel comune di Susegana (TV). La tesi strutturata in una prima parte nella quale viene presentata una rapida panoramica sullevoluzione e situazione europea attuale riguardante lo strumento di natura volontaria di Eco-gestione e sistema daudit noto come regolamento EMAS; in particolare mi sono soffermato sullo studio delle fasi da compiere per ottenere la registrazione EMAS, con particolare attenzione alla Dichiarazione Ambientale, fulcro delliter di registrazione, e oggetto principale del mio lavoro. Particolarmente laborioso stato infatti lo studio che stato necessario per produrre una Dichiarazione Ambientale che contenesse tutti i dati operativi dettagliati e aggiornati dellintera azienda Edison Stoccaggio S.p.A. Nella seconda parte dellelaborato vengono descritte quelle che sono le caratteristiche di una centrale di stoccaggio gas, al fine di poter comprendere a pieno le tipologie di attivit svolte con i loro relativi impatti ambientali e consumo di risorse, aspetti che, vengono trattati in modo dettagliato e risultano basilari nella Dichiarazione Ambientale. Nella parte riguardante la Dichiarazione Ambientale vengono esposte le linee guida e la struttura da seguire al fine di ottenere un documento completo e funzionale in modo che sia fruibile da tutti gli svariati interlocutori. A seguire viene presentata la Proposta di Dichiarazione Ambientale da me elaborata nel corso della esperienza avuta presso Edison Stoccaggio S.p.A. Gran parte del lavoro stato volto allanalisi dei dati operativi dellOrganizzazione Edison Stoccaggio S.p.A. al fine di produrre una Dichiarazione Ambientale pi dettagliata e particolareggiata possibile e che al contempo fornisca una chiara visione dinsieme di quelle che sono le attivit e gli aspetti ambientali riguardanti i siti dellAzienda. Sono stati esaminati nel dettaglio gli aspetti ambientali diretti e indiretti connessi allutilizzo di risorse ed a potenziali influenze per lambiente esterno, formulando infine un programma ambientale contenente obbiettivi di miglioramento e conseguenti interventi da attuare allo scopo di ottenere i risultati prefissati. A conclusione del lavoro stato inoltre presentato uno studio di fattibilit che prevede un analisi dei tempi necessari per lottenimento della certificazione e comprende i costi e gli interventi tecnici ritenuti necessari a seguito della visione dei documenti tecnico impiantistici, della conformit legislativa nonch dello stato attuale degli impianti.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Se il lavoro dello storico capire il passato come stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalit di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nellarea della multimedialit come la realt virtuale, permettono agli storici di comunicare lesperienza del passato in pi sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilit di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realt 3D pu suscitare, un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo per la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasivit di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma necessario riconoscere che esiste pi di una verit storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dellinformazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed su questi due binari che si muove lofferta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi proprio quello di esplorare, attraverso lutilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si pu raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa citt in particolare tra fabbrica e movimento operaio, inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in citt fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella citt, intesa come entit biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la citt: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorit, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni .... Il modello della citt qui rappresentata non una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realt modellata rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attivit di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e linformatica, nelle diverse opportunit tecnologiche che questa presenta. Le possibilit di ricostruzione offerte dal 3D vengono cos messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realt dellepoca presa in considerazione e convogliando in ununica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della citt dellepoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sullargomento attraverso lutilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessit di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della citt che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perci le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di uninterfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione delluso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nellapprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realt storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicit dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non pu farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunit di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso pi canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto una ricostruzione in realt virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi pu poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dallaspetto ludico della ricostruzione, apprendono con pi facilit. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e loggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui possibile costruire mondi virtuali, e che quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E stata utilizzata la versione gratuita delleditor. Il risultato finale del progetto un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. Lutente pu visitare ledificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di spettacolarizzazione degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersivit rendendo lambiente pi credibile e immediatamente codificabile. Larchitettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore , quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualit, La presenza di un certo numero di bug lo rende, per, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilit di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo pi ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto allestero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre pi rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sar in futuro una attivit alla portata di un pubblico sempre pi vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento pi immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio pi tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunit per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che lestetica abbia un effetto sullepistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Unanalisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati pu comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perch non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perch gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacit, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e levidenza. Perch gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con s, tuttavia, devono sviluppare unagenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica pu essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non pu fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa pi importante stata la possibilit di fare esperienze nelluso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare leggi universali dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico linformatica, con la sua capacit di gestire masse impressionanti di dati, d agli studiosi la possibilit di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione deccellenza per determinate fasce det (adolescenti). Volendo spingere allestremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una trib o di una citt. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie allinterattivit con il mezzo. La nostra capacit come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e levidenza. Perch gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare unagenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sar lunico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattivit consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

La conoscenza delle esigenze luminose (intensit, spettro, durata minima, massima ed ottimale del fotoperiodo di illuminazione) e della tolleranza alle condizioni degli interni delle piante ad uso decorativo, di fondamentale importanza per una giusta tecnica di progettazione (dimensionamento e dislocazione dei punti luce) dellindoor plantscaping. Il lungo periodo di condizionamento al quale queste piante vengono sottoposte, caratterizzato principalmente dalla scarsa disponibilit di luce naturale e dagli alti livelli di concentrazione di CO2 determina una forte influenza sui processi morfo-fisiologici. Il presente studio analizza il fattore luminoso ed articolato su pi punti quali; caratterizzazione della riposta fotosintetica allintensit luminosa di 21 delle principali specie a fogliame decorativo comunemente utilizzate nella realizzazione degli spazi verdi indoor, per stabilire quali siano i minimi ed ottimali livelli di PAR tali da garantire una fotosintesi netta positiva e nel complesso le condizioni di maggior benessere per le piante; quantificazione dellincremento fotosintetico netto dovuto ad una maggior concentrazione di CO2 negli interni rispetto alla concentrazione CO2 atmosferica esterna, allaumentare dell intensit luminosa artificiale sulle precedenti specie; monitoraggio dellandamento delle attivit fotosintetiche durante il periodo di illuminazione di 8 ore comunemente utilizzato in un interno ad uso lavorativo, a PAR costante e variabile in Ficus elastica e Dieffenbachia picta, al fine di stabilire quali possano essere le durate e le modalit di somministrazione della luce per rendere massima la fotosintesi netta riducendo al minimo i consumi energetici dovuti allaccensione delle lampade; valutazione della risposta morfo-fisiologica e fotosintetica a modificazioni dello spettro luminoso mediante luso di LED monocromatici colorati ad emissione nel bianco, blu e rosso in Ficus benjamina e Iresine herbistii al fine di stabilire se questo tipo di lampade possano essere utilizzate come fonte integrativa e/o sostitutiva nella realizzazione degli spazi verdi interni. Vengono analizzati il punto si compensazione alla luce (g), il punto di saturazione alla luce (s), lefficienza quantica (AQE), il punto di respirazione al buio (Rd) e la fotosintesi netta massima (A max) per (Aglaonema commutatum, Asplenium nidus, Anthurium andreanum, Begonia rex, Calathea luoise, Calathea veitchiana, Calathea rufibarba, Calathea zebrina, Codiaeum variegatum, Cthenanthe oppenheimiana, Dieffenbakia picta, Ficus benjamina, Ficus elatica, Ficus longifolia, Fittonia verschaffeltii, Iresine herbistii, Philodendron erubescens, Philodendron pertusum, Potos aureus, Spathiphillum wallisi, Syngonium podophillum ) e classificate le specie in funzione di Amax in quattro categorie; A max < 2 mol CO2 m-2 s-1, A max compresa tra 2 e 4 mol CO2 m-2 s-1, Amax cpmpresa tra 4 e 6 mol CO2 m-2 s-1, Amax > 6 mol CO2 m-2 s-1, al fine di mettere in risalto la potenzialit fotosintetiche di ogni singola specie. I valori di PAR compresi tra (g) ed (s) forniscono le indicazioni sulle quali basarsi per scegliere una giusta lampada o dimensionare un punto luce per ogni singola specie e/o composizione. stimata linfluenza di due livelli di concentrazione di CO2 ambientale (400 e 800 ppm) allincrementare dellintensit luminosa sul processo fotosintetico delle specie precedenti. Per quasi tutte le specie 800 ppm di CO2 non favoriscono nessun incremento allattivit fotosintetica ad eccezione di Ficus benjamina, Ficus elatica e Syngonium podophillum se non accompagnati da una disponibilit luminosa superiore alle 10 mol m-2 s-1. Viene monitorato landamento dellattivit fotosintetica a PAR costante e variabile (intervallando periodi di 8 minuti a PAR 40 e 80) durante 8 ore di illuminazione su Ficus elastica e Dieffenbachia picta al fine di stabilire la miglior modalit di somministrazione della luce. La fotosintesi netta cumulativa per lintera durata di illuminazione a PAR costante mostra un calo dopo alcune ore dallattivazione in Dieffenbackia, e un andamento oscillatorio in Ficus. Lilluminazione alternata consente di raggiungere i quantitativi di CO2 organicata a 80 mol m-2 s-1 di PAR, dopo 5 ore e mezza sia in Ficus che Dieffenbackia sebbene le potenzialit fotosintetiche delle due piante siano molto differenti. stato valutato leffetto dellilluminazione artificiale mediante LED (15W) a luce bianca, blu e rossa monocromatica in rapporto alla luce neon(36W) bianca tradizionale (con differenti abbinamenti tra le lampade) sui principali parametri morfologici e fisiologici, in Ficus benjamin Variegata e Iresine herbistii per verificare se tali fonti possono rappresentare una valida alternativa nella sostituzione o integrazione di altre lampade per gli spazi verdi indoor. Tutte le combinazioni LED indagate possono rappresentare unalternativa di sostituzione alla coltivazione con neon ed un risparmio energetico di oltre il 50%. Una PAR di 20,6 mol m-2 s-1 della singola lampada LED bianco sufficiente per mantenere la pianta in condizioni di sopravvivenza con un consumo di 15W a fronte dei 36W necessari per il funzionamento di ogni neon. La combinazione LED bianco + LED blu monocromatico favorisce il contenimento della taglia della pianta, caratteristica gradita nella fase di utilizzo indoor, una maggior produzione di sostanza secca e unattivit fotosintetica pi elevata.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi ha come oggetto la riqualificazione energetica e funzionale della scuola media statale P. Amaducci di Bertinoro e la realizzazione, allinterno della stessa area, di una scuola elementare che condivida, con la struttura esistente, spazi per attivit parascolastiche e sportive. Il lotto di intervento situato ai margini del centro urbano, circondato da unarea identificata dalla pubblica amministrazione come di possibile espansione residenziale; esso presenta diverse criticit, tra cui la poca sicurezza dei percorsi pedonali, la frammentariet del sistema degli spazi aperti, la mancanza di adeguate aree di sosta e di parcheggio. Grazie alla sua posizione elevata e alla collocazione allinterno di un ambito di interesse paesaggistico, dallarea si gode di unampia visuale sul territorio circostante, caratterizzato dalla coltivazione della vite. Lattuale scuola media statale P. Amaducci, realizzata nel 1990, un edificio di circa 17800 mc con disposizione planimetrica a corte aperta, sviluppato su tre piani, ad est del quale nel 2000 stato collocato un edificio a blocco di 12000 mc, che ospita un palazzetto dello sport di rilevanza provinciale. Nonostante la sua recente costruzione, la struttura presenta diverse carenze progettali, tra cui lo sfavorevole orientamento delle aule per la didattica, che determina un elevato livello di discomfort, la scarsa prestazione energetica che colloca ledificio in classe energetica E, e il generale sovradimensionamento del complesso e dei singoli spazi interni (circa 180% di spazio in pi rispetto a quanto previsto dal D.M.del 1975 sulledilizia scolastica. La scuola era originariamente progettata per ospitare tre sezioni, per un totale di 225 alunni; attualmente frequentata da solo 132 studenti, con conseguente mancata utilizzazione di una parte consistente delledificio. Gli obiettivi dellintervento sono quelli fissati dallAmministrazione comunale e consistono essenzialmente in: - Riunificazione della scuola media con la scuola elementare in un unico polo scolastico, mettendo in comune una serie di ambienti quali l'auditorium, la mensa, le aule speciali, ladiacente palazzetto dello sport. - Realizzazione di un ampliamento per la nuova scuola elementare, con capacit di 10 aule. Esso andrebbe realizzato a monte dell'attuale scuola media favorendo un ingresso separato dei due ordini di scuola. - Revisione di alcune soluzioni progettuali ed energetiche errate o non funzionali presenti nell'attuale struttura. A seguito di alcune analisi effettuate sulla popolazione di Bertinoro e sullaccesso ai plessi scolastici dalle frazioni vicine (Fratta Terme, Capocolle, Panighina) emersa la scarsa dinamica demografica del comune, la quale ha suggerito di prevedere la riduzione degli spazi destinati alla scuola media e lutilizzo dei locali eccedenti per ospitare aule per la didattica ad uso della nuova scuola elementare, prevedendo inoltre luso congiunto degli spazi per attivit parascolastiche tra le due scuole (mensa, biblioteca, auditorium e palestra) e progettando un ampliamento per ospitare le altre attivit necessarie al funzionamento della nuova scuola elementare. Il progetto ha assunto la sostenibilit e il minimo impatto sullambiente come principi generatori gli elementi del contesto naturale come risorse: mantiene ledificio adagiato sul declivio del terreno e valorizza la vista verso la vallata circostante, in modo da aprirlo sul paesaggio. Per limitare una delle criticit funzionali rilevate, il progetto si proposto di separare i percorsi pedonali da quelli carrabili inserendo zone filtro con la funzione di proteggere laccesso al polo scolastico e al palazzetto dello sport e, al fine di evitare la promiscuit delle utenze, di differenziare altimetricamente gli ingressi dei diversi edifici e di prevedere due parcheggi, uno a monte dellarea (di pertinenza della nuova scuola primaria), e uno a valle (ad uso degli utenti della scuola secondaria di primo grado e della palestra). Nella nuova configurazione spaziale delledificio esistente, le aule per la didattica sono collocate sul fronte principale orientato a sud-est e dotate di ampie aperture provviste di schermature studiate sulla radiazione solare locale. Per raggiungere un ottimo livello di illuminamento si scavato un canale di luce allinterno delledificio, che fornisce alle aule un apporto di luce naturale aggiuntivo rispetto a quello che entra dalle facciate. Sul fronte nord-ovest si localizzano invece le aule speciali e i servizi, affacciati sulla corte. Lingresso e il vano scala esistenti, in rapporto al volume ridimensionato della scuola media, risultano cos in posizione baricentrica. La tesi presenta due diverse ipotesi di ampliamento, che prevedono entrambe la collocazione dei nuovi volumi a monte delledificio esistente, connessi ad esso tramite lo spazio dellingresso e la localizzazione di quattro aule per la didattica in una parte delledificio esistente. Il primo progetto di ampliamento si propone di ridefinire e valorizzare la corte interna attraverso linserimento a monte delledificio esistente di un volume su un solo piano, che si va ad inserire nel profilo della collina, secondo il principio del minimo impatto sul paesaggio circostante. Il secondo progetto di ampliamento punta invece sulla continuit visiva tra gli spazi aperti e il paesaggio: per questo si collocato il nuovo volume, che si sviluppa su due piani (nella ricerca di un ottimale rapporto di forma) in adiacenza alledificio esistente,dando luogo ad un ampio spazio verde su cui si affacciano le aule esposte a sud-est.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Although in Europe and in the USA many studies focus on organic, little is known on the topic in China. This research provides an insight on Shanghai consumers perception of organic, aiming at understanding and representing in graphic form the network of mental associations that stems from the organic concept. To acquire, process and aggregate the individual networks it was used the Brand concept mapping methodology (Roedder et al., 2006), while the data analysis was carried out also using analytic procedures. The results achieved suggest that organic food is perceived as healthy, safe and costly. Although these attributes are pretty much consistent with the European perception, some relevant differences emerged. First, organic is not necessarily synonymous with natural product in China, also due to a poor translation of the term in the Chinese language that conveys the idea of a manufactured product. Secondly, the organic label has to deal with the competition with the green food label in terms of image and positioning on the market, since they are easily associated and often confused. Environmental protection also emerged as relevant association, while the ethical and social values were not mentioned. In conclusion, health care and security concerns are the factors that influence most the food consumption in China (many people are so concerned about food safety that they found it difficult to shop), and the associations Safe, Pure and natural, without chemicals and healthy have been identified as the best candidates for leveraging a sound image of organic food .

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Questo lavoro di tesi curriculare ripercorre attraverso lanalisi di tre progetti, che ho svolto durante il mio percorso di studi, le mie esperienze nellambito della riqualificazione di aree al margine del centro storico. In fase di tesi ho poi svolto un lavoro fotografico a supporto degli elaborati progettuali che ho invece redatto negli anni di corso dei laboratori. Il lavoro fotografico a posteriori da intendersi non tanto come approfondimento delle scelte progettuali effettuate, ma come un ripensamento e una riflessione sui luoghi sui quali ho precedentemente svolto i progetti. Per elaborare questo lavoro ho applicato le conoscenze che ho acquisito nel corso di Storia e Tecnica della Fotografia e nei workshop fotografici ai quali ho partecipato come studente. Dei tre progetti presi in esame, due sono stati svolti nei Laboratori di Progettazione (precisamente II e IV) e uno nel Laboratorio di Sintesi Finale. Come gi detto, questi tre progetti sono stati da me scelti perch accomunati dalla prossimit delle aree ai centri storici delle citt. Il carattere di queste aree di studio, composto da molteplici identit, frammentario e le identifica come aree di margine o di confine nelle quali si rende necessario un processo di analisi e di riqualificazione. In maniera differente e con risultati altalenanti, le amministrazioni stanno provvedendo a cercare di dare a questi luoghi un carattere di maggior omogeneit .

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Questo progetto nasce dalla volont di creare un oasi verde, dove poter studiare, fare ricerca e anche rilassarsi, distogliendo lattenzione dalla distesa di fabbriche ceramiche che si stagliano per chilometri quadrati su tutto il territorio del comparto ceramico reggiano-modenese. Lo scenario che si presenta a chi fruisce di questi luoghi , infatti, di straniamento. Si pervasi da un forte senso di alienazione ed inadeguatezza a causa delle dimensioni di alcuni fabbricati e dalla bicromia che ne caratterizzano gli spazi. Tali caratteristiche ambientali cozzano prepotentemente con la presenza di verde molto intenso, quasi boschivo, che compone il parco delle Salse di Nirano e gli spazi circostanti il Castello di Spezzano, distante solo qualche centinaia di metri dal complesso fioranese della Ferrari e quindi dal sito in esame. Fra gli obiettivi progettuali non mai stato prioritario salvaguardare le strutture industriali presenti sullarea, non tanto a causa dello scarso interesse architettonico dei manufatti, quanto conseguentemente alla considerazione che la tipicit di tali strutture ben rappresentata anche dalle fabbriche dellintorno. Lobiettivo prefissato proprio quello di infrangere questa monotonia, di organizzare spazi e, soprattutto, servizi, fino ad ora, totalmente assenti. Questa mancanza pu essere spiegata ricordando lindirizzo prettamente industriale dellarea, ma, analizzando attentamente le emergenze limitrofe allarea in questione, facile notare come la cittadella Ferrari, ad esempio, abbia cominciato a dare al problema una risposta molto forte dal punto di vista architettonico. Nonostante questa parziale risignificazione del territorio, la separazione fra topos urbano - residenziale e industriale allinterno del Distretto fin troppo marcata. Va detto anche che la totale carenza di luoghi per poter camminare, magari riflettendo sui temi oggetto di ricerca, e per poter vivere allaria aperta, induce a progettare una soluzione destinata a ovviare al problema. Ne consegue quindi una forte deficienza di infrastrutture, come i parcheggi, di luoghi dedicati al divertimento o anche solo al tempo libero. Proprio per questo motivo, fra i propositi c anche quello di integrare il progetto con qualche soluzione in favore di questa problematica, come un polo sportivo che comprenda palestre e piscine. Il contesto, caratterizzato dalla presenza del circuito, che ha risonanza internazionale, suggerisce di optare per una struttura planimetrica lineare: ci va a massimizzare il contatto fra superficie degli edifici e lintorno. Sviluppando questa linearit, prende corpo la problematica di creare una rotazione circa a met della linea dasse; in primo luogo per assecondare la morfologia dellarea e del contesto, mantenendo inalterati gli edifici situati a nord, e, non meno importante, assegnare il giusto orientamento allambito residenziale, che per la sua architettura dovr essere rivolto perfettamente verso sud. Spostando poi lo sguardo verso gli stabilimenti della Rossa, la via Giardini offre numerosi spunti progettuali. Porta a essere ripensata, lungo i suoi margini, per rapportarla meglio al contesto Ferrari, che , a sua volta, legato indissolubilmente a quello che si trova al di l di tale asse viario; il Circuito di Fiorano e il progetto del centro ricerca. Per questo motivo risulta una priorit anche la progettazione di percorsi pedonali che colleghino il centro degli stabilimenti Ferrari con larea del circuito, in modo da favorire la fruibilit di questo luogo di indubbio fascino e carico di storia. In conclusione, il progetto dovr sviluppare un articolazione che consenta di percepire larchitettura in movimento. La volont progettuale chiaramente scenografica e si occuper anche del rapporto fra tecnica e uomo (macchina/natura). La necessit percepita quella, dunque, di creare un impianto di forte espressivit per sanare una situazione urbana lacerata e caotica. La vastit dellarea in esame permette di incrementare la presenza di entit naturali ad esempio con laggiunta dellenorme vasca dacqua che pu essere utilizzata direttamente anche per scopi funzionali al centro ricerca. Larticolazione progettuale si rivela perci molto sfaccettata e ricca di spunti.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

Questo lavoro nasce principalmente da un legame affettivo e di parentela che mi lega alla figura di Mario Giacomelli e alla sua grande opera di fotografo che lo ha portato a raggiungere un ruolo fondamentale nella storia della fotografia contemporanea. Ricordo che sin da quando ero bambino rimanevo affascinato dalle sue opere, da quei paesaggi fotografati in bianco e nero, da quelle sagome dei pretini che sembrano danzare nel vuoto, il tutto per senza capire la vera importanza di quello che avevo davanti ai miei occhi e ignorando completamente tutto linteresse, le critiche e i dibattiti che quegli scatti accendevano in quegli anni, al punto di venire addirittura esposti in quello che si pu definire il museo di arte moderna per antonomasia, ovvero il MoMa, in fondo per me non era altro che uno zio. Il ricordo mi porta nella sua piccola e buia Tipografia Marchigiana, in pieno centro storico a Senigallia, proprio dietro il Municipio, dove lo trovavo sempre indaffarato con timbri, foto e oggetti di ogni tipo, sommerso in un caos primordiale. incredibile pensare come in quel minuscolo negozio siano passati tutti i pi grandi personaggi della fotografia italiana, quali Giuseppe Cavalli, Ferruccio Ferroni, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna; dietro quella facciata di piccola bottega si nascondeva un universo parallelo che entrava in contatto con le pi importanti gallerie e musei di arte contemporanea del mondo. Oggi al suo posto c una Parrucchieria. Molte cose sono cambiate, io ho capito, aim in ritardo, limportanza del personaggio che ho avuto la fortuna di conoscere e di avere come parente. La citt stessa si accorta solo dopo la morte, come spesso accade, di quale formidabile artista ha cresciuto, un artista che sempre rimasto fedele alla sua terra di origine, che ha rappresentato una fonte inesauribile di spunti per la sua opera fotografica. A quel punto si scatenato un turbinio di conferenze, mostre e pubblicazioni sul lavoro di Giacomelli, tanto che sarebbe rimasto impossibile a chiunque non capire il peso che questa figura ha ancora oggi per la citt. Proprio lo scorso Novembre ricorso il decennale della sua scomparsa e in questa occasione si dato il via ad una infinita serie di iniziative, mostre, conferenze e pubblicazioni dedicate alla figura del fotografo senigalliese, ribadendo la necessit per la citt di dotarsi di uno spazio idoneo ad ospitare questi eventi. In una recente intervista condotta dal quotidiano Il Resto del Carlino, Simone Giacomelli, figlio del fotografo, ha sottolineato lurgenza della creazione di uno spazio dedicato alle fotografie del padre Io lavoro molto con l'estero e sono in contatto con appassionati che arrivano da tutto il mondo per ammirare le foto di Giacomelli. C' un gruppo di studenti che mi ha contattato dall'Australia. Ho dovuto dire di aspettare perch in citt c' una raccolta di foto al Museo mezzadria ed una parte al Museo dell'informazione. Manca un luogo dove si possa invece vedere tutta la produzione.. Con queste premesse il progetto per un Centro Internazionale della Fotografia non poteva che essere a Senigallia, non tanto per il fatto di essere la mia citt, alla quale sono molto legato, quanto per lessere stata la culla di un grande artista quale Mario Giacomelli, dalla quale non si mai voluto allontanare e che ha rappresentato per lui la fonte di ispirazione di quasi tutte le sue opere. Possiamo dire che grazie a questo personaggio, Senigallia diventata la citt della Fotografia, in quanto non passa settimana senza che non venga presentata una nuova iniziativa in ambito fotografico e non vengano organizzate mostre di fotografi di calibro internazionale quali Henri Cartier Bresson, Ara Guler, etc Ecco quindi motivato il titolo di Internazionale attribuito al museo, in quanto da questo cuore pulsante si dovranno creare una serie di diramazioni che andranno a collegare tutti i principali centri di fotografia mondiali, favorendo lo scambio culturale e il dibattito. Senigallia una citt di modeste dimensioni sulla costa adriatica, una citt dalle grandi potenzialit e che fa del turismo sia balneare che culturale i suoi punti di forza. La progettazione di questa sede museale mi ha permesso di affrontare e approfondire lo studio storico della citt nella sua evoluzione. Da questa analisi emerso un caso molto particolare ed interessante, quello di Piazza Simoncelli, un vuoto urbano che si presenta come una vera e propria lacerazione del tessuto cittadino. La piazza infatti stata sede fino al 1894 di uno dei quattro lotti del ghetto ebraico. Cambia quindi il ruolo del sito. Ma la mancata capacit aggregativa di questo vuoto, data anche dal fatto della mancanza di un edificio rappresentativo, ne muta il ruolo in parcheggio. E la storia di molti ghetti italiani inseriti in piani di risanamento che vedevano la presenza del costruito antecedente, come anomalia da sanare. E la storia del ghetto di Roma o di quello di Firenze, che sorgeva nel luogo dellattuale Piazza della Repubblica. Tutti sventrati senza motivazioni diverse che non la fatiscenza dellaggregato. A Senigallia il risultato stato una vera e propria lacerazione del tessuto urbano, giungendo alla produzione di un vuoto oppositivo al resto della citt, che ha portato la perdita della continuit spaziale, se non si vuole poi far riferimento a quella culturale. Il mio intervento quindi vede nel legame con la storia e con lidentit del luogo un punto fondamentale di partenza. Da queste basi ho cercato di sviluppare un progetto che ha come presupposto il forte legame con la memoria del luogo e con le architetture locali. Un progetto che possa rappresentare un polo culturale, un cuore pulsante dove poter sviluppare e approfondire le conoscenze fotografiche, dal quale poter entrare in contatto con tutti i principali centri dedicati alla fotografia e nel quale poter tenere sempre vivo il ricordo di uno dei pi importanti artisti che la citt ha avuto la fortuna di crescere.

Relevância:

100.00% 100.00%

Publicador:

Resumo:

La storia naturale dellepatopatia HCV-relata passa dallepatite cronica alla cirrosi ed eventualmente allepatocarcinoma fino ad arrivare alla possibile necessit del trapianto di fegato. HCV non esercita citolisi diretta, pertanto i fattori immunologici giocano il duplice ruolo di determinare levoluzione dellinfezione e il danno epatico. Allinterno del sistema immunitario esistono linfociti in grado di inibire lattivazione delle cellule effettrici modulando la risposta immunitaria; la popolazione regolatoria meglio conosciuta costituita dai cosiddetti T-reg caratterizzati dal fenotipo CD4+CD35hiFoxp3+. Scopo di questo studio stato determinare fenotipo e funzione dei T-reg, valutandone le correlazioni con caratteristiche cliniche e parametri biochimici e virologici, nelle diverse fasi della malattia epatica da HCV, a partire dallepatite cronica, passando per la cirrosi, lepatocarcinoma e terminando con il follow-up post-trapianto di fegato. Sono stati reclutati 80 pazienti con infezione cronica da HCV non in trattamento antivirale, di cui 52 con epatite cronica, 12 con cirrosi e 16 con epatocarcinoma. Di questi, 11 sono andati incontro a trapianto di fegato e sono stati poi seguiti fino a 36 mesi di follow up. Ventinove soggetti avevano transaminasi persistentemente nella norma e 28 mostravano ALT costantemente oltre 2.5x i valori normali. Quaranta donatori di sangue sono stati utilizzati come controlli sani. Marcatori di superficie (CD4, CD25) ed intracellulari (Foxp3) sono stati valutati in citofluorimetria su sangue intero periferico per tutti i soggetti al basale ed ogni 2-4 settimane dopo trapianto. In una quota di pazienti i T-reg sono stati estratti dai linfociti del sangue periferico con metodi immunomagnetici e la loro funzione valutata come percentuale di inibizione di proliferazione e produzione di IFN- da parte delle cellule bersaglio CD4+CD25- in esperimenti di co-coltura effettuati al basale e dopo 24-36 settimane dal trapianto. La percentuale di T-reg e lespressione del Foxp3 sono risultate aumentate nei soggetti con HCV rispetto ai controlli sani, in particolare in coloro con cirrosi, HCC e nei pazienti con transaminasi normali indipendentemente dallo stadio di malattia, correlando inversamente con i livelli di transaminasi e direttamente con il punteggio MELD. La produzione di IFN- incrementata in tutti i pazienti HCV ma efficacemente controllata solamente dai T-reg dei pazienti con transaminasi normali. Dopo il trapianto di fegato, si verifica una precoce e reversibile riduzione delle T-reg circolanti. Alla 24ma e 36ma settimana dal trapianto la percentuale dei T-reg circolanti sovrapponibile al basale e i loro effetti, sia in termini di proliferazione che di produzione di IFN-, sulle cellule bersaglio, gi dotate di una ridotta attivit intrinseca, appaiono particolarmente incisivi. In conclusione, lepatopatia cronica da HCV caratterizzata da una popolazione di T-reg espansa che per, con leccezione dei soggetti con transaminasi normali, non appare in grado di limitare il danno epatico immuno-mediato e potrebbe favorire lo sviluppo e la crescita di lesioni tumorali nei pazienti con malattia avanzata. Il trapianto di fegato, probabilmente a causa della terapia immunosoppressiva, si associa ad un marcato e transitorio declino dei T-reg le cui numerosit e funzione vengono completamente recuperate a sei mesi dallintervento. La migliore conoscenza dei meccanismi alla base delle cinetica e della funzione delle cellule regolatorie potr fornire utili strumenti per il loro utilizzo come adiuvanti nella terapia dellepatopatia cronica HCV relata.