999 resultados para TRAUMATISMOS DEL CUELLO - DIAGNOSTICO


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La presente tesi ha come obiettivo quello di illustrare il flusso informativo che gestisce lo scambio dei dati relativi a cure radioterapiche nell’ambiente di medicina nucleare. La radioterapia comprende tutte quelle cure a base di sostanze radioattive o radiazioni che vengono somministrate a scopo diagnostico o terapeutico. Le due tecniche più utilizzate sono la brachiradioterapia e la radioterapia a fasci esterni. La prima è utilizza solo in casi selezionati di tumori direttamente accessibili e la sua caratteristica principale è la rapida diminuzione della dose con l'allontanarsi dalla sorgente, la seconda tecnica invece consiste nell’irradiare la zona interessata dall’esterno, utilizzando come sorgente di radiazioni una macchina chiamata acceleratore lineare, posta all’esterno del corpo del paziente. Questa terapia ha come obiettivo primario quello di ottenere la migliore distribuzione di dose nel volume bersaglio, risparmiando quanto più possibile i tessuti sani. Già dalla nascita della radioterapia, questa tecnica era caratterizzata dalla presenza di immagini digitali, cioè al contrario di altri reparti radiologici dove le immagini diagnostiche venivano impresse su pellicole, qui le informazioni circolavano già in formato elettronico. Per questo motivo già da subito si è avvertita l’esigenza di trovare una modalità per lo scambio, in maniera efficiente e sicura, di dati clinici per organizzare al meglio la cura del paziente e la pianificazione, anche con macchinari di diversi produttori, del trattamento radioterapico. In tutto questo ha svolto un ruolo fondamentale la proposta di IHE del framework di medicina nucleare, dove si dettavano linee guida per coordinare in maniera semplice e vantaggiosa l’integrazione informativa dei vari attori del processo di cura radioterapico.

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La branca della ricerca impegnata sul fronte riguardante lo studio della proliferazione dei tumori, si è confrontato negli ultimi anni con una forma di patologia in crescente diffusione a livello mondiale. In particolare si è messo in evidenza che, per quanto riguarda la popolazione femminile, la tipologia più diffusa di tumore colpisce il seno e, se non individuata in tempo, rende molto difficile la sopravvivenza dei soggetti in cui si manifesta. Tutto questo ha portato gli studiosi a sviluppare metodologie di intervento sempre più accurate e specifiche nel tentativo di far fronte a queste complesse situazioni. In particolare, un ruolo molto importante per la diagnosi, è ricoperto dalla Mammografia Digitale ( Digital Mammography): una tecnologia biomedicale principalmente deputata allo screening preventivo, in grado di individuare il tumore al suo stato iniziale e di aumentare quindi la probabilità di una completa guarigione. Tale tecnica si è evoluta di pari passo con i grandi progressi nell’ambito dell’ingegneria biomedicale e dell’informatizzazione dei processi all’interno delle strutture ospedaliere. Questa tesi si propone di descrivere il funzionamento e le normative che regolamento la Digital Mammography, seguendone il processo di integrazione all’interno del panorama clinico sanitario. Si propone inoltre di mettere in evidenza le grandi potenzialità che essa è in grado di presentare a scopo diagnostico se correttamente interfacciata agli altri sistemi che attualmente caratterizzano il parco clinico nelle strutture ospedaliere. L’analisi è stata condotta partendo dagli aspetti che riguardano la trasmissione delle informazioni e delle immagini digitali, passando attraverso la necessità di un ambiente omogeno e funzionale all’interno del quale tali dati possano essere condivisi, fino ad arrivare all’esaminazione degli standard che rendono possibile una condivisione il più possibile diffusa delle informazioni in ambito ospedaliero. L’ultima parte della trattazione intende valutare una tecnica per l’allineamento dei profili del seno relativi ad una stessa paziente, ma provenienti da acquisizioni temporalmente distinte, con lo scopo di fornire uno strumento di diagnosi più efficace e funzionale.

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Negli ultimi decenni la nanotecnologia contestualizzata nel campo medico ha rivolto le sue applicazioni alla cura e alla diagnosi del cancro. In questo elaborato di tesi sono passati in rassegna lo stato dell'arte riguardante le attuali metodologie di cura e di diagnosi nonché le caratteristiche biologiche fondamentali del cancro.Inoltre sono approfonditi tutti gli aspetti innovativi e le potenzialità della nanomedicina e delle nanotecnologie che negli anni hanno dato risultati promettenti e che in futuro potranno consentire un nuovo tipo di approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare basato su una diagnosi precoce e su una terapia personalizzata.

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Durante la mia tesi mi sono occupata di una grave patologia, l’Aneurisma Cerebrale, che rappresenta una delle principali cause di ospedalizzazione provocando il 10/12% della mortalità globale annua nei paesi industrializzati. In Italia , l’incidenza di aneurismi cerebrali è di 100.000 nuovi casi all’anno. In generale , nei paesi industrializzati, la prevalenza è stimata a circa 600 per 100.000 abitanti . Tuttavia la prevalenza degli aneurismi cerebrali nelle popolazioni in generale , è molto più elevato stimato intorno al 2,3%,il che suggerisce indirettamente che la maggior parte degli aneurismi non va mai incontro a rottura. Negli ultimi vent’anni lo sviluppo della tecnologia ha visto significativi progressi che ci hanno permesso di agire sul problema in modo sempre migliore. Nei primi capitoli ho descritto alcune apparecchiature biomediche che sono di fondamentale importanza nello studio degli aneurismi cerebrali, mettendo in evidenza le varie peculiarità che le contraddistinguono. A seguire, ho parlato del trattamento endovascolare, che consiste nell’esclusione della cavità aneurismatica dal flusso di sangue, il quale viene incanalato in una protesi posizionata all’interno del lume vasale eliminando il rischio di rottura o di embolizzazione di materiale trombotico proveniente dalla sacca aneurismatica. I vantaggi della tecnica endovascolare consistono nella minore invasività rispetto alla tecnica chirurgica standard, la craniotomia. A fronte di ciò, si deduce quanto l’ingegneria biomedica sia una disciplina in evoluzione. Le condizioni di vita delle persone che subiscono questi tipi di interventi sono notevolmente migliorate ottenendo risultati di completa o semi-completa guarigione.

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Esta investigación se propone analizar, en las instancias I y II de Francés del Profesorado de Arte con Orientación en Danzas Clásicas, el proceso de adquisición de la lengua francesa en lo referido a las estructuras morfo-sintácticas y contenidos léxicos propios de la especialidad de los alumnos. La necesidad de la enseñanza de esta lengua surge del hecho de que, por razones históricas y técnicas, el francés se utiliza internacionalmente para designar los pasos y figuras de la danza clásica. Pero, por otra parte, el aprendizaje de este idioma debe también facilitar el acceso a saberes específicos e información actualizada, articulándose en forma directa con los contenidos propios del campo disciplinar de los destinatarios del curso. Por lo tanto, la enseñanza del francés responde, según la demanda institucional, a criterios de utilidad instrumental, dado que los alumnos deberán emplear este vocabulario de especialidad, tanto en el código oral como en el código escrito, en su futuro desempeño profesional, y además necesitarán desarrollar habilidades y estrategias de lectura destinadas a posibilitar el acceso al contenido de documentos de carácter disciplinar redactados en la lengua estudiada. Se trata pues de un curso de francés con objetivos específicos (FOS), pero estos objetivos y los contenidos correspondientes difieren en gran medida de los de la asignatura Francés Instrumental, que se dicta en las carreras de grado de las universidades argentinas Por lo tanto, en este trabajo se procurará analizar los siguientes aspectos: adquisición y / o afianzamiento del vocabulario en francés relacionado con la especialidad, desarrollo de habilidades orales mediante la práctica de la pronunciación, la acentuación, la entonación y el ritmo propios de la lengua francesa, descubrimiento y adquisición de las estructuras y reglas generales y frecuentes de la lengua extranjera, adquisición de estrategias de lecto-comprensión de textos disciplinares redactados en francés, incluyendo las capacidades de inferir y de analizar el paratexto como factores de recuperación de conocimientos previos. Este análisis deberá conducir a un diagnostico de dicho proceso y a la propuesta de acciones que, ya sea que se circunscriban a la cátedra o que se extiendan al campo institucional o interinstitucional, tengan por finalidad optimizar la enseñanzaaprendizaje del francés con los objetivos específicos anteriormente señalados. TABLA DE MATERIAS

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Actividades desarrolladas durante el período: actividades con financiamiento del ministerio de Educación de la Nación y Universidad Nacional de Misiones (UNaM.):durante 2010 se realizaron las tareas previstas en los proyectos cuyo financiamiento fue obtenido en 2009 Planificación interpretativa de circuitos turísticos locales. Misiones. 2009. Programa de Voluntariado universitario. Secretaría de Políticas Universitarias. SPU. Ministerio de Educación de la Nación. Nº de resolución de rectorado: 1553/09. Articulaciones para el Plan de manejo integrado de las misiones jesuíticas Santa María y Santos Mártires en Misiones Argentina. UNaM. Programa de fortalecimiento a la extensión universitaria. PROFAE 2009. Nº de Resolución del CD: 1790/09. Planificación interpretativa del centro de visitantes de Santa María la Mayor. Misiones. UNaM. Programa de fortalecimiento a la extensión universitaria. PROFAE 2009. Nº de Resolución: Nº de Resolución del CD: 1790/09. AECID: Actividades con Financiamiento de la Agencia Española de Cooperación Internacional para el desarrollo: Durante 2009 el equipo ha presentado a la Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo (AECID)2 una propuesta denominada: Proyecto de activación patrimonial: Santos Mártires del Japón, Santa María La Mayor y Nuestra Señora de la Concepción del Ibitiracuá, por considerar conveniente y sumamente positivo trabajar en conjunto con AECID ya que permitiría articular los esfuerzos de las instituciones implicadas: Gobiernos municipales y provincial, UNaM y actores locales. Por ello se han combinado los recursos de la Universidad con los del financiamiento otorgado por AECID para llevar adelante los proyectos; Formación y capacitación: el equipo desarrolla permanentemente acciones de formación y perfeccionamiento durante 2010; Diagnóstico situacional referido al área del proyecto: durante esta etapa nos propusimos ampliar el equipo de profesionales a los efectos de elaborar lineamientos que contribuyan al diagnostico para el ordenamiento territorial del área proyecto. En principio nos habíamos propuesto obtener los servicios profesionales de un economista y un, ingeniero agrónomo o forestal a los efectos de que colaboren desde de sus respectivas áreas temáticas en la elaboración de la agenda de proyectos sociales básicos.

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Objetivo: Analizar la mortalidad en la Unidad de Cuidados Intensivos (UCI) del Hospital Central de Mendoza y evaluar el valor predictivo de la escala APACHE II (Evaluación Fisiológica Aguda y de Salud Crónica). Material y Método: Se realizó un estudio retrospectivo y observacional de los pacientes ingresados a la Unidad de Cuidados Intensivos del Hospital Central de Mendoza, desde el 01/11/06 hasta el 31/03/08. Se calculó la distribución de sexos y de edades de la muestra, la estadía promedio, principales motivos de ingreso a la UCI y la puntuación APACHE II en las primeras 24 horas de internación. Se calculó la mortalidad esperada y la mortalidad obtenida global y se analizó el coeficiente entre ambas mortalidades. Resultados: Se incluyeron 904 pacientes, 61,82% masculinos y 38,18% femeninos, con una edad media 46 años (±19,36). Estadía promedio en la UCI 8,5 días promedio. El principal motivo de internación fueron los Traumatismos Encéfalocraneanos (TEC) con un 27,7% del total (86% asociados a politraumatismo grave). La mortalidad global obtenida fue del 41,48% vs. 24,08% esperable, con un coeficiente de mortalidad de 1,72 (p<0,0001). Conclusiones: La UCI estudiada presenta por las características de la población asistida un elevado índice de mortalidad global. La mortalidad obtenida fue 72% mayor a la mortalidad esperable según la puntuación APACHE II, demostrando esta Escala un bajo valor predictivo en nuestra UCI. La diferencia entre mortalidades podría parcialmente explicarse por la alta prevalencia de entidades con mortalidades subvaloradas por este modelo pronóstico, como pacientes politraumatizados y neurocríticos. En nuestro estudio, la Escala APACHE II presentó una franca subestimación de la mortalidad en ambas patologías. Sugerimos la realización de un estudio de regresión logística local para determinar un factor de corrección y/o adicionar puntos al valor APACHE II según el diagnóstico de ingreso del paciente. Asimismo, proponemos evaluar el empleo de medidas alternativas para predecir mortalidad, como sistemas de tercera generación (por ejemplo: APACHE III, MPM II y SAPS II).

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El presente trabajo consiste en la descripción y análisis del concepto de trauma desde dos disciplinas diferentes, desde cuya comparación y contrastación nos proponemos arribar a una definición posible. Partimos del problema que ha dado en llamarse la generalización actual del trauma, problema que comporta un insoslayable interés teórico y clínico pero también implica una dimensión ética. Hablar de trauma en la época supone tomar una posición desde la cual se enunciará dicho término, posición que determina tanto una definición comoun modo de abordaje del fenómeno descripto. Nuestro objetivo será entonces concluir en una definición del concepto desde el psicoanálisis, tras revisar las críticas que pueden realizarse a la definición psiquiátrica que emerge de los manuales de clasificación diagnóstica. Cuando las referencias que nos guían son aquellos manuales psiquiátricos, la descripción se basa fundamentalmente en un conjunto de ítems que definen qué entender por síndrome por estrés postraumático y generalizan para toda una serie de acontecimientos una misma interpretación y una respuesta estandarizada sobre qué hacer y cómo intervenir en esos casos. Si, en cambio, pretendemos abordar estas cuestiones desde la teoría psicoanalítica, es imposible afirmar que existan traumatismos estándares así como tampoco podemos sostener que lo traumático se refiera a un acontecimiento. Se nos torna imprescindible introducir allí al sujeto y por lo tanto a su particularidad, adquiriendo entonces el trauma, un estatuto diferente. Abordar la cuestión por la vertiente estructural nos conduce, asimismo, a una posición diferente en la dirección de la cura. Nos proponemos llevar a cabo el trabajo a partir de una viñeta clínica, luego introducir las posiciones anteriormente mencionadas, y desde allí avanzar hacia una definición posible de trauma y una alternativa clínica de intervención. Será la contrastación de las posiciones la que permitirá decidir sobre aquellos argumentos que solventen las críticas y decidir sobre los elementos que comportarán nuestra definición. Hemos elegido la presentación de una viñeta clínica en tanto ella se ajusta perfectamente a los ítems consignados en los manuales psiquiátricos. Sin embargo, la conclusión a la que logramos arribar tras introducir la concepción psicoanalítica, es que sólo haciendo un recorte específico de dicha presentación podremos sostener que se trata de una presentación traumática. Es si y sólo si consideramos los dichos del paciente respecto del acontecimiento vivido que podremos decir que allí aconteció algo del orden de lo traumático. Y es porque consideramos que es preciso siempre considerar esos dichos que comenzamos el trabajo partiendo de una breve presentación clínica. Lo anteriormente afirmado constituye la especificidad del método psicoanalítico: no son hechos fácticos los que estudiamos, sino que la realidad que compete al psicoanálisis es la realidad discursiva. Tal es el principal argumento por el cual no serán los acontecimientos en sí mismos los traumáticos para todos los sujetos por igual, sino cómo se inscribe para cada uno el encuentro con lo real. Hay siempre una implicación del sujeto en aquello que le acontece, y es sólo por esa vía que el analista puede intervenir poniendo a hablar al paciente, único modo en el que se puede intentar reinventar algo allí donde lo que hay es un simple agujero, un vacío que por estructura habita al ser hablante

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En nuestro país, en 2011 se incorpora al calendario la vacuna del HPV (virus del papiloma humano) para las niñas de 11 años. Este evento acompaña la preocupación -a nivel mundial- vinculada a la incidencia del cáncer de cuello de útero, el que ocupa el segundo lugar como causa de muerte por cáncer en mujeres. La prevención pone en foco a niñas que aún no han iniciado las relaciones sexuales, cuestión que además de 'instalar' problemas relativos a la sexualidad en ese grupo etario, intersecta las especialidades médicas. En este trabajo interesa indagar el modo en que los profesionales de la salud (principalmente ginecólogos y obstétricas) de los Centros de Atención Primaria de la Salud (CAPS) abordan esta problemática en la consulta de jóvenes mayoritariamente no cubiertas por la vacuna. Considerando las limitaciones -ampliamente reconocidas- presentes en la atención de la salud sexual y reproductiva de jóvenes por parte de los equipos de salud, interesa indagar el lugar que ocupa el HPV en la atención de esta población y el modo en que los profesionales de los CAPS plantean el diagnóstico, tratamiento y prevención. Asimismo, plantea una aproximación cualitativa entrevistando a aquellos profesionales del equipo de salud que se consideran competentes en el tema, por medio de un cuestionario semiestructurado

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En la zona comprendida entre las isoyetas de 500 mm a 300 mm, perteneciente a la provincia fitogeográfica del Monte, una población rural de 6.845 habitantes, 9 del total provincial, con una densidad de 0,2 hab /km2, habita los cinco departamentos del centro y extremo oeste de La Pampa, cuya superficie abarca el 38 de la provincia. Su economía de subsistencia se desarrolla sobre campos naturales, con una ganadería de bovinos, caprinos, ovinos y equinos. La población presenta un alto grado de dispersión y un significativo aislamiento respecto de los centros más poblados. El objetivo a cumplir, modificar las condiciones de vida de los "crianceros", hace necesaria la aplicación de pautas que permitan convertir estas economías de subsistencia en pequeños emprendimientos ganaderos con aceptables índices de rentabilidad mediante el uso más eficiente del medio y sus recursos. Esta estructura productiva ha de permitir una relación más solidaria entre los ganaderos, una mayor libertad en la toma de decisiones y una mayor independencia económica. La consolidación estable de este proyecto y el logro de sus objetivos redundarán en un mejor manejo del ecosistema, así como en un marcado mejoramiento de la calidad de vida de estos alejados productores rurales.