998 resultados para Le Caire (Egypte) -- Mosquée de Khayrbak -- Quartier de Bab al-Wazir


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Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare a fondo il concetto sovrastruttura ferroviaria senza ballast e sottolinearne pregi e difetti rispetto a quella tradizionale con pietrisco, al fine di identificare chiaramente quando e dove i sistemi senza massicciata forniscono prestazioni migliori. L'aumento dei costi di manutenzione delle sovrastrutture ferroviarie al giorno d'oggi stanno aprendo la strada a nuovi sistemi, la maggior parte sviluppati in paesi che hanno linee di velocità elevate e tanti altri paesi si stanno preparando per aggiornare le proprie linee esistenti, nonché per creare nuove linee ferroviarie ad alta velocità. In molti casi i sistemi senza ballast sembrano avere le potenzialità per offrire un servizio per linee ad alta velocità più efficiente rispetto alle tracce tradizionali con ballast, soprattutto a causa della loro maggiore stabilità strutturale, del basso bisogno di manutenzione e del lungo ciclo di vita. Il primo capitolo è dedicato alla descrizione della struttura del binario tradizionale con ballast analizzando gli strati che formano la sovrastruttura. Il secondo capitolo è dedicato alla descrizione di varie tipologie, utilizzate nel mondo, di sovrastrutture ferroviarie senza ballast, di ognuna di esse sono state elencate le caratteristiche costruttive e prestazionali. Il terzo capitolo è dedicato al confronto tra le due tipologie di sovrastruttura, sono state descritte le capacità elastiche e deformative delle due soluzioni, il degrado cui incorrono le due soluzioni, gli stati sollecitanti a cui sono sottoposte e la risposta delle stesse. Di particolare importanza è il confronto di costo dei due sistemi e il rumore e le vibrazioni generate da questi; infatti negli ultimi anni questi sono gli aspetti fondamentali su cui si basa la scelta di un sistema costruttivo; a seguito di questo confronto è stato possibile trarre le conclusioni.

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Las movilizaciones de noviembre-diciembre de 1995 en Francia contra el Plan Juppé fueron la primera gran revuelta en un país europeo contra el neoliberalismo. Con los trabajadores del sector público como eje de la protesta el movimiento se desplegó en base a la articulación combinada de huelgas y manifestaciones. Las reivindicaciones sectoriales se articularon en un discurso más general de defensa del servicio público y el interés general. Noviembre-diciembre de 1995 marcó el inicio de un ciclo de movilizaciones contra el neoliberalismo en Francia que testimonió su creciente pérdida de legitimidad.

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This article analyses the influence that different criticism stages of proceedings exert in the habits of theatre attendance. The study is based on the survey carried out specifically for this research in which 210 people, who attended a theatrical representation, were interviewed in three different theatres in the city of Valencia. The study has revealed the mouth to mouth importance in the decision of attending the theatre and its stronger influence on the audiences who less frequently go to theatrical representations. The results obtained have also made clear the existence of a narrow relation between the advice effect of the theatre critics and the patterns of attendance to the theatre, just like its bigger influence between theatres with commercial orientation and those which are addressed to the broad audiences.

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A chi appartieni quando sai di essere diverso? Quando percorri un sentiero altro dalle battute strade dei tuoi? Quando t’imbarchi o nasci altrove ma sai di non potervi restare per sempre? Vogliamo tutti appartenere o meglio essere parte di qualcosa. Dei nostri supereroi, dei nostri artisti preferiti, di un partito politico, di una famiglia. Appartenere è percorrere un cammino comune, sentire di non essere soli. Gli uomini chiamano “radici” questa filiazione, un sentimento profondo che è un punto di contatto tra l’eterno andare e ritornare a conoscere se stessi. Avere delle radici è fondamentale per non sentirsi persi, per avere un porto sicuro da cui andare e partire. Come per le piante, le radici sono il punto di contatto con il terreno e le origini, ma soprattutto la vera base che permette al tronco e ai rami, quindi a una vita tutta nuova, di crescere sana e forte. Le radici sono l’inizio e la fine del viaggio al centro di se stessi.Ogni parte di questo percorso ha come tema principale una delle domande del libro e cerca di tracciarne possibili risposte, suggestioni, suggerimenti con spunti dall’opera omnia di questo artista e di autori che si sono interessati all’argomento con un approccio letterario o analitico. Le linee guida del primo capitolo saranno le domande “chi siete?” e “da dove venite?”; cercherò di trovare risposte grazie ai saggi echi del mare e di chi ne ha scritto e grazie alle pagine di Tefteri, Non si muore tutte le mattine e Il paese dei coppoloni, nonché le nuove Canzoni della Cupa del cantautore errante. Il secondo e ultimo capitolo invece si sposta dalla grandezza del mare alla quella della montagna, concentrandosi sulle domande “cosa andate cercando?” e “a chi appartenete?”; andrò indagando nell’entroterra delle appartenenze grazie ad altre preziose pagine e mi interrogherò sul valore che possono avere le voci antiche e nuove per una tale ricerca.

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ra le tante sfide che l'Europa è costretta a fronteggiare al giorno d'oggi, sicuramente una delle più importanti riguarda l'accoglienza dei rifugiati. Approcciarsi a questa problematica non è facile, e questo elaborato vuole offrire una prospettiva storica su come è stata affrontata un'altra grande crisi di questo tipo nel passato: l'accoglienza dei profughi ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. L'elaborato andrà ad analizzare innanzi tutto la politica nazista che negli anni '30 costrinse migliaia di ebrei all'emigrazione, per fornire il contesto storico del problema; verranno poi descritte le reazioni delle principali potenze democratiche europee e le convenzioni adottate a livello internazionale per fronteggare l'emergenza. Queste risoluzioni, in realtà, non furono concretamente efficaci nella protezione dei rifugiati ebrei, che rimasero in balia delle democrazie occidentali. A tal proposito verrà descritto il caso del transatlantico St. Louis, che salpò dalla Germania carico di passeggeri ebrei da portare in salvo, ma che venne rifiutato da tutti i Paesi in cui cercò di attraccare. Verrà posta poi una particolare attenzione sul ruolo che assunse il Regno Unito nell'accoglienza dei rifugiati ebrei, e su quale fu la risposta del Paese all'ondata di antisemitismo che si stava diffondendo in Europa prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche se non si manifestarono in persecuzioni violente, infatti, i cittadini inglesi furono portatori di pregiudizi di base xenofoba, e ora come allora è possibile ritrovare tracce di questa ostilità verso lo staniero nella stampa e nella campagna elettorale che ha portato la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea.

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In questo elaborato verrà discusso il sottotitolaggio sia nella sua forma teorica, sia pratica. e verranno presentati due cortometraggi in lingua spagnola di genere horror, “Tin & Tina” di Rubin Stein ed “Horizonte” di Aitor Uribarri e ne verranno proposte le traduzioni sotto forma di sottotitolaggio. Nel primo capitolo verrà trattato il sottotitolaggio e le sue varie tipologie e caratteristiche, con particolare attenzione al sottotitolaggio interlinguistico, utilizzato per i due cortometraggi precedentemente elencati. Nella seconda parte saranno presentati i due cortometraggi ed i rispettivi autori, contestualizzandoli all’interno del cinema del cinema horror attraverso una analisi storico-tematica del cinema dell’orrore spagnolo e internazionale; concluderò il capitolo con un confronto con il cinema horror italiano. Nel terzo capitolo verranno analizzate le difficoltà riscontrate nella traduzione dei sottotitoli, la metodologia utilizzata e le tecniche di sottotitolaggio utilizzate.

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L’abandon des études universitaires a attiré l’attention de plusieurs chercheurs. Toutefois, il est difficile de saisir la persévérance dans sa globalité à cause de sa complexité et le nombre important des facteurs associés. La persévérance aux études est liée aux facteurs individuels, aux facteurs contextuels et à la situation financière au cours des études. Ces facteurs ont été étudiés séparément et d’une manière isolée, et aucune étude n’a, à notre connaissance, tenté de mettre ces facteurs simultanément dans un même modèle. Dans cette thèse, nous identifions les principaux déterminants de la persévérance, tout en nous appuyant sur le modèle des attentes et des valeurs (Eccles et al., 1983), le modèle interactionnel de Tinto (1975) et les modèles d’impact financier (Paulsen & St. John, 1997; St. John, 1990; St. John et al., 1994). Cette thèse a pour objectif de valider un modèle de persévérance aux études universitaires de premier cycle. Celle-ci comporte deux études. Une étude rétrospective qui permet d’évaluer, à partir de l’expérience antérieure des étudiants (n = 731), les principaux facteurs qui ont joué un rôle sur le plan de la persévérance ou de l’abandon des études. Une étude prospective suivant sur une période de six mois (deux temps de mesure) des étudiants inscrits dans un programme de baccalauréat à l’Université Laval (n = 3 084). Pour les résultats de l’étude rétrospective, la situation financière, les performances scolaires antérieures et le fait d’avoir effectué des études préuniversitaires au Cégep prédisent la persévérance. Pour le premier temps de mesure de l’étude prospective, la perception de compétence, les attentes de succès et l’intérêt prédisent l’intention de persévérer. Deux facteurs interactionnels prédisent l’intention de persévérer à savoir : les interactions avec les pairs et l’engagement institutionnel et universitaire. En ce qui concerne le deuxième temps de mesure de l’étude prospective, l’intention de persévérer, la préoccupation de la Faculté par rapport à l’enseignement et au développement des étudiants, le développement intellectuel et académique ainsi que le fait d’avoir fait des études préuniversitaires au Cégep prédisent la persévérance. Les implications théoriques, méthodologiques et pratiques sont abordées et des pistes de recherches futures sont proposées.

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Lo studio decritto in questo progetto di tesi ha avuto origine dalla volontà di analizzare l’atteggiamento di studenti di scuola superiore di I e II grado rispetto alla richiesta di fornire argomentazioni, di giustificare affermazioni o risultati ottenuti in ambito matematico. L’analisi quantitativa dei dati ottenuti sottoponendo gli studenti ad un questionario costituito da quesiti scelti in ambiti differenti tra le prove Invalsi ha evidenziato che solo una parte (36% per le superiori di I grado, 59% per le superiori di II grado) degli studenti che hanno risposto correttamente ai quesiti, è stata in grado di argomentare la risposta. L’analisi è stata a questo punto approfondita sulla base del modello di Toulmin e delle componenti del processo di argomentazione da lui descritte. Si è valutato per ogni argomentazione in quale o quali delle componenti toulminiane si sia concentrato l’errore. Ogni argomentazione considerata errata può infatti contenere errori differenti che possono riguardare una soltanto, diverse o tutte e quattro le componenti di Backing, Warrant, Data e Conclusion. L’informazione che ne è emersa è che nella maggioranza dei casi il fatto che uno studente di scuola superiore non riesca ad argomentare adeguatamente un’affermazione dipende dal richiamo errato di conoscenze sull'oggetto dell'argomentazione stessa ("Warrant" e "Backing"), conoscenze che dovrebbero supportare i passi di ragionamento. Si è infine condotta un’indagine sul terreno logico e linguistico dei passi di ragionamento degli studenti e della loro concatenazione, in modo particolare attraverso l’analisi dell’uso dei connettivi linguistici che esprimono e permettono le inferenze, e della padronanza logica delle concatenazioni linguistiche. Si è osservato per quanto riguarda le scuole superiori di I grado, che le difficoltà di argomentazione dovute anche a scarsa padronanza del linguaggio sono circa l’8% del totale; per le scuole superiori di II grado questa percentuale scende al 6%.

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Lo scopo del mio elaborato è stato quello di valutare se il denaro potesse essere un veicolo di trasmissione di microrganismi. Esistono infatti reperti storici che indicano che il denaro veniva visto come probabile portatore di infezioni fatali come la “morte nera”, la peste bubbonica e le pandemie di polmoniti descritte in Europa. Vi sono anche altri studi che hanno indicato come patogeni isolati con maggiore frequenza dalle banconote microrganismi quali enterobatteri e stafilococchi. In questa sperimentazione mi sono occupato del campionamento microbiologico di banconote di vario taglio, raccolte prevalentemente in piccoli esercizi alimentari, sulle quali è stato fatto un tampone al fine di determinare la presenza di: coliformi totali, E. coli, S. aureus, altri stafilococchi, muffe, lieviti, carica batterica totale. Le analisi condotte hanno mostrato che nelle banconote non sono mai stati isolati ceppi di S. aureus, a differenza di quanto riportato nella letteratura. Simili considerazioni si possono fare anche per E. coli. Per quel che riguarda la carica batterica totale, le banconote più contaminate sono risultate essere quelle da 20 euro (valore medio 474 UFC/cm2). I tamponi microbiologici effettuati sui tagli da 50 euro sono stati gli unici ad essere caratterizzati da una elevata presenza di coliformi totali. In conclusione possiamo affermare che le banconote posso effettivamente costituire un importante veicolo di contaminazione microbica, che può poi trasferirsi anche su altri matrici, come prodotti alimentari. Considerando la pressione che viene esercitata dalle Autorità di controllo su tutte le fasi della catena alimentare, dalla produzione alla vendita al dettaglio, la variabile posta dalle possibili contaminazioni attraverso il maneggiamento e la circolazione delle banconote potrebbe quindi costituire un rischio reale, sia pure non ancora quantificato e forse non quantificabile.

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Nella presente tesi, dopo una prima parte dedicata all'analisi del concetto di realtà mediata e delle sue varie specializzazioni, verranno illustrati i principali dispositivi hardware presenti attualmente sul mercato, analizzandone le caratteristiche, gli aspetti innovativi e la diffusione raggiunta al momento. Si passerà quindi ad esaminare nel dettaglio il visore Microsoft HoloLens, impiegato per la realizzazione del progetto di laurea, per arrivare alla descrizione dello sviluppo di un'applicazione. Il software realizzato rappresenta un esempio di applicazione della realtà mista al campo del design di interni: verranno esaminati strumenti di sviluppo, architettura, casi d'uso e work-flow dell'applicazione. Infine verranno descritte le fasi di test, i costi di sviluppo dell'applicazione e il feedback ricevuto dagli utenti.

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Partendo da un’analisi dei problemi che si incontrano nella fase di conceptual design, si presentano le diverse tecniche di modellazione tridimensionale, con particolare attenzione al metodo subdivision e agli algoritmi che lo governano (Chaikin, Doo – Sabin). Vengono poi proposti alcuni esempi applicativi della modellazione free form e skeleton, con una successiva comparazione, sugli stessi modelli, delle sequenze e operazioni necessarie con le tradizionali tecniche di modellazione parametrica. Si riporta un esempio dell’utilizzo del software IronCAD, il primo software a unire la modellazione parametrica e diretta. Si descrivono le limitazioni della modellazione parametrica e di quella history free nella fase concettuale di un progetto, per arrivare a definire le caratteristiche della hybrid modeling, nuovo approccio alla modellazione. Si presenta brevemente il prototipo, in fase di sviluppo, che tenta di applicare concretamente i concetti dell’hybrid modeling e che vuole essere la base di partenza per una nuova generazione di softwares CAD. Infine si presenta la possibilità di ottenere simulazioni real time su modelli che subiscono modifiche topologiche. La simulazione real time è permessa dalla ridefinizione in forma parametrica del problema lineare elastico che viene successivamente risolto mediante l’applicazione congiunta delle R – Functions e del metodo PGD. Seguono esempi di simulazione real time.

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Preguntarse acerca de la influencia que la tecnología pueda tener en la mentalidad de la creación implica preguntarse acerca del pasado y del futuro de la creación. No es posible separar el desarrollo tecnológico del desarrollo de la creación, porque tanto la tecnología como la creación son actividades que caracterizan marcadamente al ser humano. En cierta medida, todo hombre crea y usa para ello la tecnología que encuentra a su alcance, a veces incluso como una caja negra, sin comprenderla verdaderamente. Recursivamente, uno de los productos distinguidos del proceso de creación es la tecnología. En líneas generales, la tecnología actúa sobre el significante. No actúa sobre los significados más que indirectamente. En el caso de la música, no es ella, ni tan sólo el sonido, el objeto directo de su actuación: por medio de las tecnologías que se han venido usando hasta ahora, únicamente se alteran las unidades materiales cuya organización, dado un cierto conjunto de características convergentes en una situación, posee una cierta significación. La música, el sonido, las imágenes, el arte, no existen más que como representaciones en algún cerebro, en algún sistema que los reconoce como tales. Ello no debe ser óbice para pensar que no existan: son tan reales como cualquier otro ente que podamos considerar, pero son fenómenos, no cosas. En cuanto a esas tecnologías que nos ocupan, quisiera destacar en primer lugar el hecho de que sus últimas contribuciones están estrechamente ligadas al uso de todo tipo de máquinas de computación digital, es decir, ordenadores digitales. Es importante tomar nota de ello porque la introducción de la discretización de las señales comporta capacidades de almacenamiento, manipulación y transporte jamás alcanzadas con anterioridad. Tal panorama tecnológico, sensiblemente más complejo de lo que aquí se esboza, evolucionará rápidamente hasta que la fibra óptica conecte un gran número de puntos distantes en el globo. Otro de los aspectos que al principio me proponía tratar, la dispersión geográfica de las actividades basadas en la aplicación de las tecnologías de la comunicación, está íntimamente relacionada con ello. Muchos Eventos Artísticos Basados en Telecomunicaciones (EABT) pueden producirse en áreas geográficas muy grandes y se diferencian de otras experiencias artísticas en que su percepción no puede ser global. La dispersión geográfica ocurre cuando un EABT se percibe o se genera de forma claramente parcial debido a las diferencias locales en lo que concierne a las posibilidades tecnológicas y a los canales por los que es transmitido. Piénsese, por ejemplo, en el caso de un EABT donde confluyen diversas contribuciones televisivas y radiofónicas cuya localización geográfica sea diseminada. Como cada emisión afecta a una zona que le es característica, la percepción del paisaje creado por ese EABT varía en función de la situación geográfica desde la que se pretende observar. La dispersión mediática ocurre en virtud de la confluencia de medios diferentes. Como todo tipo de imágenes visuales, acústicas, incluso cinestésicas, puede ser transmitido y reproducido a cualquier distancia para su posterior reelaboración, y como esas informaciones son esencialmente similares, la creación artística experimenta grandes facilidades especialmente en el hipermedio , ese lugar donde confluye gran número de medios de forma que, desde su terminal, cada elaborador de información puede acceder a informaciones procedentes de otros elaboradores, reelaborarlas, aunque 'a priori' no sean de su especialidad, y devolverlas nuevamente a su origen o mandarlas a un destino nuevo: el pensamiento se expresa al modificar la materia que le sirve de soporte y accede por esa vía al dominio de otros pensamientos. La creación -comportamiento, manifestación, síntoma, del pensamiento-, tradicionalmente se ha expresado a través de medios diversos, antiguamente estancos. La introducción de las nuevas tecnologías ha sido más o menos ardua en cada medio. En general, como las nuevas tecnologías son descendientes directos de la física y de las matemáticas, su relación con esos medios ha dependido de lo matematizable que cada uno haya sido a lo largo de su historia, amén de las dimensiones del reto tecnológico que la implementación de herramientas adecuadas supone. Ahora que los niveles de aplicación de la tecnología a los diversos medios está más equilibrada, la creación teleinformática tiende a expresarse a través de formas cada vez más híbridas. El efecto del incremento en la velocidad de intercambio de información en la creación parece claro: difícilmente los EABT podrán ser considerados como eventos cerrados sobre sí mismos. Se trata de procesos de comunicación globales en los que la creación toma parte y se automodifica. En realidad eso siempre ha ocurrido fuera del hipermedio y de las telecomunicaciones. La obra de un autor es un proceso artístico de comunicación, igual que las obras pertenecientes a un determinado estilo. La novedad está en que el ritmo del proceso por el que se produce el intercambio de información no ha sido nunca tan intenso como en este momento, en el que cabe esperar diferencias cualitativas. Sea dicho de paso que, como efecto colateral, el ruido informativo es creciente y se impone una maduración de las técnicas de selección, en el momento inicial de esta reflexión muy primitivas. Conferencia publicada por primera vez en Media-Culture. Claudia Giannetti, Ed. Ediciones L'Angelot.

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Al analizar las cadenas agroindustriales encontramos que entre el consumidor final de los mercados de exportación y los  cultivadores en países en desarrollo, existen distintos agentes que componen la cadena global: comercializadores y procesadores internos, exportadores, importadores, procesadores y comercializadores externos, que modifican el producto o le incorporan valor agregado a efecto de satisfacer finalmente al consumidor final. Conocer las características del  negocio en las etapas finales de la cadena es de gran importancia porque el acceso a los mercados internacionales, la participación en los mismos y el porcentaje de apropiación de beneficios por parte de los agentes nacionales participantes en la cadena global está relacionado con dicho nivel de conocimiento y crece al aumentar el grado de satisfacción de lasnecesidades de orden superior que proporciona un producto. Este es un énfasis que metodológicamente ha sido olvidado en los estudios de las cadenas agroindustriales, que tienden a focalizar el análisis en la producción sin considerar  adecuadamente los aspectos de la demanda

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En El Salvador surgieron las Agencias de Desarrollo Económico Local conocidas como ADEL, con la finalidad de orientar recursos financieros, humanos y técnicos hacia los sectores más vulnerables del territorio nacional, contribuyendo de esta manera al desarrollo económico local. En nuestro país se han constituido cinco ADEL, ubicadas estratégicamente en el territorio nacional, entre las cuales, se encuentra la Agencia de Desarrollo Económico Local para los Municipios de Ilopango, Soyapango y San Martín (ADEMISS) a la cual se le Diseñó un Sistema de Dirección Estratégica para la Toma de Decisiones, con la finalidad de que los Órganos de Dirección cuenten con una herramienta administrativa que les permita dirigir a la Institución hacia la consecución de la ventaja competitiva, adaptándose a los cambios del entorno. Para el desarrollo de la investigación se seleccionó el método científico, apoyándose del método deductivo; así como también se utilizaron técnicas para llevar a cabo el estudio, tales como: la investigación bibliográfica a través de la cual se recopiló información documental relacionada al tema de investigación, así como aspectos generales sobre las ADEL y sobre la Institución en estudio. También se realizó la investigación de campo a los miembros de los Órganos de Dirección de ADEMISS, utilizando la observación y entrevistas, con el objeto de conocer la problemática existente y así hacer el Análisis Estratégico, el cual se realizó a través de la técnica del análisis DAFO, la que se utilizó de base para elaborar la propuesta de un Diseño de Sistema de Dirección Estratégica para la Toma de Decisiones. También se presenta esta propuesta del Diseño del Sistema de Dirección Estratégica, la cual será de utilidad para la Toma de Decisiones por parte de los miembros de los Órganos de Dirección; este Sistema le permitirá a la Agencia alcanzar los Objetivos Estratégicos, al mismo tiempo le servirá de guía para la adaptación de ésta al entorno. El Sistema consta de tres fases que son: El Análisis Estratégico, con el objeto de que la Agencia pueda identificar los cambios en el ambiente interno y externo; la Planeación Estratégica, en la que se considera la Misión, la Visión, los Objetivos y Estrategias y la última fase es la Implementación y Control Estratégica, donde se le proponen mecanismos de implantación del Plan Estratégico, lo que permitirá que las Estrategias diseñadas se conviertan en Estrategias implantadas, a través de la aplicación adecuada y oportuna de las Estrategias que consideren los miembros de los Órganos de Dirección de la Agencia.

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Objetivo: Comparar la apendicectomía laparoscópica de puerto único con la de 3 puertos en pacientes con apendicitis aguda, de los hospitales “Vicente Corral Moscoso” y “José Carrasco Arteaga” durante el primer semestre del año 2013. Materiales y método: Estudio experimental que incluyó 170 pacientes de emergencia de los hospitales “Vicente Corral Moscoso” y “José Carrasco Arteaga”; al 50% se le realizó apendicectomía con puerto único (grupo 1) y al restante, se le realizó apendicectomía con 3 puertos (grupo 2). Resultados: De 18 a 25 años fue el grupo mayormente afectado, el sexo masculino predominó en ambos grupos. El tiempo quirúrgico de 61 a 120 minutos fue 61.2% en el grupo 1, el grupo 2 del 55.3%. Dolor posoperatorio leve se presentó en el grupo 1 en 63.5% y en el grupo 2, 41.2%, estancia hospitalaria de 13 a 24 horas en grupo 1 de 62.4%, en el grupo 2, de 25 a 36 horas en 47.1%. Los resultados del puerto único para menor tiempo quirúrgico encontramos un RR de 0,71 (IC –95% 0.4-1.2), RRR 0.29, RAR 0,07 y NNT 15; para intensidad del dolor (leve) RR de 1.54 (IC 95% 1.1-2), RRR -0.54, RAR -0.22 y NNT 5 y para menor estancia hospitalaria (menor a 12 horas) RR = 3.5 de 0.71 (IC 95% 0.75-12.3), RRR -2.5, RAR 0.06 y NNT 17. Conclusión: La apendicectomía laparoscópica con puerto único presenta beneficio únicamente en la intensidad de dolor, en comparación con el acceso de 3 puertos