676 resultados para Body-image Dissatisfaction


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Este trabajo deviene de un trabajo de corte etnográfico virtual, que pretendió realizar un análisis discursivo de las imágenes exhibidas en la red social Facebook por jóvenes universitarios. Aquellas imágenes donde el cuerpo es objetivado en clave virtual, a través de distintos géneros. Una vez decodificadas estas imágenes se reconocieron narraciones de vida, signos y códigos que ponen en la escena discursos elaborados por los sujetos universitarios, a partir de su estadía en la moderna estructura social de consumo. Con base en ello, se evidencia la necesidad de alfabetizar a los sujetos en el lenguaje audiovisual, pretendiendo formar consumidores críticos

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Los cambios que el pensamiento feminista ha producido en nuestra personalidad como sociedad, en nuestra manera de conducirnos y expresarnos, invitan a trabajar sobre ellos en profundidad. En estas líneas se analizan algunos trabajos de artistas feministas y 'post-feministas', relacionándolos con la tradición de representación del cuerpo humano en la historia del arte. La denominación objeto sexual no es un calificativo que se aplique hoy únicamente al sexo femenino. Imágenes femeninas y masculinas son utilizadas por la sociedad de consumo para vender sus productos como reclamo. Las particulares formas de entender y presentar el cuerpo humano como desperdicio, consumible o despojo, no son tampoco patrimonio de un solo sexo. Desde la perspectiva de la representación del cuerpo humano se deben analizar las nuevas estrategias nacidas a partir del compromiso de respeto hacia los derechos sociales de las mujeres

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Este artículo trata sobre el análisis de una forma específica de gobierno de los cuerpos brasileños, que pretendió establecerse en el inicio del siglo XX, a partir de las dos primeras obras de uno de los más destacados intelectuales brasileños de la época, Fernando de Azevedo. La primera de ellas se titula Da Educação Física, escrita en 1915; y la segunda Antinoüs: estudo da cultura atlética, escrita en 1919. En estos dos libros el autor procura imprimir a la educación física nacional los fundamentos higienistas/eugenistas que ya hacía algún tiempo venían dominando el escenario europeo. Azevedo intentó elaborar una doctrina científico-pedagógica para el área, tomando como base los métodos gimnásticos europeos e incorporando elementos de la cultura greco-romana idealizada por los humanistas de su época. A pesar de que su primera obra es mucho más extensa, dedico aquí mayor atención a su segunda obra, especialmente por la ambición de Azevedo de tomar la imagen corporal de Antinoüs como referencia eugénica para la constitución del cuerpo nacional. Para finalizar, apunto algunas conexiones con el movimiento contemporáneo en favor de un estilo de vida activo.

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INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.

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For many women, if not all, breasts are an important component of bodyself-image; a woman may love them or dislike them, but she is rarely neutral" (Young, 2003, p.152). Breast cancer may be one of the oldest forms of cancer known to humans (American Cancer Society, 2010), and in 2008 in the United States over 182,000 women and almost 2,000 men were diagnosed with some form of breast cancer (American Cancer Society, 2008). In that same year 40,480 women and 450 men died from the disease. While any type of cancer diagnosis can instill a fear of mortality and incapacitation in the recipient, breast cancer holds a special meaning for women because of the significance placed on the breast both personally and societally. Removal of the breast tissue and muscle, or mastectomy, remains one of the primary forms of treatment for this disease. The breast plays an important role in a woman's identity, and the loss of one or both breasts due to breast cancer can have a monumental impact on her sense of self. A mastectomy affectsnot only a woman's relationship with herself, but with her family, friends, and society. It changes her outlook on life, her perception of her roles in the world, and her interest in interacting with others. Exploring these issues is important to understanding how doctors, nurses, mental health professionals, family members and support networks can best assist patients in coping with their illness. This paper attempts to understand the psychological issues and injuriesassociated with mastectomy through the lens of Self Psychology. It postulates that the breast itself is a selfobject for most women, and that its loss results in the fragmentation of the self. I will focus particularly on women between the ages of 25 and 40 years of age, in the marital and parental phases of developmental (Wolf, 1988), as the effect of a mastectomy on body image, sexuality, and genderbased roles such as motherhood has been shown to differ according to the age of the patient, with younger patients experiencing more distress (Ashing-Giwa et al, 2004).

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This scoping review identifies and describes relevant studies related to the evidence published on life experiences and perceived social support of people affected by Crohn’s disease. Twenty-three studies were definitely selected and analyzed for the topics explored. The overall findings show patients’ needs and perceptions. There is a lack of evidence about patients’ perceived needs as well as the understanding of social support that has contributed to improve their life experiences with that chronic illness. Lack of energy, loss of body control, body image damaged due to different treatments and surgeries, symptoms related to fear of disease, feeling burdened loss related to independence, and so on are some of the concerns with having to live with those affected by the Crohn. To underline those experiences through this scoping review provides valuable data for health care teams, especially for the nursing profession, considered by those affected as one of the main roles along the whole pathological process. This review provides the basis for developing broader research on the relatively underexplored topics and consequently improves specific programs that could address patients’ needs.

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%WL: porcentaje de pérdida de peso; %FL: porcentaje de pérdida de grasa. Objetivo: describir la metodología en la gestión del tratamiento dietético cuali-cuantitativo en el sobrepeso y la obesidad. Método: se llevaron a cabo 4.625 consultas con 616 pacientes mayores de 25 años con sobrepeso y obesidad, en el sur-este de España, durante los años 2006-12. Se utilizó una dieta equilibrada, hipocalórica, cuali-cuantitativa con alimentos de la zona. Se describió la metodología del tratamiento dietético en la pérdida y el mantenimiento. Se trató qué unidades de medida son adecuadas para la expresión del éxito en la pérdida; una nueva visión del asesoramiento individualizado y el tratamiento multidisciplinar. Resultados: el 80% de los pacientes obtienen un %FL ≥ 5% (22,6 ± 11,8 - 11,2 ± 7,4), y asistieron a la consulta más de mes y medio. Conclusión: se presenta un esquema de la metodología del tratamiento dietético; se han recomendado las unidades de medidas a utilizar en consulta y en la publicación de ensayos clínicos, creando un precedente con grado de evidencia de cómo determinar la pérdida exitosa; se recomienda medir los perímetros de cadera y cintura, e incorporar el estudio de la imagen corporal; se presenta una nueva visión del asesoramiento individualizado y una atención multidisciplinar avanzada, independiente de la edad, el estado de gestación y las minusvalías físicas. La postura del sanitario debe de ser considerada como el gestor encargado de determinar qué técnicas podrían ser más efectivas en dicha pérdida.

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A qualitative, phenomenological, hermeneutical study with the aim of explaining the experience of having a body deformity diagnosed as idiopathic adolescent scoliosis. A semistructured interview conducted with scoliosis patients admitted to the unit of spinal cord at the Vall d’Hebron Hospital was used. The youth defined their scoliosis based on how they perceived their deformity. They spoke of pain and deformity as characteristic symptoms of suffering, and explained how this symptom affected their social relationships. Their deformity was associated with words such as “horrible”, “shame”, “complex” and “problem.” It is concluded that the symptommost referred is pain and the biggest concern of the youth was their body aesthetic and feelings associated with it. They attempt to solve this problem by adapting the way they dress and through surgery. Surgery can resolve the body deformity but not self-perception of their body image.

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Introdução: A obesidade é reconhecida pela OMS como um importante problema de saúde pública, que afeta adultos, crianças e adolescentes e que tem tomado proporções epidémicas em todo o mundo. Os estudos revelam que os pais, mas sobretudo as mães se mostram preocupadas e concordam com a adoção de hábitos alimentares saudáveis, no entanto a perceção que estas têm do estado nutricional dos filhos nem sempre é adequada e frequentemente a imagem corporal é distorcida, percebendo-se contudo que esta distorção tem vindo a diminuir. Foi neste âmbito que emergiu como objetivo geral deste estudo, explorar a evolução da perceção parental da imagem corporal da criança em dois estudos, estudo A (Graça Aparício) e estudo B (Graça Aparício, Madalena Cunha, João Duarte; Anabela Pereira, Jorge Bonito, Carlos Albuquerque), publicados respetivamente, em 2012 e 2013 e relacioná-la com o comportamento alimentar da criança do estudo B. Material e métodos: Este estudo de carácter retrospetivo e transversal, foi realizado com as crianças que participaram no estudo A e no estudo B, num total de 2216 crianças em idade pré-escolar, média idade= 4.51 anos (±0.97Dp), residentes as crianças do estudo A na região de Viseu e Dão e as do estudo B, nas regiões Viseu, Lamego, Vila Real, Évora e Leiria, tendo sido efetuada pelos autores originais, uma avaliação antropométrica e classificação nutricional das crianças com base no referencial NCHS (CDC, 2000). Para a recolha de dados os autores originais, utilizaram um Questionário de Caracterização Sociodemográfica das Crianças e dos Progenitores; o Questionário de Avaliação da Perceção Parental da Imagem Corporal da criança (Collins, 1991) e o Questionário de Caracterização do Comportamento Alimentar Infantil (CEBQ), traduzido e validado para a população portuguesa por Viana & Sinde (2008). Resultados: Comparativamente ao estudo A, no estudo B os pais revelaram-se significativamente mais preocupados com o estado nutricional dos seus filhos (p= 0,000). Ainda no estudo B uma maior percentagem de pais assinala as imagens representativas de pré-obesidade (27,5%) e obesidade (0,6%), comparativamente ao estudo A, onde se verifica o oposto; uma maior sinalização das crianças no grupo da normalidade e baixo-peso (56,3% e 20,4% respetivamente). Apurou-se uma diferença de médias significativa da perceção parental da imagem corporal da criança entre o estudo A e o estudo B, evidenciando a perceção dos pais, a uma maior aproximação com os valores mais elevados de IMC dos filhos, ou seja, os pais têm uma perceção menos distorcida da imagem corporal dos filhos, quando estes apresentam valores de IMC mais elevados. Relativamente ao comportamento alimentar, apesar dos comportamentos de “atração pela comida” se associarem a uma perceção parental de imagem corporal maior, e de alguns dos comportamentos de “evitamento da comida” se associarem a uma perceção parental de imagem corporal menor, a relação entre o comportamento alimentar e a perceção parental da imagem corporal criança não se revelou significativa. Conclusões: Os resultados indicam uma maior acurácia da perceção da imagem corporal dos pais ao real estado nutricional dos filhos, podendo este facto ser o primeiro passo para o seu reconhecimento do excesso de peso dos seus filhos e facilitar a adequação a um estilo de vida mais saudável entre as crianças em idade pré-escolar, e maior sensibilização da família para o controlo do excesso de peso na infância. Palavras-chave: Perceção parental, imagem corporal, Obesidade infantil.

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A procura do corpo ideal está fortemente ligada à perda de peso, sendo insistentemente abordada na comunicação social, a imagem corporal, têm conotações mais relacionadas com a moda do que com verdadeiros riscos para a saúde das pessoas. A sociedade atual cultiva a boa aparência física, "o conhecido estar em forma", associada a um ideal estético de magreza e, ao mesmo tempo, apela ao consumo de alimentos de elevada densidade calórica. Na busca do corpo ideal, as dietas de emagrecimento publicadas nas revistas poderão ser uma ajuda na concretização deste objetivo. É fácil encontrar em qualquer quiosque, papelaria ou supermercado estrategicamente colocadas, inúmeras revistas que atribuem à imagem corporal honras de primeira página. Na verdade, estas revistas não científicas divulgam dietas para todos os gostos e situações: dietas específicas para emagrecimento localizado, dietas de preparação para a praia ou para corrigir excessos cometidos em épocas festivas. Embora sabendo-se que estas “auto –dietas” constituem um dos métodos mais utilizados para a perda de peso corporal, não se sabe o número de seguidores que elas têm atualmente. Neste contexto, uma vez que a maior delas não contêm informação nutricional, é importante estar alerta para alguns problemas que podem resultar da ingestão recorrente e sem supervisão deste tipo de dietas. Neste âmbito e dada a pertinência do tema, constituiu objetivo principal do presente trabalho, a análise nutricional de dietas publicadas em revistas não científicas, destinadas ao público feminino em termos de macronutrientes e micronutrientes, sendo também considerado o número de refeições/dia e a variedade de alimentos recomendados. Assim, foram analisadas 15 dietas (497 refeições) publicadas em revistas destinadas ao público feminino, adquiridas entre o ano de 2009 e 2011. A conversão de alimentos em nutrientes foi feita através dos programas informáticos MedPoint e FatSecret. As dietas apresentaram valores energéticos totais (V.E.T.) médios diários, compreendidos entre 378,0 ± 53,8 Kcal e 2335,0 ± 135,0 Kcal. A avaliação dos macronutrientes revelou um teor proteico entre os 32,0 ± 3,6 % e os 12,0 ± 0,1% do total energético Os hidratos de carbono oscilaram entre 63,0 ± 0,1% e 43,0 ± 3,6%. Já a dieta mais rica em lípidos totais apresentava um valor médio de 32,0 ± 9,3% contra os 14,0 ± 0,1% do valor mais baixo encontrado. Nenhuma das dietas assegurava o valor recomendado de ingestão de fibra quando comparada com a dose diária recomendável (DDR). Relativamente à análise dos micronutrientes (vitamina D, vitamina E; vitamina C; vitamina B2, Ácido fólico, cálcio, fósforo, ferro, zinco), somente um tipo de dieta apresentou valores médios diários concordantes com as recomendações preconizadas. Considerando que as dietas analisadas tinham como objetivo a perda rápida de peso, estas revelaram-se maioritariamente hipocalóricas apresentando desequilíbrios e carências de determinados macronutrientes e micronutrientes que poderão, quando mantidas num período de tempo alargado ter consequências graves no desenvolvimento de carência ou outras patologias.

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The Cotard syndrome is characterized by the delusion where an individual insists that he has died or part of his body has decayed. Although described classically in schizophrenia and bipolar disorder, physical disorders including migraine, tumour and trauma have also been associated with the syndrome. Two new cases are described here, the one associated with arteriovenous malformations and the other with probable multiple sclerosis. The delusion has been embarrassing to each patient. Study of such cases may have wider implications for the understanding of the psychotic interpretation of body image, for example that occurring in anorexia nervosa.

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Objectives. It has been proposed that disruption of the internal proprioceptive representation, via incongruent sensory input, may underpin pathological pain states, but experimental evidence relies on conflicting visual input, which is not clinically relevant. We aimed to determine the symptomatic effect of incongruent proprioceptive input, imparted by vibration of the wrist tendons, which evokes the illusion of perpetual wrist flexion and disrupts cortical proprioceptive representation. Methods. Twenty-nine healthy and naive volunteers reported symptoms during five conditions: control, active and passive wrist flexion, extensor carpi radialis tendon vibration to evoke illusion of perpetual wrist flexion, and ulnar styloid (sham) vibration. No advice was given about possible illusions. Results. Twenty-one subjects reported the illusion of perpetual wrist flexion during tendon vibration. There was no effect of condition or of whether or not subjects reported an illusion on discomfort/pain (P > 0.28). Peculiarity, swelling and foreignness were greater during tendon vibration than during the other conditions, and greater during tendon vibration in those who reported an illusion of wrist flexion than in those who did not (P < 0.05 for all). Symptoms were reported by at least two subjects in each condition and four subjects reported systemic symptoms (e.g. nausea). Conclusions. In healthy volunteers, incongruent proprioceptive input does not cause discomfort or pain but does evoke feelings of peculiarity, swelling and foreignness in the limb.

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A epidemia da Síndrome da Imunodeficiência Adquirida (aids) é, atualmente, um fenômeno de grande magnitude e extensão na saúde mundial. A síndrome de lipodistrofia é uma alteração que afeta a autoimagem corporal e a sexualidade, aumentando o estigma da doença e ocasionando dificuldades na adesão ao tratamento e nas relações sociais. OBJETIVOS: a) descrever aspectos da psicodinâmica de pacientes HIV/aids acometidos e não acometidos pela lipodistrofia, dando enfoque aos mecanismos de defesa utilizados ; b) investigar a percepção de imagem corporal em pacientes HIV/aids acometidos e não acometidos pela síndrome de lipodistrofia; c) identificar semelhanças e diferenças de percepção de imagem corporal em pacientes HIV/aids acometidos pela lipodistrofia com aqueles não acometidos. MÉTODO: Foram selecionados oito pacientes por critério de conveniência do ambulatório da Clínica de Infectologia do Hospital Heliópolis. Foram utilizados um Roteiro de Entrevista e o Desenho da Figura Humana DFH teste projetivo gráfico de personalidade; a análise dos dados foram submetidos à análise qualitativa conforme indicação do instrumental, auxiliados pela leitura do conteúdo clinico-diagnóstico psicológico. RESULTADOS: Nos dois grupos os dados apontaram para características em comum quanto à psicodinâmica interna e à percepção de imagem corporal. Recursos defensivos primitivos foram os mais utilizados caracterizando a presença de disfunção da imagem corporal e um controle egóico rígido, embora frágil. Percebeu-se o quanto é angustiante, para estas pacientes, lidar não somente com a autoimagem como também com a sexualidade. CONCLUSÕES: Os programas de acompanhamento ao HIV/aids devem considerar o quanto essas pacientes necessitam de ser acompanhadas em psicoterapia. A promoção de saúde deve levar em conta não somente a melhora da qualidade de vida, mas também buscar compreender como estas mulheres se relacionam e de que forma exercem a sua sexualidade.

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OBJECTIVE: Breast cancer diagnosis and treatments can have a profound impact upon women's well-being, body image, and sexual functioning, but less is known about the relational context of their coping and the impact upon their intimate partners. Our study focuses upon couples' experiences of breast cancer surgery, and its impact on body image and sexual intimacy. METHOD: Utilizing a dyadic design, we conducted 8 semistructured individual interviews, with 4 long-term heterosexual couples, after the women had undergone mastectomy with reconstruction. Interviews explored both partners' experiences of diagnosis, decision-making, and experiences of body image and sexual intimacy. Interpretative phenomenological analysis (IPA) was adopted; this is a qualitative research approach characterized by in-depth analysis of the personal meaning of experiences. RESULTS: Findings illustrate the positive acceptance that partners may express toward their wives' postsurgical bodies. They illuminate ways in which gendered coping styles and normative sexual scripts may shape couples' negotiations of intimacy around "altered embodiment." Reciprocal communication styles were important for couples' coping. The management of expectations regarding breast reconstruction may also be helpful. CONCLUSIONS: The insights from the dyadic, multiple perspective design suggest that psychologists must situate the meaning of supportive relationships and other protective factors in the context of complex life events and histories, in order to understand and support people's developing responses to distress. (PsycINFO Database Record