983 resultados para 1896-1913


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Programa de doctorado: Historia Moderna y Contemporánea de Canarias en España

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[ES] En este trabajo investigamos la historia de la Escuela Profesional de Comercio de Las Palmas de Gran Canaria, centro de formación de los profesionales mercantiles, y capitanes y timoneles de empresa canarios en el siglo XX. El artículo que presentamos es un breve resumen de la historia de la Escuela Profesional de Comercio de Las Palmas de Gran Canaria, objeto de nuestra investigación. Esta investigación nos va mostrando el pasado de una institución educativa, la cual cumplió durante el siglo XX una triple función en la sociedad canaria: preparar al personal para la dirección, gestión, y administración de las empresas en todos sus niveles, contribuir a la difusión de la educación general entre la población canaria, y ser centro de apoyo técnico en materia mercantil.

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La ricerca ha mirato a ricostruire storicamente quali furono le motivazioni che, tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, portarono gli amministratori della Cassa Risparmio in Bologna a progettare la creazione di un Museo d’arte e di Storia della città, delineandone quelli che furono i principali responsabili e protagonisti. Dall’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio della Cassa di Risparmio è emerso uno studio approfondito dei protagonisti della politica artistica e culturale dell’Istituto, oltre che dei legami e delle relazioni intessute con le principali istituzioni cittadine. Lo studio si è progressivamente focalizzato su un particolare momento della storia di Bologna, quando, in seguito all’approvazione del Piano Regolatore del 1889, la città fu per oltre un trentennio sottoposta a radicali trasformazioni urbanistiche che ne cambiarono completamente l’aspetto. Tra i personaggi finora ignoti di questa storia è emerso il nome dell’ingegnere Giambattista Comelli, consigliere e vice segretario della banca alla fine del XIX secolo, che per primo, nel 1896, avanzò la proposta di creare un museo dell’Istituto. A differenza di quanto ritenuto sino ad oggi, questo avrebbe dovuto avere, nelle intenzioni originarie, esclusivamente funzione di riunire e mostrare oggetti e documenti inerenti la nascita e lo sviluppo della Cassa di Risparmio. Un museo, dunque, che ne celebrasse l’attività, mostrando alla città come la banca avesse saputo rispondere prontamente e efficacemente, anche nei momenti più critici, alle esigenze dei bolognesi. Personaggio oggi dimenticato, Comelli fu in realtà figura piuttosto nota in ambito cittadino, inserita nei principali sodalizi culturali dell’epoca, tra cui la Regia Deputazione di Storia Patria e il Comitato per Bologna Storico Artistica, assieme a quei Rubbiani, Cavazza e Zucchini, che tanta influenza ebbero, come vedremo in seguito, sugli orientamenti Si dovettero tuttavia aspettare almeno due decenni, affinché l’idea originaria di fondare un Museo della Cassa di Risparmio si evolvesse in un senso più complesso e programmatico. Le ricerche hanno infatti evidenziato che le Raccolte d’Arte della Cassa di Risparmio non avrebbero acquistato l’importanza e la consistenza che oggi ci è dato constatare senza l’intervento decisivo di un personaggio noto fino ad oggi soltanto per i suoi indubbi meriti artistici: Alfredo Baruffi. Impiegato come ragioniere della Cassa fin dai diciotto anni, il Baruffi divenne, una volta pensionato, il “conservatore” delle Collezioni della Cassa di Risparmio. Fu lui a imprimere un nuovo corso all’originaria idea di Comelli, investendo tutte le proprie energie nella raccolta di dipinti, disegni, incisioni, libri, incunaboli, autografi, fotografie e oggetti d’uso quotidiano, col proposito di creare un museo che raccontasse la storia di Bologna e delle sue ultime grandi trasformazioni urbanistiche. Attraverso l’attenta analisi dei documenti cartacei e il raffronto con le opere in collezione è stato quindi possibile ricostruire passo dopo passo la nascita di un progetto culturale di ampia portata. La formazione della raccolta fu fortemente influenzata dalle teorie neomedievaliste di Alfonso Rubbiani, oltre che dalla volontà di salvaguardare, almeno a livello documentario, la memoria storica della Bologna medievale che in quegli anni stava per essere irrimediabilmente cancellata. Le scelte che orientarono la raccolta dei materiali, recentemente confluiti per la maggior parte nelle Collezioni della Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, acquistano, con questo studio una nuova valenza grazie alla scoperta degli stretti rapporti che Baruffi intrattenne coi principali rappresentanti della cerchia rubbianesca, tra cui Francesco Cavazza, Guido Zucchini e Albano Sorbelli. Con essi Baruffi partecipò infatti a numerosi sodalizi e iniziative quali il Comitato per Bologna Storico Artistica, la “Mostra Bologna che fu” e la società Francesco Francia, che segnarono profondamente l’ambiente culturale cittadino. La portata e la qualità delle scelte condotte da Baruffi nell’acquisto e raccolta dei materiali si rivela ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, attenta e mirata per il ruolo documentario che le Raccolte avevano e hanno assunto quali preziose e spesso uniche testimonianze del recente passato cittadino. Esaminata tutta la documentazione inerente la nascita delle Raccolte, la ricerca si è ha successivamente concentrata sulla vicenda di acquisto del fondo delle incisioni carraccesche della collezione Casati. La prima parte del lavoro è consistita nel repertoriare e trascrivere tutti i documenti relativi alla transazione d’acquisto, avvenuta nel 1937, vicenda che per la sua complessità impegnò per molti mesi, in un fitto carteggio, Baruffi, la direzione della Cassa e l’antiquario milanese Cesare Fasella. Il raffronto tra documenti d’archivio, inventari e materiale grafico ha permesso di ricostituire, seppur con qualche margine di incertezza, l’intera collezione Casati, individuando quasi 700 incisioni e 22 dei 23 disegni che la componevano. L’ultima fase di studio ha visto l’inventariazione e la catalogazione delle 700 incisioni. Il catalogo è stato suddiviso per autori, partendo dalle incisioni attribuite con certezza ad Agostino e ai suoi copisti, per poi passare ad Annibale e a Ludovico e ai loro copisti. Le incisioni studiate si sono rivelate tutte di grande qualità. Alcuni esemplari sono inoltre particolarmente significativi dal punto di vista storico-critico, perché mai citati nei tre principali e più recenti repertori di stampe carraccesche. Lo studio si conclude con l’individuazione di una stretta correlazione tra il pensiero e della pratica operatività in qualità di archivista, museografo e opinionista, di un altrettanto decisivo protagonista della ricerca, lo storico dell’arte Corrado Ricci, la cui influenza esercitata nell’ambiente culturale bolognese di quegli anni è già sottolineata nel primo capitolo. La conclusione approfondisce i possibili raporti e legami tra Baruffi e Corrado Ricci i cui interventi attorno alla questione della tutela e della salvaguardia del patrimonio storico, artistico, e paesaggistico italiano furono fondamentali per la nascita di una coscienza artistica e ambientale comune e per il conseguente sviluppo di leggi ad hoc. Numerose furono infatti le occasioni d’incontro tra Baruffi e Ricci. Qesti fu socio onorario del Comitato per Bologna Storico Artistica, nonché, quando era già Direttore Generale delle Belle Arti, presidente della storica mostra “Bologna che fu”. Sia Ricci che Baruffi fecero inoltre parte di quelle iniziative volte alla difesa e alla valorizzazione del paesaggio naturale, inteso anche in un ottica di promozione turistica, che videro la nascita proprio in Emilia Romagna: nel 1889 nasce l’Associazione Pro Montibus et silvis, del 1906 è l’Associazione nazionale per i paesaggi e monumenti pittoreschi, del 1912 è la Lega Nazionale per la protezione dei monumenti naturali. Queste iniziative si concretizzarono con la fondazione a Milano nel 1913 del Comitato Nazionale per la difesa del paesaggio e i monumenti italici, costituitosi presso la sede del Touring Club Italiano. Quelle occasioni d’incontro, come pure gli scritti di Ricci, trovarono certamente un terreno fertile in Baruffi conservatore, che nella formazione delle Collezioni, come pure nelle sua attività di “promotore culturale”, ci appare oggi guidato dalle teorie e dall’esempio pratico dei due numi tutelari: Alfonso Rubbiani e Corrado Ricci. La ricerca di documentazione all’interno di archivi e biblioteche cittadine, ha infine rivelato che il ruolo svolto da Baruffi come “operatore culturale” non fu quello di semplice sodale, ma di vero protagonista della scena bolognese. Soprattutto a partire dal secondo decennio del Novecento, quando fors’anche a seguito della morte del “maestro” Rubbiani, egli divenne uno tra i personaggi più impegnati in iniziative di tutela e promozione del patrimonio artistico cittadino, antico e moderno che fosse, intese a condizionare la progettualità politica e culturale della città. In tale contesto si può ben arguire il ruolo che avrebbero assunto le Collezioni storico artistiche numismatiche, popolaresche, della Cassa di Risparmio, cui Baruffi dedicò tutta la sua carriera successiva.

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Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.

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Tumult and Tragedy: Michigan’s 1913-14 Copper Strike chronicles one of the greatest upheavals in Michigan’s history. The determination, conflict, sorrow, and tragedy of this epic confrontation changed the Copper Country for decades and memories of conflict remain to this day. This traveling exhibit explores the story of this remarkable period in Michigan history.

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Tumult and Tragedy: Michigan’s 1913-14 Copper Strike chronicles one of the greatest upheavals in Michigan’s history. The determination, conflict, sorrow, and tragedy of this epic confrontation changed the Copper Country for decades and memories of conflict remain to this day. This traveling exhibit explores the story of this remarkable period in Michigan history.

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Tumult and Tragedy: Michigan’s 1913-14 Copper Strike chronicles one of the greatest upheavals in Michigan’s history. The determination, conflict, sorrow, and tragedy of this epic confrontation changed the Copper Country for decades and memories of conflict remain to this day. This traveling exhibit explores the story of this remarkable period in Michigan history.

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The purpose of this study is to take a closer look at media response in Finland concerning the 1913-14 Michigan Copper Strike and depict how the strike was presented in the Old Country and its main newspapers. I shall take a closer look at the 1913-14 issues of Työmies (social democrat), Helsingin Sanomat (liberal), and Uusi Suometar (conservative) for ideological views of the strike. Furthermore, and in terms of close reading and cross-referencing, how did these newspapers in Finland see the strike and the strike’s outcome? Editorial notes and letters from the public shall both be included. Special attention will be given to the notions of transnational solidarity between Finnish-American and Finnish labor activists.

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Labor Historian Marc Karson has singled out “labor priest” Peter E. Dietz as one of the strongest proponents for the active implementation of the Catholic Church’s 1890’s labor encyclical Rerum Novarum in the daily practice of American Catholics. Biographer Sister Mary Harrita Fox pointed out that in his work, Dietz “was particularly concerned over the role of the church in the copper strike in Upper Michigan.” This “particular concern” should be noted since the 1913 strike was one of the only disputes where Dietz went out of his way to visit and become actively involved. Why the keen interest? This presentation will review the impetus for the huge effort which brought Peter E. Dietz to the Copper Country and solely to that dispute alone, the resulting visit and report that he made concerning the strike, the important role he believed this visit and stance in the Copper Strike had in the future of the Church’s relationship to the US labor movement. The presentation will look at both what Dietz thought would occur as a result of his 1913 trip to the Keweenaw and what actually happened in this pivotal pre-World War One era event. The paper will put Father Peter E. Dietz and the Catholic Church into the larger frame of how religion has been viewed within the history of the Strike.

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In the autumn of 1913, a small, remote Michigan mining community attracted national attention as miners and management found themselves embroiled in a conflict that would prove no easy victory for either side. The strike came as a shock to management, who, with the help of a nearly perfected paternal system, had come to expect a generally docile and compliant workforce. But what was even more shocking was the involvement of the miners’ wives in the strike effort, and the lengths they went to in order to keep men from crossing the picket line. This paper focuses on that effort, arguing that the women of the Michigan copper country developed strike strategies that were derived from their domestic experience, and justified their involvement through maternal arguments. However, these public actions allowed the management to disregard the respect and courtesy generally given to the domestic sphere as police and private agents perpetrated a number of home invasions in an attempt to break the strike. The involvement of women in male dominated labor disputes (mining, steel productions) has been largely ignored in the literature due to their indirect connection to the company as wives and not workers. This paper seeks to remedy this gap, and gain a better understanding of that indirect relationship. Sources include newspaper articles, private correspondence, public investigation records, and oral histories, found largely in the Michigan Tech Archives and Copper Country Historical Collections, Michigan Technological University, Michigan.

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The 1913-14 Michigan copper strike is unlike many American labor actions of the period in that it did not include red flags or socialist anthems. Many of the most familiar photographs of the strike involve American flags, not red ones. Similarly, the songs mentioned in journalistic accounts of the strikers are American Civil War songs, not popular labor songs of the period. The few newly-written songs about the strike, published in the local newspapers, seem cautiously polite and espouse values such as patriotism, liberty and human rights. During a time when sections of the "friendly" press were concerned with labor presenting the correct image and avoiding unfavorable associations, the Copper Country strikers, and the W.F.M., seem to have been attempting to create a fresh narrative regarding what this strike was (and what it was not). This paper will consider elements of the Copper Country strike in the light of media coverage, prior to July 1913, of several American labor topics that might have influenced the way the strike was presented. Particular attention will be given to photographs, songs, and accounts from the 1912 Lawrence textile strike, as well as contemporaneous critiques of labor song lyrics. Most of this commentary will be drawn from the labor and socialist press, demonstrating that the 1913-14 Michigan copper strike occurred during a period in which the labor movement was struggling to craft and image that would display it as it wished to be seen. This paper has not yet been submitted.