975 resultados para intelligenza artificiale orario sistemi basati sulla conoscenza
Resumo:
La poesia di Amelia Rosselli costituisce uno dei fenomeni linguistico-espressivi più complessi della poesia italiana del secondo Novecento. Percorsa da tensioni stilistiche ed espressive peculiari che l'hanno resa uno dei vertici dello sperimentalismo plurilingue novecentesco, l'opera rosselliana costituisce, nel suo insieme, una poderosa meditazione sull'alienazione e sulle possibilità di esprimere a pieno il proprio disagio esistenziale se non attraverso la creazione di una lingua che sfida, al medesimo tempo, convenzioni sintattiche, grammaticali, e grafiche di ben tre sistemi linguistici, e che impone al lettore, in virtù di un trilinguismo biograficamente motivato, la flessuosità di una logica del senso plurima e simultanea. Scopo del volume è offrire un contributo sistematico alla comprensione di un'opera poetica sulla quale ancora gravano radicati fraintendimenti e pervicaci clichés critici.
Una lettera inedita del cardinale Decio Azzolino jr sulla nascita della Biblioteca Comunale di Fermo
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Nell'articolo è illustrata la conoscenza della lingua italiana in Svezia nella prima età moderna, con particolare riguardo al Seicento. Gli studi pregressi su questo argomento mostrano che l'Italiano era in questo periodo una delle lingue di cultura più importanti in Svezia. Per verificare questi studi si sono utilizzate le notizie di prima mano contenute in alcuni testi odeporici (lettere, diari, relazioni ecc.) redatti da viaggiatori italiani recatisi in Svezia in questo secolo. Nei primi paragrafi del lavoro il lettore è introdotto alla comprensione dell'argomento grazie ad una esposizione contestualizzata sia della storia della Svezia sia di quella della lingua italiana tra Cinquecento e Seicento. Inoltre si offre anche una veloce introduzione ai contatti culturali tra l'Italia e la Svezia fino al Seicento. L'analisi dei testi odeporici seicenteschi conferma gli studi precedenti, basati su ricerche bibliografiche e d'archivio, dimostrando come l'Italiano, sebbene materia di studio accademico e di apprendimento privato, fosse in realtà conosciuto in Svezia solo da una piccola parte dei nobili, preferendosi ad esso il Francese, mentre il latino era conosciuto bene da tutti i rappresentanti del clero.
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Queen Christina of Sweden (1626-1689)) is probably the most important individual to directly link the cultures of Sweden and Italy, and thus fascinate scholars over the last four centuries. In the last fifty years, research on and interest in this monarch has been particularly intense. This has led to current international scientific debate concerning all the different cultural expressions in which Queen Cristina was particularly involved. However, until now there has been lacking a comprehensive work to illustrate the development of scientific research in Italian on Queen Christina. This article, therefore, without claiming to be exhaustive, aims to fill this gap by identifying the main direction of current research. The article, after briefly introducing previous works (both Italian and Swedish), demonstrates how the first major renaissance of international studies on Queen Cristina took place in Sweden in the early 1960s. Even more important was the subsequent turning point in 1989, when the tercentenary of the death of Queen Christina was celebrated and the Azzolino Collection at the Biblioteca Comunale in Jesi was opened. The article focuses on the studies in Italian during this latter period. To make the exposition more organic and, importantly, more accessible to those readers interested in only one particular aspect of the scientific studies about Queen Christina, the studies in Italian since 1689 are divided into different subject areas.
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La tese avvicina le Memorie dal carcere, di Graciliano Ramos e i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci, in una prospettiva in cui essi erano uniti per lo stesso ideale politico della prima metá del XX secolo e rappresentavano la resistenza intellettuale di fronte alla repressione. Entrambi furono vittime dell autoritarismo dei poteri fascisti e registrarono il periodo di prigione in differenti forme memorialistiche. Questi scrittori sono uniti anche per il contesto nazionale molto simile per la differenza economica tra le regioni. Condividono, inoltre, anche il concetto di arte e la certezza che l alienzazione dell intelligenza può essere superata solamente attraverso la ricostruzione delle basi nazionali per mezzo della conoscenza, dell educazione e della cultura. Si vuole mostrare come i concetti di Gramsci sono presenti non solo nella convinzione politica di Graciliano, ma in tutto il suo stile letterario memorialístico. Il lavoro, ancora, paragona le Memorie del carcere con due testi memorialistici di prigione in Italia, che sono Le mie prigioni, di Silvio Pellico, e Se questo è un uomo, di Primo Levi, per dimostrare che la proposta della letteratura gramsciana è molto più vicina allo scrittore brasiliano che ai due suoi conazionali.
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Pós-graduação em Educação Matemática - IGCE
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Pós-graduação em Serviço Social - FCHS
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Pós-graduação em Serviço Social - FCHS