985 resultados para diagrammi Penrose spaziotempo singolarità estensione soluzione coordinate gravità


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Obiettivo della tesi è la realizzazione di un dispositivo in grado di riprodurre il sistema del pendolo inverso e di trovare soluzioni vicine alla posizione di equilibrio stabile. Verranno ricavate le equazioni del moto che descrivono il sistema attraverso la meccanica Lagrangiana. Una volta integrate numericamente le equazioni, si procederà con la ricerca di una funzione di controllo per mantenere in equilibrio il sistema: l'efficacia della soluzione verrà valutata graficamente, senza approfondire l'approccio proveniente dalla teoria del controllo che ne è alla base. Infine il sistema verrà realizzato praticamente ed utilizzeremo le stesse funzioni studiate in precedenza.

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La tesi si propone in una prima parte di introdurre importanti concetti quali la reale forma della Terra, la definizione di quota ortometrica ed ondulazione geoidica ed i riferimenti rispetto a cui esse si misurano: ciò è necessario per descrivere la quota Helmert, la quota dinamica e la quota normale, ossia i sistemi di quote corrette per gravità attualmente utilizzati. Nella seconda parte le argomentazioni principali verteranno sui sistemi di riferimento verticali dei paesi europei e sull’importanza di unificare i datums in un’unica soluzione. Si elencheranno i vari tentativi di aggregazione dei sistemi che si sono susseguiti nella storia europea, con approfondimenti sulle loro caratteristiche e parametri statistici. Nella terza ed ultima parte, si discuterà della realizzazione più moderna di un sistema di riferimento verticale comune ai paesi comunitari, e si indicheranno le sue differenze rispetto ai sistemi precedenti. Si concluderà l’elaborato con un breve accenno sul futuro dei datum verticali europei.

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Nel presente rapporto tecnico viene illustrato uno studio del dissesto geomorfologico in due aree selezionate dell’Isola di Procida, rispettivamente ubicate nella zona storica di Procida (borgo medievale di Terra Murata lungo la Via Salita Castello-altezza Via S. Domenico) e nell’area costiera che raccorda Punta Pizzaco con Punta Solchiaro (comprensorio Centane-Panoramica). In generale le finalità del rapporto tecnico sono quelle di fornire un inquadramento di queste due zone da un punto di vista geologico, che si differenziano negli aspetti particolari. Infatti, nella zona di Terra Murata, sia nella zona alta del borgo medievale (piazzale oltre le mura) che lungo il costone tufaceo antistante la Marina Corricella (salita Castello all’altezza di Via S. Domenico) sono documentate copiose perdite d’acqua attraverso i terreni vulcanici di natura tufacea e pozzolanica che affiorano nell’area. Tali perdite d’acqua attraverso i terreni interessano anche numerose abitazioni, creando disagi che rendono necessario l’ulteriore accertamento tecnico al fine di individuare, anche tentativamente, le cause di tali dissesti e di proporre soluzioni tecnicamente soddisfacenti a tali problematiche attraverso uno studio approfondito.

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Negli ultimi anni, lo scenario di crescente competizione su cui si affaccia il mercato ha spinto le aziende a interessarsi sempre più frequentemente all’ingegneria della manutenzione, allo scopo di avvalersi di tecniche che permettano di pianificare strategie di manutenzione per i sistemi produttivi che siano efficaci nel minimizzare i costi di gestione garantendo prestazioni e livelli di sicurezza elevati. Le tecniche analitiche tipiche dell’ingegneria della manutenzione sono nate in settori industriali che richiedono elevati livelli di progresso tecnologico (aeronautico, nucleare), e si basano su ipotesi specifiche stringenti, che risultano limitanti nel panorama sempre più vasto ed eterogeneo in cui ne si richiede l’applicazione. D’altra parte, la rimozione di tali ipotesi rende necessario il ricorso a tecniche di risoluzione numeriche. In questa tesi si definisce un nuovo modello che permetta di caratterizzare un sistema di produzione tenendo conto di tutti i possibili aspetti di interesse nell’ambito dell’ingegneria della manutenzione. Inoltre, sono descritti gli algoritmi definiti per la risoluzione di tale modello.

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L’obbiettivo di questa tesi è quello di analizzare le conseguenze della scelta del frame (Jordan o Einstein) nel calcolo delle proprietà degli spettri primordiali generati dall’inflazione ed in particolare dell’osservabile r (rapporto tensore su scalare) al variare del potenziale del campo che genera l’espansione accelerata. Partendo dalla descrizione della teoria dell’inflazione in relatività generale, focalizzando l’attenzione sui motivi che hanno portato all’introduzione di questa teoria, vengono presentate le tecniche di utilizzo comune per lo studio della dinamica omogenea (classica) inflazionaria e di quella disomogenea (quantistica). Una particolare attenzione viene rivolta ai metodi di approssimazione che è necessario adottare per estrarre predizioni analitiche dai modelli inflazionari per poi confrontarle con le osservazioni. Le tecniche introdotte vengono poi applicate ai modelli di inflazione con gravità indotta, ovvero ad una famiglia di modelli con accoppiamento non minimale tra il campo scalare inflatonico e il settore gravitazionale. Si porrà attenzione alle differenze rispetto ai modelli con accoppiamento minimale, e verrà studiata la dinamica in presenza di alcuni potenziali derivanti dalla teoria delle particelle e diffusi in letteratura. Il concetto di “transizione tra il frame di Jordan e il frame di Einstein” viene illustrato e le sue conseguenze nel calcolo approssimato del rapporto tensore su scalare sono discusse. Infine gli schemi di approssimazione proposti vengono analizzati numericamente. Risulterà che per due dei tre potenziali presentati i metodi di approssimazione sono più accurati nel frame di Einstein, mentre per il terzo potenziale i due frames portano a risultati analitici similmente accurati.

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La geolocalizzazione è l’insieme di metodi e tecniche che permette di mettere in relazione una certa informazione con un punto specifico della superficie terrestre. Il punto è generalmente indicato in maniera assoluta tramite coordinate latitudinali e longitudinali, oppure in maniera relativa ad altri punti noti. Nello specifico il concetto di geolocalizzazione enfatizza l’aspetto dinamico, riferendosi ad informazioni in tempo reale relative alla posizione, direzione e velocità del soggetto analizzato, e la conseguente analisi di percorso e comportamento. Tutto questo rende possibile la realizzazione di un sistema di localizzazione efficiente. La geolocalizzazione è considerata tra i più rivoluzionari campi di sviluppo in ambito sociale ed economico, pur avendo potenziali problemi legati alla privacy e libertà individuale di non semplice soluzione. In particolare è di interesse di ricerca e in ambito di commercio trovare un sistema di localizzazione adeguato non solo per l’esterno ma anche per situazioni indoor. In questa tesi verranno analizzati i vari metodi di posizionamento fino ad oggi studiati, sia indoor che outdoor per arrivare a proporre un sistema di localizzazione indoor basato su geomagnetismo dell’ambiente. Nel primo capitolo il documento presenta una riflessione storica sull’evoluzione del concetto di localizzazione, partendo dai primi tentativi di navigazione, fino ad arrivare ai più moderni sistemi tecnologici. Vedremo quindi nello specifico quali sono gli ultimi studi e tecnologie per un sistema di localizzazione indoor, concentrandosi sull’analisi dei vantaggi offerti da nuovi dispositivi con gli smartphones. Infine verrà descritto nel dettaglio il lavoro effettuato per la realizzazione di un prototipo di sistema di localizzazione indoor basato su geomagnetismo in sede aziendale GetConnected, dove si è svolta l’attività di tesi, e presso un grosso centro commerciale come caso d’uso pratico.

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La tesi di carattere sperimentale parla del calcolo, tramite diversi software, delle coordinate tridimensionali di alcune stazioni GNSS antartiche al fine di valutarne ripetibilità e accuratezza. Inoltre si descrive nel dettaglio il progetto nazionale di ricerca in Antartide (PNRA) e l'osservatorio geodetico italiano. Tutto questo anticipato da un ampio capitolo dove si descrive il sistema di posizionamento globale (GPS).

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In questa tesi verrà mostrato un sistema innovativo, finalizzato a supportare l’esplorazione e l’analisi di collezioni di articoli scientifici. Il nome stesso, DocuDipity, deriva dall’unione di "Document" e "Serendipity", cioè fare scoperte inattese sui documenti e in particolare sul modo in cui i sono scritti. Grazie a DocuDipity è possibile individuare particolare proprietà degli articoli, ad esempio la distribuzione delle citazioni o dei contributi di autori diversi, senza l’obbligo di sfogliare pagina per pagina gli articoli.

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Denial-of-service attacks (DoS) and distributed denial-of-service attacks (DDoS) attempt to temporarily disrupt users or computer resources to cause service un- availability to legitimate users in the internetworking system. The most common type of DoS attack occurs when adversaries °ood a large amount of bogus data to interfere or disrupt the service on the server. The attack can be either a single-source attack, which originates at only one host, or a multi-source attack, in which multiple hosts coordinate to °ood a large number of packets to the server. Cryptographic mechanisms in authentication schemes are an example ap- proach to help the server to validate malicious tra±c. Since authentication in key establishment protocols requires the veri¯er to spend some resources before successfully detecting the bogus messages, adversaries might be able to exploit this °aw to mount an attack to overwhelm the server resources. The attacker is able to perform this kind of attack because many key establishment protocols incorporate strong authentication at the beginning phase before they can iden- tify the attacks. This is an example of DoS threats in most key establishment protocols because they have been implemented to support con¯dentiality and data integrity, but do not carefully consider other security objectives, such as availability. The main objective of this research is to design denial-of-service resistant mechanisms in key establishment protocols. In particular, we focus on the design of cryptographic protocols related to key establishment protocols that implement client puzzles to protect the server against resource exhaustion attacks. Another objective is to extend formal analysis techniques to include DoS- resistance. Basically, the formal analysis approach is used not only to analyse and verify the security of a cryptographic scheme carefully but also to help in the design stage of new protocols with a high level of security guarantee. In this research, we focus on an analysis technique of Meadows' cost-based framework, and we implement DoS-resistant model using Coloured Petri Nets. Meadows' cost-based framework is directly proposed to assess denial-of-service vulnerabil- ities in the cryptographic protocols using mathematical proof, while Coloured Petri Nets is used to model and verify the communication protocols using inter- active simulations. In addition, Coloured Petri Nets are able to help the protocol designer to clarify and reduce some inconsistency of the protocol speci¯cation. Therefore, the second objective of this research is to explore vulnerabilities in existing DoS-resistant protocols, as well as extend a formal analysis approach to our new framework for improving DoS-resistance and evaluating the performance of the new proposed mechanism. In summary, the speci¯c outcomes of this research include following results; 1. A taxonomy of denial-of-service resistant strategies and techniques used in key establishment protocols; 2. A critical analysis of existing DoS-resistant key exchange and key estab- lishment protocols; 3. An implementation of Meadows's cost-based framework using Coloured Petri Nets for modelling and evaluating DoS-resistant protocols; and 4. A development of new e±cient and practical DoS-resistant mechanisms to improve the resistance to denial-of-service attacks in key establishment protocols.

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Principal Topic: It is well known that most new ventures suffer from a significant lack of resources, which increases the risk of failure (Shepherd, Douglas and Shanley, 2000) and makes it difficult to attract stakeholders and financing for the venture (Bhide & Stevenson, 1999). The Resource-Based View (RBV) (Barney, 1991; Wernerfelt, 1984) is a dominant theoretical base increasingly drawn on within Strategic Management. While theoretical contributions applying RBV in the domain of entrepreneurship can arguably be traced back to Penrose (1959), there has been renewed attention recently (e.g. Alvarez & Busenitz, 2001; Alvarez & Barney, 2004). This said, empirical work is in its infancy. In part, this may be due to a lack of well developed measuring instruments for testing ideas derived from RBV. The purpose of this study is to develop a measurement scales that can serve to assist such empirical investigations. In so doing we will try to overcome three deficiencies in current empirical measures used for the application of RBV to the entrepreneurship arena. First, measures for resource characteristics and configurations associated with typical competitive advantages found in entrepreneurial firms need to be developed. These include such things as alertness and industry knowledge (Kirzner, 1973), flexibility (Ebben & Johnson, 2005), strong networks (Lee et al., 2001) and within knowledge intensive contexts, unique technical expertise (Wiklund and Shepard, 2003). Second, the RBV has the important limitations of being relatively static and modelled on large, established firms. In that context, traditional RBV focuses on competitive advantages. However, newly established firms often face disadvantages, especially those associated with the liabilities of newness (Aldrich & Auster, 1986). It is therefore important in entrepreneurial contexts to expand to an investigation of responses to competitive disadvantage through an RBV lens. Conversely, recent research has suggested that resource constraints actually have a positive effect on firm growth and performance under some circumstances (e.g., George, 2005; Katila & Shane, 2005; Mishina et al., 2004; Mosakowski, 2002; cf. also Baker & Nelson, 2005). Third, current empirical applications of RBV measured levels or amounts of particular resources available to a firm. They infer that these resources deliver firms competitive advantage by establishing a relationship between these resource levels and performance (e.g. via regression on profitability). However, there is the opportunity to directly measure the characteristics of resource configurations that deliver competitive advantage, such as Barney´s well known VRIO (Valuable, Rare, Inimitable and Organized) framework (Barney, 1997). Key Propositions and Methods: The aim of our study is to develop and test scales for measuring resource advantages (and disadvantages) and inimitability for entrepreneurial firms. The study proceeds in three stages. The first stage developed our initial scales based on earlier literature. Where possible, we adapt scales based on previous work. The first block of the scales related to the level of resource advantages and disadvantages. Respondents were asked the degree to which each resource category represented an advantage or disadvantage relative to other businesses in their industry on a 5 point response scale: Major Disadvantage, Slight Disadvantage, No Advantage or Disadvantage, Slight Advantage and Major Advantage. Items were developed as follows. Network capabilities (3 items) were adapted from (Madsen, Alsos, Borch, Ljunggren & Brastad, 2006). Knowledge resources marketing expertise / customer service (3 items) and technical expertise (3 items) were adapted from Wiklund and Shepard (2003). flexibility (2 items), costs (4 items) were adapted from JIBS B97. New scales were developed for industry knowledge / alertness (3 items) and product / service advantages. The second block asked the respondent to nominate the most important resource advantage (and disadvantage) of the firm. For the advantage, they were then asked four questions to determine how easy it would be for other firms to imitate and/or substitute this resource on a 5 point likert scale. For the disadvantage, they were asked corresponding questions related to overcoming this disadvantage. The second stage involved two pre-tests of the instrument to refine the scales. The first was an on-line convenience sample of 38 respondents. The second pre-test was a telephone interview with a random sample of 31 Nascent firms and 47 Young firms (< 3 years in operation) generated using a PSED method of randomly calling households (Gartner et al. 2004). Several items were dropped or reworded based on the pre-tests. The third stage (currently in progress) is part of Wave 1 of CAUSEE (Nascent Firms) and FEDP (Young Firms), a PSED type study being conducted in Australia. The scales will be tested and analysed with a random sample of approximately 700 Nascent and Young firms respectively. In addition, a judgement sample of approximately 100 high potential businesses in each category will be included. Findings and Implications: The paper will report the results of the main study (stage 3 – currently data collection is in progress) will allow comparison of the level of resource advantage / disadvantage across various sub-groups of the population. Of particular interest will be a comparison of the high potential firms with the random sample. Based on the smaller pre-tests (N=38 and N=78) the factor structure of the items confirmed the distinctiveness of the constructs. The reliabilities are within an acceptable range: Cronbach alpha ranged from 0.701 to 0.927. The study will provide an opportunity for researchers to better operationalize RBV theory in studies within the domain of entrepreneurship. This is a fundamental requirement for the ability to test hypotheses derived from RBV in systematic, large scale research studies.