942 resultados para Castello del Buonconsiglio (Trento, Italy)


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La ricerca punta a ricostruire il complesso e travagliato processo decisionale che porta alla realizzazione del quarto centro siderurgico di Taranto. Il grande stabilimento viene progettato nel 1955, approda sui tavoli del comitato di Presidenza della Finsider nel settembre del 1956 e dopo quasi quattro anni di dibattiti e dietrofront ottiene il via libera dal consiglio dei Ministri il 9 giugno del 1959. La prima pietra del centro verrà posta il 10 luglio del 1960, il primo settore (un tubificio) inaugurato nel 1961, mentre il resto del complesso entrerà in funzione nel 1964. Ispiratore del centro è Pasquale Saraceno e gli uomini dell'associazione Svimez, convinti sostenitori dell'industrializzazione dell'Italia Meridionale. Il progetto sostenuto apertamente dalla Democrazia Cristiana a partire dal 1956 e in seguito da tutte le forze politiche, viene convintamente osteggiato dall'Impresa Pubblica, Finsider in testa, che vede messa a repentaglio l'autonomia imprenditoriale del gruppo e i propri equilibri economici. Il centro meridionale è considerato strategicamente penalizzante ed economicamente sconveniente, dato che i maggiori centri industriali italiani del tempo si trovano nell'Italia Settentrionale (quindi una localizzazione meridionale comporterebbe un aggravio di costi per le operazioni di trasporto dell'acciaio). L'Impresa pubblica opterebbe su una politica imprenditoriale più prudente, incentrata sul potenziamento graduale dei centri già esistenti. Non così la Politica decisa ad attuare una svolta in grado di realizzare evidenti progressi nell'economia meridionale. La nostra ricerca ha cercato di ricostruire l'impegno e le manovre dei principali partiti politici e parallelamente le strategie e le ragioni dell'Impresa pubblica tenendo anche conto del grande dibattito sorto sulla stampa nazionale tra favorevoli e contrari al progetto e al coinvolgimento dell'opinione pubblica meridionale in particolare pugliese. La ricerca si divide in tre parti (dedicate alle origini del progetto (1954-1955), gli sviluppi della vicenda (1957-1958), il via libera al centro (1959-1960) e si articola in sei capitoli (Meridione e industrializzazione: verso il quarto centro siderurgico; La siderurgia italiana verso il boom: il progetto del IV centro a ciclo integrale; La polemica Iri – Dc: uno scontro istituzionale; Il Pci e il centro siderurgico di Taranto; La vicenda Vado Ligure e la posizione dell'impresa privata; L'approvazione del progetto). La tesi cerca di mettere a fuoco la posizione della Politica (Dc e Pci su tutti), della Tecnica (Iri e Finsider ma anche progetti e impegno dei privati, quali la Fiat e la Falck) e della società civile (soprattutto quella tarantina dedicando una certa attenzione al mondo cattolico). La ricerca si è svolta su più livelli. Nel primo anno si è compiuta un'approfondito studio presso l'archivio dell'Iri (conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma), della Dc (Istituto Sturzo, Roma), del Pci (Istituto Gramsci Roma). Il secondo ha permesso di soffermarsi sulle vicende di Taranto (Archivio dell'Arcidiocesi, Archivio del Comune, Biblioteca Comunale). Il terzo è stato focalizzato ancora su vicende politiche e finanziarie (Archivio Storico Banca d'Italia, Archivio Giulio Andreotti, Archivio storico del Senato, tutti con sede a Roma). L'esame dei verbali dei Comitati esecutivi della Finsider per gli anni 1954 -1959 rivela una chiara direzione: la Finsider studia con grande rigore la situazione del mercato italiano, delle varie aziende e dei centri produttivi del Gruppo. Un rigore finalizzato alla chiusura dei centri ritenuti antiquati e poco funzionali e al potenziamento di quelli più moderni e dalle dimensioni imponenti. Un'azione tesa ad incrementare la produzione, essere competitivi sul mercato internazionale e salvaguardare il vero faro dell'azienda in quegli anni: l'economicità. Cioè ottenere il più possibile tutelando gli equilibri finanziari del Gruppo. E' per questo che per ben due anni, i funzionari dell'azienda avanzano progetti complementari, come quello del piccolo centro di Apuania, ma il Comitato esecutivo pur considerando l'investimento indispensabile e conveniente, decide di rinviarne la realizzazione. Gli elementi più rilevanti sono emersi per l'anno 1957. E' noto come il centro siderurgico meridionale fosse messo a rischio da un altro progetto avanzato dalla Fiat, decisa a realizzare un proprio stabilimento nell'Italia settentrionale, a Vado Ligure. Il centro avrebbe dovuto rifornire di acciaio gli stabilimenti della casa automobilistica rendendola indipendente dall'Industria di Stato. Nel caso si fosse realizzato il centro di Vado (al quale la Fiat rinuncerà nel 1957) sarebbe risultato impossibile realizzarne un altro nel Meridione (a quel punto la produzione avrebbe superato i consumi). Dai dati esaminati emerge una trattativa finora inedita che vede il coinvolgimento della Finsider e di privati stranieri.

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La influencia del arquitecto, cuadraturista y constructor de aparatos efímeros Andrea Pozzo (Trento 1642 – Viena 1709) en las artes españolas a través de la difusión de su tratado Perspectiva Pictorum Architectorum (Roma 1693-1700), es un tema que ha aparecido con cierta frecuencia en la historiografía dedicada a nuestro arte barroco. Esta popularidad no necesariamente ha significado la comprensión del fenómeno, pues en la mayoría de ocasiones, se ha tratado de manera fragmentaria y en base a tópicos. Esta tesis doctoral se centra en explicar las funciones que cumplió el tratado del jesuita Pozzo en la cultura artística en la primera mitad del siglo XVIII español así como su presencia en la educación científico-técnica de la Compañía de Jesús. El presente trabajo analiza cuáles fueron las vías de la influencia pozzesca en nuestro país, cómo y en qué campos se verificó concretamente la adopción de sus modelos, y cuáles fueron las razones del fin de su vigencia en la práctica artística. El periodo que acota nuestra investigación se abre en la última década de la dinastía austriaca en España, cuando se comenzaban a apreciar los síntomas de una dispersa renovación intelectual y cultural; y termina con la implantación del centralismo administrativo en el campo de la educación y el ejercicio artístico, consolidado por la fundación de la Academia de Bellas Artes de San Fernando en Madrid (1752). Nuestra investigación parte de un examen detallado de la figura de Andrea Pozzo y del estudio pormenorizado de su tratado de perspectiva. Nuestro mayor aporte en este punto es la atención a su perfil político y social para contextualizar su formación, que le caracteriza como producto del ambiente milanés filoespañol. Destacamos así mismo la relación instrumental que mantuvo con la Orden jesuita, de la que formó parte dedicado exclusivamente a labores artísticas, propagandísticas y docentes, como hermano lego; y cómo sus excelentes relaciones con los estamentos Habsburgo consiguieron que, una vez alcanzado el éxito en el ambiente romano, pudiera continuar su ascenso trasladándose a la Corte de Viena, donde obtuvo un gran reconocimiento al servicio del emperador José I y los Liechtenstein...

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Cymbalaria aequitriloba (Viv.) A.Chev., es una planta endémica del área Tirrénica (Sicilia, Córcega, Cerdeña y algunos puntos de Italia peninsular), que también alcanza las Islas Baleares. Ha sido encontrada en Torre de Arcas (Teruel) como una planta cultivada o accidental, presente en jardineras de floración invernal, constituyendo un elemento muy particular de la jardinería popular del Matarraña aragonés. Que sepamos, es la primera vez que se cita esta especie en España peninsular. Presenta una gran variabilidad morfológica lo que dificulta su identificación, no obstante es fácilmente diferenciable de C. muralis, la especie más cultivada en la zona. En esta región, tienen por costumbre remover la tierra tras la floración pues la planta pierde belleza, luego vuelve a aparecer en la siguiente estación por renuevo vegetativo o algunas plantas de semilla, motivo que no nos ha permitido estudiar plantas en fructificación. Todo Aragón, pero especialmente el Matarraña, tuvieron estrechos lazos comerciales con Italia durante el s. XIV-XV (principalmente exportando la lana), hecho que pudo favorecer el intercambio de materiales vegetales, como ya se ha podido constatar previamente con otras plantas similares.

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During the 1860's and 1870's, Spain and Italy experienced a convergence of debates on the significance of political representation in the framework of Liberal State. Spain suffered a political and social crisis, ending with the Revolution of 1868 and the adoption of male universal suffrage in 1878. Its coeval Italy began to build its new Kingdom, anxious about state building, as well as the relevance of electoral processes in the Constitutional scheme. Although members of parliament and essayists of both countries well knew their neighbour's political reality, a dialogue on representation didn't occur. Nonetheless, we believe it is useful to analyse the survey drawn by the Italian publicist in the light of current knowledge of the opinions that prevailed in Spain. What sense did they give to the general election? How did they understand the value of the vote? Who were considered eligible voters? These questions comprise the main subjects of the essay.

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The Early Miocene Bisciaro Fm., a marly limestone succession cropping out widely in the Umbria–Romagna–Marche Apennines, is characterized by a high amount of volcaniclastic content, characterizing this unit as a peculiar event of the Adria Plate margin. Because of this volcaniclastic event, also recognizable in different sectors of the central-western Mediterranean chains, this formation is proposed as a “marker” for the geodynamic evolution of the area. In the Bisciaro Fm., the volcaniclastic supply starts with the “Raffaello” bed (Earliest Aquitanian) that marks the base of the formation and ends in the lower portion of the Schlier Fm. (Late Burdigalian–Langhian p.p.). Forty-one studied successions allowed the recognition of three main petrofacies: (1) Pyroclastic Deposits (volcanic materials more than 90 %) including the sub-petrofacies 1A, Vitroclastic/crystallo-vitroclastic tuffs; 1B, Bentonitic deposits; and 1C, Ocraceous and blackish layers; (2) Resedimented Syn-Eruptive Volcanogenic Deposits (volcanic material 30–90 %) including the sub-petrofacies 2A, High-density volcanogenic turbidites; 2B, Low-density volcanogenic turbidites; 2C, Crystal-rich volcanogenic deposits; and 2D, Glauconitic-rich volcaniclastites; (3) Mixing of Volcaniclastic Sediments with Marine Deposits (volcanic material 5–30 %, mixed with marine sediments: marls, calcareous marls, and marly limestones). Coeval volcaniclastic deposits recognizable in different tectonic units of the Apennines, Maghrebian, and Betic Chains show petrofacies and chemical–geochemical features related to a similar calc-alkaline magmatism. The characterization of this event led to the hypothesis of a co-genetic relationship between volcanic activity centres (primary volcanic systems) and depositional basins (depositional processes) in the Early Miocene palaeogeographic and palaeotectonic evolution of the central-western Mediterranean region. The results support the proposal of a geodynamic model of this area that considers previously proposed interpretations.

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n. s. v. 2

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7-8