958 resultados para CANE
Resumo:
Il microbiota intestinale riveste un ruolo importantissimo nell’influenzare la salute dell’ospite. È stato dimostrato come la composizione della dieta possa condizionare lo stato di benessere dell’animale, inducendo importanti cambiamenti tra le popolazioni batteriche che coabitano l’intestino; l’uso di prebiotici rappresenta una delle strategie maggiormente impiegate per modulare positivamente la composizione ed il metabolismo dell’ecosistema gastroenterico. Il presente progetto di dottorato si è proposto di indagare gli effetti sul microbiota intestinale del cane e del gatto di diete a diverso tenore proteico e contenenti proteine di diversa digeribilità in presenza o meno di sostanze prebiotiche. Inoltre, sono stati valutati gli effetti della presenza di un estratto di Yucca schidigera e di tannini sulla microflora intestinale del gatto. In ultima istanza, sono state valutate le conseguenze di dosi crescenti di lattosio sul benessere intestinale del cane. I risultati del presente studio hanno rilevato come le sostanze prebiotiche influiscono sulla composizione e sul metabolismo della microflora del cane e del gatto, e come l’impiego di diete ricche di proteine possa avere conseguenze negative sull’ambiente intestinale. Tuttavia, la presenza di oligosaccaridi non sembra contrastare gli effetti negativi che diete ad alto tenore proteico potrebbero avere sull’ecosistema intestinale dell’animale. Nella successiva prova è stato evidenziato come l’inclusione nella dieta di estratti di Yucca e tannini possa contribuire a mitigare l’emanazione di sostanze maleodoranti dalle deiezioni degli animali da compagnia. Nel corso dell’ultima prova, nonostante non siano state osservate differenze tra le popolazioni microbiche intestinali, la somministrazione di dosi crescenti di lattosio ha indotto una certa riduzione delle fermentazioni proteolitiche microbiche. Ulteriori studi sono necessari per stabilire in che misura la dieta e gli alimenti “funzionali” possano influire sul microbiota intestinale del cane e del gatto e come queste informazioni possono essere utilizzate per migliorare miratamente l’alimentazione e lo stato di salute degli animali da compagnia.
Resumo:
Negli ultimi anni si è assistito ad un miglioramento della qualità di vita dei piccoli animali che, oltre ad aumentarne l'aspettativa di vita, ha determinato un aumento della frequenza di patologie associate all'età medio-avanzata, quali le patologie renali croniche. Il presente studio si fonda sulla necessità, sempre più sentita nella pratica clinica veterinaria, di poter fornire al proprietario del paziente affetto da CKD, una serie di parametri che, oltre a fungere da target terapeutico, possano aiutare a comprenderne la prognosi. Lo studio ha valutato una popolazione di cani affetti da CKD e ne ha seguito o ricostruito il follow-up, per tutto il periodo di sopravvivenza fino al momento dell’exitus. Di tali soggetti sono stati raccolti dati relativi ad anamnesi, esame clinico, misurazione della pressione arteriosa, diagnostica per immagini, esami ematochimici, analisi delle urine ed eventuale esame istologico renale. È stato possibile individuare alcuni importanti fattori prognostici per la sopravvivenza in pazienti con CKD. Oltre a fattori ben noti in letteratura, come ad esempio elevati valori di creatinina e fosforo, o la presenza di proteinuria, è stato possibile anche evidenziare il ruolo prognostico negativo di alcuni parametri meno noti, ed in particolare delle proteine di fase acuta positive e negative, e del rapporto albumina/globuline. Una possibile spiegazione del valore prognostico di tali parametri risiede nel ruolo prognostico negativo dell’infiammazione nel paziente con CKD: tale ruolo è stato suggerito e dimostrato nell’uomo e avrebbe alla base numerosi possibili meccanismi (sviluppo di anemia, complicazioni gastroenteriche, neoplasie, etc.), ma dati analoghi sono mancanti in medicina veterinaria. Una seconda possibile spiegazione risiede nel fatto che potenzialmente i livelli delle proteine di fase acuta possono essere influenzati dalla presenza di proteinuria nel paziente con CKD e di conseguenza potrebbero essere una conferma di come la proteinuria influenzi negativamente l'outcome.
Resumo:
Renewable hydrocarbon biofuels are being investigated as possible alternatives to conventional liquid transportation fossil fuels like gasoline, kerosene (aviation fuel), and diesel. A diverse range of biomass feedstocks such as corn stover, sugarcane bagasse, switchgrass, waste wood, and algae, are being evaluated as candidates for pyrolysis and catalytic upgrading to produce drop-in hydrocarbon fuels. This research has developed preliminary life cycle assessments (LCA) for each feedstock-specific pathway and compared the greenhouse gas (GHG) emissions of the hydrocarbon biofuels to current fossil fuels. As a comprehensive study, this analysis attempts to account for all of the GHG emissions associated with each feedstock pathway through the entire life cycle. Emissions from all stages including feedstock production, land use change, pyrolysis, stabilizing the pyrolysis oil for transport and storage, and upgrading the stabilized pyrolysis oil to a hydrocarbon fuel are included. In addition to GHG emissions, the energy requirements and water use have been evaluated over the entire life cycle. The goal of this research is to help understand the relative advantages and disadvantages of the feedstocks and the resultant hydrocarbon biofuels based on three environmental indicators; GHG emissions, energy demand, and water utilization. Results indicate that liquid hydrocarbon biofuels produced through this pyrolysis-based pathway can achieve greenhouse gas emission savings of greater than 50% compared to petroleum fuels, thus potentially qualifying these biofuels under the US EPA RFS2 program. GHG emissions from biofuels ranged from 10.7-74.3 g/MJ from biofuels derived from sugarcane bagasse and wild algae at the extremes of this range, respectively. The cumulative energy demand (CED) shows that energy in every biofuel process is primarily from renewable biomass and the remaining energy demand is mostly from fossil fuels. The CED for biofuel range from 1.25-3.25 MJ/MJ from biofuels derived from sugarcane bagasse to wild algae respectively, while the other feedstock-derived biofuels are around 2 MJ/MJ. Water utilization is primarily from cooling water use during the pyrolysis stage if irrigation is not used during the feedstock production stage. Water use ranges from 1.7 - 17.2 gallons of water per kg of biofuel from sugarcane bagasse to open pond algae, respectively.
Resumo:
Extensive application of vinasse, a subproduct from sugar cane plantations for bioethanol production, is currently taking place as a source of nutrients that forms part of agricultural management in different agroclimatic regions. Liquid vinasse composition is characterised by high variability of organic compounds and major ions, acid pH (4.7), high TDS concentration (117,416–599,400 mg L− 1) and elevated EC (14,350–64,099 μS cm− 1). A large-scale sugar cane field application is taking place in Valle del Cauca (Colombia), where monitoring of soil, unsaturated zone and the aquifer underneath has been made since 2006 to evaluate possible impacts on three experimental plots. For this assessment, monitoring wells and piezometers were installed to determine groundwater flow and water samples were collected for chemical analysis. In the unsaturated zone, tensiometers were installed at different depths to determine flow patterns, while suction lysimeters were used for water sample chemical determinations. The findings show that in the sandy loam plot (Hacienda Real), the unsaturated zone is characterised by low water retention, showing a high transport capacity, while the other two plots of silty composition presented temporal saturation due to La Niña event (2010–2011). The strong La Niña effect on aquifer recharge which would dilute the infiltrated water during the monitoring period and, on the other hand dissolution of possible precipitated salts bringing them back into solution may occur. A slight increase in the concentration of major ions was observed in groundwater (~ 5% of TDS), which can be attributed to a combination of factors: vinasse dilution produced by water input and hydrochemical processes along with nutrient removal produced by sugar cane uptake. This fact may make the aquifer vulnerable to contamination.