996 resultados para haemophilus influenzae tipo b


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We present here the complete genome sequence of a common avian clone of Pasteurella multocida, Pm70. The genome of Pm70 is a single circular chromosome 2,257,487 base pairs in length and contains 2,014 predicted coding regions, 6 ribosomal RNA operons, and 57 tRNAs. Genome-scale evolutionary analyses based on pairwise comparisons of 1,197 orthologous sequences between P. multocida, Haemophilus influenzae, and Escherichia coli suggest that P. multocida and H. influenzae diverged ≈270 million years ago and the γ subdivision of the proteobacteria radiated about 680 million years ago. Two previously undescribed open reading frames, accounting for ≈1% of the genome, encode large proteins with homology to the virulence-associated filamentous hemagglutinin of Bordetella pertussis. Consistent with the critical role of iron in the survival of many microbial pathogens, in silico and whole-genome microarray analyses identified more than 50 Pm70 genes with a potential role in iron acquisition and metabolism. Overall, the complete genomic sequence and preliminary functional analyses provide a foundation for future research into the mechanisms of pathogenesis and host specificity of this important multispecies pathogen.

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The recently sequenced genome of the parasitic bacterium Mycoplasma genitalium contains only 468 identified protein-coding genes that have been dubbed a minimal gene complement [Fraser, C.M., Gocayne, J.D., White, O., Adams, M.D., Clayton, R.A., et al. (1995) Science 270, 397-403]. Although the M. genitalium gene complement is indeed the smallest among known cellular life forms, there is no evidence that it is the minimal self-sufficient gene set. To derive such a set, we compared the 468 predicted M. genitalium protein sequences with the 1703 protein sequences encoded by the other completely sequenced small bacterial genome, that of Haemophilus influenzae. M. genitalium and H. influenzae belong to two ancient bacterial lineages, i.e., Gram-positive and Gram-negative bacteria, respectively. Therefore, the genes that are conserved in these two bacteria are almost certainly essential for cellular function. It is this category of genes that is most likely to approximate the minimal gene set. We found that 240 M. genitalium genes have orthologs among the genes of H. influenzae. This collection of genes falls short of comprising the minimal set as some enzymes responsible for intermediate steps in essential pathways are missing. The apparent reason for this is the phenomenon that we call nonorthologous gene displacement when the same function is fulfilled by nonorthologous proteins in two organisms. We identified 22 nonorthologous displacements and supplemented the set of orthologs with the respective M. genitalium genes. After examining the resulting list of 262 genes for possible functional redundancy and for the presence of apparently parasite-specific genes, 6 genes were removed. We suggest that the remaining 256 genes are close to the minimal gene set that is necessary and sufficient to sustain the existence of a modern-type cell. Most of the proteins encoded by the genes from the minimal set have eukaryotic or archaeal homologs but seven key proteins of DNA replication do not. We speculate that the last common ancestor of the three primary kingdoms had an RNA genome. Possibilities are explored to further reduce the minimal set to model a primitive cell that might have existed at a very early stage of life evolution.

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Metriti ed endometriti sono le patologie maggiormente responsabili delle perdite economiche negli allevamenti bovini da latte, specialmente nel periodo successivo al parto. Mentre le metriti coinvolgono e si sviluppano in tutto l’utero e sono caratterizzate dalla presenza di sintomi sistemici, le endometriti consistono in una infiammazione che riguarda il solo endometrio, con la presenza di perdite purulente, distruzione della superficie epiteliale, congestione vascolare, edema stromale ed accumulo di linfociti e plasmacellule. Queste patologie, inoltre, possono causare, disfunzione ovarica, con conseguente infertilità e riduzione sia dell’efficienza riproduttiva della vacca sia della produzione stessa di latte. Nonostante queste malattie siano, nella maggior parte dei casi, correlate all’instaurarsi di infezioni batteriche, che possono subentrare nell’utero direttamente durante il parto, il ruolo di alcuni virus nello sviluppo di queste patologie è stato recentemente approfondito e la correlazione tra l’ Herpesvirus Bovino 4 e l’insorgere di metriti ed endometriti è stata dimostrata. L’ Herpesvirus Bovino 4 (BoHV-4) è un gamma-herpesvirus ed il suo genoma è costituito da una molecola lineare di DNA a doppio filamento con una struttura genomica di tipo B, caratterizzata dalla presenza di un’unica lunga sequenza centrale (LUR) fiancheggiata da multiple sequenze poli-ripetute (prDNA). BoHV-4 è stato isolato sia da animali sani sia da animali con differenti patologie, tra cui malattie oculari e respiratorie, ma soprattutto da casi di metriti, endometriti, vaginiti o aborti. Generalmente, il ruolo svolto dal virus in questo tipo di patologie è associato alla compresenza di altri tipi di patogeni, che possono essere virus, come nel caso del Virus Della Diarrea Virale Bovina (BVDV), o più frequentemente batteri. Usualmente, l’iniziale difesa dell’endometrio bovino nei confronti dei microbi si fonda sul sistema immunitario innato e l’attivazione di specifici recettori cellulari determina la sintesi e la produzione di citochine e chemochine pro infiammatorie, che possono essere in grado di modulare la replicazione di BoHV-4. Il genoma di BoHV-4 possiede due principali trascritti per i geni Immediate Early (IE), trai quali ORF50/IE2 è il più importante ed il suo prodotto, Rta/ORF50, è fortemente conservato tra tutti gli Herpesvirus. Esso è responsabile della diretta trans-attivazione di numerosi geni virali e cellulari e può essere modulato da differenti stimoli extracellulari. Precedentemente è stato dimostrato come il TNF-, prodotto dalle cellule stromali e dai macrofagi all’interno dell’endometrio, in conseguenza ad infezione batterica, sia in grado di aumentare la replicazione di BoHV-4 attraverso l’attivazione del pathway di NFkB e direttamente agendo sul promotore di IE2. Per queste ragioni, è risultato di forte interesse investigare quali potessero essere, invece, i fattori limitanti la replicazione di BoHV-4. In questo lavoro è stata studiata la relazione tra cellule endometriali stromali bovine infettate con l’Herpesvirus Bovino 4 e l’interferon gamma (IFN-) ed è stata dimostrata la capacità di questa molecola di restringere la replicazione di BoHV-4 in maniera IDO1 indipendente ed IE2 dipendente. Inoltre, la presenza di alcuni elementi in grado di interagire con l’ IFN-γ, all’interno del promotore di IE2 di BoHV-4, ha confermato questa ipotesi. Basandoci su questi dati, abbiamo potuto supporre l’esistenza di uno stretto vincolo tra l’attivazione dell’asse dell’interferon gamma e la ridotta replicazione di BoHV-4, andando a porre le basi per una nuova efficiente cura e prevenzione per le patologie uterine. Poiché il meccanismo corretto attraverso il quale BoHV-4 infetta l’endometrio bovino non è ancora ben compreso, è stato interessante approfondire in maniera più accurata l’interazione presente tra il virus ed il substrato endometriale, analizzando le differenze esistenti tra cellule infettate e non, in termini di espressione genica. Basandoci su dati preliminari ottenuti attraverso analisi con RNA sequencing (RNAseq), abbiamo visto come numerosi geni risultino over-espressi in seguito ad infezione con BoHV-4 e come, tra questi, la Metalloproteasi 1 sia uno dei più interessanti, a causa delle sue possibili implicazioni nello sviluppo delle patologie dell’endometrio uterino bovino. Successive analisi, effettuate tramite westernblotting e real time PCR, sono state in grado di confermare tale dato, sottolineando l’efficacia di un nuovo approccio sperimentale, basato sul RNAseq, per lo studio dell’insorgenza delle patologie.

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In Filipino infants, 1 dose of an adjuvanted, 11-valent pneumococcal conjugate vaccine (serotypes 1, 4, 5, 7F, 9V, 19F, and 23F conjugated to tetanus protein; and serotypes 3, 6B, 14, and 18C conjugated to diphtheria toxoid) administered alone at age 18 weeks (11PncTD1) elicited similar antibody concentrations at age 9 months as those elicited by 3 doses (11PncTD3) administered concomitantly with national program vaccines, at ages 6, 10, and 14 weeks. Geometric mean antibody concentrations ranged from 0.36 mug/mL ( for serotype 18C) to 5.81 mug/mL (for serotype 4), for the 11PncTD1 vaccine, and from 0.32 mug/mL (for serotype 18C) to 5.01 mug/mL (for serotype 19F), for the 11PncTD3 vaccine. The proportion of infants with threshold antibody concentrations greater than or equal to0.35 mug/mL was also similar (ranges, 55.6%-100% for the 11PncTD1 vaccine and 42.9%-100% for the 11PncTD3 vaccine). The functional activity of antibodies expressed as opsonophagocytic activity titers was similar in the 11PncTD1 and 11PncTD3 groups. This finding is an important one for countries with financial constraints and high pneumococcal disease burden.

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Background/aims: Chronic infections such as those caused by Chlamydia pneumoniae and periodontopathic bacteria such as Porphyromonas gingivalis have been associated with atherosclerosis, possibly due to cross-reactivity of the immune response to bacterial GroEL with human heat shock protein (hHSP) 60. Methods: We examined the cross-reactivity of anti-GroEL and anti-P. gingivalis antibodies with hHSP60 in atherosclerosis patients and quantified a panel of six pathogens in atheromas. Results: After absorption of plasma samples with hHSP60, there were variable reductions in the levels of anti-GroEL and anti-P. gingivalis antibodies, suggesting that these antibodies cross-reacted with hHSP60. All of the artery specimens were positive for P. gingivalis. Fusobacterium nucleatum, Tannerella forsythia, C. pneumoniae, Helicobacter pylori, and Haemophilus influenzae were found in 84%, 48%, 28%, 4%, and 4% of arteries, respectively. The prevalence of the three periodontopathic microorganisms, P. gingivalis, F. nucleatum and T. forsythia, was significantly higher than that of the remaining three microorganisms. Conclusions: These results support the hypothesis that in some patients, cross-reactivity of the immune response to bacterial HSPs including those of periodontal pathogens, with arterial endothelial cells expressing hHSP60 may be a possible mechanism for the association between atherosclerosis and periodontal infection.

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Several host-adapted bacterial pathogens contain methyltransferases associated with type III restriction-modification (R-M) systems that are subject to reversible, high-frequency on/off switching of expression (phase variation). To investigate the role of phase-variable expression of R-M systems, we made a mutant strain lacking the methyltransferase (mod) associated with a type III R-M system of Haemophilus influenzae and analyzed its phenotype. By microarray analysis, we identified a number of genes that were either up- or down-regulated in the mod mutant strain. This system reports the coordinated random switching of a set of genes in a bacterial pathogen and may represent a widely used mechanism.

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For many y ears, the federal government policy is to use project for in order to speed up the work for decreasing the elementary education deficit vacancy . In Natal municipality the schoolhouses for children, from 0 to 6 years of age are denom inated Muinicipality Centre for Elementary Education. The federal government provides capital for the news edifications by the program of government named PROINFÂNCIA. This program embraces three types of projects. Type “A” must be furnished by the interes ted municipality and approved by Education and Cultura Ministry. The type “B” is standard plan with capability to 120 schoolchildren in full - time or 240 in two turns and ground plot measuring 40 x 70m and the “type C” also a standart projects to 60 schoolc hildren in full - time or 120 in two turns and ground plot measuring 35 x 45m. Sometimes , due to scarcity of bigger ground plot s is the “type C” instead of “type B”, referring to offering vacancies. In this meaning, this study intend s to present the draft - project to elementary schoolhouse, modulated and flexible, emphasizing the children needs . Therefore, it was studied concept, school architecture, construction technology, reference study and visiting to MCEE Fernanda Jales (PROINFÂNC IA “tipo B”). However, the proposal synthesizes the draft - project by module, implanting in its totality or in parts, according to its necessity and lot cha racteristic.

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Several tests that evaluate the quality of seeds are destructive and require time, which is considered long and expensive in the processes that involves the production and marketing of seed. Thus, techniques that allow reducing the time related to assess the quality of seed lots is very favorable, considering the technical, economic and scientific point of view. The techniques images of seed analyzed both by X-ray such as digital images, represent alternative for this sector, and are considered reproducible and fast, giving greater flexibility and autonomy to the activities of production systems. Summarily, the objective was to analyze the internal morphology of seeds of this species through x-rayed images and the efficiency of weed seed area increased during soaking through image analysis and compare them with the results of germination tests and force the evaluation of physiological seed quality. For X-ray tests, the seeds were exposed for 0.14 seconds at radiation 40kV and 2.0 mAs. Were analyzed images using the ImageJ program and subsequently put to germinate in B.O.D chamber at 27 ° C, in which there was the comparison of results for germination. To determine the test area increase (% IA), seeds were used with and without seed coat, maintained the B.O.D chamber at 15 ° to 20 ° C, the seeds were photographed before and after the soaking period, the results were compared to the germination rates. For the X-ray test, it was observed that seeds with empty area greater than 20%, showed a higher percentage of abnormal seedlings. And the area increment analysis showed that it is possible to rank the batch after 8 hours of imbibition at 15 ° C according to the germination and vigor tests

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Introdução: O tratamento endovascular da aorta torácica (TEVAR) é uma modalidade terapêutica emergente que tem vindo a revolucionar a abordagem de diferentes tipos de patologia da aorta na sua localização torácica. Objetivos: Avaliação da experiência institucional do serviço de angiologia e cirurgia vascular. Métodos: Análise retrospetiva da série consecutiva de todos os doentes com patologia da aorta torácica e/ou toracoabdominal submetidos a TEVAR na nossa instituição. Foram excluídos aqueles com uso concomitante de endopróteses fenestradas/ramificadas abdominais. Resultados: Desde abril de 2005 até abril de 2014, 79 doentes foram submetidos a TEVAR, com idade média de 66 ± 12,83 anos (máx: 86; mín: 14). As indicações incluíram: 46 aneurismas (58%), 17 dissecções aórticas clássicas tipo B (22%), 13 no contexto de outras síndromes aórticas agudas (16%), 2 por ateroembolismo (3%) e um por fístula aortoesofágica (1%). Na patologia aneurismática, a distribuição anatómica da doença foi a seguinte: 5 na aorta ascendente e arco aórtico (11%), 35 na aorta torácica descendente (76%) e 6 toracoabdominal (13%). O diâmetro médio das dilatações aneurimáticas foi de 69,64 mm (máx: 150 mm). A rotura foi uma apresentação da patologia em 21,5% dos doentes (n = 17); 20,9% dos doentes tinham antecedentes de cirurgia aórtica prévia. A dissecção aórtica tipo B complicada foi a segunda indicação mais comum, sendo de apresentação aguda em 13 (76%) e crónica em 4 (24%). As complicações na base da intervenção foram dilatação aneurismática em 35% (n = 6), malperfusão com isquemia de órgão alvo 47% (n = 8), desconhecida em 18% (n = 3). Foi realizada extensão distal com stent descoberto (Petticoat) em 9 casos (41,2%) e foram realizados procedimentos adjuvantes em 18% (stenting renal n = 2; stenting ilíaco n = 1). Dentro das outras síndromes aórticas agudas, o TEVAR foi realizado no contexto de úlcera aórtica penetrante (n = 4), hematoma intramural (n = 4) e os restantes por rotura/pseudoaneurisma (n = 5). As endopróteses utilizadas foram: 32 Valiant Medtronic®, 15 TAG Gore®, 25 Zenith TX2 Cook®, 2 Zenith TX1 Cook®, uma Relay Plus®, 3 Talent Medtronic® e outras em 1%. A mediana de dias de cuidados intensivos foi 2 (intervalo 0-42) e a mediana de suporte tranfusional foi de 2 UCE. A taxa de mortalidade aos 30 dias ou intra-hospital foi de 18% (n = 14). Atendendo ao timing da cirurgia, a taxa de mortalidade aferida nos casos electivos foi de 8% (4/50) e nos urgentes atinge os 35% (10/29). Intraoperatoriamente foram tratadas 7 complicações relacionadas com vaso de acesso membro, 2 casos de dissecção aórtica iatrogénica, um caso de trombose arterial inferior e um endoleak tipo IA. A taxa de reintervenções foi de 17%, com as seguintes indicações: 9 endoleaks, 2 isquemias mesentéricas e 2 fístulas aortoesofágicas. Conclusões: A série apresentada traduz uma experiência institucional favorável com resultados reprodutíveis e que o TEVAR é um procedimento seguro e eficaz para o tratamento de diferentes patologias da aorta torácica, quando comparado com o tratamento cirúrgico aberto.

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El Ingenio Providencia S.A. está ubicado a 40 kilómetros de la ciudad de Cali, Colombia, en la ruta hacia el norte del epartamento del Valle del Cauca. Hacia 1925 el señor Modesto Cabal tuvo la visión de establecer en la región otra gran empresa. La idea era montar un centro azucarero, diseñado para producir azúcar centrifugada.Esta idea se materializó el 12 de abril de 1926, cuando se fundó la Central Azucarera del Valle S.A. En 1954, y habiéndose establecido como uno de los ingenios de mayor pujanza en elpaís, los dueños decidieron adoptar otra razón social, cambiando el nombre por el de Ingenio Providencia S.A.El Ingenio Providencia produce azúcar para mercado local y para el mercado de exportación. Dentro de este último se clasifican dos tipos de azúcar que son el azúcar crudo a granel y el azúcar blanco, que a su vez se clasifica en azúcar blanco Tipo A, Tipo B y Tipo C, diferenciándose entre sí por el tamaño del grano y por su blancura.

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Este estudo pretende divulgar a análise preliminar dos dados da atividade gripal em Portugal na época de 2015/2016 (setembro de 2015 a junho de 2016). Segundo o Programa Nacional de Vigilância da Gripe (PNVG) a atividade gripal foi considerada de baixa intensidade, tendo ocorrido o período epidémico entre as semanas 1/2016 e 9/2016. O valor máximo de incidência foi observado na semana 3/2016 (59,4 casos por 100 000 habitantes). O vírus da gripe foi detetado em 40,7% (449/1.104) dos casos de síndroma gripal (SG) estudados. O vírus da gripe do subtipo A(H1)pdm09 foi detetado em 90,4% (406/449) dos casos de gripe. O vírus A(H1)pdm09 foi o mais frequente em todos os grupos etários, sendo a percentagem mais elevada no grupo etário 65 ou mais anos (97,4%). O vírus da gripe do tipo B (linhagem Victoria) foi detetado com maior frequência nas crianças entre os 5 e os 14 anos de idade (14,3%). Todos os vírus da gripe A(H1)pdm09 isolados e caraterizados antigenicamente foram semelhantes à estirpe vacinal A/California/7/2009, contemplada na vacina antigripal do Hemisfério Norte 2015/2016. Os vírus da gripe do tipo B (linhagem Victoria) caraterizados foram antigénicamente diferentes da estirpe contemplada na vacina antigripal do Hemisfério Norte 2015-2016. Foi detetado em circulação o vírus do subtipo A(H3), semelhante à estirpe selecionada para a composição da vacina antigripal da época de 2016/2017 (A/Hong Kong/4801/2014). Os vírus da gripe A(H1)pdm09 que predominaram em circulação em Portugal durante a época de 2015/2016 foram antigenicamente semelhantes à estirpe que integrou a vacina antigripal para o mesmo inverno.

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O projeto EuroEVA pretende obter estimativas da efetividade da vacina antigripal (EV), para a população geral e para o grupo-alvo para o qual é recomendada. Os resultados apresentados correspondem à sua implementação na época 2015/2016. Utilizou-se um delineamento caso-controlo teste negativo, onde os casos, indivíduos com síndrome gripal (SG) e com diagnóstico laboratorial positivo para o vírus da gripe, foram comparados com os controlos, indivíduos com SG e diagnóstico laboratorial negativo para o vírus da gripe. Os participantes foram selecionados entre os doentes com SG observados em consulta de cuidados de saúde primários. Foi recolhida informação clinica e epidemiológica e um exsudado da nasofaringe para diagnóstico laboratorial. A EV foi estimada através de 1- odd ratio de estar vacinado nos casos vs. controlos, ajustado para a idade, presença de doença crónica, número de consultas com médico de família (MF) nos últimos 12 meses, número de coabitantes, nível de escolaridade, sexo e mês de início de sintomas. Entre as semanas 48/2015 e 17/2016, foram recrutados 310 indivíduos com SG sendo que, após exclusão de 26 indivíduos por não cumprirem os critérios de inclusão, foram incluídos 124 casos e 186 controlos. De entre os casos, 89,5% eram positivos para o vírus da gripe do subtipo A(H1) pdm09 e 8,9% para o tipo B/Victoria. Relativamente à vacina antigripal, a cobertura era de 10,5% nos casos e 23,7% nos controlos. Após ajustamento, a EV em 2015/2016 foi de 56,1% (IC95%: 3,5%; 80,0%) e 65,8% (IC95%:12,5%; 86,7%), respetivamente na população geral e no grupo-alvo para a vacinação antigripal. Estes resultados sugerem que a vacina antigripal nesta época conferiu uma proteção moderada. As estimativas da EV estão em linha com resultados publicados por outros países europeus.

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O vírus da gripe é uma das maiores causas de morbilidade e mortalidade em todo o mundo, afetando um elevado número de indivíduos em cada ano. Em Portugal a vigilância epidemiológica da gripe é assegurada pelo Programa Nacional de Vigilância da Gripe (PNVG), através da integração da informação das componentes clínica e virológica, gerando informação detalhada relativamente à atividade gripal. A componente clínica é suportada pela Rede Médicos-Sentinela e tem um papel especialmente relevante por possibilitar o cálculo de taxas de incidência permitindo descrever a intensidade e evolução da epidemia de gripe. A componente virológica tem por base o diagnóstico laboratorial do vírus da gripe e tem como objetivos a deteção e caraterização dos vírus da gripe em circulação. Para o estudo mais completo da etiologia da síndrome gripal foi efectuado o diagnóstico diferencial de outros vírus respiratórios: vírus sincicial respiratório tipo A (RSV A) e B (RSV B), o rhinovírus humano (hRV), o vírus parainfluenza humano tipo 1 (PIV1), 2 (PIV2) e 3 (PIV3), o coronavírus humano (hCoV), o adenovírus (AdV) e o metapneumovirus humano (hMPV). Desde 2009 a vigilância da gripe conta também com a Rede Portuguesa de Laboratórios para o Diagnóstico da Gripe que atualmente é constituída por 15 hospitais onde se realiza o diagnóstico laboratorial da gripe. A informação obtida nesta Rede Laboratorial adiciona ao PNVG dados relativos a casos de doença respiratória mais severa com necessidade de internamento. Em 2011/2012, foi lançado um estudo piloto para vigiar os casos graves de gripe admitidos em Unidades de Cuidados Intensivos (UCI) que deu origem à atual Rede de vigilância da gripe em UCI constituída em 2015/2016 por 31 UCI (324 camas). Esta componente tem como objetivo a monitorização de novos casos de gripe confirmados laboratorialmente e admitidos em UCI, permitindo a avaliação da gravidade da doença associada à infeção pelo vírus da gripe. O Sistema da Vigilância Diária da Mortalidade constitui uma componente do PNVG que permite monitorizar a mortalidade semanal por “todas as causas” durante a época de gripe. É um sistema de vigilância epidemiológica que pretende detetar e estimar de forma rápida os impactos de eventos ambientais ou epidémicos relacionados com excessos de mortalidade. A notificação de casos de Síndrome Gripal (SG) e a colheita de amostras biológicas foi realizada em diferentes redes participantes do PNVG: Rede de Médicos-Sentinela, Rede de Serviços de Urgência/Obstetrícia, médicos do Projeto EuroEVA, Rede Portuguesa de Laboratórios para o Diagnóstico da Gripe e Rede vigilância da gripe em UCI. Na época de vigilância da gripe de 2015/2016 foram notificados 1.273 casos de SG, 87% dos quais acompanhados de um exsudado da nasofaringe para diagnóstico laboratorial. No inverno de 2015/2016 observou-se uma atividade gripal de baixa intensidade. O período epidémico ocorreu entre a semana 53/2015 e a semana 8/2016 e o valor mais elevado da taxa de incidência semanal de SG (72,0/100000) foi observado na semana 53/2015. De acordo com os casos notificados à Rede Médicos-Sentinela, o grupo etário dos 15 aos 64 anos foi o que apresentou uma incidência cumulativa mais elevada. O vírus da gripe foi detetado em 41,0% dos exsudados da nasofaringe recebidos tendo sido detetados outros vírus respiratórios em 24% destes. O vírus da gripe A(H1)pdm09 foi o predominantemente detetado em 90,4% dos casos de gripe. Foram também detetados outros vírus da gripe, o vírus B - linhagem Victoria (8%), o vírus A(H3) (1,3%) e o vírus B- linhagem Yamagata (0,5%). A análise antigénica dos vírus da gripe A(H1)pdm09 mostrou a sua semelhança com a estirpe vacinal 2015/2016 (A/California/7/2009), a maioria dos vírus pertencem ao novo grupo genético 6B.1, que foi o predominantemente detetado em circulação na Europa. Os vírus do tipo B apesar de detetados em número bastante mais reduzido comparativamente com o subtipo A(H1)pdm09, foram na sua maioria da linhagem Victoria que antigenicamente se distinguem da estirpe vacinal de 2015/2016 (B/Phuket/3073/2013). Esta situação foi igualmente verificada nos restantes países da Europa, Estados Unidos da América e Canadá. Os vírus do subtipo A(H3) assemelham-se antigenicamente à estirpe selecionada para a vacina de 2016/2017 (A/Hong Kong/4801/2014). Geneticamente a maioria dos vírus caraterizados pertencem ao grupo 3C.2a, e são semelhantes à estirpe vacinal para a época de 2016/2017. A avaliação da resistência aos antivirais inibidores da neuraminidase, não revelou a circulação de estirpes com diminuição da suscetibilidade aos inibidores da neuraminidase (oseltamivir e zanamivir). A situação verificada em Portugal é semelhante à observada a nível europeu. A percentagem mais elevada de casos de gripe foi verificada nos indivíduos com idade inferior a 45 anos. A febre, as cefaleias, o mal-estar geral, as mialgias, a tosse e os calafrios mostraram apresentar uma forte associação à confirmação laboratorial de um caso de gripe. Foi nos doentes com imunodeficiência congénita ou adquirida que a proporção de casos de gripe foi mais elevada, seguidos dos doentes com diabetes e obesidade. A percentagem total de casos de gripe em mulheres grávidas foi semelhante à observada nas mulheres em idade fértil não grávidas. No entanto, o vírus da gripe do tipo A(H1)pdm09 foi detetado em maior proporção nas mulheres grávidas quando comparado as mulheres não grávidas. A vacina como a principal forma de prevenção da gripe é especialmente recomendada em indivíduos com idade igual ou superior a 65 anos, doentes crónicos e imunodeprimidos, grávidas e profissionais de saúde. A vacinação antigripal foi referida em 13% dos casos notificados. A deteção do vírus da gripe ocorreu em 25% dos casos vacinados e sujeitos a diagnóstico laboratorial estando essencialmente associados ao vírus da gripe A(H1)pdm09, o predominante na época de 2015/2016. Esta situação foi mais frequentemente verificada em indivíduos com idade compreendida entre os 15 e 45 anos. A confirmação de gripe em indivíduos vacinados poderá estar relacionada com uma moderada efetividade da vacina antigripal na população em geral. A informação relativa à terapêutica antiviral foi indicada em 67% casos de SG notificados, proporção superior ao verificado em anos anteriores. Os antivirais foram prescritos a um número reduzido de doentes (9,0%) dos quais 45.0% referiam pelo menos a presença de uma doença crónica ou gravidez. O antiviral mais prescrito foi o oseltamivir. A pesquisa de outros vírus respiratórios nos casos de SG negativos para o vírus da gripe, veio revelar a circulação e o envolvimento de outros agentes virais respiratórios em casos de SG. Os vírus respiratórios foram detetados durante todo o período de vigilância da gripe, entre a semana 40/2015 e a semana 20/2016. O hRV, o hCoV e o RSV foram os agentes mais frequentemente detetados, para além do vírus da gripe, estando o RSV essencialmente associado a crianças com idade inferior a 4 anos de idade e o hRV e o hCoV aos adultos e população mais idosa (≥ 65 anos). A Rede Portuguesa de Laboratórios para o Diagnóstico da Gripe, efetuou o diagnóstico da gripe em 7443 casos de infeção respiratória sendo o vírus da gripe detetado em 1458 destes casos. Em 71% dos casos de gripe foi detetado o vírus da gripe A(H1)pdm09. Os vírus da gripe do tipo A(H3) foram detetados esporadicamente e em número muito reduzido (2%), e em 11% o vírus da gripe A (não subtipado). O vírus da gripe do tipo B foi detetado em 16% dos casos. A frequência de cada tipo e subtipo do vírus da gripe identificados na Rede Hospitalar assemelha-se ao observado nos cuidados de saúde primários (Rede Médicos-Sentinela e Serviços de Urgência). Foi nos indivíduos adultos, entre os 45-64 anos, que o vírus A(H1)pdm09 representou uma maior proporção dos casos de gripe incluindo igualmente a maior proporção de doentes que necessitaram de internamento hospitalar em unidades de cuidados intensivos. O vírus da gripe do tipo B esteve associado a casos de gripe confirmados nas crianças entre os 5 e 14 anos. Outros vírus respiratórios foram igualmente detetados sendo o RSV e os picornavírus (hRV, hEV e picornavírus) os mais frequentes e em co circulação com o vírus da gripe. Durante a época de vigilância da gripe, 2015/2016, não se observaram excessos de mortalidade semanais. Nas UCI verificou-se uma franca dominância do vírus da gripe A(H1)pdm09 (90%) e a circulação simultânea do vírus da gripe B (3%). A taxa de admissão em UCI oscilou entre 5,8% e 4,7% entre as semanas 53 e 12 tendo o valor máximo sido registado na semana 8 de 2016 (8,1%). Cerca de metade dos doentes tinha entre 45 e 64 anos. Os mais idosos (65+ anos) foram apenas 20% dos casos, o que não será de estranhar, considerando que o vírus da gripe A(H1)pdm09 circulou como vírus dominante. Aproximadamente 70% dos doentes tinham doença crónica subjacente, tendo a obesidade sido a mais frequente (37%). Comparativamente com a pandemia, em que circulou também o A(H1)pdm09, a obesidade, em 2015/2016, foi cerca de 4 vezes mais frequente (9,8%). Apenas 8% dos doentes tinha feito a vacina contra a gripe sazonal, apesar de mais de 70% ter doença crónica subjacente e de haver recomendações da DGS nesse sentido. A taxa de letalidade foi estimada em 29,3%, mais elevada do que na época anterior (23,7%). Cerca de 80% dos óbitos ocorreram em indivíduos com doença crónica subjacente que poderá ter agravado o quadro e contribuído para o óbito. Salienta-se a ausência de dados históricos publicados sobre letalidade em UCI, para comparação. Note-se que esta estimativa se refere a óbitos ocorridos apenas durante a hospitalização na UCI e que poderão ter ocorrido mais óbitos após a alta da UCI para outros serviços/enfermarias. Este sistema de vigilância da gripe sazonal em UCI poderá ser aperfeiçoado nas próximas épocas reduzindo a subnotificação e melhorando o preenchimento dos campos necessários ao estudo da doença. A época de vigilância da gripe 2015/2016 foi em muitas caraterísticas comparável ao descrito na maioria dos países europeus. A situação em Portugal destacou-se pela baixa intensidade da atividade gripal, pelo predomínio do vírus da gripe do subtipo A(H1)pdm09 acompanhada pela deteção de vírus do tipo B (linhagem Victoria) essencialmente no final da época gripal. A mortalidade por todas as causas durante a epidemia da gripe manteve-se dentro do esperado, não tendo sido observados excessos de mortalidade. Os vírus da gripe do subtipo predominante na época 2015/2016, A(H1)pdm09, revelaram-se antigénicamente semelhantes à estirpe vacinal. Os vírus da gripe do tipo B detetados distinguem-se da estirpe vacinal de 2015/2016. Este facto conduziu à atualização da composição da vacina antigripal para a época 2016/2017. A monitorização contínua da epidemia da gripe a nível nacional e mundial permite a cada inverno avaliar o impacto da gripe na saúde da população, monitorizar a evolução dos vírus da gripe e atuar de forma a prevenir e implementar medidas eficazes de tratamento da doença, especialmente quando esta se apresenta acompanhada de complicações graves.

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Resumo:

Lectin obtained from the marine sponge Tedania ignis was purified and characterized by extraction of soluble proteins (crude extract) in 50mM Borax, pH 7.5. The purification procedure was carried out by crude extract precipitation with ammonium sulfate 30% (FI). The precipitated was resuspended in the same buffer and fractionated with acetone 1.0 volume (F1.0). A lectin was purified from this specific fraction by using an affinity chromatography Sepharose 6B. This lectin preferentially agglutinated human erythrocytes from B type previously treated with papain enzyme. The hemagglutinating activity lectin was dependent of divalent Mn2+ cation and was inhibited by the carbohydrates galactose, xylose and fructose. SDS-PAGE analysis indicated a molecular mass of the lectin around 45 kDa. This protein showed stability until 40°C for 1 h. Further, it showed activity between pH 2.5 and 11.5, with an enhanced activity at pH 7.5. Leishmania chagasi promastigotes stained with Coomassie brilliant blue R-250 were agglutinated by F1,0 and in the presence of galactose this interaction was abolished. These results show that this lectin could be implicated in defense procedures and it will can be used as biological tools in studies with this protozoon