254 resultados para TPR
Resumo:
Ordered mesoporous ZrO2-CeO2 mixed oxides are potential candidates for catalytic applications. These systems, used as anodes in solid oxide fuel cells (SOFC), may lead to better performance of SOFCs, due to an enhancement on surface area, aiming to achieve a lower working temperature. The aim of this studies is to evaluate the reduction capacity of Ni2+ to Ni in ZrO2-x(mol)%CeO2 (x=50 and 90) samples impregnated with 60(wt.)%NiO. The synthesis was made with Zr and Ce chloride precursors, HCl aqueous solution, Pluronic P123, NH4OH to adjust the pH (3-4) and a teflon autoclave to perform a hydrothermal treatment (80oC/48h). The samples were dried and calcined, until 540oC in N2 and 4 hours in air. The NiO impregnation was made with an ethanol dispersion of Ni(NO3)£6H2O. The powder was calcinated in air until 350oC for 2 hours. Temperature-resolved XANES data at the Ni K-edge were collected at the DXAS beam line of the LNLS in transmission mode, using a Si(111) monochromator and a CCD detector. Sample preparation consisted of mixing »6mg of the powder samples with boron nitride and pressing into pellets. The data were acquired during an experiment of temperature programmed reduction (TPR) under a 5% H2/He until 600oC and mixtures of 20%CH4:5%O2/He, at temperatures from 400 to 600oC. All the reactions were monitored with a mass spectrometer. The data was analyzed with a linear combination fit of 2 standards for each valence number using Athena software. The Ni K-edge experiments demonstrated that for both contents of CeO2, NiO embedded in the porous zirconia-ceria matrix reduces at lower temperatures than pure NiO, revealing that the ZrO2-CeO2 support improves the reduction of impregnated NiO. Ni was oxidized to NiO after all reactions with methane and oxygen. Hydrogenated carbonaceous species were detected, but under reducing conditions, the hydrocarbon compounds are removed. The reaction of total oxidation of methane CH4:O2 (1:2 ratio) was observed at lower temperatures (around 400oC) for both samples.
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Zirconia-ceria solid-solutions are extensively used as promoters for three-way catalysts, which are applied in the control of NOx, CO and hydrocarbons emission from automotive exhausts. In addition, thesematerials can be used as anodes in solid oxide fuel cells (SOFCs) operated with hydrocarbons. There areonly few works on ZrO2-CeO2 ordered mesoporous materials for catalytic applications and for anodes inSOFCs. The interest in these anodes relies on the fact that ZrO2-CeO2materials are mixed ionic/electronic conductors in reducing atmosphere and, therefore, fuel oxidation is produced on its entire surface, while it only occurs in the [anode/electrolyte/gas] interface (triple-phase boundaries) for electronic conductors. In this work, a synthesis method was developed usingZr and Ce chloride precursors, HCl aqueous solution, Pluronic P123 as the structure directing agent, NH4OH to adjust the pH (3-4) and a Teflon autoclave to perform hydrothermal treatment (80ºC/48 hours). The samples were dried and calcined, until 540ºC in N2and 4 hours in air. The X-ray diffraction data showed that powders with higher CeO2 content are formed by a larger fraction of the cubic CeO2 phase, while for a lower CeO2content the major crystalline structure is the tetragonal ZrO2 phase. The NiO impregnation was made with an ethanol dispersion of Ni(NO3)×6H2O. The resulting powder was calcinated in air until 350ºC for 2 hours. Temperature-programmed reduction (TPR) data were collected in order to evaluate the reduction profiles of ZrO2-x%CeO2:Ni samples in H2/Ar atmosphere. Results showed lower reduction temperatures for all ceria content in samples comparing to a NiO standard.
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Il traffico veicolare è la principale fonte antropogenica di NOx, idrocarburi (HC) e CO e, dato che la sostituzione dei motori a combustione interna con sistemi alternativi appare ancora lontana nel tempo, lo sviluppo di sistemi in grado di limitare al massimo le emissioni di questi mezzi di trasporto riveste un’importanza fondamentale. Sfortunatamente non esiste un rapporto ottimale aria/combustibile che permetta di avere basse emissioni, mentre la massima potenza ottenibile dal motore corrisponde alle condizioni di elevata formazione di CO e HC. Gli attuali sistemi di abbattimento permettono il controllo delle emissioni da sorgenti mobili tramite una centralina che collega il sistema di iniezione del motore e la concentrazione di ossigeno del sistema catalitico (posto nella marmitta) in modo da controllare il rapporto aria/combustibile (Fig. 1). Le marmitte catalitiche per motori a benzina utilizzano catalizzatori “three way” a base di Pt/Rh supportati su ossidi (allumina, zirconia e ceria), che, dovendo operare con un rapporto quasi stechiometrico combustibile/comburente, comportano una minore efficienza del motore e consumi maggiori del 20-30% rispetto alla combustione in eccesso di ossigeno. Inoltre, questa tecnologia non può essere utilizzata nei motori diesel, che lavorano in eccesso di ossigeno ed utilizzano carburanti con un tenore di zolfo relativamente elevato. In questi ultimi anni è cresciuto l’interesse per il controllo delle emissioni di NOx da fonti veicolari, con particolare attenzione alla riduzione catalitica in presenza di un eccesso di ossigeno, cioè in condizioni di combustione magra. Uno sviluppo recente è rappresentato dai catalizzatori tipo “Toyota” che sono basati sul concetto di accumulo e riduzione (storage/reduction), nei quali l’NO viene ossidato ed accumulato sul catalizzatore come nitrato in condizioni di eccesso di ossigeno. Modificando poi per brevi periodi di tempo le condizioni di alimentazione da ossidanti (aria/combustibile > 14,7 p/p) a riducenti (aria/combustibile < 14,7 p/p) il nitrato immagazzinato viene ridotto a N2 e H2O. Questi catalizzatori sono però molto sensibili alla presenza di zolfo e non possono essere utilizzati con i carburanti diesel attualmente in commercio. Obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di ottimizzare e migliorare la comprensione del meccanismo di reazione dei catalizzatori “storage-reduction” per l’abbattimento degli NOx nelle emissioni di autoveicoli in presenza di un eccesso di ossigeno. In particolare lo studio è stato focalizzato dapprima sulle proprietà del Pt, fase attiva nei processi di storage-reduction, in funzione del tipo di precursore e sulle proprietà e composizione della fase di accumulo (Ba, Mg ed una loro miscela equimolare) e del supporto (γ-Al2O3 o Mg(Al)O). Lo studio è stato inizialmente focalizzato sulle proprietà dei precursori del Pt, fase attiva nei processi di storage-reduction, sulla composizione della fase di accumulo (Ba, Mg ed una loro miscela equimolare) e del supporto (γ-Al2O3 o Mg(Al)O). E’ stata effettuata una dettagliata caratterizzazione chimico-fisica dei materiali preparati tramite analisi a raggi X (XRD), area superficiale, porosimetria, analisi di dispersione metallica, analisi in riduzione e/o ossidazione in programmata di temperatura (TPR-O), che ha permesso una migliore comprensione delle proprietà dei catalizzatori. Vista la complessità delle miscele gassose reali, sono state utilizzate, nelle prove catalitiche di laboratorio, alcune miscele più semplici, che tuttavia potessero rappresentare in maniera significativa le condizioni reali di esercizio. Il comportamento dei catalizzatori è stato studiato utilizzando differenti miscele sintetiche, con composizioni che permettessero di comprendere meglio il meccanismo. L’intervallo di temperatura in cui si è operato è compreso tra 200-450°C. Al fine di migliorare i catalizzatori, per aumentarne la resistenza alla disattivazione da zolfo, sono state effettuate prove alimentando in continuo SO2 per verificare la resistenza alla disattivazione in funzione della composizione del catalizzatore. I principali risultati conseguiti possono essere così riassunti: A. Caratteristiche Fisiche. Dall’analisi XRD si osserva che l’impregnazione con Pt(NH3)2(NO2)2 o con la sospensione nanoparticellare in DEG, non modifica le proprietà chimico-fisiche del supporto, con l’eccezione del campione con sospensione nanoparticellare impregnata su ossido misto per il quale si è osservata sia la segregazione del Pt, sia la presenza di composti carboniosi sulla superficie. Viceversa l’impregnazione con Ba porta ad una significativa diminuzione dell’area superficiale e della porosità. B. Caratteristiche Chimiche. L’analisi di dispersione metallica, tramite il chemiassorbimento di H2, mostra per i catalizzatori impregnati con Pt nanoparticellare, una bassa dispersione metallica e di conseguenza elevate dimensioni delle particelle di Pt. I campioni impregnati con Pt(NH3)2(NO2)2 presentano una migliore dispersione. Infine dalle analisi TPR-O si è osservato che: Maggiore è la dispersione del metallo nobile maggiore è la sua interazione con il supporto, L’aumento della temperatura di riduzione del PtOx è proporzionale alla quantità dei metalli alcalino terrosi, C. Precursore Metallo Nobile. Nelle prove di attività catalitica, con cicli ossidanti e riducenti continui in presenza ed in assenza di CO2, i catalizzatori con Pt nanoparticellare mostrano una minore attività catalitica, specie in presenza di un competitore come la CO2. Al contrario i catalizzatori ottenuti per impregnazione con la soluzione acquosa di Pt(NH3)2(NO2)2 presentano un’ottima attività catalitica, stabile nel tempo, e sono meno influenzabili dalla presenza di CO2. D. Resistenza all’avvelenamento da SO2. Il catalizzatore di riferimento, 17Ba1Pt/γAl2O3, mostra un effetto di avvelenamento con formazione di solfati più stabili che sul sistema Ba-Mg; difatti il campione non recupera i valori iniziali di attività se non dopo molti cicli di rigenerazione e temperature superiori ai 300°C. Per questi catalizzatori l’avvelenamento da SO2 sembra essere di tipo reversibile, anche se a temperature e condizioni più favorevoli per il 1.5Mg8.5Ba-1Pt/γAl2O3. E. Capacità di Accumulo e Rigenerabilità. Tramite questo tipo di prova è stato possibile ipotizzare e verificare il meccanismo della riduzione. I catalizzatori ottenuti per impregnazione con la soluzione acquosa di Pt(NH3)2(NO2)2 hanno mostrato un’elevata capacità di accumulo. Questa è maggiore per il campione bimetallico (Ba-Mg) a T < 300°C, mentre per il riferimento è maggiore per T > 300°C. Per ambedue i catalizzatori è evidente la formazione di ammoniaca, che potrebbe essere utilizzata come un indice che la riduzione dei nitrati accumulati è arrivata al termine e che il tempo ottimale per la riduzione è stato raggiunto o superato. Per evitare la formazione di NH3, sul catalizzatore di riferimento, è stata variata la concentrazione del riducente e la temperatura in modo da permettere alle specie adsorbite sulla superficie e nel bulk di poter raggiungere il Pt prima che l’ambiente diventi troppo riducente e quindi meno selettivo. La presenza di CO2 riduce fortemente la formazione di NH3; probabilmente perché la CO2, occupando i siti degli elementi alcalino-terrosi lontani dal Pt, impedisce ai nitriti/nitrati o all’H2 attivato di percorrere “elevate” distanze prima di reagire, aumentando così le possibilità di una riduzione più breve e più selettiva. F. Tempo di Riduzione. Si è migliorata la comprensione del ruolo svolto dalla concentrazione dell’agente riducente e dell’effetto della durata della fase riducente. Una durata troppo breve porta, nel lungo periodo, alla saturazione dei siti attivi, un eccesso alla formazione di NH3 Attraverso queste ultime prove è stato possibile formulare un meccanismo di reazione, in particolare della fase riducente. G. Meccanismo di Riduzione. La mobilità dei reagenti, nitriti/nitrati o H2 attivato è un elemento fondamentale nel meccanismo della riduzione. La vicinanza tra i siti di accumulo e quelli redox è determinante per il tipo di prodotti che si possono ottenere. La diminuzione della concentrazione del riducente o l’aumento della temperatura concede maggiore tempo o energia alle specie adsorbite sulla superficie o nel bulk per migrare e reagire prima che l’ambiente diventi troppo riducente e quindi meno selettivo.
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During the last years we assisted to an exponential growth of scientific discoveries for catalysis by gold and many applications have been found for Au-based catalysts. In the literature there are several studies concerning the use of gold-based catalysts for environmental applications and good results are reported for the catalytic combustion of different volatile organic compounds (VOCs). Recently it has also been established that gold-based catalysts are potentially capable of being effectively employed in fuel cells in order to remove CO traces by preferential CO oxidation in H2-rich streams. Bi-metallic catalysts have attracted increasing attention because of their markedly different properties from either of the costituent metals, and above all their enhanced catalytic activity, selectivity and stability. In the literature there are several studies demostrating the beneficial effect due to the addition of an iron component to gold supported catalysts in terms of enhanced activity, selectivity, resistence to deactivation and prolonged lifetime of the catalyst. In this work we tried to develop a methodology for the preparation of iron stabilized gold nanoparticles with controlled size and composition, particularly in terms of obtaining an intimate contact between different phases, since it is well known that the catalytic behaviour of multi-component supported catalysts is strongly influenced by the size of the metal particles and by their reciprocal interaction. Ligand stabilized metal clusters, with nanometric dimensions, are possible precursors for the preparation of catalytically active nanoparticles with controlled dimensions and compositions. Among these, metal carbonyl clusters are quite attractive, since they can be prepared with several different sizes and compositions and, moreover, they are decomposed under very mild conditions. A novel preparation method was developed during this thesis for the preparation of iron and gold/iron supported catalysts using bi-metallic carbonyl clusters as precursors of highly dispersed nanoparticles over TiO2 and CeO2, which are widely considered two of the most suitable supports for gold nanoparticles. Au/FeOx catalysts were prepared by employing the bi-metallic carbonyl cluster salts [NEt4]4[Au4Fe4(CO)16] (Fe/Au=1) and [NEt4][AuFe4(CO)16] (Fe/Au=4), and for comparison FeOx samples were prepared by employing the homometallic [NEt4][HFe3(CO)11] cluster. These clusters were prepared by Prof. Longoni research group (Department of Physical and Inorganic Chemistry- University of Bologna). Particular attention was dedicated to the optimization of a suitable thermal treatment in order to achieve, apart from a good Au and Fe metal dispersion, also the formation of appropriate species with good catalytic properties. A deep IR study was carried out in order to understand the physical interaction between clusters and different supports and detect the occurrence of chemical reactions between them at any stage of the preparation. The characterization by BET, XRD, TEM, H2-TPR, ICP-AES and XPS was performed in order to investigate the catalysts properties, whit particular attention to the interaction between Au and Fe and its influence on the catalytic activity. This novel preparation method resulted in small gold metallic nanoparticles surrounded by highly dispersed iron oxide species, essentially in an amorphous phase, on both TiO2 and CeO2. The results presented in this thesis confirmed that FeOx species can stabilize small Au particles, since keeping costant the gold content but introducing a higher iron amount a higher metal dispersion was achieved. Partial encapsulation of gold atoms by iron species was observed since the Au/Fe surface ratio was found much lower than bulk ratio and a strong interaction between gold and oxide species, both of iron oxide and supports, was achieved. The prepared catalysts were tested in the total oxidation of VOCs, using toluene and methanol as probe molecules for aromatics and alchols, respectively, and in the PROX reaction. Different performances were observed on titania and ceria catalysts, on both toluene and methanol combustion. Toluene combustion on titania catalyst was found to be enhanced increasing iron loading while a moderate effect on FeOx-Ti activity was achieved by Au addition. In this case toluene combustion was improved due to a higher oxygen mobility depending on enhanced oxygen activation by FeOx and Au/FeOx dispersed on titania. On the contrary ceria activity was strongly decreased in the presence of FeOx, while the introduction of gold was found to moderate the detrimental effect of iron species. In fact, excellent ceria performances are due to its ability to adsorb toluene and O2. Since toluene activation is the determining factor for its oxidation, the partial coverage of ceria sites, responsible of toluene adsorption, by FeOx species finely dispersed on the surface resulted in worse efficiency in toluene combustion. Better results were obtained for both ceria and titania catalysts on methanol total oxidation. In this case, the performances achieved on differently supported catalysts indicate that the oxygen mobility is the determining factor in this reaction. The introduction of gold on both TiO2 and CeO2 catalysts, lead to a higher oxygen mobility due to the weakening of both Fe-O and Ce-O bonds and consequently to enhanced methanol combustion. The catalytic activity was found to strongly depend on oxygen mobility and followed the same trend observed for catalysts reducibility. Regarding CO PROX reaction, it was observed that Au/FeOx titania catalysts are less active than ceria ones, due to the lower reducibility of titania compared to ceria. In fact the availability of lattice oxygen involved in PROX reaction is much higher in the latter catalysts. However, the CO PROX performances observed for ceria catalysts are not really high compared to data reported in literature, probably due to the very low Au/Fe surface ratio achieved with this preparation method. CO preferential oxidation was found to strongly depend on Au particle size but also on surface oxygen reducibility, depending on the different oxide species which can be formed using different thermal treatment conditions or varying the iron loading over the support.
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Il Protocollo di Montreal, che succede alla Convenzione di Vienna per la protezione dello strato di ozono richiede l’eliminazione di idrocarburi contenenti cloro (CFC). Nel corso degli ultimi decenni ha quindi assunto importanza la reazione di idrodeclorurazione di clorofluorocarburi, in particolare rivolta alla produzione di idrocarburi fluorurati che sono risultati interessanti per la produzione di polimeri con specifiche caratteristiche di resistenza meccanica, termica e chimica. In questo lavoro di tesi, svolto in collaborazione con SOLVAY SPECIALTY POLYMERS ITALY, sono stati studiati catalizzatori innovativi per la produzione di perfluorometilviniletere (MVE), mediante idrodeclorurazione di perfluorometilcloroviniletere (AM). Attualmente la reazione di produzione industriale dell’MVE, condotta con l'utilizzo di quantità stechiometriche di Zn e dimetilformammide (DMF), presenta il notevole problema dello smaltimento di grandi quantità di zinco cloruro e di DMF. La reazione studiata, condotta in catalisi eterogenea, in presenta di H2, presenta una forte dipendenza dalla natura dei metalli utilizzati oltre che dal tipo di sintesi dei catalizzatori impiegati. Nell'ambito di questo lavoro è stato sviluppato un metodo, a basso impatto ambientale, per la sintesi si nanoparticelle preformate da utilizzare per la preparazione di catalizzatori supportati si TiO2 e SiO2. Le nanosospensioni ed i sistemi catalitici prodotti sono stati caratterizzati utilizzando diverse metodologie di analisi quali: XRD, XRF, TEM, TPR-MS, che hanno permesso di ottimizzare le diverse fasi della preparazione. Allo scopo di osservare effetti sinergici tra le specie utilizzate sono stati confrontati sistemi catalitici monometallici con sistemi bimetallici, rivelando interessanti implicazioni derivanti dall’utilizzo di fasi attive nanoparticellari a base di Pd e Cu. In particolare, è stato possibile apprezzare miglioramenti significativi nelle prestazioni catalitiche in termini di selettività a perfluorometilviniletere all’aumentare del contenuto di Cu. La via di sintesi ottimizzata e impiegata per la produzione di nanoparticelle bimetalliche è risultata una valida alternativa, a basso impatto ambientale, ai metodi di sintesi normalmente usati, portando alla preparazione di catalizzatori maggiormente attivi di quelli preparati con i metalli standard.
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I combustibili fossili forniscono oltre il 75% dell’energia mondiale. La crescente richiesta di energie non rinnovabili registrata nel XX secolo ne ha causato il progressivo esaurimento, nonché un aumento continuo del prezzo e dell’impatto ambientale, dato il significativo aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Questi sono i principali motivi che hanno indotto la ricerca ad orientarsi verso lo studio di fonti di energie e prodotti chimici rinnovabili per ridurre il surriscaldamento del globo. L’interesse per tale sfruttamento è particolarmente vivo, in quanto le molecole ottenute risultano già funzionalizzate e questo può portare alla sintesi di prodotti chimici attraverso un limitato numero di stadi, con conseguente riduzione di sottoprodotti. Dalle biomasse si ottengono prodotti con un elevato valore aggiunto, in quanto risultano biodegradabili, biocompatibili e appetibili sul mercato come biologici e naturali, ottenuti a monte da processi catalitici di lavorazione più semplici. Tra le varie molecole di base ottenibili dalle biomasse va annoverato il 5-idrossimetilfurfurale (HMF), un importante composto derivato dalla disidratazione degli zuccheri e dal quale, attraverso un’ossidazione selettiva, si può ottenere l’acido 2,5-furandicarbossilico (FDCA), che può essere considerato un sostituto dell’acido tereftalico per la produzione del polietilentereftalato (PET). L’ossidazione selettiva avviene principalmente mediante catalisi eterogenea, utilizzando catalizzatori a base di oro. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato, quindi, lo studio di reattività e stabilità di catalizzatori utilizzati nella reazione di ossidazione dell’HMF a FDCA. Nella prima parte del lavoro sono stati preparati tali catalizzatori mediante sintesi di sospensioni metalliche nanoparticellari Au-Cu a diverso rapporto molare e loro successiva impregnazione su ossidi di supporto quali CeO2 e TiO2. I sistemi così ottenuti sono poi stati calcinati in aria statica a tre diverse temperature: 200°C, 300°C e 400°C. Il lavoro portato avanti ha avuto come obiettivi principali: • caratterizzazione dei catalizzatori ottenuti tramite analisi BET, XRD, TEM, TPR e analisi termiche TGA/DSC, al fine di effettuare un confronto tra le varie caratterizzazioni in funzione del contenuto di Cu in fase attiva ed in funzione dell’entità del trattamento termico. • studio dell’attività catalitica e stabilità dei catalizzatori preparati nell’ossidazione selettiva in fase liquida del 5-drossimetilfurfurale ad acido 2,5-furandicarbossilico.
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Over the past few years, the switch towards renewable sources for energy production is considered as necessary for the future sustainability of the world environment. Hydrogen is one of the most promising energy vectors for the stocking of low density renewable sources such as wind, biomasses and sun. The production of hydrogen by the steam-iron process could be one of the most versatile approaches useful for the employment of different reducing bio-based fuels. The steam iron process is a two-step chemical looping reaction based (i) on the reduction of an iron-based oxide with an organic compound followed by (ii) a reoxidation of the reduced solid material by water, which lead to the production of hydrogen. The overall reaction is the water oxidation of the organic fuel (gasification or reforming processes) but the inherent separation of the two semireactions allows the production of carbon-free hydrogen. In this thesis, steam-iron cycle with methanol is proposed and three different oxides with the generic formula AFe2O4 (A=Co,Ni,Fe) are compared in order to understand how the chemical properties and the structural differences can affect the productivity of the overall process. The modifications occurred in used samples are deeply investigated by the analysis of used materials. A specific study on CoFe2O4-based process using both classical and in-situ/ex-situ analysis is reported employing many characterization techniques such as FTIR spectroscopy, TEM, XRD, XPS, BET, TPR and Mössbauer spectroscopy.
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Questo elaborato illustra il problema della determinazione di una tecnica per rendere la misura della cardiac output il più possibile accurata, economica e poco invasiva. A tale scopo è preso in esame un nuovo metodo basato sul modello WindKessel per la stima continua battito a battito di CO e TPR, partendo dall’analisi delle forme d’onda della pressione arteriosa periferica. Tale metodo ideato nel 2007 da T.A. Parlikar considera informazioni pressorie intrabattito e interbattito, in modo da ottenere stime soddisfacenti, che migliorano ulteriormente assumendo una complianza pressione-dipendente. Applicando il metodo a un data set di animali suini, contenente misurazioni della CO di riferimento su base battito-battito, si riscontra un errore di stima complessivo pari a un RMNSE medio variabile tra l’11% ed il 13%, inferiore alla soglia del 15% ritenuta accettabile in letteratura per scopi clinici. Confrontando questi risultati con quelli ottenuti attraverso l’applicazione di altri metodi riportati in letteratura allo stesso set di dati, è stato dimostrato che il metodo risulta tra i migliori. Le CO e TPR stimate, dopo le infusioni farmacologiche endovenose effettuate sugli animali, corrispondono abbastanza fedelmente alle risposte emodinamiche attese. Successivamente viene considerato l’obbiettivo di verificare l’applicabilità della procedura matematica sulla quale si fonda il metodo. Si implementa il procedimento e si applica il metodo su un data set simulato su base battito-battito, comprendente dati relativi a varie condizioni di funzionamento fisiologiche. Le stime di CO e TPR ottenute in questa fase inseguono discretamente le variazioni delle variabili emodinamiche simulate, dimostrandosi migliori nel caso di calibrazione con complianza pressione-dipendente.
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Le biomasse sono attualmente una promettente alternativa ai combustibili fossili per la produzione di sostanze chimiche e fuels. Nella trasformazione delle biomasse in prodotti chimici un ruolo importante è giocato dai derivati del furfurale; il 5-idrossimetil-2-furfurale (HMF), per esempio, è un precursore chiave per la sintesi di prodotti con applicazioni nell'industria dei polimeri e in campo farmaceutico. Può essere ossidato per ottenere l’acido 2,5-furandicarbossilico (FDCA), un monomero per la sintesi di una nuova classe di polimeri, alternativi a quelli ottenuti da acido tereftalico. Per la preparazione di FDCA da HMF sono stati utilizzati vari catalizzatori e differenti condizioni di reazione; il principale svantaggio è la necessità di sali metallici e solventi organici, che rendono il processo costoso e ad elevato impatto ambientale. Recentemente sono stati trovati catalizzatori di Au supportati, attivi nell’ossidazione del HMF a FDCA; tuttavia la stabilità del catalizzatore e la produttività del processo rimangono basse. Lo scopo del lavoro è stato lo studio di sistemi attivi e stabili nella reazione di ossidazione del HMF a FDCA. In particolare è stato approfondito l’effetto della morfologia del supporto di CeO2, utilizzato per la preparazione di catalizzatori a base di Au e l’influenza della fase attiva sul meccanismo di reazione in sistemi misti Pd/Au. Il lavoro svolto ha avuto come obiettivi: -La preparazione di catalizzatori Au-CeO2 mesoporoso, ottenuto mediante “hard template” e la loro caratterizzazione mediante analisi XRD, HRTEM, BET, XRF, TPR e porosimetriche. Confrontando questi sistemi con catalizzatori di Au-CeO2 commerciale è stato possibile osservare le differenze in termini di attività catalitica e di struttura. -La sintesi di nanoparticelle Pd/Au in lega o core-shell e la loro caratterizzazione mediante analisi DLS, XRF, XRD e HRTEM per comprendere come il tipo di fase attiva formata influisce sull’attività e sul meccanismo di reazione nell’ossidazione di HMF a FDCA.
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Global warming issue becomes more significant to human beings and other organisms on the earth. Among many greenhouse gases, carbon dioxide (CO2) has the largest contribution to global warming. To find an effective way to utilize the greenhouse gas is urgent. It is the best way to convert CO2 to useful compounds. CO2 reforming of methane is an attractive process to convert CO2 and methane into synthesis gas (CO/H2), which can be used as a feedstock for gasoline, methanol, and other hydrocarbons. Nickel and cobalt were found to have good activity for CO2 reforming. However, they have a poor stability due to carbon deposition. This research developed efficient Ni-Co solid solution catalysts with excellent activities and high stability for CO2 reforming of methane. First, the structure of binary oxide solid solution of nickel and cobalt was investigated. It was found that while the calcination of Ni(NO3)2 and Co(NO3)2 mixture with 1:1 molar ratio at a high temperature above 800 oC generated NiO-CoO solid solution, only Ni3O4-Co3O4 solid solution was observed after the calcination at a low temperature of 500 oC. Furthermore, if the calcination was carried out at a medium temperature arranged from 600 to 700 oC, both NiO-CoO and Ni3O4-Co3O4 solid solutions can be formed. This occurred because Co3O4 can induce the formation of Ni3O4, whereas NiO can stabilize CoO. In addition, the lattice parameter of Ni3O4, which was predicted by using Vegard’s Law, is 8.2054 Å. As a very important part of this dissertation, Ni-Co solid solution was evaluated as catalysts for CO2 reforming of methane. It was revealed that nickel-cobalt solid solution showed excellent catalytic performance and high stability for CO2 reforming of methane. However, the stability of Ni-Co solid solution catalysts is strongly dependent on their composition and preparation condition. The optimum composition is 50%Ni-50%Co. Furthermore, the structure of Ni-Co catalysts was characterized by XRD, Vvis, TPR, TPD, BET, AES, TEM, XANES and EXAFS. The relationship between the structure and the catalytic performance was established: (1) The reduced NiO-CoO solid solution possesses better catalytic performance and stability than the reduced Ni3O4-Co3O4 solid solution. (2) Ni is richer on surface in Ni-Co catalysts. And (3) the reduction of Ni-Co-O solid solution generated two types of particles, small and large particles. The small ones are dispersed on large ones as catalytic component.
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In hunting for unknown genes on the human X chromosome, we identified a cDNA in Xq28 encoding a transmembrane protein (SEX) of 1871 amino acids. SEX shares significant homology with the extracellular domain of the receptors encoded by the oncogenes MET, RON, and SEA [hepatocyte growth factor (HGF) receptor family]. Further screenings of cDNA libraries identified three additional sequences closely related to SEX: these were named SEP, OCT, and NOV and were located on human chromosomes 3p, 1, and 3q, respectively. The proteins encoded by these genes contain large cytoplasmic domains characterized by a distinctive highly conserved sequence (SEX domain). Northern blot analysis revealed different expression of the SEX family of genes in fetal tissues, with SEX, OCT, and NOV predominantly expressed in brain, and SEP expressed at highest levels in kidney. In situ hybridization analysis revealed that SEX has a distinctive pattern of expression in the developing nervous system of the mouse, where it is found in postmitotic neurons from the first stages of neuronal differentiation (9.5 day postcoitus). The SEX protein (220 kDa) is glycosylated and exposed at the cell surface. Unlike the receptors of the HGF family, p220SEX, a MET-SEX chimera or a constitutively dimerized TPR-SEX does not show tyrosine kinase activity. These data define a gene family (SEX family) involved in the development of neural and epithelial tissues, which encodes putative receptors with unexpected enzymatic or binding properties.
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CuO/ceria-zirconia catalysts have been prepared, deeply characterised (N2 adsorption–desorption isotherms at −196 °C, XRD, Raman spectroscopy, XPS, TEM and H2-TPR) and tested for NO oxidation to NO2 in TPR conditions, and for soot combustion at mild temperature (400 °C) in a NOx/O2 stream. The behaviour has been compared to that of a reference Pt/alumina commercial catalyst. The ceria-zirconia support was prepared by the co-precipitation method, and different amounts of copper (0.5, 1, 2, 4 and 6 wt%) were loaded by incipient wetness impregnation. The results revealed that copper is well-dispersed onto the ceria-zirconia support for the catalysts with low copper loading and CuO particles were only identified by XRD in samples with 4 and 6% of copper. A very low loading of copper increases significantly the activity for the NO oxidation to NO2 with regard to the ceria-zirconia support and an optimum was found for a 4% CuO/ceria-zirconia composition, showing a very high activity (54% at 348 °C). The soot combustion rate at 400 °C obtained with the 2% CuO/ceria-zirconia catalyst is slightly lower to that of 1% Pt/alumina in terms of mass of catalyst but higher in terms of price of catalyst.
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The sulfur resistance of low-loaded monometallic Pt catalysts and bimetallic Pt-W catalysts during the partial selective hydrogenation of styrene, a model compound of Pygas streams, was studied. The effect of metal impregnation sequence on the activity and selectivity was also evaluated. Catalysts were characterized by ICP, TPR, XRD, and XPS techniques. Catalytic tests with sulfur-free and sulfur-doped feeds were performed. All catalysts showed high selectivities (>98%) to ethylbenzene. Activity differences between the catalysts were mainly attributed to electronic effects due to the presence of different electron-rich species of Pt0 and electron-deficient species of Ptδ+. Pt0 promotes the cleavage of H2 while Ptδ+ the adsorption of styrene. The catalyst successively impregnated with W and Pt (WPt/Al) was more active and sulfur resistant than the catalyst prepared with an inverse impregnation order (PtW/Al). The higher poison resistance of WPt/Al was attributed to both steric and electronic effects.
Resumo:
Palladium, platinum, and ruthenium supported on activated carbon were used as catalysts for the selective hydrogenation of 1-heptyne, a terminal alkyne. All catalysts were characterized by temperature programmed reduction, X-ray diffraction, transmission electron microscopy, and X-ray photoelectron spectroscopy. TPR and XPS suggest that the metal in all catalysts is reduced after the pretreatment with H2 at 673 K. The TPR trace of the PdNRX catalyst shows that the support surface groups are greatly modified as a consequence of the use of HNO3 during the catalyst preparation. During the hydrogenation of 1-heptyne, both palladium catalysts were more active and selective than the platinum and ruthenium catalysts. The activity order of the catalysts is as follows: PdClRX > PdNRX > PtClRX ≫ RuClRX. This superior performance of PdClRX was attributed in part to the total occupancy of the d electronic levels of the Pd metal that is supposed to promote the rupture of the H2 bond during the hydrogenation reaction. The activity differences between PdClRX and PdNRX catalysts could be attributed to a better accessibility of the substrate to the active sites, as a consequence of steric and electronic effects of the superficial support groups. The order for the selectivity to 1-heptene is as follows: PdClRX = PdNRX > RuClRX > PtClRX, and it can be mainly attributed to thermodynamic effects.
Resumo:
Low metal content Co and Ni alumina supported catalysts (4.0, 2.5 and 1.0 wt% nominal metal content) have been prepared, characterized (by ICP-OES, TEM, TPR-H2 and TPO) and tested for the CO2 reforming of methane. The objective is to optimize the metal loading in order to have a more efficient system. The selected reaction temperature is 973 K, although some tests at higher reaction temperature have been also performed. The results show that the amount of deposited carbon is noticeably lower than that obtained with the Co and Ni reference catalysts (9 wt%), but the CH4 and CO2 conversions are also lower. Among the catalysts tested, the Co(1) catalyst (the value in brackets corresponds to the nominal wt% loading) is deactivated during the first minutes of reaction because CoAl2O4 is formed, while Ni(1) and Co(2.5) catalysts show a high specific activity for methane conversion, a high stability and a very low carbon deposition.