971 resultados para IL-1RA
Resumo:
2009-10 Perugia – provision of material and data for gallery and information panels in Perugia Museo dei Provincia
Resumo:
Epithelia play important immunological roles at a variety of mucosal sites. We examined NFkappaB activity in control and TNF-alpha treated bovine mammary epithelial monolayers (BME-UV cells). A region of the bovine IL-8 (bIL-8) promoter was sequenced and a putative kappaB consensus sequence was identified bioinformatically. We used this sequence to analyse nuclear extracts for IL-8 specific NFkappaB activity. As a surrogate marker of NFkappaB activation, we investigated IL-8 release in two models. Firstly in BME-UV monolayers, IL-8 release in the presence of pro- and anti-inflammatory agents was determined by enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA). Secondly, we measured IL-8 secretion from a novel model of intact mucosal sheets of bovine teat sinus. IL-8 release into bathing solutions was assessed following treatment with pro- and anti-inflammatory agents. TNF-alpha enhanced NFkappaB activity in bovine mammary epithelial monolayers. p65 NFkappaB homodimer was identified in both control and TNF-alpha treated cells. Novel sequencing of the bovine IL-8 promoter identified a putative kappaB consensus sequence, which specifically bound TNF-alpha inducible p50/p65 heterodimer. TNF-alpha induced primarily serosal IL-8 release in the cell culture model. Pre-treatment with anti-TNF or dexamethasone inhibited TNF-alpha induced IL-8 release. High dose interleukin-1beta (IL-1beta) induced IL-8 release, however significantly less potently than TNF-alpha. Bovine mammary mucosal tissue released high basal levels of IL-8 which were unaffected by TNF-alpha or IL-1beta but inhibited by both dexamethasone and anti-TNF. These data support a role for TNF-alpha in activation of NFkappaB and release of IL-8 from bovine mammary epithelial cells.
Resumo:
Interleukin-17A, the prototypical member of the interleukin-17 cytokine family, coordinates local tissue inflammation by recruiting neutrophils to sites of infection. Dysregulation of interleukin-17 signalling has been linked to the pathogenesis of inflammatory diseases and autoimmunity. The interleukin-17 receptor family members (A-E) have a broad range of functional effects in immune signalling yet no known role has been described for the remaining orphan receptor, interleukin-17 receptor D, in regulating interleukin-17A-induced signalling pathways. Here we demonstrate that interleukin-17 receptor D can differentially regulate the various pathways employed by interleukin-17A. Neutrophil recruitment, in response to in vivo administration of interleukin-17A, is abolished in interleukin-17 receptor D-deficient mice, correlating with reduced interleukin-17A-induced activation of p38 mitogen-activated protein kinase and expression of the neutrophil chemokine MIP-2. In contrast, interleukin-17 receptor D deficiency results in enhanced interleukin-17A-induced activation of nuclear factor-kappa B and interleukin-6 and keratinocyte chemoattractant expression. Interleukin-17 receptor D disrupts the interaction of Act1 and TRAF6 causing differential regulation of nuclear factor-kappa B and p38 mitogen-activated protein kinase signalling pathways. © 2012 Macmillan Publishers Limited. All rights reserved.
Resumo:
ObjectiveThe objective of this paper is to elucidate the role of specific cytokines in lupus (SLE) arthritis.MethodsFifty SLE and 40 RA patients had an ultrasound (US) scan of their hand as per standardized protocols. US scores were expressed per joint and as a total 'US activity' score, (sum of power Doppler (PD) and grey-scale synovial hypertrophy scores in all joints) and a total erosion score. SLE disease activity was assessed (BILAG and SELENA-SLEDAI). Plasma levels of IL-6, TNF-alpha and BLyS were measured using sandwich ELISA kits (Quantikine kits, R & D).ResultsOn the basis of the US results SLE patients were divided into three groups: erosive arthritis (n?=?20), non-erosive arthritis (n?=?18) and those with a normal US scan (n?=?12). Across the SLE groups plasma IL-6 levels correlated with CRP (p?
Resumo:
Il presente lavoro intende individuare le possibili configurazioni di Piano della Performance (PdP) utilizzabili dagli enti locali, provvedendo poi a delineare il livello di distribuzione e di allineamento dei PdP 2011-2013 dei Comuni medi e grandi rispetto alle suddette configurazioni. Inoltre, verrà valutato, tramite una griglia predisposta dagli autori, il livello di adeguatezza programmatica dei Piani della Performance dei Comuni medi e grandi, al fine di confermare le configurazioni esistenti o di proporne una nuova in caso di inadeguatezza delle prime.
Resumo:
Il D.Lgs. 150/09 ha inteso dar vita ad una “riforma organica” della PA italiana, improntandone il funzionamento a logiche di programmazione e controllo delle performance. Attorno a tale concetto la riforma ha costruito un Sistema teso a programmare, misurare, controllare, valutare e comunicare la performance degli enti. Il lavoro si focalizza sulla programmazione, e in particolare sullo strumento cardine introdotto dal D.Lgs. 150/09: il Piano della Performance (PdP). Il contributo, basato su una metodologia deduttivo-induttiva, si concentra sui comuni medi italiani, scelti in quanto statisticamente rappresentativi del livello medio di complessità degli enti locali. Sono stati oggetto di indagine i PdP pubblicati sui siti istituzionali degli enti considerati, al fine di verificarne sia il livello di aderenza alle Linee Guida (LG) emanate dalla Commissione Indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (CIVIT) e dalla Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), sia il loro livello di adeguatezza economico-aziendale. Preliminarmente si indagherà il tema della programmazione, sotto il profilo normativo-dottrinale, concentrandosi su soggetti, processi e strumenti. Poi si sposterà il focus sul PdP: dopo aver definito obiettivi, quesiti e metodologia della ricerca, verranno esplicitate le configurazioni di PdP emergenti dalle LG CIVIT e ANCI. Verranno poi illustrati i risultati della ricerca empirica, mettendo in luce il livello di allineamento dei PdP dei comuni medi alle LG, nonché il livello di adeguatezza economico-aziendale degli stessi. Si tratteggeranno quindi alcune brevi conclusioni.
Resumo:
In un'epoca di risorse scarse e di crescente disaffezione verso la politica, l'azione degli enti locali ha un impatto sempre più rilevante sulla qualità della vita del cittadino. A tal fine, l'adozione di sistemi di programmazione e controllo, supportati da idonei strumenti, diviene essenziale per il perseguimento dell'efficienza e dell'efficacia e dunque per riconquistare la fiducia del cittadino stesso. Il volume, sulla base di un'analisi della normativa (dai primi anni Novanta fino al DL 174/2012 e s.m.i.) e della letteratura nazionale ed internazionale in tema di performance measurement, identifica un Modello ottimale (Modello PerformEL) per la redazione di due documenti che possono avere un ruolo centrale nel sistema di programmazione e controllo locale: il Piano e la Relazione sulla Performance. La capacità informativa di questi ultimi è testata tramite un'indagine empirica che ha coinvolto i comuni con almeno 50.000 abitanti, comparando struttura, forma e contenuti di tali documenti con quelli ritenuti ottimali e quindi inseriti nel Modello. Sulla base dei risultati dell'indagine, che mostrano una diffusa inadeguatezza informativa degli strumenti analizzati, viene proposto un percorso evolutivo per la graduale realizzazione di documenti di programmazione e controllo che, al di là della loro 'etichetta formale' (Piano della Performance piuttosto che Piano Esecutivo di Gestione, Relazione sulla Performance o Report dei Controlli interni) permetta di semplificare l'architettura informativa dell'ente locale (nel rispetto del DL 174/2012) e parimenti di trasformare i molteplici inutili adempimenti in utili documenti di performance measurement.
Resumo:
Il tema del ruolo della contabilità nella Chiesa, con particolare riferimento al legame esistente tra contabilità e valori religiosi, non appare ad oggi sufficientemente studiato, soprattutto se si considera l’importanza economica e sociale di tale istituzione nel passato e nel presente. Il lavoro intende contribuire a tale indagine analizzando la realtà della Diocesi di Ferrara del XV secolo. Il Quattrocento rappresenta per la Chiesa italiana un’epoca di grande importanza, in quanto caratterizzato da un tentativo di riforma promosso da Papa Eugenio IV, volto a combattere la dilagante corruzione morale all’interno del clero e a riportare quest’ultimo alla sua funzione pastorale. L’appello pontificio venne accolto con particolare attenzione da due vescovi ferraresi, Giovanni Tavelli da Tossignano e Francesco Dal Legname, che attraverso le loro visite pastorali cercarono di divulgare i valori della riforma nella propria Diocesi. La promozione della nuova moralità, nell’esperienza ferrarese, era basata anche sulla diffusione degli strumenti contabili, mezzo essenziale per mettere in luce l’operato dei diversi membri del clero ed in particolare l’utilizzo da parte loro dei beni della Chiesa. Attraverso lo studio di documenti originali del XV secolo, scritti in lingua latina, il contributo si propone di mettere in luce come la contabilità possa assumere un ruolo complementare alla promozione dei valori religiosi.
Resumo:
Interleukin (IL)-33 is associated with several important immune-mediated disorders. However, its role in uveitis, an important eye inflammatory disease, is unknown. Here we investigated the function of IL-33 in the development of experimental autoimmune uveitis (EAU). IL-33 and IL-33 receptor (ST2) were expressed in murine retinal pigment epithelial (RPE) cells in culture, and IL-33 increased the expression of Il33 and Mcp1 mRNA in RPE cells. In situ, IL-33 was highly expressed in the inner nuclear cells of the retina of naïve mice, and its expression was elevated in EAU mice. ST2-deficient mice developed exacerbated EAU compared with WT mice, and administration of IL-33 to WT mice significantly reduced EAU severity. The attenuated EAU in IL-33-treated mice was accompanied by decreased frequency of IFN-γ(+) and IL-17(+) CD4(+) T cells and reduced IFN-γ and IL-17 production but with increased frequency of IL-5(+) and IL-4(+) CD4 T cells and IL-5 production in the draining lymph node and spleen. Macrophages from the IL-33-treated mice show a significantly higher polarization towards an alternatively-activated macrophage (M2) phenotype. Our results therefore demonstrate that the endogenous IL-33/ST2 pathway plays an important role in EAU, and suggest that IL-33 represents a potential option for treatment of uveitis.