1000 resultados para Ferrara Schifanoia Museo Teatro Percorsi


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El Museo de Árboles Históricos de la Argentina forma parte del Complejo Museológico"Pino de San Lorenzo", este último establecido en la Avenida San Martín 1562 de San Lorenzo, la Provincia de Santa Fe, en tierras que pertenecen a la Provincia Franciscana"San Miguel". El mencionado museo comparte este espacio con el Museo Histórico Sanmartiniano. Se inauguró el 10 de setiembre de 2009, gracias al sostenimiento que le ha otorgado el Municipio de San Lorenzo, así como a la colaboración que hizo Fray Jorge Gustavo Rodríguez por el Convento San Carlos de los franciscanos. Mientras el Museo Histórico Sanmartiniano recupera la historia de vida de San Martín desde su nacimiento hasta su fallecimiento producido en 1850 en Boulougne sur Mer, Francia, el Museo de Árboles Históricos de la Argentina intenta ser una"muestra gráfica y fotográfica actualizada de todos aquellos ejemplares arbóreos que poseen significatividad desde el punto de vista histórico". De acuerdo al tríptico que sirve de divulgación, los visitantes pueden apreciar diversos ejemplares históricos a través de"giganto-grafías" que cubren 2,00 metros de alto, por 1,30 metros de ancho, y, en especial, con fotos de alta resolución que fueron obtenidas en quince provincias del país.

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Tras el humor de las comedias de Mihura hay una crítica a las normas que rigen la vida de las personas. Con el sutil juego literario, lleno de ingenio y humor, Miguel Mihura pone de manifiesto lo inamovibles que son los convencionalismos que condicionan nuestra existencia y en los que basamos a menudo nuestros juicios.

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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.

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[spa] Sócrates y su serena actitud ante la muerte –si bien cuestionándola-, según relato de Jenofonte en su Apología de Sócrates, se convierten para el dramaturgo Rodolf Sirera en la referencia idónea para una reflexión osada sobre los límites de la ficción teatral. Tradición Clásica, pues –incluida la que proviene de la Tragedia Barroca-, sometida a un juicio severo en aras de una mayor conciencia del peligro de reducir la vida a una mera representación y a los seres humanos en intérpretes forzados de un guión que no escribieron.

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El artículo que presentamos a continuación recoge el proyecto Trans formare. Lecturas de la Transformación del Museo Frederic Marès, relatando la experiencia de ocho artistas vinculados al Equipo Confluencias [The Crossing Lab] de la Facultat de Belles Arts de la Universidad de Barcelona (convenios ref. UB 007095 y UB 008992), que a lo largo del período de renovación del Museu Frederic Marès de Barcelona (2009-2011) han revisitado las salas de este espacio museográfico en tránsito. Durante estas circunstancias especiales, las obras, protagonistas del Museo, carentes de su aura habitual y de la rigidez del contexto expositivo, han permitido una proximidad y una cercanía poco corrientes; siendo esta particularidad el punto de partida de Trans formare: una investigación en torno al objeto artístico y su imagen, a través de las experiencias de transformación y memoria. Asimismo, el proyecto ha buscado releer el trabajo de Aby Warburg, sus propuestas de catalogación iconográfica y, muy especialmente, sus Mnemosyne, permitiendo con ello aportar nuevas lecturas y perspectivas interpretativas al recorrido museográfico. En este artículo se pretende, pues, analizar y describir el proyecto, sus bases ideológicas y sus resultados, que han dado lugar a una exposición temporal con la que el Museo Marès ha reabierto sus puertas, y que puede visitarse hasta enero de 2012.

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Artikkeliin liittyvä elokuva: http://www.elore.fi/arkisto/1_09/kupiainen.mov.

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Satu Savian esitys KDK-asiakasliittymäseminaarissa 21.3.2012 Helsingissä.

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Satu Savian esitys KDK-kevätseminaarissa Helsingissä 30.5.2012

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Tomi Orren esitys Finnan toisen aallon kick off -tilaisuudessa Helsingissä 5.3.2013.

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Tutkimus tarkastelee, millaiset edellytykset museo tarjoaa koulujen identiteettityölle sekä millaisia museopedagogisia palveluja ammatillisesti hoidettu museo tarjoaa koululaisryhmille. Tutkimuksen tavoitteena on osoittaa kouluille suunnattujen museopedagogisten palvelujen monipuolisuus ja monimuotoisuus sekä tuoda esiin niin palvelujen tuottajan, ammatillisesti hoidetun museon kuin palvelujen käyttäjien, luokanopettajien ja oppilaiden näkökulmat. Olen rajannut tutkimusaiheeni koskemaan vain museon peruskouluille tarjoamia museopedagogisia palveluja säilyttääkseni tutkimuksen sopivan kokoisena ja hallittavana kokonaisuutena. Tutkimuksen teoreettisena viitekehyksenä toimii omaksuvan, monumentalisoivan ja historioivan identiteettityön teoria. Tutkimuksen tapaustutkimuskohteena toimii Turussa sijaitseva historian ja nykytaiteen museo Aboa Vetus & Ars Nova. Tapaustutkimuskohteeksi valittiin museo, jolla oli jo useampi toimintavuosikymmen takanaan. Kohteen valinnassa oli tärkeää myös se, ettei tutkimuskohteeksi valittava museo tai sen tarjoamat museopedagogiset palvelut olleet minulle työympäristönä entuudestaan tuttuja. Näin ollen pystytyin tutkimaan museon tarjoamia palveluja ulkopuolisena ja puolueettomana tahona. Työni kannalta keskeisiä metodeja aineiston kokoamiseksi olivat haastattelu, havainnointi ja kysely. Tutkimukseni aineistona käytän museo Aboa Vetus & Ars Novan palveluja esittelevien esitteiden ja kotisivuosioiden lisäksi itse tuottamaani tutkimusaineis-toa. Tähän kuuluvat kahden nykyisen ja yhden entisen Aboa Vetus & Ars Nova -museon henkilökunnan jäsenen haastattelut, kolmen museossa vierailleen koululaisryhmän museo-opastuskierroksen havainnointi, näiden koululaisryhmien opettajien lyhyet haastattelut sekä oppilailla teettämäni anonyymi kysely. Aineiston kokoaminen tapahtui kevättalven 2015 aikana. Tutkimukseni tulosten mukaan museot ovat erinomaisia paikkoja koulujen identiteettityön kannalta. Museopedagogiikalla on nykyisin monenlaisia muotoja, joita museot hyödyntävät yleisötyössään. Tapaustutkimuskohteena toimineen museon koululaisille suunnatut pedagogiset palvelut on suunniteltu alkujaan niin, että suuria muutoksia ei ole tarvinnut tehdä. Museo markkinoi palvelujaan opettajille lähinnä sähköisiä markkinointiväyliä käyttäen ja osallistumalla sekä järjestämällä opettajille suunnattuja tapahtumia. Opettajat olivat tyytyväisiä museon tarjoamiin luokkaretkipaketteihin ja oppilaat kokivat pääasiassa museovierailun positiiviseksi.

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Este artigo inicia-se com uma exposição sucinta da metáfora do teatro, tal como aparece em Platão. Em seguida, após levantamento dos momentos capitais da literatura, investiga-se a metáfora em Guimarães Rosa, no Grande sertão: veredas e no conto Pirlimpsiquice. No Grande sertão, a atuação no palco é tomada como equivalente ao desempenho na vida. Teatro e vida são, portanto, domínios que se identificam. Para isto, concorrem a religião cristã e o pensamento de Plotino. Em Pirlimpsiquice, o Autor investiga por menorizadamente os limites e aproximações entre teatro e vida, sendo que o grau mínimo da metáfora é conferido pelas práticas histórica e cultural. Por fim, retomando a polêmica de Hegel com o platonismo, conclui-se que a representação e a vida estão amalgamadas, numa constante dialetização entre história e cultura.