965 resultados para museo Ravenna nazionale San Vitale Santa Chiara
Resumo:
Para la realización del estudio primero se planteó la problemática de que existen nichos de mercado como los empleados de las alcaldías que son poco atendidos por los programas que FONAVIPO ofrece, luego se elaboró el proyecto de investigación que en su primer capítulo contenía las generalidades de las alcaldías municipales, del Fondo Nacional de Vivienda Popular (FONAVIPO) y también se mencionan las conceptualizaciones generales de mercadotecnia y de estudio de mercado, las cuales proporcionan los elementos teóricos para la elaboración de la mezcla promocional, la mezcla de mercadotecnia y la comercialización. Para la recolección de la información se aplicó el Método Científico, y específicamente, el Método Hipotético Deductivo, además se utilizó el tipo de investigación Descriptiva para conocer las características y propiedades de la problemática estudiada y se recabó la información a través de fuentes Primarias y Secundarias, realizando la investigación de campo a través de entrevistas y un cuestionario. Una vez recolectada la información, se elaboró un diagnóstico que permitió conocer la manera en que FONAVIPO realiza la comercialización de sus diferentes programas y líneas, obteniéndose varias conclusiones, tales como: Los usuarios finales necesitan incentivos tales como disminuciones en las tasas de interés, cuotas bajas y facilidades de prima para adquirir sus créditos en FONAVIPO. Existe una alta cantidad de personas que no conoce a qué se dedica FONAVIPO. FONAVIPO destina poca cantidad de su presupuesto anual al Programa de Contribuciones. Por lo tanto, el grupo de investigación elaboró la “Propuesta para la comercialización del Programa de Contribuciones modalidad de Crédito-Contribución del Fondo Nacional de Vivienda Popular (FONAVIPO) para los empleados de las alcaldías municipales de las ciudades de San Miguel, San Salvador y Santa Ana.” En base a la problemática y conclusiones se recomienda a FONAVIPO y a las IA´s: Bajar al menos dos puntos la tasa de interés aplicadas a las IA´s y solicitar a éstas que trasladen dicha disminución a las tasas exigidas a los clientes finales. Diseñar un Plan Promocional conjunto entre las IA´s y FONAVIPO. Solicitar al gobierno central un incremento en su presupuesto para otorgar mayores recursos al Programa de Contribuciones. Así, la propuesta está dirigida para que FONAVIPO utilice una mejor mezcla de mercadotecnia y mezcla promocional para darse a conocer a muchas más personas, incluyendo los empleados municipales, las cuales con la debida información, obtenida a través de anuncios publicitarios por medio de televisión, radios y periódicos, pueden tomar la decisión de convertirse en clientes de FONAVIPO.
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La tesi si propone di approfondire il tema dell’Alternanza scuola-lavoro (ASL) al museo, un ambito di interesse che ha ricevuto un’importante attenzione a seguito della promulgazione della L.107/2015. La legge ha, infatti, stabilito l’obbligatorietà per tutti gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado di svolgere dei percorsi di ASL in contesti di lavoro differenti, con un esplicito riferimento a quello museale. Il contesto di riferimento scelto per la ricerca è l’Emilia-Romagna, una scelta fatta tenendo conto dell’impegno che la regione ha portato avanti, già dalla fine degli anni Novanta, in direzione di valorizzazione di percorsi integrati scuola-formazione professionale. La ricerca è partita dall’analisi della letteratura di riferimento sul rapporto istruzione-mondo del lavoro in ambito nazionale e internazionale e ha previsto due successive fasi: la prima con una esplorazione qualitativa del fenomeno su un campione ristretto di testimoni privilegiati, appartenenti all’ambito istituzionale, scolastico e museale mediante interviste; la seconda con un’esplorazione quantitativa del fenomeno tramite survey su un campione più ampio mediante la sommistrazione di questionari rivolti agli studenti e ai referenti e tutor ASL delle scuole e dei musei. Nello specifico l’analisi ha coinvolto 430 studenti di 28 scuole della regione che hanno partecipato a 495 percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati nel corso del triennio e a partire dall’anno scolastico 2015-2016. Inoltre hanno preso parte alla ricerca 56 referenti e tutor ASL di 45 scuole e 86 referenti e tutor ASL provenienti da 83 musei.
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Il tasso di crescita di tre popolazioni di Pinna nobilis all’interno del Parco Nazionale di Cabrera (Isole Baleari) è stato analizzato per stimare l’età degli individui al fine di una migliore comprensione della biologia e dell’ecologia di questa specie sempre più minacciata. In questa tesi il tasso di crescita di una popolazione profonda, quella delle Baleari (20-30m), è stato confrontato con quello di due popolazioni superficiali: Freus e Gandulf (5-10m). L’obiettivo è valutare l’effetto della profondità e del sito sulle modalità di accrescimento degli individui. Sono state prelevate alcune valve di individui morti di P. nobilis a varie profondità. Lo studio della sclerocronologia ci ha permesso di studiare l’origine dei registri interni di crescita e le modalità di accrescimento. I risultati hanno mostrato una chiara differenziazione della taglia fra le tre popolazioni. Gli individui della popolazione profonda raggiungono dimensioni maggiori elevate e vivono più a lungo. Ma la popolazione di Gandulf ha un tasso di crescita simile a quello della popolazione delle Baleari essendo entrambe caratterizzate da individui di grandi dimensioni (Lmax Baleari= 65,1cm; Lmax Gandulf=62,4cm) e più longevi (età max=27anni). La popolazione di Freus è caratterizzata invece da individui di dimensioni minori e giovani di età (età max=14anni). Anche la velocità di crescita che porta a raggiungere la dimensione asintotica massima risulta simile nella popolazione di Gandulf (K=0,19) e nella popolazione delle Baleari (K=0,14), ed in entrambe è inferiore ai valori rilevati a Freus (K=0,21). Tali risultati evidenziano l’esistenza di una forte variabilità del tasso di accrescimento fra popolazioni collocate sia a profondità che in siti diversi. La differenza riscontrata tra la popolazione di Freus e quella di Gandulf è che la prima si trova in un sito esposto, mentre l’altra è collocata in una cala protetta subendo, quindi, un minor stress idrodinamico.
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Riqualificare gli spazi dimenticati della periferia bolognese significa confrontarsi con problematiche cittadine fino ad ora mai affrontate.L’area militare di Santa Viola rappresenta in pieno questa situazione e racchiude al suo interno un contesto completamente distaccato dal resto del quartiere, cristallizzato nel tempo a causa del suo muro di recinzione; intervenire in un contesto così distaccato dal contesto rappresenta una sfida per chiunque ci si voglia avvicinare. Le recenti proteste contro il disboscamento dell’area ovest dei Prati di Caprara e l’urbanizzazione intensiva di quest’ultima hanno fornito spunti importanti su quale fosse la strada migliore da perseguire. Il progetto propone la realizzazione di un nuovo complesso pubblico che diventi portavoce della relazione, al giorno d’oggi frammentato, fra centro abitato e le aree verdi che lo circondano, e lo fa attraverso una rete di percorsi ciclopedonali semplici, in stretta connessione con i nuovi sistemi di mobilità pubblica, in particolare la tramvia e la stazione ferroviaria previsti dal PUMS di Bologna. Col fine di portare nuova linfa vitale al quartiere, l’area diventerà un nuovo polmone verde fruibile dalla cittadinanza, ospitando al suo interno la nuova scuola di Design ed il museo della memoria per la strage del 2 agosto. Il grande spazio di carattere pubblico genera un corridoio verde che parte del parco fluviale e giunge in prossimità di Porta San Felice, congiungendo sia idealmente che fisicamente il nuovo polo attrattore del quartiere a quelli già presenti in zona: la fondazione MAST e l’Opificio Golinelli.Insieme collaborano per restituire una nuova immagine al quartiere Santa Viola, culturalmente attiva e strattamente connessa alla città storica.
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La tesi si pone l’obiettivo di indagare quelli che sono gli avvenimenti successivi all’unità d’Italia in uno dei simboli più importanti per la città di bologna, la Basilica di San Petronio. Lo studio si colloca come proseguimento e completamento di due tesi precedentemente compilate, andando ad approfondire sia il cambiamento dal punto di vista legislativo ma anche le azioni restaurative compiute nel periodo di riferimento preso in analisi. La prima fase di lavoro è stata caratterizzata dalla ricerca dei cambiamenti legislativi e normativi avvenuti dal 1860 che accompagnano la creazione della legge di tutela dei monumenti, varata agli inizi del ’900. La seconda fase è iniziata con una significativa ricerca archivistica e con una successiva analisi dei documenti che ha portato ad evidenziare i lavori di restauro sia all’esterno della basilica e che all’interno. Successivamente è stato svolto un approfondimento sui dibattiti relativi al completamento della facciata caratteristici di fine ‘800 e inizi ‘900, andando ad analizzare nei rispettivi concorsi, i principi e modalità di analisi e scelta della soluzione più adeguata. La terza fase ha riguardato il progetto per l’allestimento di una sala museale, che va a creare un proseguimento con quelle che sono le due sale museali già esistenti, ma non adeguate a creare un percorso tale da raccontare gli avvenimenti più recenti della fabbrica. Quindi con il progetto in esame si propone di aumentare lo spazio di allestimento, dedicando l’area interessata alla storia della basilica, ai restauri ottocenteschi, ai progetti per il completamento della facciata e ai recenti restauri eseguiti, lasciando il museo attuale alla conservazione degli oggetti sacri ed ecclesiastici. Inoltre, si è posto l’obiettivo di illuminare efficacemente l’intero ambiente, di conseguenza è stato progettato un impianto d’illuminazione tale da aumentare il confort visivo e permettere una semplice lettura e visualizzazione dei materiali esposti.
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Il lavoro proposto si pone l’obiettivo di progettare l’impianto di climatizzazione del Museo Nazionale della Resistenza, sito in Milano, sulla base dei criteri di riduzione delle emissioni climalteranti e valorizzando l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili presenti nel territorio, nella fattispecie attraverso lo sfruttamento dell’acqua di falda e dell’energia solare. Il primo capitolo è dedicato alla descrizione del processo di dimensionamento effettuato ed ai criteri di progettazione adottati. Lo sfruttamento diretto dell’energia solare avviene attraverso un impianto fotovoltaico integrato alla struttura museale; nel secondo capitolo viene stimata la sua capacità di produzione elettrica annuale. Vengono quindi messi a confronto i risultati ottenuti, calcolati sia su base mensile in relazione alla norma UNI 10349, sia attraverso una simulazione energetica di tipo dinamico condotta su base oraria mediante l’utilizzo del software IES VE. Viene inoltre valutata la capacità della cella fotovoltaica nel convertire la radiazione incidente in energia elettrica ed analizzato il suo comportamento al variare delle condizioni operative. Nel terzo capitolo vengono studiati gli effetti dell’irraggiamento estivo sulle pareti opache del museo, valutando la capacità delle murature di ritardare l’onda di flusso termico. È inoltre effettuata una trattazione analitica per il calcolo dei parametri necessari a determinare il comportamento dinamico dell’involucro. Attraverso la simulazione dinamica è stato possibile stimare le richieste energetiche ed elettriche, estive e invernali, della struttura museale. La soluzione impiantistica proposta per la generazione di acqua calda e refrigerata, fa uso di gruppi polivalenti acqua-acqua con possibilità di condensare o evaporare con acqua di falda. Tale soluzione viene poi analizzata e confrontata con una più versatile, ma meno efficiente, una pompa di calore aria-acqua.
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El mayor suministro de agua potable de la Ciudad de Córdoba y el Gran Córdoba proviene del Embalse San Roque. Su cuenca es la segunda región turística más importante de la Argentina y la principal de la provincia. El lago es utilizado como fuente de agua para consumo y recreación y como componente básico para la sustentabilidad económica de toda la región, por lo que resulta fundamental la adecuada administración de la cuenca por parte de la Gestión de Gobierno. En la última década, la presencia permanente de algas y la ocurrencia de eventos extremos de crecimiento han siendo percibidos de manera preocupante por los pobladores de las ciudades aledañas y los visitantes de la región. Recientemente han afectado el tratamiento de potabilidad destinada a la ciudad de Córdoba resultando una distribución de agua de mala calidad con olores y sabores desagradables. Asimismo el problema de algas y macrófitas ocurrido en la fuente natural a pocos días de iniciarse la Semana Santa en marzo de 2010, debió ser contrarrestado mediante la implementación de actividades de saneamiento consistente en la limpieza y extracción mecánica de la biomasa en sitios del río San Antonio y su desembocadura, el área del perilago más poblado. Ante los inminentes síntomas de eutrofización avanzada, se conformó el Grupo de investigación Interdisciplinario e Interinstitucional donde participan el Instituto Nacional del Agua, el grupo de investigación Biodiscos y el Laboratorio Central, División Agua y Efluentes de la Facultad de Ciencias Químicas - UCC; la Compañía de Ingenieros Paracaidistas IV y Batallón de Inteligencia de la Segunda División de Ejército - Ejército Argentino; la Facultad de Biología y el Instituto de Virología Vanella - UNC y la Secretaría de Ambiente de la Provincia de Córdoba, entre otras. El objetivo general es la realización de los estudios integrales del lago San Roque para diagnosticar su estado, con el fin de proponer a la Gestión de Gobierno las medidas de mitigación de los problemas y las correspondientes acciones de prevención y control.
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The Ladinian Cassina beds belong to the fossiliferous levels of the world-famous Middle Triassic Monte San Giorgio Lagerstatte (UNESCO World Heritage List, Canton Ticino, Southern Alps). Although they are a rich archive for the depositional environment of an important thanatocoenosis, previous excavations focused on vertebrates and particularly on marine reptiles. In 2006, the Museo Cantonale di Storia Naturale (Lugano) started a new research project focusing for the first time on microfacies, micropalaeontological, palaeoecological and taphonomic analyses. So far, the upper third of the sequence has been excavated on a surface of around 40 m(2), and these new data complete those derived from new vertebrate finds (mainly fishes belonging to Saurichthys, Archaeosemionotus, Eosemionotus and Peltopleurus), allowing a better characterization of the basin. Background sedimentation on an anoxic to episodically suboxic seafloor resulted in a finely laminated succession of black shales and limestones, bearing a quasi-anaerobic biofacies, which is characterized by a monotypic benthic foraminiferal meiofauna and has been documented for the first time from the whole Monte San Giorgio sequence. Event deposition, testified by turbidites and volcaniclastic layers, is related to sediment input from basin margins and to distant volcanic eruptions, respectively. Fossil nekton points to an environment with only limited connection to the open sea. Terrestrial macroflora remains document the presence of emerged areas covered with vegetation and probably located relatively far away. Proliferation of benthic microbial mats is inferred on the basis of microfabrics, ecological considerations and taphonomic (both biostratinomic and diagenetic) features of the new vertebrate finds, whose excellent preservation is ascribed to sealing by biofilms. The occurrence of allochthonous elements allows an insight into the shallow-waters of the adjoining time-equivalent Salvatore platform. Finally, the available biostratigraphic data are critically reviewed.
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El hueso frontal de équido grabado con una representación de este mismo animal procedente de la Cueva de Hornos de la Peña (Cantabria), se recuperó a principios del pasado siglo XX en las excavaciones de H. Breuil, H. Obermaier y H. Alcalde del Río. A pesar de la atribución auriñaciense de sus excavadores, las diferentes publicaciones posteriores en que la pieza ha sido objeto de análisis, han mantenido siempre la duda de su pertenencia a este tecnocomplejo. A ello ha contribuido el hecho de que la estratigrafía de Hornos de la Peña no ha podido ser hasta el presente estudiada en profundidad, como también, muy probablemente, el carácter naturalista de su representación que parece alejarlo de los presupuestos artísticos del Paleolítico Superior inicial cantábrico. En este trabajo presentamos una serie de datos sobre la estratigrafía del yacimiento, obtenidos de diversos documentos inéditos conservados en el archivo del Museo Arqueológico Nacional de Madrid que, a nuestro juicio, corroboran la pertenencia de esta pieza de arte mueble al Auriñaciense.
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A fenologia da videira, a produtividade das plantas e a qualidade da uva apresentam forte relação com os fatores ambientais. O objetivo deste trabalho foi comparar as regiões vitícolas de altitude elevada de Santa Catarina com a região de San Michele All’Adige localizada na Itália. Para os estudos, utilizou-se dos dados da Estação Experimental de São Joaquim - EPAGRI (28°16’30,08”S, 49°56’09,34”O, altitude 1.400 m), localizada em São Joaquim e do Istituto Agrario di San Michele All’Adige – Fondazione Edmund Mach46°11’41,46”N, 11°08’04,41”L, altitude 223 m), localizado na Província de Trento. A variedade avaliada foi a Rebo, para a qual foram determinados osprincipais estádios fenológicos e calculada a exigência térmica através dos graus-dia, temperaturas média, máxima, mínima, amplitude, precipitação, umidade relativa do ar, insolação e radiação solar global. No momento da colheita, foi avaliado o desempenho agronômico da variedade Rebo. Em São Joaquim, o ciclo da variedade Rebo é mais longo, o acúmulo térmico é menor, a precipitação pluviométrica e a radiação solar global acumulada são maiores do que em San Michele All’Adige. As temperaturas mais baixas e a menor insolação durante a floração-mudança de cor das bagas são os principais fatores climáticos relacionados com as menores produtividades das plantas. Em São Joaquim, as baixas temperaturas e as elevadas taxas de radiação solar global na maturação contribuem de maneira positiva na formação dos compostos fenólicos, mas dificultam a degradação dos ácidos da variedade Rebo.
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Este artículo se centra en la vida mocoví del norte santafesino a través del "último malón mocoví" producido en abril de 1904, abordando las percepciones franciscanas que nos dan pistas para comprender la acción de fray Buenaventura Giuliani durante la "revolución" mocoví de 1904, así como la conversión del mocoví Teófilo Salteño que quedó en manos de los franciscanos por su condición de huérfano. Los objetivos son comprender el rol del gobierno provincial santafesino; las difíciles relaciones tejidas entre fray Ducca y fray Giuliani; y el significado del lento abandono de la Reducción Indígena por parte de los propios mocovíes al ser sustituidos por los criollos y extranjeros de finales del siglo XIX y principios del siglo XX. Entre estos inmigrantes "blancos" encontramos al historiador Alcides Greca, director de la primera película filmada en el interior de la Argentina en el año 1917, precisamente sobre el "último malón mocoví" producida en la Reducción Indígena de San Javier el 21 de abril de 1904.
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En febrero de 1813 la edificación del Convento de San Carlos Borromeo de San Lorenzo resguardó al cuerpo de granaderos al mando del coronel José de San Martín en su lucha contra el ejército español. Pero también fue el escenario en el que se produjo, en abril de 1819, el conocido "Armisticio de San Lorenzo" que se firmó entre representantes de las provincias de Buenos Aires, Santa Fe y Entre Ríos para acordar el cese de la hostilidad.
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Objetivou-se avaliar um plantio de enriquecimento com 12 espécies arbóreas nativas da região, em uma área reflorestada do Corredor de Biodiversidade Santa Maria, localizado entre os Municípios de Santa Terezinha de Itaipu e São Miguel do Iguaçu, no Paraná. Objetivou-se, também, avaliar a persistência da espécie invasora Megathyrsus maximus (Jacq.) B. K. Simon & S. W. L. Jacobs, conhecido como capim-colonião, e alterações nas características físicas e químicas do solo. As avaliações consistiram no acompanhamento mensal da mortalidade e desenvolvimento das mudas e da massa de matéria seca obtida no manejo do capim-colonião. As alterações promovidas no solo foram verificadas por meio de três coletas de solo ao longo do experimento. A mortalidade alcançou 24,38%, sendo mais acentuada nos dois primeiros meses, janeiro (11,88%) e fevereiro (5,63%). Em relação ao desenvolvimento das mudas, destacaram-se as espécies Aloysia virgata (Ruiz & Pav.) Juss. (lixeira) e Ceiba speciosa (A. St.-Hil.) Ravenna (paineira), com acréscimos mensais em diâmetro de 0,80 mm e 0,60 mm e em altura de 5,80 cm e 1,74 cm, respectivamente. O controle do capim-colonião pela metodologia aplicada foi eficiente, não havendo reincidência considerável ao longo dos meses. Por meio das análises de solo, foi possível observar que a recuperação da área, mesmo que por período curto, mostrou-se eficiente na alteração das características físicas e químicas do solo, podendo ainda levar a novas modificações em decorrência do desenvolvimento das mudas.