197 resultados para lastuttavuus, Mq-koe, pistosorvauskoe, sorvauskoe


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A novel route to prepare highly active and stable N2O decomposition catalysts is presented, based on Fe-exchanged beta zeolite. The procedure consists of liquid phase Fe(III) exchange at low pH. By varying the pH systematically from 3.5 to 0, using nitric acid during each Fe(III)-exchange procedure, the degree of dealumination was controlled, verified by ICP and NMR. Dealumination changes the presence of neighbouring octahedral Al sites of the Fe sites, improving the performance for this reaction. The so-obtained catalysts exhibit a remarkable enhancement in activity, for an optimal pH of 1. Further optimization by increasing the Fe content is possible. The optimal formulation showed good conversion levels, comparable to a benchmark Fe-ferrierite catalyst. The catalyst stability under tail gas conditions containing NO, O2 and H2O was excellent, without any appreciable activity decay during 70 h time on stream. Based on characterisation and data analysis from ICP, single pulse excitation NMR, MQ MAS NMR, N2 physisorption, TPR(H2) analysis and apparent activation energies, the improved catalytic performance is attributed to an increased concentration of active sites. Temperature programmed reduction experiments reveal significant changes in the Fe(III) reducibility pattern with the presence of two reduction peaks; tentatively attributed to the interaction of the Fe-oxo species with electron withdrawing extraframework AlO6 species, causing a delayed reduction. A low-temperature peak is attributed to Fe-species exchanged on zeolitic AlO4 sites, which are partially charged by the presence of the neighbouring extraframework AlO6 sites. Improved mass transport phenomena due to acid leaching is ruled out. The increased activity is rationalized by an active site model, whose concentration increases by selectively washing out the distorted extraframework AlO6 species under acidic (optimal) conditions, liberating active Fe species.

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Lo scenario terapeutico del Mieloma Multiplo (MM) si è ampiamente evoluto nelle ultime decadi con l’introduzione di un numero sempre maggiore di combinazioni di nuovi farmaci molto efficaci. In tal contesto, spicca Daratumumab (dara), grazie ai suoi dati di efficacia e di sicurezza dimostrati sia nel setting del paziente ricaduto/refrattario che di nuova diagnosi. Lo scopo del presente studio è quello di aggiungere dati circa la combinazione di dara con la terapia standard nel contesto di un programma trapiantologico per pazienti di nuova diagnosi candidabili alla chemioterapia ad alte dosi, con un particolare focus sull’impatto dell’anticorpo monoclonale sulla raccolta delle cellule staminali (PBSC). Sono stati analizzati 41 pazienti trattati presso il nostro centro nell’ambito di due studi clinici (EMN17 e EMN18). Con un follow-up mediano pari a 19 mesi, dara aggiunto alla terapia standard ha dimostrato un’ottima efficacia, in termini di risposte profonde e sopravvivenza libera da malattia, ed un buon profilo di sicurezza, senza tossicità aggiuntive o inaspettate. Inoltre, nello studio registrativo CASSIOPEIA dara non ha avuto un impatto negativo sulla raccolta delle PBSC; infatti, nei pazienti sottoposti a dara il numero il numero mediano di PBSC raccolte è risultato inferiore e questi hanno necessitato più frequentemente di Plerixafor, senza, tuttavia, modifiche nell’iter trapiantologico rispetto al gruppo di controllo. Analogamente, nella nostra analisi i pazienti del gruppo dara hanno utilizzato maggiormente Plerixafor ed è emerso come questi possano beneficiare da un dosaggio maggiore di Ciclofosfamide mobilizzante (3 g/mq rispetto 2 g/mq). Durante lo svolgimento del presente progetto dara è stato approvato in pratica clinica prima in Europa (2020) e poi in Italia (2021). Il presente studio ha confermato come dara aggiunto ad un regime di induzione Bortezomib-based rappresenti un nuovo standard of care per i pazienti con MM di nuova diagnosi eleggibili alla chemioterapia ad alte dosi.