924 resultados para Vitamina B12


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INTRODUÇÃO: Hipovitaminose D é bem documentada em pacientes portadores de doença renal crônica (DRC). Espera-se níveis inferiores em habitantes de regiões não tropicais em relação aos habitantes de regiões tropicais, pela inferição de uma maior exposição solar e maior produção de vitamina D. OBJETIVO: Analisar os níveis séricos de vitamina D, como 25-hidroxivitamina D - 25(OH)D, de 125 pacientes brasileiros portadores de DRC em fase pré-dialítica. MÉTODOS: Foram estudados 125 pacientes (57,4 ± 16,2 anos, 78 brancos e 55,2% homens), com creatinina de 2,67 ± 1,73 mg/dL e o clearance estimado 43,7 ± 34,5 mL/min. O índice de massa corporal era de 27,4 ± 4,7 kg/m² e a circunferência abdominal de 95,0 ± 14,0 cm. O cálcio era de 9,3 ± 0,6 mg/dL, o paratormônio intacto (PTHi) 212,6 ± 221,2 pg/mL e a albumina sérica 4,2 ± 0,6 g/dL. A média de 25(OH)D era de 23,9 ± 10,7 ng/mL. RESULTADOS: Dos 125 pacientes, 92 (72,6%) apresentavam níveis de 25(OH)D < 30 ng/mL, sendo que 65 (52%) apresentavam insuficiência (15-29 ng/mL); 27 (21,5%) apresentavam deficiência (5-14 ng/mL) e apenas um paciente apresentava deficiência severa < 5 ng/mL. Não foram observadas diferenças entre os níveis de 25(OH)D nos pacientes estratificados quanto ao estágio de DRC. Os níveis de 25(OH)D foram maiores nos homens (38,1 ± 20,6 versus 22,4 ± 9,7 ng/ml; p < 0,0001), havendo também uma correlação inversa entre os níveis de 25(OH)D e de PTHi, proteinúria e circunferência abdominal, e uma correlação positiva entre 25(OH)D e cálcio total e albumina sérica. Na análise multivariada, encontrou-se apenas correlação inversa entre 25(OH)D e circunferência abdominal e PTHi. CONCLUSÃO: A despeito de a população do Brasil estar em um clima tropical, a maioria dos pacientes analisados apresentou níveis séricos subótimos de vitamina D, podendo este achado estar relacionado ao desenvolvimento de hiperparatireoidismo.

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Os organizadores autorizam a reprodução total ou parcial deste trabalho, para qualquer meio convencional ou eletrônico, para fins de estudo e pesquisa, desde que citada a fonte.

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Máster Oficial en Cultivos Marinos. Trabajo presentado como requisito parcial para la obtención del Título de Máster Oficial en Cultivos Marinos, otorgado por la Universidad de Las Palmas de Gran Canaria (ULPGC), el Instituto Canario de Ciencias Marinas (ICCM), y el Centro Internacional de Altos Estudios Agronómicos Mediterráneos de Zaragoza (CIHEAM)

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Trasparenze presentate a lezione. Si consiglia agli studenti di stamparne una copia prima della lezione e di portarla con sé onde riportare su di essa ulteriori annotazioni.

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Il basso tasso d'usura e l'alta resistenza meccanica dell'UHMWPE reticolato e additivato ha posto l'attenzione verso l'uso di teste femorali con diametri maggiori per diminuire il rischio d'impingement e dislocazioni. Questo richiede l'utilizzo d'inserti acetabolari più sottili di quelli attualmente in commercio. In quest'ottica è necessario porre particolare attenzione alla resistenza meccanica d'inserti più sottili, e all'efficacia della vitamina E nel combattere l'effetto dell'ossidazione che si manifesta in seguito al processo di reticolazione. Lo scopo del lavoro è quindi di studiare un inserto più sottile di quelli attualmente in commercio per verificarne le performance. Tale studio è svolto su una serie di taglie (compreso inserto prodotto ad-hoc con spessore di 3,6 mm) con spessore di 5,6 mm e di 3,6 mm dalle quali viene isolato il worst-case tramite analisi FEM. Con prove sperimentali è testata la resistenza meccanica del worst-case, e sono monitorate le deformazioni subite e l'ossidazione del campione. Dagli studi FEM è risultato che le tensioni sono mediamente le stesse in tutti i campioni, anche se si sono registrate tensioni leggermente superiori nella taglia intermedia. A differenza delle attese la taglia in cui si sono riscontrate le tensioni massime è la F (non è l'inserto che ha diametro inferiore). A seguito della messa a punto del modello FEM si è identificato un valore d'attrito inferiore a quello atteso. In letteratura i valori d'attrito coppa-inserto sono più grandi del valore che si è identificato tramite simulazioni FEM. Sulla base dei risultati FEM è isolato il worst-case che viene quindi sottoposto a un test dinamico con 6 milioni di cicli atto a valutarne le performance. Gli inserti di spessore ridotto non hanno riportato alcun danno visibile, e la loro integrità strutturale non è stata modificata. Le considerazioni preliminari sono confermate dalla verifica al tastatore meccanico e dall'analisi chimica, dalle quale non si sono evidenziate particolari problematiche. Infatti, da queste verifiche si rileva che l'effetto del creep nella prova accelerata è pressoché trascurabile, e non si riscontrano variazioni dimensionali rilevanti. Anche dall'analisi chimica dei campioni non si evidenzia ossidazione. I valori d'ossidazione dell'inserto testato sono analoghi a quelli del campione non testato, anche quando viene confrontato con l'inserto in UHMWPE vergine si evidenzia un'ossidazione di molto superiore. Questo prova che la vitamina E inibisce i radicali liberi che quindi non causano l'ossidazione con susseguente fallimento dell'inserto. Dai risultati si vede che i campioni non subiscono danni rilevanti, le deformazioni elastiche monitorate nel test dinamico sono pressoché nulle, come gli effetti del creep misurati analizzando i dati ottenuti al tastatore meccanico. Grazie alla presenza della vitamina E non si ha ossidazione, quella rilevata è vicina a zero ed è da imputare alla lavorazione meccanica. Secondo tali considerazioni è possibile affermare che la riduzione dello spessore degli inserti da 5,6 mm a 3,6 mm non ha conseguenze critiche sul loro comportamento, e non comporta un fallimento del dispositivo.

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L'insufficienza renale cronica (CKD) è associata ad un rischio cardiovascolare più elevato rispetto alla popolazione generale: fattori come uremia, stress ossidativo, età dialitica, infiammazione, alterazioni del metabolismo minerale e presenza di calcificazioni vascolari incidono fortemente sulla morbosità e mortalità per cause cardiovascolari nel paziente uremico. Diversi studi hanno verificato il coinvolgimento dei progenitori endoteliali (EPC) nella malattia aterosclerotica ed è stato dimostrato che esprimono osteocalcina, marcatore di calcificazione. Inoltre, nella CKD è presente una disfunzione in numero e funzionalità delle EPC. Attualmente, il ruolo delle EPC nella formazione delle calcificazioni vascolari nei pazienti in dialisi non è stato ancora chiarito. Lo scopo della tesi è quello di studiare le EPC prelevate da pazienti con CKD, al fine di determinarne numero e fenotipo. È stato anche valutato l'effetto del trattamento in vitro e in vivo con calcitriolo e paracalcitolo sulle EPC, dato il deficit di vitamina D dei pazienti con CKD: il trattamento con vitamina D sembra avere effetti positivi sul sistema cardiovascolare. Sono stati valutati: numero di EPC circolanti e la relativa espressione di osteocalcina e del recettore della vitamina D; morfologia e fenotipo EPC in vitro; effetti di calcitriolo e paracalcitolo sull’espressione di osteocalcina e sui depositi di calcio. I risultati dello studio suggeriscono che il trattamento con vitamina D abbia un effetto positivo sulle EPC, aumentando il numero di EPC circolanti e normalizzandone la morfologia. Sia calcitriolo che paracalcitolo sono in grado di ridurre notevolmente l’espressione di OC, mentre solo il paracalcitolo ha un effetto significativo sulla riduzione dei depositi di calcio in coltura. In conclusione, il trattamento con vitamina D sembra ridurre il potenziale calcifico delle EPC nell’uremia, aprendo nuove strade per la gestione del rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da CKD.

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OBJECTIVE: Data about vitamin B12 (B12) deficiency in the general population are scarce. The present study was performed to determine the prevalence of B12 deficiency in the general population of the Principality of Liechtenstein, as well as to identify sub-populations potentially at high risk. DESIGN: Retrospective study. SETTING: Ambulatory setting, population of the Principality of Liechtenstein. SUBJECTS: Seven thousand four hundred and twenty-four patients seeking medical attention whose serum samples were referred for routine work-up in an ambulatory setting were consecutively enrolled. Serum total B12 was determined in all patients in this cohort. In addition, for a subgroup of 1328 patients, serum holotranscobalamin was also measured. Prevalence of B12 deficiency was calculated. Further, multivariate logistical regression models were applied to identify covariates independently associated with B12 deficiency and depletion. RESULTS: Nearly 8 % of the general population was suffering from either B12 depletion or deficiency. The ratio between B12 depletion and deficiency was 2:1 for all age ranges. Pathological changes were detected predominantly in older people. Female gender was a significant predictor of B12 depletion. In the cohort, nearly 40 % exhibited either depletion or deficiency of B12. CONCLUSIONS: B12 depletion and deficiency are common in Liechtenstein, a Central European country. The measurement of biochemical markers represents a cost-efficient and valid assessment of the B12 state. When a deficiency of B12 is diagnosed at an early stage, many cases can be treated or prevented, with beneficial effects on individual outcomes and subsequent potential reductions in health-care costs.

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Hyperhomocysteinemia (HHCY) has been linked to fragility fractures and osteoporosis. Folate and vitamin B(12) deficiencies are among the main causes of HHCY. However, the impact of these vitamins on bone health has been poorly studied. This study analyzed the effect of folate and vitamin B(12) deficiency on bone in rats. We used two groups of rats: a control group (Co, n = 10) and a vitamin-deficient group (VitDef, n = 10). VitDef animals were fed for 12 wk with a folate- and vitamin B(12)-free diet. Co animals received an equicaloric control diet. Tissue and plasma concentrations of homocysteine (HCY), S-adenosyl-homocysteine (SAH), and S-adenosyl-methionine (SAM) were measured. Bone quality was assessed by biomechanical testing (maximum force of an axial compression test; F(max)), histomorphometry (bone area/total area; B.Ar./T.Ar.], and the measurement of biochemical bone turnover markers (osteocalcin, collagen I C-terminal cross-laps [CTX]). VitDef animals developed significant HHCY (Co versus VitDef: 6.8 +/- 2.7 versus 61.1 +/- 12.8 microM, p < 0.001) that was accompanied by a high plasma concentration of SAH (Co versus VitDef: 24.1 +/- 5.9 versus 86.4 +/- 44.3 nM, p < 0.001). However, bone tissue concentrations of HCY, SAH, and SAM were similar in the two groups. Fmax, B.Ar./T.Ar., OC, and CTX did not differ between VitDef and Co animals, indicating that bone quality was not affected. Folate and vitamin B(12) deficiency induces distinct HHCY but has no effect on bone health in otherwise healthy adult rats. The unchanged HCY metabolism in bone is the most probable explanation for the missing effect of the vitamin-free diet on bone.